venerdì 31 ottobre 2008

Body Language vol. 7, Mixed by Matthew Dear - recensione

Noi italiani siamo, storicamente, uno dei popoli più esterofili sulla faccia della terra: qualsiasi cosa venga da fuori pare meravigliosa vista da qui, mentre ciò che ha origine in Italia, o addirittura le stesse cose dei paesi esteri riportate qui risultano merda.

Basta dare un'occhiata, anche sommaria, a un qualsivoglia giornale per rendersene conto, ma non è di attualità che mi voglio occupare: tanto per cambiare, voglio analizzare la questione in ottica musicale.

La testimonianza più lampante di questo fenomeno tipico del belpaese è la leggenda metropolitana, mai confermata o smentita, che i dj stranieri suonino meglio all'estero che qui e che il clima nei club all'estero sia sempre migliore che qui (ok questa non è una leggenda metropolitana, è un dato di fatto incontrovertibile...buon halloween a tutti, a proposito), ma più in generale è innegabile che qui si tenda a scegliere un paese come esempio da seguire e a lamentarsi che qui le cose vanno peggio.

Spesso e volentieri l'esterofilia è del tutto immotivata, col risultato che i club italiani sono invasi di Fritz Kartoffeln qualunque che fanno un'ora di live noiosissimo con Ableton o di vecchi relitti della scena musicale estera che vengono direttamente ad abitare qui perchè ormai hanno date solo nei club italiani; perchè tutto ciò, ci si chiede?

La mia risposta personale è che a oggi, 31 ottobre 2008, in Italia tutto ciò che sta sotto l'enorme ombrello della "club culture" esiste ancora da troppo poco tempo per essere radicato nella cultura popolare ancora troppo ancorata ai tormentoni solecuoreammòre, mentre, effettivamente, in alcuni paesi stranieri in cui si valorizza molto il talento locale si parla di techno, di house e di club da un tempo sufficiente (e c'era una pop culture preesistente sufficientemente debole) da aver reso, di fatto, "pop" ciò che qui è "underground".

Per rendere popolare, nel senso etimologico del termine e non in quello spregiativo, un movimento culturale è ovvio che ci vogliano molti fattori diversi, oltre al tempo, ed è innegabile che nel paese in cui più di tutti la techno è "pop", la Germania, un ruolo importantissimo in questo processo l'abbia avuto la cricca della Get Physical.

Al di là del catalogo dell'etichetta, sempre di alto livello e sempre al passo coi tempi e in grado di evolversi, bisogna riconoscere ai Booka Shade il merito di aver trasformato un live techno in qualcosa di molto simile a un concerto "tradizionale" e, soprattutto, bisogna riconoscere a Dj T l'enorme lavoro di popolarizzazione della techno fatto con una rivista che qui in Italia ci sogniamo di notte, Groove, che qui non si è quasi mai sentita nominare perchè qui la gente presta più attenzione ai party col magico cubo di Rubik, ma che ha definito e reso popolari molti dei tratti distintivi di tutto ciò che ruota attorno alla techno, non solo musicalmente ma anche in termini di lifestyle, per la serie "quanto mi piace parlare come MTV".

Vista come etichetta pop, quindi, la Get Physical è veramente un'etichetta coi controcoglioni: l'integralista dell'underground la bolla come etichetta troppo commerciale per via di megahit come Heater di Samim o Body Language dei M.a.n.d.y. coi Booka Shade e per questo la schifa, ignorando che la realtà dei fatti è che i Booka Shade non vanno paragonati a Lory D o ad altri personaggi storici dell'underground italiano, ma a fenomeni della stessa portata pop tipo Giusy Ferreri e Gigi d'Alessio...e allora è uno dei casi in cui l'esterofilia è più che mai giustificata.

Se poi per mixare la propria compilation annuale Dj T e soci scelgono uno dei massimi geni del panorama techno mondiale, uno in grado di muoversi con disinvoltura tra la minimalaglia più becera da hit e l'underground più sperimentale come Matthew Dear, l'aspettativa è altissima come la possibilità di sorprese.



Cosa ci si può aspettare, infatti, da una compilation Get Physical mixata da Matthew Dear? Una serie di electracci coi peti scelti dall'alter ego tamarro di Matt, Audion? Un mixato di minimale jazzeggiante à la Jabberjaw o astratto e concettuale à la False? O ancora, quell'ibrido bislacco tra IDM e musica strumentale suonata dal vivo dell'ultimo album uscito come Matthew Dear?

La risposta, ovviamente, è "nessuna delle precedenti" :)

Il mixato di Matt Dear, infatti, è una splendida ora e un quarto di deep house lentissima e sexy che pare più una roba da aperitivo al tramonto sulla spiaggia che un mixato di uno dei padri della minimale su una delle etichette di spicco della storia della techno, roba che fatta da chiunque altro probabilmente avrebbe avuto un fortissimo sapore di trendfollowing e che invece, in questo caso, suona come "ok pischelli adesso va di moda la deep house e noi che siamo sempre comunque tra i migliori dj del globo vi facciamo vedere come si fa veramente".

Tra un Johnny D suonato col pitch pesantemente sotto zero, un paio di tracce esclusive della compilation, un paio di Dj Koze e un Kalabrese, quindi, il mood del mixato è di altissima classe e dimostra che si può mantenersi al passo con l'evoluzione del gusto musicale senza cadere nella moda ma anzi plasmandola col proprio gusto personale e la propria esperienza per ricavare un prodotto di qualità eccelsa che pur contenendo dischi ormai decisamente "pop" come Orbitalife di Johnny D risulta comunque spanne e spanne sopra i mixati di chi si limita a mettere in fila le hit.

L'esterofilia di per sè è un male, ma quando dall'estero arrivano lezioni pesanti come questa c'è solo da levarsi il cappello e ringraziare, ancora una volta, Dj T, i M.a.n.d.y., i Booka Shade per essere, ancora una volta, ottimi esempi di un pop di altissimo livello e Matthew Dear per il solito essere un uomo per tutte le stagioni, in grado di suonare praticamente qualsiasi cosa.

mercoledì 29 ottobre 2008

Quando si dice lo sputtanamento

Tim Tribù ti offre una imperdibile occasione per partecipare all'evento di musica elettronica più importante dell'anno.
12 coppie di biglietti in palio (24 biglietti in totale)
Rispondi correttamente al quesito che segue e invia un messaggio con la risposta esatta al myspace di contakt http://www.myspace.com/contaktinrome

Nel 1998 la distanza che separava la casa di Richie Hawtin e quella di Carl Craig era di:

1) circa 100 km
2) inferiore a 15 km
3) circa 600 km

I dodici appassionati più veloci avranno diritto a due biglietti d'ingresso all'evento.

