giovedì 30 aprile 2009

4chan pwns de interwebz, again

Se sei un utente di Internet (e lo sei, perchè stai leggendo qui), è poco probabile che tu sappia cos'è 4chan.

D'altronde, se sei un utente di Internet è facile che tu abbia visto il video di Chocolate rain di Tay Zonday che attualmente sta a 36 milioni di visite, qualche lolcat , o addirittura che tu sia stato Rickrolled; quello che forse non sai, è che il posto in cui tutte queste cose (e un sacco di altre) hanno avuto origine è 4chan.

4chan, fondamentalmente, è un sito bruttissimo da vedere, con un'interfaccia grafica terribile e pieno di banner NSFW, per cui se stai leggendo dall'ufficio o da qualunque posto in cui qualcun altro potrebbe vedere il monitor e pensare male di te magari lascia stare.

"Ok, ma cos'è?"

E' un forum che permette di postare in maniera anonima.

"Wow, bellammerda, e quindi?"

E quindi è il posto che meglio di tutti incarna l'ideale anarchico e autoregolamentante di Internet come intelligenza collettiva, con in più il vantaggio di una base di utenti molto MOLTO estesa, al punto da aver realizzato un'altra impresa spettacolare dopo il buco della casella postale di Sarah Palin: l'ownage completo globale e totale di una classifica (una volta) rispettabile come quella delle 100 persone più influenti del mondo secondo Time.

Grazie all'esagerata mole degli utenti volenterosi, quindi, l'uomo più influente del mondo è moot, fondatore di 4chan, ma la vera supermossa che dà l'idea del dominio totale degli idiots è il posizionamento di tutti i primi 21 posti: leggendo di seguito le iniziali, infatti, si legge "Marblecake also the game", dove "Marblecake" oltre a essere un termine moderatamente scurrile è anche uno dei canali di IRC da cui ha avuto origine uno dei tanti memi resi famosi da 4chan, quello del videomessaggio a Scientology.

Morale, pare che la persona più influente del mondo secondo Time sia l'intelligenza collettiva della rete: per come la vedo io, è il risultato più rivoluzionario che ci potesse essere, oltre che, a conti fatti, l'unico possibile.

martedì 28 aprile 2009

La miglior serie dell'anno

Dollhouse? No.

Fringe? No.

Demons? No.

Qui stiamo parlando della nuova emanazione di uno dei più grandi genii televisivi dell'epoca contemporanea, per l'occasione affiancato dal massimo intellettuale italiano vivente: Drammi medicali.

Purtroppo il sito della webtv che la ospita è ancora molto arretrato (non ha neanche il feed rss per sapere quando esce una puntata nuova, checca**o), ma vale la pena perdere il tempo necessario a controllare manualmente il sito ogni tanto, visto che ogni nuova puntata è genio puro.

Tanto per capire di cosa parla: il genio televisivo di cui sopra, Maccio Capatonda, interpreta il dottor Pino Medici (e anche, nell'ultimo episodio, il famosissimo regista Pelo Ponneso) in un ospedale gestito dal dottor Giolsot, magistralmente interpretato da Julio Hammurabi; a completare il cast, nomi importanti tra cui spicca senz'altro Herbert Ballerina nel ruolo dell'assistente Nello.

Il risultato finale è un medical drama che non ha niente da invidiare ai vari House e Grey's anatomy, nè tantomeno al capostipite del genere, quell'E.R. che viaggia a lunghe falcate verso una conclusione ancor più giustificata dalla comparsa di un erede importante come Drammi medicali.

In quest'immagine il cast al gran completo:


Per quanto mi riguarda, la serie dell'anno è questa, non c'è storia.

"Il dottor Giolsot in rosticceria, il dottor Giolsot in rosticceria."

lunedì 27 aprile 2009

OrchestRaibaz, puntata #15

Per la serie "non si sa mai cosa aspettarsi", dopo aver detto in lungo e in largo che non mi piace il nu-rave dei Justice perchè non mi piaceva l'electro da cui ha avuto origine...ecco una puntata del podcast quasi interamente electro :)
La scusa me l'ha data il trasloco, che ha riportato alla luce dischi che non finivano sui piatti da una vita e che rispolverato con gran soddisfazione, tipo il nanana remix di Tiga o i dischi di Switch (o "Swiiiiiiiiiiiiiitch!" che dir si voglia), assieme alla voglia di suonare qualcosa dei Prodigy dopo il fomento esagerato del concerto: aggiungi qualche vecchio capolavoro tipo il disco dei Propellerheads - che è la colonna sonora della scena della sparatoria del primo Matrix, mica pizza e fichi - e il mixato è pronto, oltretutto venuto davvero benino.

La tracklist dice così:

The prodigy - Warriors' dance (Hospital)
James Zabiela - Robophobia (Renaissance)
Miss Kittin - Requiem for a hit (Abe Duque rmx) (Novamute)
Traffic Signs - The big fake (Traffic signs)
John Starlight - John's addiction (Television)
The prodigy - Narayan (XL)
Miss Kittin - Professional distortion (Novamute)
Thomas Andersson - Washing up (Tiga's nanana rmx) (Bpitch control)
Switch - Get ya dub on (Freerange)
Cirez D - Knockout (Mouseville)
Faithless - Miss u less see u more (Switch rmx) (Cheeky)
Dave Clarke feat. Chicks on speed - What was her name? (Skint)
Propellerheads - Spybreak (Wall of sound)
The prodigy - Smack my bitch up (XL)
Slam feat. Ann Saunderson - Lie to me (Freestyle monk rmx) (Soma)
Codec & Flexor - Time has changed (Television)

Il link per scaricare il set è questo, mentre questo è il feed rss del podcast per essere sempre aggiornati quando esce un episodio nuovo...enjoy!

sabato 25 aprile 2009

Ancora sulla settimana del design

Io ho perso ogni speranza già da un paio d'anni, ma De Luca ci credeva ancora...eppure:
Ecco, direi che l’ingresso dei porchettari nella skyline di Zona Tortona (e, specularmente, dei temporary bar coi buttafuori coll’auricolare, il sub-J*Ax che suona latinoamericano e la consumazione a dieci euro: tutto vero, tutto visto, brandizzato American Bakery) annuncia ufficialmente la fine del Fuorisalone, la sua compiuta trasformazione nell’ennesima movida da poveracci, nel solito ben noto malinconico capodanno fuori stagione.

venerdì 24 aprile 2009

EEE Top a casa Raibaz

Il mio laptop sta per tirare le cuoia.

La batteria ha un'invidiabile durata di 20 minuti, per cui visto il prezzo di una batteria di ricambio e considerato che comunque ha una sua età e non ha più lo smalto di una volta ho iniziato a prendere in considerazione l'acquisto di un laptop nuovo.