Le modalità per il ritiro verranno stabilite in seguito.

Tim Tribu

Edit: La cosa è ancora peggio di quanto immaginassi...

Diventa protagonista del Minus Contakt
Partecipa all’esclusivo concorso e diventa DJ nella notte più magica dell’anno: Tim Tribù ti offre l’opportunità di suonare a Palazzo dei Congressi durante Contakt, l’evento che il 31 ottobre celebrerà in esclusiva per l’Italia il decennale della Minus, l'etichetta discografica di Richie Hawtin!
Se sei un cliente TIM Tribù, carica sul tuo profilo myspace un dj set di 20 minuti oppure 2 brani di tua produzione, inviaci un messaggio su myspace con scritto "MAKE CONTAKT". Se il tuo set sara' selezionato, avrai il compito di aprire la serata nella sala chillout!

(dal myspace della cagat...dell'evento)

martedì 28 ottobre 2008

Terry Pratchett - Il tristo mietitore

Tra che in estate ho dato una bella smaltita alla coda dei libri da leggere e la ripresa delle serie televisive che seguo, era un po' che non parlavo di libri, ma non significa che non stia leggendo proprio proprio niente.

L'ultimo che ho finito è di uno dei più grandi geni dell'umorismo letterario (e non solo, visto cos'ha fatto coi Monty Python) mai visti, Terry Pratchett appunto:


La trama del libro parte da una premessa abbastanza semplice anche se già di per sè particolarmente divertente: la morte ha acquisito personalità, per cui i poteri che sono decidono di pensionarla.

Nel periodo di transizione in attesa del sostituto, ovviamente, nessuno può morire, per cui succede un gran cagaio ad Ankh-Morpork, la capitale del mondo disco, che si ritrova invasa di non morti e, cosa più rischiosa ancora, di palle di vetro trasparenti di quelle che se le agiti ci nevica dentro, che come se non bastasse dopo un po' di tempo diventano carrelli del supermercato semoventi e, si scopre, altro non sono che mondi appena nati che rischiano di far sparire il mondo disco.

Morale, mentre Morte cerca di rifarsi una vita lavorando nei campi, un bislacco party di protagonisti non-morti composto da un mago zombie, un vampiro e consorte, un uomo nero che non vuole mai uscire dagli angoli bui e da un lupo che nelle notti di luna piena si trasforma in uomo cerca di capire cosa stia succedendo, grazie all'aiuto di una medium molto Monkey Islandeggiante...e poi direi che il resto della trama non lo spoilero più, anche perchè il post è già abbastanza pieno di nonsense già così (ma non è colpa mia, è tutta roba che succede veramente nel libro :))

Spesso e volentieri Pratchett viene paragonato a Douglas Adams, ma ho letto quello che viene unanimememente considerato il capolavoro del secondo (la guida galattica per gli autostoppisti) e non c'è veramente storia, Pratchett gli caga in testa anche bendato e con le mani legate: se nei libri di Pratchett succede veramente di tutto e ogni insensatezza alla fine acquista un significato, il libro di Adams mi è parso un'accozzaglia di battutine inglesi troppo troppo fiacche per strappare anche solo un sorrisino, mentre leggendo Pratchett più volte mi è capitato di dover trattenere le risate per non fare figure di merda in metropolitana.

Morale, anche se Douglas Adams è di moda, soprattutto tra i nerd che trovano divertentissimo "42" (mah), il mio consiglio è di non stare a perderci tempo e leggere tutto Terry Pratchett, che è la versione riuscita dei libri di Adams :)

lunedì 27 ottobre 2008

Depeche Mode a San siro, presente!

Non ho ancora mai visto un concerto nello stadio della mia città, principalmente perchè finora c'è sempre stato solo Vasco (bleah) e poco altro, ma devo dire che aspettavo da sempre che ci fosse un concerto degno per vederlo in una cornice imponente come quella dello stadio Meazza.

Oggi, finalmente, dopo un po' di litigi con la carta di credito che ha il limite di spesa veramente trooooppo basso, soprattutto per me che spendo veramente trooooppi soldi in dischi ogni mese, sono riuscito a comprarmi due biglietti per andare a vedere loro:



Il loro concerto di 2 anni fa al Forum è stato uno dei concerti a cui ho pianto di più in assoluto, quando cantava Martin, e comunque uno spettacolo clamoroso anche quando Dave faceva il tamarro a petto nudo sul palco, quindi anche se i biglietti non sono proprio a buon mercato ho fatto volentieri la spesa perchè i ragazzi qui se la meritano davvero.

Non vedo l'ora che sia il 18 giugno, ora :)

sabato 25 ottobre 2008

Uassaaaaaaaaaaaaaaaap

Geniale, geniale, lo spot per convincere gli americani ad andare a votare.



True, true.

venerdì 24 ottobre 2008

Feste comandate, feste esclusive, feste del cazzo

Se c'è una cosa che ti dà un po' al cazzo, transeat; in fondo sei una persona a cui molte di queste cose rimbalzano, per cui puoi tranquillamente fregartene.

Se ce ne sono due che tutto sommato si assomigliano, visto che alla fine sei comunque una persona polite e non hai voglia di farti venire l'ulcera, ci scrivi un post da vecchio barbogio, sfoghi il tuo astio nei confronti di queste due cose, ed è tutto finito.

Allora, astio #1: i party delle feste comandate.

Settimana prossima, lo sanno grandi e piccini, è alouèin (altra cosa che di per sè mi irrita alquanto, ma non vorrei eccedere), che come tutte le feste comandate significa mille superparty giganteschi da 5000 persone o più a cui asssssolutamente non si può mancare perchè non vorrai mica stare a casa ad alouèin e che poi invariabilmente si rivelano delle cagate atroci in cui non ci si muove e ci si ritrova circondati da pischelli causa scuole chiuse e si assiste a episodi imbarazzanti tipo gli Underground Resistance fischiati dell'anno scorso.

Come se non bastasse, laggente ha già iniziato a infastidirmi per la festa comandata più irritante di tutte, quella a cui pare veramente un obbligo di legge fare qualcosa, quella che l'italiano medio inizia a programmare con dei mesi d'anticipo perchè "oh quest'anno bisogna veramente spaccare" e che offre un magnifico ventaglio di eventi disorganizzati all'italiana a prezzi modici e offerta praticamente nulla, a cui si va perchè c'è laggente......ovviamente sto parlando della madre di tutte le feste comandate, il grande capostipite degli eventi di merda...

Capodanno.