Se non che, pare poco furbo comprare un pc a pochi mesi dal rilascio di una versione nuova di Windows, soprattutto visto che quella corrente non gode di gran stima in casa Microsoft e quindi temo verrà discontinuata a breve, per cui il laptop nuovo arriverà almeno dopo l'uscita di Windows 7.

Cosa uso allora per navigare a casa, per seguire Friendfeed e i miei studenti su MSN quando sono in cucina e/o in vasca? Il laptop no se puede perchè la batteria è morta e comunque sul divano non è comodissimo, l'EEE ha lo schermo troppo piccolo, il desktop sta in camera da letto...morale, serviva un pc nuovo, anche per raggiungere il ragguardevole primato di avere in casa più pc che stanze, preferibilmente a un prezzo contenuto giacchè qui non si è mica Creso.

Morale, la scelta si è orientata su un EEE Top, vista la precedente esperienza positiva con il netbook della stessa serie:

Non potevo prendere un netbook perchè volevo uno schermo degno di questo nome (e comunque non ho grossi requisiti di portabilità), ovviamente non potevo prendere un desktop perchè mi serve per l'uso promiscuo cucina-divano-vasca da bagno, un notebook "regolare" ho deciso di aspettare Windows 7, per cui ho deciso di sperimentare questa nuova fascia degli all-in-one, che di fatto ha l'EEE top come unico esponente in questa fascia di prezzo, almeno per ora.

E come va?

Dopo due giorni di utilizzo, la risposta è "piuttosto bene, ma...".

Come nettop funziona davvero bene: rapido, agile, lo schermo è bello grosso e si naviga da dio, la tastiera funziona perfettamente e anche il mouse, a dispetto dei commenti negativi che avevo letto prima dell'acquisto: il "ma" è dovuto al touch screen, o meglio al software che ne fa uso.

Il sistema operativo è un Windows XP Home normalissimo, che non è assolutamente stato pensato per l'uso "touch" e che quindi soffre un sacco usato in questo modo: tutti i controlli standard del sistema (pulsanti, barre di scorrimento et similia) richiedono una precisione molto superiore a quella che si ha via touch screen - bisogna anche dire che quello dell'EEE top non mi pare proprio di una precisione assoluta - e quindi non sono utilizzabili al meglio delle proprie possibilità: per dire, navigare senza mouse e solo con le dita o col comodo stilo nascondibile nella tastiera mi riesce ancora più ostico che col mouse e non credo sia questione di pratica.

A riprova del fatto che è una questione di software e non di hardware, il fatto che le applicazioni Asus sviluppate espressamente per l'uso touch funzionino egregiamente: purtroppo, però , l'easy mode è troppo easy per l'uso da power user che ne faccio io (ha solo l'applicazione per i post-it di utile), per cui l'ho immediatamente fatto sparire.

Ad ogni modo, per le funzioni per cui l'ho comprato funziona perfettamente, per cui come pc da cucina-divano-vasca da bagno è consigliatissimo: per 549€ a dire il vero non credo che in molti sentiranno il bisogno di un pc da cucina-divano-vasca da bagno, ma è anche vero che nessuno sentiva il bisogno dei nettop prima del primo EEE e ora invece tutti si affannano a comprarli, per cui il mio acquisto ha anche il valore di supporto morale nei confronti di una nicchia di mercato ancora inesplorata e che secondo me invece può dare soddisfazioni se sviluppata a dovere.

martedì 21 aprile 2009

La settimana del design

Per i non-milanesi: questa settimana c'è il salone del mobile nella mia ridente cittadina.

"E che me ne frega? Io a casa i mobili li ho già"

E invece no.

Il salone del mobile, un po' come il Sonar, ha perso quasi del tutto la sua attrattiva a scapito dell'infinità di eventi collaterali che si svolgono nello stesso periodo: su tutti il Fuorisalone, nato come salone alternativo-ribelle-diverso e ormai istituzionalizzato esattamente tanto quanto, ma in questa settimana a Milano è impossibile fare due metri senza imbattersi in un'installazione, un party, un'iniziativa, una location, un happening e qualunque altro di questi termini buffi dal significato oscuro.

"Beh, figata, c'è un sacco di roba da fare!"

Teoricamente, si.

In realtà, ormai, la Milano design week ("settimana del design" fa troppo plebeo) è nè più nè meno che una festa comandata, e sulle feste comandate mi sono già espresso.

Per farla breve, a tutti questi eventi-happening-party in location esclusive e alternative bisogna assolutissimamente andare, non si può assolutissimamente mancare, vedrai, sarà troppofigo, ci sarà un sacco di genteggiusta e la musica spaccherà un cifro e ci sarà l'openbar e minchiaerotropposquagliatomisonodivertitounsacco, che è come dire "c'era un puttanaio infinito, ho passato la sera in coda in mezzo ai tamarri per pisciare in un cesso chimico".

Però non è giusto essere così ipercritici a priori, bisogna analizzare in dettaglio la situazione attuale che quest'anno prevede una peculiarità davvero interessante: è una settimana di creatività, una settimana in cui le idee originali hanno la meglio sull'appiattimento e l'omologazione...infatti le decine e decine di party con "Berlin" (la nuova Ibiza nel cuore dell'italiano mediocre) nel nome li ho notati solo io.

E' solo martedì, ma io non ho mai aspettato un lunedì con così tanta ansia come il prossimo.

lunedì 20 aprile 2009

OrchestRaibaz, puntata #14

Certe volte la direzione giusta da far prendere ad un set non è quella che pensavi all'inizio.

In casi come questo di stasera, va a finire che vagabondi per un po' con scarsi risultati tra i generi, incastrando a fatica la roba che ti eri prefissato di provare tipo il Robert Dietz che ho comprato a Londra, fino a quando finalmente ti si presenta davanti un disco di due ordini fa che avevi colpevolmente ignorato, l'ultimo Platzhirsch, che è praticamente hardgroove aggiornata al 2009, ti si aprono gli occhi e finalmente inizi a suonare davvero sfogando l'irritazione che avevi accumulato per la pessima prima metà di set, e allora i dischi rimanenti di quelli che volevi suonare (le tracce del doppio cd di Dj Sneak su NRK, pure quello preso a Londra) trovano posto facile facile.