In qualunque cazzo di posto si metta piede a capodanno, c'è comunque troppa gente, ovviamente zero organizzazione e un sacco di puttanaio, per cui visto che per i prossimi due mesi mi sentirò chiedere "allora, capodanno?", rispondo già da ora che io a capodanno, come negli ultimi 3-4, starò quasi sicuramente a casa; cena per pochi amici intimi, ubriachezza molesta, festeggiamenti, ma mai e poi mai il cagaio dei megaeventi.

L'astio per i megaeventi disorganizzati, poi, ci porta all'irritazione #2, nei confronti della situazione clubbistica attuale della mia città, ormai completamente in mano ai megaeventi da migliaia di persone e, soprattutto, a un fenomeno recente tipico della mia ridente ed estremamente fashion cittadina: il party esclusivo.

Dall'anno scorso, ma con un vero boom quest'anno, le situazioni (altro termine che aborrrrro) che dominano la scena sono quelle dei party per cui vieni abbordato dal pr che con faccia da piacione ti dice "sai, ho gli inviti per questo party, non dovrei darli in giro, li dò solo a te", ripetuto 10 volte per 10 pr diversi, a farti capire che la storia del party esclusivo è una minchiata e che ci saranno duemila persone se va bene, non ci si muoverà e tanto per cambiare sarà roba di passare la serata in coda.

Il milanello medio però, ovviamente, si fa irretire dall'idea di esclusività, di segretezza fasulla, di location (gran bella parola pure questa, eh) alternativa e accorre in massa.

Bah, io veramente ste cose sovrastrutturate e che sanno di obbligatorie perchè ci vanno tutti le schifo come la peste, non so che farci.

Edit: tanto perchè non dico cazzate, nelle 2 ore successive alla scrittura di questo post ho ricevuto:
  • una domanda "cosa fai a capodanno?" da parte di uno dei miei migliori amici
  • un paio di messaggi privatissimi, così privati da essere lo stesso messaggio riciclato per N destinatari, che mi informavano dell'immane fortuna che ho a essere in lista per un paio di party esclusivissimi (ormai è quasi peggio del nigeriano che ti chiede aiuto a riscuotere i milioni di dollari che ha ereditato)

giovedì 23 ottobre 2008

Nuove avventure

Nel report del party con Gummihz al Sottomarino giallo accennavo a eventi recenti di cui non avevo ancora parlato: bene, ora parliamone :)

Nel periodo attorno al party di addio di Beatbank la domanda più gettonata è stata "e adesso cosa farete?"

Bene, la risposta è che adesso collaboro coi miei amicici proprio di Exprezoo e gli dò una mano a gestire l'etichetta col mio apporto di un sacco di eeentusiaaasmoooah (à la Piero Pelù) e di quel poco di esperienza musicale che ho accumulato in questi anni.

Finora Exprezoo è uscita solo in digitale su Beatport e Juno (qui i prelisten delle uscite passate), ma tra le mie mansioni principali c'è anche quella di cercare un distributore per poter finalmente fare come Pinocchio e diventare un'etichetta vera, che esce anche in vinile; ovviamente non posso sbilanciarmi troppo, ma la roba che stiamo preparando per il mercato fisico è veramente veramente di altissimo livello, quindi stay tuned, e se passa di qua qualcuno interessato a distribuirci, o (più facile) qualche produttoro che ha voglia di sottoporci del materiale, a raibaz@exprezoo.com risponde qualcuno di cui posso garantire il valore :P

martedì 21 ottobre 2008

Esperimenti di liveblogging: Google developers day

Il gioco di oggi è che proviamo a usare lo strumento, qui, in un modo nuovo (almeno, per me) raccontando in diretta un evento, il Google developer day, appunto.

Questo post, quindi, verrà editato a ripetizione man mano che la cronaca live dell'evento procederà, quindi o schiacciate f5 a nastro o lo leggete tutto assieme stasera :)

All'ora dell'inizio del post, ossia tipo le 10 e un quarto, ho già fatto una buona
mezz'ora di coda per entrare, mi sono registrato e ho già usufruito del catering per la colazione, oltre che delle megavasche di caramelle gentilmente offerte dai signori con la G; il keynote iniziale, che doveva essere alle 10, è già in ritardo di un quarto d'ora, ma siamo ancora nei limiti del ritardo fisiologico.

10.30: in attesa dell'inizio del keynote, faccio un po' di peoplewatching: ovviamente un sacco di nerd, ovviamente le donne si contano sulle dita di una mano nonostante il totale dei presenti sia bello cospicuo.
Tanti iphone ma almeno altrettanti blackberry e N95, quasi nessun macbook (finora ho visto solo quello sul palco del keynote) ma ovviamente un sacco di gadget tipo l'EEE da cui sto scrivendo...10.34, inizia il keynote.

10.50: Il senso del discorso del keynote di Brian Fitzpatrick, che per essere un engineer ha una vis retorica esagerata, è che la piattaforma di sviluppo del futuro non è Windows nè il mac nè linux, ma è il web, che nei piani di Google è una cosa completamente open; quindi, secondo Google, il web del futuro è fat client (il browser), offre potenza computazionale free per tutti gli sviluppatori ed è sempre connesso, anche mobile.

11.10: bomba di Fitzpatrick: "javascript is for people who like to write code, GWT is for people who like to write applications." Dopo questa, i miei propositi di imparare javascript per diventare un vero sviluppatore web duepuntozzèro sono ufficialmente molto ridimensionati :)

11.30: inizia il seminario sullo state of the open web, tenuto da un tizio che oltre a lavorare per Google è attivo nello sviluppo di Dojo, mica pizza e fichi :) Finora cmq la cosa più fica in assoluto dei seminari è il camice tipo medico degli speaker con scritto "mi sento fortunato" sulla schiena.

11.50: il talk sullo state of the open web è molto carino, in sostanza è "vi racconto un sacco di cose fiche che potete fare col web oltre al banale html e javascript, e soprattutto vi dico se sono pronte a essere usate veramente perchè i browser le supportano o no". Molto interessante per me che mi fomento con la grafica è il discorso sulla grafica vettoriale su web; conoscevo SVG e sapevo che non è ancora pronto, ma non sapevo della canvas API :) Ora, dopo la grafica vettoriale, si parla di history del browser in applicazioni ajax e di come gestire il back e il forward del browser.

12.40: pausa tra due talk, finalmente ho trovato una presa per dare una caricata all'eee :) il talk sullo state of the open web era molto carino, anche se il grosso delle cose di cui s'è parlato non è ancora supportato dai browser (e chissà quando lo sarà), per cui l'applicabilità reale è un filo limitata, ma è cmq stato bello da vedere :) Ora talk su GWT.