Morale, la tracklist che forse converrebbe skippare fino a metà dice così:

Jc freak - Adonai (Number one)
Butane - Mutation (Crosstown rebels)
Serafin - Syndroma (Sushitech)
Robert Dietz - Witness (Running back)
Octave one - Blackwater (Underground resistance)
Minilogue - Animals (Luciano rmx) (Cocoon)
Gabriel Ananda - Coconut blues (Treibstoff)
BT - Remember (Mood II swing dub mix) (NRK)
Nick Curly - Series 1.1 (8 bit)
Matt o'Brien - Sneak (Platzhirsch)
Cricco Castelli - Life is changing (NRK)
Brett Johnson - Two cents (Massi dl resampling rmx) (Frankie)
Martinez - Le cirkus (Moon harbor)
2000 and one - 4 years extra ep (Cray1 labworks)
Dj Sneak - You can't hide from your bud (NRK)
Dahlback & Krome - What's the time mr. templar? (P&D)
Boris Werner - Background music (Remote area)
Gimikk - She luff (Remote area)
2000 and one - Adonai elohim (100% pure)

La parte finale molto olandeseggiante mi ha particolarmente soddisfatto, la parte iniziale...mah.

Ad ogni modo, qui si scarica il mixato e qui, come al solito, ci si subscriba al podcast per restare sempre aggiornati sugli episodi nuovi.

London called (ma neanche troppo)

Del concerto dei Prodigy s'è detto , ma in realtà ho colto l'occasione per fermarmi a Londra anche un paio di giorni dopo allungando il weekend, visto che ci ero stato l'ultima volta tipo a otto anni: questo post è un resoconto postumo di viaggio.

Prima impressione, evidente, all'arrivo alla stazione di Liverpool street dall'aeroporto di Stansted: la lingua corrente non è l'inglese.
Credo che il posto di lingua maggioritaria se la giochino l'italiano e l'indiano, col primo leggermente favorito, mentre l'inglese di Oxford è in nettissima minoranza, come pure è in minoranza l'inglese inteso come individuo, di fatto comparso in quantità rilevanti solo sabato pomeriggio, alla vigilia di Arsenal-Chelsea di FA cup, ovviamente vestito di maglia blue o gunner e equipaggiato di cori d'ordinanza.

Infinitamente più di qualunque altra grande città che abbia visto di recente, Londra brulica di culture diverse: italiani e indiani dominano numericamente, ma tra turisti e non le popolazioni del mondo sono rappresentate tutte: il weekend lungo rappresenta l'occasione ideale per trovare una risposta alla domanda che mi gira in testa da un po', "perchè?".

Perchè tutta questa gente si trasferisce a Londra? Cos'ha una città in cui si guida dalla parte sbagliata e i cui abitanti non si lavano da generazioni più delle altre capitali europee?

Ovviamente la risposta unica definitiva non c'è: potrebbero essere le dimensioni smisurate, la nightlife brulicante e frammentata, il melting pot culturale stesso oppure potrebbe anche non esserci un perchè, vista l'ondata di contromigranti che tornano in Italia (e credo altrove), ma in questo paio di giorni mi sono fatto un'idea più dettagliata delle differenze tra qui e lì, che vanno ovviamente oltre l'assenza del bidet e la presenza di Starbucks, e che vado a dettagliare nell'ordine in cui mi si sono manifestate.

First of all: gli inglesi vanno a teatro, o almeno così parrebbe data l'enorme quantità di pubblicità di spettacoli teatrali, anche con attori di rilievo, sparse per la strada; non ho avuto modo di interpretare il target di queste pubblicità, ma lo immagino diverso da quello del teatro qui, orientato solo ai vecchi barbogi, ai fintointellettuali e alle groupies dei fintocantanti di Amici.

Poi, parliamo dell'argomento che mi sta più a cuore: la musica.
Ora che sono andato a trovarlo a casa sua, finalmente ho capito il senso del discorso del dubstep e l'ho rivalutato leggermente, anche se, ora con cognizione di causa, rimango dell'idea che non fa per me.
Fondamentalmente il senso del discorso è così: prendi l'attitudine al design "in the small" del filone minimale, quello per cui le tracce devono spremere l'impianto al suo meglio e oltre con la bassata che ti spettini, la porti all'estremo, togli un colpo di cassa si e uno no per fare la metrica spezzata e rallentata che accontenta i keta-boys, et voila il dubstep.

Non fa per me perchè in generale il design in the small non fa per me: non me ne frega un cazzo dei dischi che sentiti al Berghain ti fanno esplodere le interiora, io sono uno di quei romantici convinti che il dj in grande, e le singole tracce in piccolo, debbano raccontare una storia, per cui se mi fai otto minuti di loop in cui la storia è "tolgo la bassata-aò sènti che bassata che ariva mo" non ci troviamo, se poi mi togli pure un colpo di cassa si e uno no e mi dici "aò sènti come sono spezzato" la cosa mi suona pure di presa per il culo.

Morale, rimango della mia idea sul dubstep con in più la visione, in lontananza, di un po' di sputtanamento del genere visto che mi è capitato di sentire in un pub un disco di Skream con un vocal usato anche in un Cecille da Kreon e presente in una libreria di sample (dove "Cecille", "Kreon" e "libreria di sample" sono probabilmente i termini più detestati dai paladini del design in the small "aò io mi faccio tutti i suoni da me che così spacco veramente l'impianto, poi quando devo sequenzare la traccia ho finito la voglia e allora viene fuori un loop da 8 minuti"): il rumore di unghie sul fondo del barile inizia a farsi sentire e ancora la moda non è esplosa qui da noi, staremo a vedere.

Per fortuna non c'è solo il dubstep nella scena musicale UK, anzi: attualmente là il revival 90s è al suo picco massimo, sia a livello musicale che estetico, tanto che - giuro! - ho visto da Urban outfitters la giacca con le spalline quadrate à la Brandon Walsh.

Visto che siamo in tema di costume e di socioblablabla, tra l'altro, ho avuto modo, anche se di sfuggita, di vedere le abissali differenze tra il modo di intendere il clubbing qui e lì: per farla corta, lì il clubbing è pianificato mooolto in anticipo, al punto che ho fatto una fatica porca a trovare dei flyer per la sera stessa in mezzo al mucchione di quelli dei party tra 2-3 settimane.

Pare un dettaglio irrilevante, ma a pensarci bene fa differenza: il fatto che a molti eventi, soprattutto a quelli grossi, si entri solo con la prevendita porta non solo i vantaggi immediati di riscontro economico perchè i soldi arrivano prima, ma ne porta anche a livello di clientela che è sicuramente più consapevole di quella tipica milanese "aò m'hanno detto che stasera c'è una festa che spacca, chiamo il pr e scrocco un omaggio" (tra l'altro ho comprato un libro molto bello di cui parlerò meglio dopo averlo finito che usa un termine bellissimo, 'clued up', per definire la clientela istruita sul party a cui sta andando).