12.40: il talk su GWT è molto orientato a come migliorare le performance delle applicazioni sviluppate con GWT mentre mi aspettavo una cosa un po' più introduttiva, cmq è molto interessante e sono riuscito a farmi lo stesso un'idea di come funziona GWT rispetto a Echo che sto usando ora (per farla breve, sono completamente diversi anche se entrambi ti lasciano scrivere le applicazioni web in java)

13.40: le facce degli speaker (tutti americani) quando la platea italiana rivolge loro domande nel tipico inglese da italiani sono memorabili :D

14.30: tanta coda per mangiare, ma il buffet gentilmente offerto dai signori G era proprio ottimo e anche quantitativamente soddisfacente, girellando in pausa pranzo ho conosciuto Napolux e ho beccato un mio ex compagno di università, adesso a breve inizia il talk sull'App engine a cui sono molto interessato sia perchè pare una figata assurda che perchè ha qualche dettaglio che non mi è chiaro a livello legale, tipo la policy di Google sul contenuto delle applicazioni hostate...we'll see.

15.50: il talk sull'app engine era effettivamente molto interessante anche se ha coperto solo una piccola parte della datastore API; c'è stata una domanda alla quale lo speaker ha risposto quello che tutti volevamo sentirci dire, ossia che i dati e il codice che noi sviluppatori si hosta sulle macchine e sui datacenter di Google rimangono sempre comunque nostra proprietà intellettuale, segno del fatto che il mio dubbio era una FAQ :) Finora comunque uno dei talk più interessanti della giornata, adesso attendo l'introduzione su Android delle 16.00.

Nel frattempo, ho tempo per una riflessioncina: a giudicare da quel poco che ho percepito del resto della platea, tipo le mani alzate alle domande degli speaker tipo "quanti di voi sono familiar con questo&quest'altro" e le domande rivolte agli speaker stessi, c'è uno scostamento neanche troppo leggero tra le tecnologie che Google sta spingendo e in cui crede e quelle che realmente lo sviluppatore italiano sta usando adesso, del tipo che GWT ma soprattutto l'App engine sono qualche anno avanti rispetto a quello che tipicamente si fa qui, che non va molto oltre le cose enterprisey in J2EE o le cagate in PHP, almeno per quel poco di esperienza che ho io e per l'idea che mi son fatto percependo il resto del pubblico...poi spero di sbagliarmi :)

16.10: bomba, il tipo che parla di Android è a Mountain view (che ore saranno là?) perchè sono pieni di lavoro causa lancio imminente :)

16.41: jesus, l'API di Android è fighissima!! Ha praticamente tutto quello che di figo mi potrebbe venire in mente, tipo il supporto nativo per l'i18n su file xml più un sacco di altre cose, tipo l'interfaccia comune a tutte le applicazioni per condividere i dati da una all'altra (e a Mountain View sono e 7.35 di mattina)

lunedì 20 ottobre 2008

Mozilla tributa un doveroso omaggio a un personaggio storico italiano

E' uscita la prima beta (pare assolutamente incompleta e inutilizzabile) del browser mobile di Mozilla, il cui nome è un evidente omaggio a una figura imprescindibile della storia dell'arte italiana e mondiale:

 
Complimenti alla Mozilla foundation quindi, nonostante l'errore ortografico che mostra che anzichè la locandina
 
 
Si sono soffermati più sul contenuto artistico dei film.


domenica 19 ottobre 2008

Gummihz @ Sottomarino Giallo: il report

Premessa: per via di alcuni fatti recenti di cui non ho ancora parlato, ma di cui conto di parlare a breve, questo report potrà sembrare un po' di parte, ma chissenefrega :)

Allora: iersera c'era il primo party di una serie mensile organizzata, a quattro mani, dai ragazzi di Club:index e PVC booking e dai miei amici di Exprezoo, al sottomarino giallo, con ospite Gummihz della Mobilee.

Il sottomarino in sè è probabilmente l'unico club piccolo e intimo rimasto in città, visto che ormai qui in giro ci sono solo party da almeno 500 persone (ma più spesso da 1000 e passa) con tutto quello che ne consegue: party enormi significa spese enormi e, di conseguenza, rincorse dei pr per riuscire a fare i grandi numeri richiesti a pagarsi le spese, smerdacciando di fatto il clima di festa...i party Exprezoo, invece, sono sempre stati molto più low-cost e, soprattutto, molto più friendly, per cui al sottomarino giallo hanno trovato la propria dimensione ideale.

In più, come se non bastasse, da quest'anno Exprezoo ha pure unito le forze coi validissimi ragazzi del Club:index di Bergamo, che gestiscono anche il booking PVC, per cui Claudio, che ha sempre fatto praticamente tutto da solo, è finalmente sgravato di un bel po' di sbattimenti, anche se ancora non riesce a farsi i party bello rilassato.

Anyway, parliamo del party di ieri, partendo dall'unica nota negativa: il Mac del Medo che decide di piantarsi due volte nel bel mezzo di un ottimo set d'apertura farcito di release Exprezoo, proprio nel momento in cui la pista iniziava a riempirsi, col risultato che il caro Medo ha suonato praticamente 40 minuti e a pista semivuota, anche per un po' di casini logistici coi cdj che gli hanno impedito di continuare ugualmente a suonare coi cd.

Morale, dopo il tempo necessario a setuppare tutte le sue cazzimme di Serato scratch e Soundbite, durante il quale suonava un cd assolutamente casuale con delle tracce assolutamente casuali, finalmente alle due meno venti, in netto anticipo rispetto alla tabella di marcia, prende in mano la situazione Gummihz, il sosia di Pirlo:

 
Onesto: mi aspettavo un set abbastanza fuffa, tipico di chi ha stampato 3-4 dischi su un'etichetta famosa e quindi ha date in giro per il mondo in cui suona dischi presi a caso dalle playlist dei vari Hawtin, Villalobos e Luciano intervallandoli in maniera priva di linea con le proprie produzioni, che in questo caso non mi entusiasmano neanche troppissimo, e invece...sorpresa!

Niente di esageratamente trascendentale, ma comunque "solo" un bellissimo set di quelli in cui te la ballicchi di gusto, poi realizzi che il sottomarino è imballatissimo e ti sposti in un angolino a fare 4 chiacchiere con gli amici, ma poi torni a ballicchiartela di gusto perchè il ragazzo merita...e la prima volta che guardi l'orologio sono le 3 e mezza.

Oltretutto, il ragazzo ha dimostrato un gusto davvero mica male, uscendo anche dai canoni della neo-house tedesca in qualche occasione, come quando dopo uno dei remix nuovi e hittissimi di O Superman di Laurie Anderson, sorpresa sorpresa, ha deciso di infilare Revolution 909 dei Daft Punk, roba che i puristi normalmente schifano ma che sulla pista fa letteralmente arrampicare la gente sui muri, o come quando decide di infilare, in mezzo a tanti Radio slave, anche il remix stortissimo di Shed per Tantakatan, su Rekids, riuscendo a spezzare il ritmo con gran classe e senza far fermare la pista...ma la vera chicca, a questo punto, doveva ancora arrivare.

Esco un attimo a salutare il Medo che andava via, torno di sotto...e lui ha appena messo l'instrumental di Blackwater degli Octave one, ma non è abbastanza: vede il delirio della pista e decide che è il caso di farci tutti una cantata, aspetta il break solo di percussioni, loop di soundbite...e gira il disco al volo, mettendo la versione col vocal della sorella di Kevin Saunderson, e noi si canta a squarciagola e di gran gusto :)



(Che poi, oggi l'ho cercato, il mio disco di Blackwater, ma non l'ho mica trovato, maladizion)

Contro ogni proposito di non fare tardi, ormai sono le 4, e decido che non è il caso di fare proprio le 6 e faccio per andarmene, ma il ragazzo che suona a una festa di compleanno al piano di sopra, che per tutta la sera ha suonato dell'ottima house vecchia scuola con un bel po' di Strictly Rhythm decide di tenermi lì ancora un po', mettendo questo:



E allora vacagà, quando sento perle come Strings of life non c'è voglia di non far tardi che tenga :)

Dopo il party d'addio di settimana scorsa, in cui mi sono divertito un sacco nonostante tutto, avevo comunque ancora un gran bisogno di una serata in cui sentire così tanta musica così bella tutta assieme, per cui sono veramente molto molto soddisfatto del party di ieri, per il quale vanno i miei più sentiti ringraziamenti a Exprezoo, a Club:index e a Gummihz...bravi ragazzi :)

venerdì 17 ottobre 2008

Passata via skype stamattina

(A cui ovviamente aggiungere anche il copia&incolla, l'installazione di software a propria scelta e il cambio della batteria, che neanche la pietra ha)

Il nonno e il suono della nona stagione

Tra le tante certificazioni semiufficiali che rendono hit le tracce, una delle più autorevoli è la compilation annuale di papa Sven, che ha sempre avuto come filosofia proprio "metto assieme le hit dell'estate appena passata": comparire su una "The sound of the X season", è un onore mica da ridere per qualunque produttore, visto che è praticamente un bollino di certificazione di hit approvato dal decano dei dj techno europei.

Quest'anno, a detta di herr Vath, le hit dell'estate ibizenca sono state:

Tracklist
CD 1
01. Mathew Jonson - Symphony For The Apocalypse: New Age Revolution
02. Styro 2000 - Liver Donor (Bang Goes Rx)
03. Sasha - The Mongoose
04. Ahem Sisman - Buiya
05. Timo Maas - Subtellite
06. Alex Flatner - Perfect Circles (Original)
07. Radio Slave - Grindhouse (Dubfire Terror Planet Remix)
08. Virtualismo - Mismo Plastico
09. Smith & Selway - Total Departure (Cirez D)
10. Väth vs Flügel - Trashbindance

CD 2
01. Anthony Collins - Reeves
02. Kollektive Turmstrasse - Herz Aus Holz Mix
03. SIS - Orgsa
04. Johnny D - Orbitalife
05. Quenum - Vault Element
06. Reboot - Vandong
07. Sven Tasnadi - Waiting For You Again
08. Pigon - Promises
09. Microworld - This Is My Friend (Disco Version)
10. Robert Babicz - Dark Flower (Joris Voorn Magnolia Mix)
11. Luke Solomon - Spirits (Prins Thomas Disko-tek Miks)

In sostanza, quindi, inizia a delinearsi in maniera netta la nuova divisione tra techno e house: mentre la compilation dell'anno scorso aveva i due cd molto simili tra loro, a sto giro si vede che c'è in atto una scissione che rimescolerà un po' le carte riportandole, probabilmente a com'erano prima del ciclone minimale che ha reso tutto un unico calderone.

Il primo cd, infatti, testimonia la stagnanza della techno recente, costretta ad aggrapparsi a maranzate atroci come Total Departure o le cagate di Dubfire levo la cassa - decay a cannone sul piattino - rimetto la cassa, o peggio ancora al revival becero di Mismoplastico, mentre il secondo contiene un'ottima summa di tutto quello che di fresco è uscito nell'ultimo anno e mezzo, tra Sis, Johnny D, Reboot, Anthony Collins e Quenum.

Comunque, al solito: di Sven si può dire che non mixa, che è sempre squagliato e più che un dj è un intrattenitore e blablabla, ma tra i tanti lati positivi che ha gli rimane l'autorevolezza nel decretare le hit di ogni stagione...il bollino Cocoon è ancora molto, molto importante :)

(Ovviamente la fonte della tracklist è il solito RA)

mercoledì 15 ottobre 2008

Evviva l'Itaglia, once again

Cronologia di fatti realmente accaduti su Facebook (ovviamente non faccio nomi per decenza e ho anche tolto i dati del gruppo dalla mia history su Facebook, anche se faccio veramente fatica a non sputtanare le persone in questione).

Vedi che uno dei tuoi amici ha joinato un gruppo dal nome interessante e vai a vedere la pagina del gruppo, che dovrebbe essere legato a un nuovo evento clubbeggiante e, siccome sei un entusiasta, scrivi pure sul wall del gruppo offrendo il tuo contributo.

Vieni immediatamente contattato dall'admin del gruppo, che in un italiano un po' zoppicante e col caps lock incastrato ti spiega che gli serve il supporto di dj, promoters e addetti hai lavori (sic).

Segue conversazione in cui ribadisci la tua intenzione a contribuire alla cosa e il suddetto admin ti chiede di girargli un mixato, dove hai suonato prima d'ora, etc....normali formalità, insomma, a cui ovviamente rispondi con entusiasmo e ottimismo, forte del prestigio delle tue esperienze passate.

Dopo 3 o 4 messaggi così, finalmente l'admin sfodera la propria italianità:

"Blablabla stiamo cercando qualcuno che possa aiutare con le pubbliche relazioni".

"Guarda a me le pubbliche relazioni non interessano, se c'è da suonare volentieri, ma di fare pubbliche relazioni faccio volentieri a meno"

"Ok grazie come non detto ciao"

Benvenuti in Itaglia, il paese dove per fare il dj devi avere con te il pullman di paganti anzichè la borsa dei dischi.

Post interrogativo: le spese del cibo per i freelance?

Ok, visto che ultimamente ho postato indossando sempre il cappello del musico, a sto giro indosso quello del freelance che non mettevo da tanto.

A sto giro parliamo di un dilemma mi affligge come credo affligga un po' tutti quelli del Knowledge workers united (ossia, quelli di cui ho parlato in questo post, che a sua volta ne riprendeva uno di Federico): quello della detrazione delle spese per i pranzi fuori.