E ancora: mentre a Milano, soprattutto negli ultimi tempi, il club da 2-300 persone col dj di spicco ma non troppo è completamente sparito, soppiantato dai megaeventi da almeno 1500 persone con la superstar di turno, la nightlife londinese è infinitamente più variegata e articolata: alla fine della fiera, nel weekend scorso c'erano sì Benga, Skream, Fabio e High contrast al Fabric venerdì e Sven Vath, gli Extrawelt e Onur Ozer al Matter sabato, ma poi capita di girare per caso a Shoreditch, trovare una coda di gente (ovviamente tutta con la prevendita) e scoprire che c'è Erlend Oye.

Ok, sto paragonando la cacca di pecora di Nuova Delhi con la cioccolata pregiata, ma la differenza di mentalità è davvero abissale e l'impatto diverso ne è solo una conseguenza: per come la vedo io, non è che il clubber londinese è 'clued up' perchè la sua città ha un'offerta variegata, è il contrario, il che rende la soluzione dei problemi della nightlife milanese molto più difficile.

Comunque, nel mare di italiani che vanno a Londra da turisti e decidono di trasferircisi un mese dopo, io rimango qui, vuoi perchè alla fine sono un pigherrimo casalingo, vuoi perchè non ce la farei mai a vivere senza bidet, o forse perchè con tutto il male che si può dire di Milano alla fine non è mica male lo stesso :)

domenica 19 aprile 2009

Il report del concerto dei Prodigy alla Wembley arena

Ok, mi è passata, mi sono ripreso, posso scriverne.

Non è vero, non mi è ancora passata, ma ne scrivo uguale.

Partiamo dalla fine: è stato oltre ogni più rosea aspettativa, per cui chi volesse semplicemente sapere se mi è piaciuto può smettere di leggere qui e andare a cercare dei video su Youtube.

Ok, lo aspettavo con ansia e di recente credo di aver adeguatamente sfrangiato le palle a chi mi legge parlandone spesso e volentieri , ma ho l'attenuante: quando ero ggiovane e andavo a un liceo veterocomunista in cui tutti ascoltavano solo ska e punk e io ero il tamarro della situazione, Experience (che ho scoperto molto in ritardo) e Music for the jilted generation sono stati i dischi della mia ribellione adolescenziale, per cui l'adorazione che ho verso Liam Howlett è tale che potrebbe anche mettersi a fare dischi campionando solo Califano senza perdere punti.

Premessa doverosa, quindi: il mio giudizio non è assolutamente obiettivo nè vuole esserlo, sono un fan e non me ne vergogno, eccheccazzo, ognuno è fan di qualcosa nel suo piccolo.

Ma iniziamo il resoconto della serata partendo dal pre, che è comunque meritevolissimo: la lochèscion, la Wembley arena, è praticamente un incrocio tra la compostezza di un teatro, soprattutto nel foyer, e le dimensioni di un megapalazzetto tipo il Forum di Assago, in sostanza una di quelle strutture possibili solo a nord delle alpi; arriviamo con un anticipo esagerato per aver sottovalutato l'immane rapidità dell'underground londinese, prima ancora dell'apertura dei cancelli e il primo fenomeno a lasciarmi stupefatto è la compostezza della coda, assolutamente non "all'italiana".

Perquisizione di rito come in quasi tutti i locali pubblici inglesi, giretto nel foyer per comprare la maglietta e un paio di hot dog di plastica e cerchiamo i nostri posti, ovviamente liberi e neanche troppo lontani: sta già suonando un ignoto, tal dj Horx, che solo ora guardandogli il myspace scopro essere non solo il supporting dj ufficiale dei Prodigy, ma anche una delle menti della XL e soprattutto il signor Positiva records, che ha stampato roba tipo "i like to move it" dei Reel 2 reel e "seven days & one week" di BBE, anche come The bucketheads - "The bomb", megahit housecommerciale 90s e "Circles" di Adam F, uno dei più bei dischi d'n'b di sempre...mica pizza e fichi, e infatti il suo set è veramente una meraviglia di suoni che arrivano direttamente dagli anni 90 senza passare per il terribile filtro del nu-sarcazzo...standing ovation per lui.

Ma le sorprese non sono finite: arriva il supporting act ufficiale, Dizzee Rascal, che conosco praticamente solo di nome, ed è molto piacevole: mischia a dovere hip hop, dubstep, grime e techno senza soluzione di continuità, mantenendo come unico filo conduttore i propri virtuosismi da MC; davvero bello, davvero coinvolgente, davvero sorpresa, ma al ventesimo "make some fuckin' noise" in 10 minuti la qualità migliore del suo set diventa che dura solo un'ora e si leva dal cazzo in fretta: promosso, ma a piccole dosi.

Ormai il party è iniziato a dovere e per fortuna dura poco anche l'intermezzo necessario a montare il luna park di Liam, dove 'per fortuna' non è dovuto tanto all'intermezzo in sè per sè quanto all'ingombrante e fastidiosa presenza di Dj Hervè a sonorizzare il lasso di tempo con della roba veramente troppo troppo troppo inglese, a cavallo tra il "infilo dentro due dischi dubstep a caso perchè fa figo" e lo scorreggione più banale: comunque ti tira in mezzo perchè sei già contento che stai per sentire i Prodigy e perchè l'impiantone ti fa vibrare anche le gengive, ma col senno di poi davvero una palla atroce.

Ridendo e scherzando, quindi, s'è fatta una certa e sono ancora asciutto, pulito e ignaro del fatto che nel giro di meno di due ore sarò sudato come non s'era MAI visto, ma appena si spegne tutto e la sirena annuncia "World's on fire" realizzo.

No, forse non ho ancora realizzato, forse - mi dico - vado a casa con le ascelle un po' pezzate, ma chissenefrega, torno in hotel e faccio una doccia.

Rimango di quest'idea per tutta "Their law", ma mentre grido "fuck'em and their law" e poi "insane, insane, insane" su "Breathe" e canto "Omen", sento la gola cedere e penso che ok, andrò a casa con le ascelle un po' pezzate e con la voce roca.

Paradossalmente, comincio a fare le prime goccioline sulla fronte sulla traccia più lenta, che si rivelerà poi essere l'unico momento per prendere fiato - si fa per dire - dello show: ma grazie al cazzo che sudo, è "Poison", oltretutto conclusa con un minireedit live da un paio di minuti con la metrica dubsteppeggiante e il vocal spezzettato che valeva da solo il prezzo del biglietto.