In sostanza: attualmente lavoro fulltime da un cliente (che poi tecnicamente è un cliente di un cliente, ma questa è un'altra storia) e quindi ogni giorno pranzo fuori.

Ora, idealmente ogni volta che pranzo fuori dovrei farmi fare la ricevuta intestata alla mia impresa individuale, con ragione sociale, indirizzo, partita iva e cazzemmazzi per poter convincere lo stato che i soldi che ho speso a pranzo fanno parte delle spese della mia impresa, visto che se non mangio non lavoro e quindi le posso detrarre dalle tasse, solo che è una cosa piuttosto noiosa per me farmi fare la ricevuta ogni volta, come pure per i gestori dei posti dove vado a mangiare, che sono più comodi a farmi solo lo scontrino (siamo in un mondo ideale, dove tutti fanno sempre lo scontrino, ricordiamolo :D) e anche per la commercialista che deve tenersi mille ricevute per fare i conti delle mie tasse.

Ora, una soluzione decente pareva essere quella di comprarsi i ticket restaurant: ne compri tipo un blocco da 400 euro di spesa, loro ti rilasciano fattura e tu usi i ticket per pagare il pranzo fuori, very easy....magari.

In realtà sul contratto di acquisto dei ticket (almeno, quelli della Accor) c'è scritto che possono essere comprati solo per essere dati ai dipendenti, per cui non sono applicabili alla mia situazione di lavoratore autonomo.

Morale, mi rivolgo a voi, freelance senior che mi leggete assiduamente e con attenzione (veeeero?), visto che immagino di non essere l'unico in questa situazione: esiste un modo rapido e indolore per detrarre le spese dei pranzi fuori per motivi di lavoro?

lunedì 13 ottobre 2008

E' andata

Ok ho smaltito la fatica del party dormendo 12 ore tra sabato sera e domenica (più una sontuosa pennichella domenica pomeriggio), posso commentare lucidamente :)

Per me personalmente è stato il party d'addio che volevo: ho fatto apertura, che era una cosa che volevo fare fin dalla prima volta che ho suonato al Gasoline, e devo dire che me la sono anche cavata discretamente, lasciando a Par una pista abbastanza "on fire"...a breve dovremmo pubblicare i set, che eccezionalmente siamo riusciti a registrare, intanto questo è un assaggio del calore che ha salutato la fine del mio set e l'inizio di quello di Grindvik:



Purtroppo l'affluenza non è stata alta come avremmo sperato, per una serie di motivi alcuni dei quali mi sono chiari (tipo la concorrenza spietata anche questo venerdì) e altri meno, ma almeno per il mio set e una buona parte di quello di Grindvik la pista ha retto degnamente; non abbiamo avuto il finale di party che speravamo, con gli applausi, gli abbracci e i lacrimoni, ma a parte questo il party, almeno per me, è stato assolutamente soddisfacente.

Sono soddisfatto del mio set, come dicevo, ma mi sono piaciuti molto anche quello di Par e quello di Naph in chiusura, anche se la cosa che mi ha fatto più piacere in assoluto è stato vedere tutti gli amici che sono venuti a trovarci, anche da lontano o venuti da soli pur di fare un po' di festa assieme, sapendo che tanto avrebbero trovato al Gasoline qualcuno con cui passare un'ottima serata.

Ormai è una settimana che praticamente non parlo d'altro, ma ancora una volta mi pare il caso di ringraziare tutti quelli che ci han sostenuti in questi 2 anni meravigliosi, senza fare nomi perchè non mi va di dimenticare qualcuno e anche perchè alla fine sono veramente tanti, oltre a tutti i presenti di venerdì, e di fare una pernacchia a tutti quelli che si sono persi il nostro party d'addio, magari dopo aver giurato che non se lo sarebbero perso per niente al mondo per poi andare al solito party da 20 euro con ospiti che torneranno a Milano tra al massimo sei mesi.

Noi ci siamo divertiti un sacco in questi due anni, e quando riguardo le foto e i video direi che anche chi c'era non se l'è passata male...per il futuro, vedremo :)

Intanto, le foto e i video del party sono qui.

giovedì 9 ottobre 2008

Cosa non mi mancherà di tutto questo

Ok ormai lo sanno anche i tombini, domani sera vediamo di fare a Beatbank la festa d'addio che si merita, che si merita il pubblico che ci ha seguito con un calore inaspettato negli ultimi due anni e che, diciamocelo, ci meritiamo un po' anche noi.

ça va sans dire, mi mancherà un sacco tutto il calore che ho ricevuto in questi due anni da chi ci seguiva, mi mancherà la soddisfazione di vedere sulla bocca di tutti nomi che noi abbiamo proposto per la prima volta e mi mancherà, molto, la possibilità di dividere la console con alcuni dei miei artisti preferiti.

In tutto ciò, però, c'è anche una parte, piuttosto corposa, di cui devo dire che non sentirò assolutamente la mancanza, ed è tutto quello che c'è prima: le serate passate a lasciare i flyer sulle macchine nei parcheggi dei locali, certe volte anche da solo, quelle passate al mom a ripetere a centinaia di persone "ciao, posso lasciarvi dei flyer del Gasoline di venerdì?" come ieri sera e la conseguente giornata di sofferenza perchè sei andato a letto all'una e mezza e ti sei alzato alle 7.

Non mi mancherà il mal di pancia di tutta la settimana prima perchè ti caghi addosso che qualcosa - qualunque cosa - potrebbe andare male, nè l'ansia di preparare la borsa dei dischi e oddio cosa cazzo suono non ho idee decenti, nè mi mancherà il tempo passato su facebook, su myspace e col cellulare e la mail a scassare il cazzo a mezzo mondo per convincere la gente a venire ai party.

Non mi mancheranno quasi tutti gli sbattimenti che io e gli altri ci siamo fatti, in questi due anni, perchè i nostri party venissero come sono sempre venuti (per dirne una, Naph stamattina si è alzato alle 6 e qualcosa per andare a prendere Grindvik a Malpensa, dopo aver passato la sera a lasciare i flyer ai magazzini), ma finora la soddisfazione che abbiamo sempre ricavato dall'affetto di chi veniva a trovarci è sempre stata così grande che li rifarei tutti quanti.

Grazie ancora a tutti, ci vediamo domani! :)

mercoledì 8 ottobre 2008

Knowledge workers united

Poi vai a dire che su Friendfeed si cazzeggia e basta: da questa discussione di ieri ha avuto origine l'idea di Kurai raccontata in questo post (non a caso intitolato come questo qui), a cui io aderisco pienamente e volentieri.

Premessa sulla mia situazione lavorativa attuale: dal giorno dopo la laurea faccio lo sviluppatore software freelance, che in Italia si chiama libero professionista con la partita IVA e che significa che oltre a sviluppare software so fare e faccio anche tante altre cose per sbarcare il lunario, come descritto qui.

Ora, questa modalità di lavoro ha tanti vantaggi, rispetto al lavoro dipendente, che vanno da quelli più materiali tipo la storia di poter detrarre l'IVA dagli acquisti inerenti alla propria attività a quelli più filosofici, tipo la storia che sei il datore di lavoro di te stesso e che sei libero di lavorare come, dove e con chi vuoi (seeee, magari), ma ha anche tanti casini.

Tra questi, l'opinione comune che se fai il libero professionista non è perchè vorresti (idealmente) lavorare come, dove e con chi vuoi, ma perchè vuoi scavallare le tasse e, soprattutto, il casino del ritardo cronico dei clienti nei pagamenti.

Finora mi è sempre andata di lusso, ma mi è già capitato di dover aspettare i tempi biblici della pubblica amministrazione per ricevere il pagamento di una fattura, arrivato dopo 8 mesi dall'emissione della fattura stessa quando l'IVA l'ho pagata il trimestre successivo, con un lag di quindi almeno 5 mesi tra il momento in cui ho dato allo stato una giusta parte dei miei guadagni e il momento in cui questi guadagni mi sono effettivamente arrivati, senza contare lo sbattimento e il tempo persi a sollecitare i pagamenti.

Oltre a questi, problemi cronici della categoria in cui io non sono ancora incorso per delle pure e semplici botte di culo sono anche l'estrema difficoltà a ottenere del credito dalle banche (non che di questi tempi sia facile per un po' chiunque, ma vabbè) per via del fatto che un libero professionista non offre garanzie e l'impossibilità, per un singolo libero professionista, di partecipare a bandi di gara pubblici o di ottenere progetti di dimensioni medio-grandi, per via del fatto che questi se li aggiudicano sempre le ditte più grandi, che poi li "subappaltano"...ai liberi professionisti, ovviamente tenendosi una fetta di guadagno; per me che sono ancora junior e noob la cosa è ancora accettabile e può essere considerata come una necessaria gavetta, ma capisco che possa essere estremamente irritante.

Anyway, l'idea di Kurai è la seguente, abbastanza semplice e uovodicolombo in realtà: dato che la rete offre strumenti di condivisione e organizzazione delle informazioni e che siamo in molti ad avere problemi comuni, vale la pena di mettersi assieme per, appunto, iniziare condividendo dell'expertise e poi, magari, ottenere un riconoscimento per i knowledge worker freelance come categoria ormai indispensabile dell'economia lavorativa nazionale e non solo e quindi, magari, migliorare le nostre condizioni risolvendo i problemi cronici di cui sopra.

Come dicevo all'inizio del post, appoggio in pieno l'iniziativa :)

lunedì 6 ottobre 2008

Ordini di dischi, #5

Nonostante attualmente non sia allegrissimo a parlare di musica e dischi (vedi post precedente), cmq mi è arrivato un pacco da decks.de l'altro giorno, quindi ve lo racconto volentieri :)

Andiamo con ordine, partendo dagli acquisti praticamente obbligati, ossia le nuove uscite di quelle etichette di cui mi fido ciecamente e che compro quasi a scatola chiusa: a sto giro le nuove uscite sono per la Cadenza, che con Thomas Melchior propone una cosa non esageratamente innovativa ma comunque d'effetto, per la Cecille (che te lo dico a fare, il disco di Sis), la Spectral con gli splendidi remix di quel capolavoro di Dog Days di Matthew Dear e la Tspork che ormai tra Hugo e i Minimono sta diventando un feudo italiano (e sempre con uscite di gran qualità) :)

Per la serie "etichette in ottima forma", invece, ho preso l'ultimo Below di Reboot, davvero molto molto bello con quel synthone roteante che ti entra in testa e non se ne va più, l'8 bit nuovo VA che ha una traccia molto carina - quella da sola sul lato a - il Vakant coi remix di Zimmermann e Loco Dice, bello ipnotico, e il nuovo Masomenos che mi completa la collezione e che, come il primo, ha una traccia bella più che altro per merito di Chris Carrier.

A sto giro, poi, ho preso anche roba di etichette che non compravo da tanto: il Mobilee onesided di Sebo K è una perla house coi vocaloni femminili vecchia scuola riportati ai giorni nostri, mentre l'ultimo Trapez, di un fantomatico Gow, ha un vocal maschile e sinteticissimo appeso sopra una traccia bella rimbalzella, che al Green & Blue ha fatto sfracelli nel set di Ricardo; ancora, tra le etichette che da un po' non sfornavano dischi così belli ci sono la Cocoon, che assoldando Martin Buttrich ha fatto un affarone ricavandoci il "solito" splendido deeppone alla Martin Buttrich, ma soprattutto la Treibstoff, che col nuovo di Ananda costituisce l'highlight dell'intero pacco...sezione bassa rotolantissima, tanto groove...e poi, quando ti stai shakerando di gusto, arriva una combo violinone-synth assolutamente strappalacrime...stupendo.

Un po' più in sordina, ma ugualmente validi, ci sono piacevoli sorprese tipo "Una pena" di Stimming, su Diynamic, che ha l'original mix orripilante à la "non ho idee per finire il disco, ci attacco un cantato latino", ma dietro ha un bellissimo remix deep techno di Argy e il disco dei Sensitiva aka Onur Ozer & Tobi Neumann, molto molto classy, assieme all'Hello? Repeat di Daze Maxim, minimale grooveggiante senza infamia e senza lode, al Material blu col remix dei District One, ugualmente senza infamia e senza lode, e al Lomidhigh Organic di Seuil che, come tutti i Lomidhigh, non mi convince appieno ma alla fine lo compro lo stesso perchè è ultralimited (200 copie) e quindi su ebay va a dei prezzi spropositati :)

Ancora più in sordina, poi, cose comprate un po' sulla fiducia e che non mi hanno proprio soddisfatto, tipo uno split ep di Kaden e un fantomatico Knor, su una ancora più fantomatica Grubenstrasse Zurich, che boh, il Cocoon Morphs Tokyo con la traccia di Villalobos tanto bella quanto insuonabile e il Cynosure nuovo di Andrea Fiorito che sentito nel podcast di Mike Shannon su ibiza-voice.com pareva molto carino, ma da solo è veramente mah.

Capitolo backstock piuttosto limitato, con solo il primissimo Johnny D su 8 bit e il capolavoro di Guillaume & the coutu dumonts, They only come out at night, su Musique Risquee, mentre a chiudere il lotto ci sono un Brothers Vibe su mixx buono solo come riempitivo, il Thirtyonetwenty nuovo piuttosto carino ma che c'entra poco con quello che suono adesso e un dubbone di Paddo su April.