Da lì in poi è delirio allo stato brado: Keith, che ancora praticamente non s'era visto perchè la scena la teneva quasi da solo Maxim, manda il compare a riposarsi qualche minuto e si prende i suoi meritati applausi con una "Firestarter" che anche da lontano dov'eravamo seduti noi suona come un pugno in faccia lungo cinque minuti, grazie anche all'aggiunta del muro di schitarrate aggiuntive; dopo una schiaffeggiata così, in pieno stile prima-ti-meno-poi-ti-ribbalto alla Liam Howlett, i ragazzi infilano una combo "No good (start the dance)"-"Warrior's dance" e io sono definitivamente spettinato e sudato fradicio pur avendo (fortunatamente) la persona più vicina a qualche metro di distanza.

E ancora, non ci si fa mancare niente: prima di prendere fiato per meno di un minuto c'è tempo per "Voodoo people", ma è dopo il break, su "Invaders must die", che perdo ogni cognizione logica, sbatacchiato in su in giu a destra e a sinistra dalle cannonate di Liam.

Ok, fin qui hanno fatto praticamente tutte le tracce "grosse", cosa tireranno fuori ora? Avranno già finito? No, sorpresa! "Blows your mind, drastically, fantastically!" non c'è Kool Keith a cantarla e Maxim si arrangia come può, ma "Diesel power" in una nuova versione live è veramente un missile terra-aria; e ancora, tutti parlano di revival 90s, vuoi non fare almeno una traccia da Experience? Voila, "The horns of Jericho" e siamo a un rave illegale sulla M5.

E' passata un'ora e sembrano dieci minuti, dieci minuti passati in un altoforno correndo i 400 ostacoli visto lo stato in cui mi trovo: la maglietta è completamente inzuppata, grondo da ogni poro, ho persino i jeans pezzati e come me, se non peggio di me, tutti gli altri presenti, Prodigy compresi.

Ma Liam si risparmia/ci risparmia? Quando mai! "Change my pitch up, smack my bitch up!" ok, inflazionatissima, l'ho sentita così tante volte che quasi non ne posso più, ma sentita così, con le gambe che fanno male dopo un'ora a saltare e il resto del corpo e dei vestiti ormai coperti da uno spesso strato di sudore, con la bassata che ti colpisce lo stomaco e le percussioni alte che ti prendono a ceffoni in faccia, è come se non l'avessi mai sentita.

Non ce la faccio più, Liam e i suoi mi hanno veramente distrutto a colpi di cassa, muraglioni di synth e ritmiche spezzate ma drittissime ma spezzate ma drittissime, e Liam lo sa e decide di farci gridare tutti "Take me to the hospital"...e siamo ancora al rave di prima, negli anni 90, stavolta rivisitato in chiave moderna, ma non troppo perchè il colpo di grazia finale, per farci cantare tutti e mandarci a casa col sorrisone fino alle orecchie è ancora anni 90 ma di quelli veri, è "Out of space".

Luci accese e la melodia di "Stand up" ci manda a casa striscianti, distrutti e con uno dei migliori show di sempre ancora negli occhi, nelle orecchie e nello stomaco che cesserà di vibrare solo moooooolto dopo.

Morale: tutte le tracce "famose" di Music for the jilted generation e The fat of the land, un paio di sorprese da Experience, ovviamente un sacco del nuovo Invaders must die...e Always outnumbered, never outgunned? Pissed, ignorato completamente: si sa che è l'album più debole dei cinque, si sa che a Liam stesso non piace (ho letto un'intervista su Time out London in cui lo definisce una caduta necessaria per riuscire ad arrivare al nuovo album), ma la scelta, peraltro non ripetuta il giorno dopo visto che a detta del Melkio un paio di tracce le hanno fatte (ma non hanno fatto No good!), di tralasciare del tutto un intero album su cinque mi ha lasciato sorpreso, nè piacevolmente nè negativamente, solo sorpreso.

Ad ogni modo, a parte questo è stato forse il miglior concerto che abbia mai visto: ok, sono un fan, ma cazzo di live show che fomentino così tanto io davvero non riesco a farmene venire in mente.

Edit: il Melkio ha fatto un video così bello che non riesco a non embeddarlo qui :)

martedì 14 aprile 2009

Rivalutare Steve Angello

Anche se era partito bene, la roba che fa adesso Steve Angello non mi piace, è troppo maranza per i miei gusti, per cui lo ignoro a scatola chiusa da almeno un buon paio d'anni: stamattina però ho letto un episodio che l'ha riabilitato ai miei occhi più di mille release piacevoli.

In buona sostanza, pare che lui stesse suonando a uno dei party della WMC e gli si sia avvicinata una tipa sostenendo che la roba che stava suonando non fosse danzabile e le stesse facendo venire l'emicrania; conoscendo Angello, effettivamente la cosa è probabile, ma il comportamento della tipa, che si è abbassata al punto di chiedergli di suonare dell'hip hop (sacrilegio!) è molto peggio di qualunque possibile maranzata stesse suonando il povero svedesotto.

Morale, Angello la prende male e dopo un paio di "ma lo sai chi sono io?" reciproci la vicenda finisce in rissa col tamarro accompagnatore della signorina, che per inciso si chiama come un'importante capitale europea e sostiene di essere l'ereditiera di una grossa catena di alberghi, oltre ad aver commentato così l'accaduto sul suo myspace: "The DJ (I don’t even know his name cause he sucks so bad) was playing the worst music ever! I think he was jealous cause Bob Sinclar is a far better DJ then this guy by about a million times. He was so unbelievably rude and all because I asked to play one good song."

Riassumendo: sei Paris Hilton (e già questo ti classifica come persona fastidiosa), pretendi di apparire in console e sentir suonare quello che vuoi, oltretutto sostenendo che una chiavica come Bob Sinclar è meglio di te, ti lamenti perchè prendi un vaffancuore e scrivi tutto su myspace: Angello è stato un signore, io avrei reagito sensibilmente peggio.

I film della domenica pomeriggio su Italia 1

L'uomo comune passa la sua domenica pomeriggio nei modi più disparati: c'è chi va a fare shopping nei centri commerciali con le aperture straordinarie, chi, soprattutto ora che è arrivata la bella stagione va al parco col pallone, chi si dedica agli hobby più disparati e chi banalmente cazzeggia.

Io stesso spesso e volentieri mi dedico a queste attività, ma ce n'è una che l'uomo comune molto probabilmente ignora e dalla quale io traggo il massimo del ristoro e del giovamento: il film della domenica pomeriggio di Italia 1.

Laddove il palinsesto domenicapomeridiano della tv generalista e non solo offre gli scarti della settimana, tra gossipposità urlate e documentari pallosi, la rete ggiovane Mediaset regala ogni settimana una perla diversa, assimilabile alle altre per le seguenti caratteristiche:

  • La presenza di un attore famoso prima che diventasse famoso o a un'altezza avanzata del viale del tramonto
  • Una trama piatta,  prevedibilissima e piena di peripezie irrilevanti
  • Effetti speciali di qualità discutibile e, più in generale, un budget molto limitato dovuto al fatto che, tipicamente, sono film prodotti esplicitamente per la tv o straight-to-dvd
In un film normale queste caratteristiche sarebbero tutte negative, ma nell'universo parallelo della domenica pomeriggio si trasformano in punti di forza: l'attore famoso in ruoli diversi da quelli in cui si è abituati a vederlo costituisce un gancio che stimola a vedere l'inizio, gli effetti speciali ridicoli tengono viva l'attenzione per i primi dieci minuti, ma il vero cavallo di Troia che rende i film di Italia 1 una killer application della domenica pomeriggio è la prevedibilità della trama.

Come ogni persona saggia sa, una delle attività più sane da compiere la domenica pomeriggio è una sana e ristoratrice pennichella, ma come fare a dormire guardando un film? Il problema è brillantemente risolto dal tipico film domenicapomeridiano di Italia 1.

La situazione è circa la seguente: sei sdraiato sul divano/sul letto, il film è appena iniziato, la vicenda è stata introdotta, vorresti seguirla ma è domenica pomeriggio e ti si chiudono gli occhi...non ce la fai, ti addormenti mezz'ora/tre quarti d'ora/un'ora, e quando ti svegli...bam! il protagonista è passato attraverso delle peripezie assolutamente insignificanti per trovarsi circa nello stesso stato di prima!

Non ci sono nuovi personaggi introdotti a metà film che ti fanno domandare "e questo adesso chi è?", non ci sono colpi di scena intermedi a lasciarti privo di indizi su cosa stia succedendo sullo schermo, è tutto ovvio e lineare.

Se i film della domenica pomeriggio di Italia 1 fossero film seri, tutto ciò non potrebbe accadere, invece sono film accuratamente studiati per la pennichella intermedia: il ritmo cala inesorabilmente dopo l'introduzione della trama principale per poi riprendersi negli ultimi venti minuti, alla parte centrale mancano solo i messaggi subliminali per far addormentare gli spettatori (ma non ne sono sicuro) e sono il sottofondo perfetto per la pennichella.

Facciamo un esempio, tanto per capirci: domenica scorsa, pasqua. David Carradine (attore famoso in fase avanzata di tramonto) è l'anziano maestro di un simpatico ladro americano tipo Robin Hood nella cina feudale; la figlia del governatore si deve sposare e il giovinetto, a palazzo per rubare dei gioielli, se ne innamora inaspettatamente; serie assurda di peripezie e filler assortiti che portano la lunghezza del film a tre ore pubblicità comprese e scontatissimo happy ending.

Ore totali di film: 3+.
Ore totali di sonno: non cronometrate, ma almeno 2.
Comprensione della trama del film: 100%.
Morale: due ore di sonno recuperate, che portano a 9999999999999999998 il totale delle ore di sonno arretrate e un film carino perchè epurato dai filler e ridotto all'essenziale in più.

Non è tutto! Nella stragrande maggioranza dei casi i film della domenica pomeriggio di Italia 1 sono di questo tipo, ma in alcuni casi eccezionali il signor palinsesto decide di soddisfare noi anzyanimanontroppo e ci propone qualche capolavoro del recente passato tipo I goonies, qualche Ritorno al futuro o altro Michael J. Fox o addirittura, mi capitò anni fa, Grosso guaio a Chinatown, che possono essere visti intervallati da pennichelle perchè tanto ormai sono stabilmente radicati nella memoria ma sono di livello infinitamente superiore rispetto alla media.

lunedì 13 aprile 2009

OrchestRaibaz, puntata #13

Per la serie "qui non si seguon mica le mode", la puntata di oggi è, con assoluta originalità e spirito creativo, improntata alla dub che suonano veramente cani e porci perchè "zio l'ho sentita a Berlino e spacca di cristo" :D
Morale, ci sono tanti di quei nomi che ultimamente sono sulla bocca di tutti, tipo Appleblim e Paul st. Hilaire, e c'è pure quello che ha dato inizio davvero al filone e che adesso tutti tentano timidamente di imitare, mr. rimettiti-in-fretta Maurizio.
Se devo essere onesto, a me sta roba non è che faccia impazzire, anzi, ma magari la gente che arriva qui cercando Appleblim su google si affeziona e sente qualcosa di un po' più movimentato anzichè sti loop da 8 minuti copiati da dischi di 15 anni fa.
Poi per carità, bei suoni, belle atmosfere, alla fine qualche disco veramente bello non ho resistito e ho dovuto metterlo, tipo il remix di Villalobos dei New order che in realtà altri non è che l'acapella dei New order incollato brutalmente sopra Frank mueller melodram, una traccia vecchissima del buon Ric, oppure la meraviglia finale di Aril Brikha o lo stesso Domina di Maurizio, ma sono tutti dischi vecchi e le novità che tanto fomentano gente tipo la redazione di ResidentAdvisor sono lì più che altro a fare da riempitivo.

Ad ogni modo, la tracklist dice così:

Heiko Laux - Offshore funk (Kanzleramt)
Maurizio - Domina (M series)
Sebbo - Watamu beach (Desolat)
Andy Stott - The massacre ep (Modern love)
Appleblim & Peverelist - Over here (Brendon Moller rmx) (Apple pips)
G-man - Quo vadis (Styrax leaves)
Brendon Moller - One man's junk ep (Third ear)
Sensitiva - Viola tricolor (Secretsundaze)
Cassy - April (Cassy)
Round three feat. Paul st. Hilaire - Acting crazy (Main street)
New order - Confusion (Ricardo Villalobos rmx) (White)
Agnes, Chaton & Ripperton - +91 ahead sessions vol. 2 (Plak)
Unknown - 1001 (Wax)
Convextion - Miranda (Matrix)
Alexander Kowalski - Belo horizonte (Kanzleramt)
Deadbeat - Grounation (Berghain drum jack) (Wagon repair)
Aril Brikha - Winter (Kompakt)

Il link per scaricare il set è qui, mentre qui c'è il feed RSS del podcast per seguire tutte le puntate e imparare un po' di musica migliore :)

venerdì 10 aprile 2009

Cose concrete

Non è che non parli dei fatti recenti dell'Abruzzo per cinismo, disinteresse o che altro: semplicemente, credo se ne parli già abbastanza e il più delle volte a sproposito, per cui non avendo niente di utile da dire preferisco continuare a parlare di argomenti che mi competono maggiormente.