Ah, e poi ho comprato anche Trompeta di Sis, ma ormai è così sputtanato che c'è da vergognarsene :)

giovedì 2 ottobre 2008

Il tramonto

A casa ho un calendario che, per ogni mese, ha un'illustrazione e una frase presa dal Libro più bello di tutti i tempi; ieri, come ogni primo del mese, giro la pagina e leggo la frase del mese nuovo.

"Mi piacciono i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto."

E io un tramonto ci vado veramente a vederlo, venerdì prossimo.

Vado a vedere il tramonto di un progetto in cui ho creduto e a cui mi sono dedicato per più di 2 anni assieme a degli amici e che mi ha dato delle gran belle soddisfazioni, sia tangibili come esser stato resident di  un club prestigioso come il Gasoline per un anno o esser stato il primo a portare in Italia artisti che ora la gente fa a gara per avere come guest, sia più astratte, come l'affetto di tutti quelli che ci hanno seguiti in queste due stagioni e un pezzettino.

Dopo 2 anni in cui, onestamente, abbiamo ottenuto più soddisfazioni di quelle che potessimo aspettarci nelle nostre previsioni più rosee, ora è giunta l'ora del tramonto per Beatbank, per una serie di motivi che hanno deciso di manifestarsi tutti assieme: la causa scatenante è stata l'impossibilità, per motivi economici, di continuare a organizzare i party come li abbiamo sempre avuti in mente, invitando i nomi nuovi del panorama musicale internazionale, ma la motivazione principale è ben più profonda.

Dopo 2 anni di musica insieme, ci siamo accorti, di comune accordo, che i nostri rispettivi gusti musicali si sono evoluti in direzioni completamente diverse e difficili da far coesistere, per cui abbiamo deciso di prendere strade diverse e dedicarci ognuno a seguire le proprie inclinazioni, che almeno per ora significa che i nostri rispettivi futuri sono delle incognite.

La decisione è stata ovviamente sofferta da parte nostra, visto che pensionare così un progetto che ci ha assorbiti interamente per così tanto tempo non è comunque una cosa piacevole, ma siamo tutti concordi nel ritenerla l'unica decisione possibile per mettere fine alla continua necessità di un compromesso tra le nostre esigenze musicali, ormai praticamente impossibili da conciliare.

Siccome però non ci sembrava il caso di far tramontare tutto in silenzio, abbiamo organizzato un tramonto adeguato a quello che Beatbank è stato per noi e per tutti quelli (tanti) che ci hanno seguito in questi due anni:

 
Il modo migliore per salutare a dovere tutti quelli che ci hanno supportato, una festa d'addio come si deve, con l'ospite che ha animato uno dei nostri party passati più riusciti (e che, ovviamente, è venuto per la prima volta in Italia proprio da noi).

Morale, venerdì 10 sarà l'ultima volta che ci troveremo tutti assieme a suonare e a far festa e salutarci a dovere con tutti gli amici che vengono sempre, ma sarà anche l'ultima occasione, per chi non è mai venuto, di rendersi conto di quello che siamo riusciti a costruire in due anni e mezzo, a cui le foto, i video e i live che ci sono sul sito non rendono giustizia perchè non sono in grado di trasmettere l'atmosfera da festa tra amici che c'è sempre stata ai party Beatbank.

Ci vediamo venerdì prossimo, quindi, e poi....si vedrà.

mercoledì 1 ottobre 2008

Afte

Per la serie "non ci facciamo mancare niente": era un po' che riuscivo a farne a meno, ma da un paio di giorni ho due splendide afte sulla punta della lingua.

Dice Wikipedia: "Viene definita afta una dolorosa ulcera all'interno della cavità orale causata da una rottura della mucosa. Viene altresì indicata come stomatite aftosa e ulcera aftosa, specialmente se la ferita è multipla o cronica. La parola deriva dal greco áphtha (= pustola)."

In buona sostanza, sono tipo dei buchi che appaiono dal nulla o dopo un microtrauma (tipo che ti mordi le guance, o - quando ce l'avevo - ti fai un taglietto con l'apparecchio) in bocca, che fanno un male fottuto.

In buona sostanza, da un paio di giorni parlo come un cretino patendo come un martire, col risultato che sono ancora più taciturno del solito, non riesco a deglutire senza smadonnare dal male (col risultato che sbavo anche un po') e ovviamente mangiare è una tortura senza fine, col risultato che quando ho afte così dolorose il side effect principale è un umore che oscilla tra il perfido serial killer e il rottweiler incazzato.

Il lettore empatico, a cui sta a cuore la mia salute, potrebbe a questo punto chiedersi come mai, a cosa è dovuta questa pena: la risposta è che non si sa.

Pur essendo un male piuttosto diffuso, stando a quanto dice Google, ancora non è chiara l'eziologia (parole forbite yeah!) delle afte, che può essere estremamente variegata: secondo l'intelligenza collettiva della rete, se ti vengono le afte può essere per via di qualcosa che spazia da un po' di stress al morbo di Crohn, con conseguente tastata di maroni per chi cerca di documentarsi in rete.

Va da sè che, se non è ancora chiaro il motivo per cui la bocca di alcuni sfortunati individui debba riempirsi spontaneamente di sti cazzetti dolorosissimi, non c'è neanche una risposta ufficiale alla seconda domanda del lettore preoccupato per la mia condizione di salute, ossia "come si cura tutto ciò?".

La rete è imballata di rimedi da fonti più o meno autorevoli, ma il mio parere, sufficientemente autorevole dopo 25 anni di esperienza praticamente mensile, è che l'unico rimedio veramente efficace è quello che mi suggeriscono i miei amici medici ogniqualvolta mi presento a loro con un problema di salute più o meno grave: "aspetta che passi".

Tra medicinali più o meno aggressivi o pseudonaturali (che non citerò esplicitamente qui perchè non ho intenzione di fare pubblicità, tantomeno negativa visto che sono inutili) e rimedi della nonna tipo "datti fuoco all'alluce destro cantando al contrario tutto il repertorio dei Pooh all'incontrario e Belzebù verrà a trovarti facendo sparire tutte le tue afte", non ce n'è uno che riduca in maniera efficace il decorso della sofferenza, che dura tipo tra i 5 e i 10 giorni, o che almeno riduca l'intensità della sofferenza stessa per più di due minuti scarsi.

Non c'è niente da fare, quando arriva un'afta tocca tenersela.

Per cui, se nei prossimi giorni sarò di pessimo umore e dovessi ringhiare inferocito a fronte di qualunque tentativo di conversazione, mi scuso a priori.