Leggo però sul blog di un mio ex professore dell'università di un appello di Sara per dare visibilità ad un wiki, http://terremotoabruzzo.pbwiki.com/ creato per aggregare le segnalazioni di interesse per i terremotati e a una room di Friendfeed con lo stesso scopo, http://friendfeed.com/rooms/solidariet-all-abruzzo.

Ecco quindi che una mano a rendere note queste iniziative è qualcosa che posso fare senza cadere nel finto buonismo o nello sciacallaggio (per la serie "parole inflazionate") emotivo, per cui lo faccio volentieri.

mercoledì 8 aprile 2009

Maestro

(Ok, è del 2004 e l'ho visto solo ieri sera, e allora?)

Come avevo annunciato nel post precedente, mi è arrivata da poco l'edizione superpowerspecial col doppio dvd e il cd di hittone protohouse anni '80, per cui complice anche il fatto che ieri sera non c'era niente di guardabile in tv che non fosse sciacallaggio o buonismo di facciata ho colto l'occasione e finalmente ho visto Maestro.

Partiamo dalla fine: mi è scesa una lacrima sul finale, non tanto per la morte di Larry Levan, del Garage e di un sacco di altre persone, il cui racconto è pure molto toccante soprattutto nel racconto di Kevorkian e di Frankie Knuckles, all'epoca delle interviste ancora bipede, ma sulle immagini finali di grandi dj e pubblico festoso in tutto il mondo.

Perchè alla fine ok l'agiografia di Larry Levan e del Garage, dei quali non posso valutare il reale valore tecnico perchè non c'ero ma che per certo sono stati dei precursori, ok le immagini di repertorio, ok i racconti di chi ha vissuto un periodo pionieristico, ma alla fine, quando realizzi che il movimento a cui hanno dato inizio Larry Levan, Dave Mancuso e tutti gli altri è una cosa planetaria che dura ormai da una buona trentina d'anni e che tuttora ti emoziona come quando l'avevi appena scoperto e forse anche di più perchè ormai è una parte di te e tu ne sei una parte, è allora che scende la lacrimuccia.

Morale, vale la pena vederlo di certo per il grandissimo lavoro che fa per un'ora e venti a convincerti di quanto grande fosse la scena house newyorkese degli anni '80 (e a dirla tutta non è che ci volesse molto a convincermi, lo sapevo già, ma è comunque un bellissimo insieme di testimonianze dei protagonisti), ma il vero valore aggiunto sono gli ultimi cinque minuti in cui, semplicemente mostrandoci alcuni dei più famosi tra i figli di Larry Levan, si realizza che anche noi, tutti noi, che andiamo al party tra pochi intimi con un dj semisconosciuto o al megafestival con la lineup stampata su un lenzuolo, siamo figli suoi.

lunedì 6 aprile 2009

OrchestRaibaz, puntata #12

Premessa 1: un thread su Friendfeed in cui si discuteva di brani fondanti della musica da ballo e di altri onanismi mentali musicali.
Premessa 2: l'arrivo a casa Raibaz dell'edizione speciale di Maestro (eh sì, mi mancava) con doppio dvd e cd con le tracce house più importanti di fine anni '80.

Conclusione: Raibaz fa una puntata di Orchestraibaz solo house vecchia scuola.

Svolgimento:

Deep Dish - The future of the future (stay gold) (Deconstruction)
Fish go deep - The cure and the cause (Dennis Ferrer rmx) (Strictly rhythm)
Stefan Goldmann - Shimmer (Wink groove mix) (Ovum)
De'lacy - Hideaway (Deconstruction)
Dennis Ferrer - Transitions (Sasse rmx) (Defected)
Lil' Louis - French kiss (FFRR)
Xpress 2 - Muzik xpress (Skint)
Marshall Jefferson - The house music anthem (Trax)
Todd Terry - Sunday morning (Elementary group)
Shakedown - At night (Kid creme rmx) (Sine dance)
Xpress 2 - Ac/dc (tribal beach mix) (Skint)
Marshall Jefferson - The cow (Ktm)
Ron Trent - Altered states (Djax-up beats)
Inner City - Good life (Derrick May rmx) (
Mr. fingers - Can you feel it? (Jack trax)

Purtroppo si sente un po' che mi sono cimentato con un genere che non è proprio il mio al 100%, visto che alcuni passaggi (in particolare uno) sono da lancio di pomodori, ma in compenso la selezione mi piace molto pur non essendo riuscito a mettere in un'ora tutto quello che avrei voluto (per dire, manca Keep on jumpin' di Todd Terry! Che cazzo di mixato house è senza Keep on jumpin' di Todd Terry?), tra cui qualche capolavoro di quelli senza tempo tipo l'house music anthem e quello che passa per essere uno dei primi dischi house di sempre, Can you feel it? di Larry Heard.
Tutto sommato, non è malaccio anche la linea, visto che come sempre si parte tranquilli e deepposi per poi sfogarsi a dovere, soprattutto con la combo The cow - Altered states che, lo ammetto, è copiata dal live per i 10 anni del Rex di sua maestà Laurent Garnier :)
Morale, sono molto soddisfatto di aver sfogato il mio lato gay per un lunedì...spero piaccia anche a voi, visto che il link per scaricare il set per chi se lo fosse perso è qui (e qui c'è il feed RSS del podcast per chi volesse seguire sempre il mio meraviglioso radio show).

Foto di casa Raibaz

Visto che venerdì stavo male e non sono andato a lavorare, ho colto l'occasione per fare un po' di pitture della mia dimora ormai in uso da un po', visto che le ultime pubblicate qui risalgono a una fase in cui era ancora praticamente un cantiere.

Andiamo senz'altro a incominciare, quindi, partendo come è giusto che sia dall'ingresso:


In cui si nota un ricordo del party d'addio di Beatbank in alto a sinistra, si vede chiaramente il risultato di un mio rarissimo momento creativo, le cartoline del piccolo principe incollate sull'anta e sul cassetto del Besta e si intravede anche uno dei peggio crucci di mia madre, le scarpe a vista - aiuto!

Proseguiamo con ordine, e arriviamo in cucina:


Finalmente (quasi) pronta dopo un centinaio di uscite dei tizi del mobiliere, almeno è utilizzabile e, come si nota dalle bottiglie vuote e dalla presenza di oggetti casuali e generici in giro, utilizzata.

Stessa stanza, fotografata dall'angolo opposto:


Divano, ripiani ikea, Vodafone station e mezza playstation, ma la parete della tecnologia si vede meglio in questa foto:


Sotto la televisione (su cui si vede Malcolm) c'è il mobile della tecnologia, con un bellissimo fiore di plastica a dare un po' di human touch in mezzo a tanti devices moderni.

Proseguiamo il giro turistico e cambiamo stanza, arrivando in camera da letto nonchè stanza della musica:


Parete con la console e il pc al suo fianco da cui ogni settimana esce lo streaming su Radio Nation più un po' di vestiti sporchi buttati a caso sulla cadrega.

Parete dei dischi ancora incompleta, con circa metà del totale dei dischi già al loro posto e metà ancora da spostare da casa dei miei a qui:


Si nota come il posto inizi già a scarseggiare, per cui nel weekend pasquale dovrò comprare qualche ripiano da mettere in cantina per stivare un po' di roba.

Proseguiamo col panorama primaverile dalla finestra della camera:


E' praticamente lo stesso panorama che avevo postato l'altra volta , con della nebbia in meno :)

E per finire, una foto dell'unica altra stanza rimasta:


In cui si vede il bellissimo tappeto peloso viola, e poi, ultima foto,


Un dettaglio dell'ordinatissimo ripiano delle magliette dell'armadio, con le magliette divise in nere, bianche, polo e "altri colori" da vero psicopatico :)

mercoledì 1 aprile 2009

Pesce d'aprile!

Paul, e come lui altra gente in rete, si lamenta della noia di oggi, ma per me il primo aprile è da sempre un giorno magnifico: purtroppo quest'anno non ho lezione come l'anno scorso e non posso architettare burle ai danni dei miei studenti e mi toccherà inventarmi qualcosa così al volo, ma fortunatamente il resto della rete si è organizzato a dovere.

Google, che ha una tradizione pluriennale coi pesci, anche quest'anno si è sbizzarrita un sacco: lo scherzo "grosso" è CADIE (Cognitive Autoheuristic Distributed-Intelligence Entity), un'intelligenza artificiale tipo Skynet che ha preso vita oggi e ha creato prima di tutto un blog personale assolutamente aberrante ma soprattutto una sfilza di progetti Google uno più ridicolo dell'altro.

C'è Gmail autopilot, che è in grado di leggere la posta grazie all'intelligenza di CADIE e di rispondere automaticamente con la miglior risposta possibile, ad esempio accettando irrinunciabili proposte di business:


C'è Google brain search, che "uses CADIE technology to index your brain to make your thoughts and memories searchable" e tra le features dice:
Medical advancement. Brain Search effectively eliminates "tip-of-the-tongue" syndrome, and alleviates memory loss symptoms due to ordinary aging.
Storage (coming soon). Brain Search currently is able to help only with the retrieval of existing memories. However, we expect memory storage to be available in the next release.
Note: Using Brain Search on another person without their permission violates our terms of service, any number of national, international and natural laws, and is just seriously uncool. Please don't do it.

Ancora, la straordinaria intelligenza di CADIE ha notato lo scollamento tra la realtà e il mondo visto dal browser, per cui ha deciso di trasformare Chrome in un browser 3d, con tanto di pdf da scaricare e stampare per avere gli occhialini rossi e blu e ha pensato a una versione di Google Earth che consenta di navigare per i mari con l'avanzatissimo sottomarino CADIE-powered che consente anche di scoprire le destinazioni turistiche preferite da CADIE.

Google Australia, che già l'anno scorso aveva organizzato un pesce d'aprile autonomo, quest'anno ha lanciato gBall, una speciale palla da Australian football con connessione usb, "inbuilt GPS, motion sensor and artificial intelligence capabilities" che consentono di tenere traccia dei propri calci e ottenere preziosi consigli sul proprio stile di gioco, oltre a ritrovare i palloni persi, ovviamente con un sito completo di FAQ e testimonial.

Da quest'anno, poi, hanno seguito l'esempio degli australiani anche i giapponesi, che hanno sviluppato una tecnologia, ovviamente CADIE-based, che include dei Senryu (poemi umoristici tipici giapponesi, tipo Haiku) automaticamente generati nei risultati di ricerca, mentre i cinesi pensano di realizzare un simil-Street view usando 31,415,926 piccioni.

Youtube, che alla fine è sempre Google, ha presentato i risultati di uno studio secondo cui i monitor moderni offrono una visione migliore quando vengono capovolti, per cui oggi (e credo sempre, aggiungendo &flip=1 all'url) le pagine dei video compaiono a testa in giu; particolarmente divertenti i consigli per la visualizzazione, tra l'altro:
2

Inclina la testa di lato

Immagina che ti sia entrata dell'acqua in un orecchio e devi farla uscire. Inclina la testa verso la spalla e guarda il video (puoi anche darti dei colpetti sulla testa, ma non è obbligatorio).

3

Trasloca in Australia

Come probabilmente saprai, in Australia è tutto capovolto, quindi se ti trasferissi là potresti ottenere un'esperienza di visualizzazione di YouTube più naturale. (Nota. Se vivi già tra i canguri e vedi ancora la pagina capovolta, ti consigliamo di trasferirti nell'emisfero settentrionale.)



Fin qui, tutto prevedibile, nel senso che da Google il primo aprile ci si aspetta di tutto: quest'anno però hanno fatto pesci d'aprile anche degli insospettabili, tipo Wikipedia che ha riempito la pagina principale di contenuti completamente privi di senso tipo, pescando a caso dai "did you know...":

Niente male anche il doppio pesce di DarkUFO, che su Lost spoilers annuncia che il season finale di Lost sarà diretto da M. Night Shyamalan mentre sul blog ufficiale dà la tremenda notizia della cancellazione di Lost con tanto di screenshot fasulla della home page di Reuters, ma il meglio in assoluto è, tanto per cambiare, la mission fasullissima dei geniacci di Improv Everywhere, ogni giorno di più i miei idoli.

In pratica, secondo il blog ufficiale, a sto giro gli agents avrebbero organizzato una mission simile a quella in cui si sono presentati agli arrivi all'aeroporto ad accogliere festosamente gente sconosciuta, ma...a un funerale, ovviamente muniti di faccia contrita e parole di conforto, pur contrastati dal prete che non voleva che la missione fosse filmata e fotografata :D

Per ora è tutto, ma se dovessi scoprire qualche nuova burla oggi aggiornerò il post :)

Edit: mi ero perso il pesce di Opera, l'introduzione delle Face gestures per controllare il browser sbattendo gli occhi o muovendo le guance :D

Edit again: anche Lifehacker ci si mette, parlando del Freaking huge URL generator, una specie di tinyURL al contrario: "Still, there are times when making things convenient for people just won't do. In those cases, you need to make the URL bigger, whether for a light jab in the ribs, or a test of how dedicated someone is to checking out your link, even if it means re-pasting truncated email text by hand."