lunedì 31 agosto 2009

La Raibazguida a Barcellona

Dopo esserci stato due volte negli ultimi tre mesi, mi sento pronto di dire la mia al turista che si avventuri nel ridentissimo capoluogo catalano.

First of all, la lingua: durante tutto l'anno, ma soprattutto in estate, Barcellona è territorio italiano, il che ha reso il catalano medio in grado di intelligere qualsiasi richiesta formulata nella nostra lingua natia e di articolare una risposta, anche se in realtà la concentrazione di italiani è così alta che se fermate un passante per chiedergli un'informazione la risposta più probabile è "eh, guarda, non lo so" in italico perfetto.

E ancora, sulla colonizzazione da parte degli italiani: se una così massiccia presenza di nostri compatrioti potrebbe scoraggiare ogni aspirante turista, esattamente come accade per Berlino, è vero che, a differenza dell'italiano medio che va a Berlino a sentire "la musica del Bergaine che spacca di cristo zio", l'italiano medio che va a Barcellona è tipicamente la famigliola papà-mamma-figli al massimo preadolescenti, la cui massima manifestazione di italianità ignorante è guardare la Sagrada Familia e dire alla moglie "non si può entrare, non vedi? ci sono i lavori" nonostante il cortile interno sia imballato di gente, per cui anche se in effetti non si respira molta aria di estero la situazione è comunque nei limiti dell'accettabile.

Esaurito il necessario preambolo, veniamo alle cose che bisogna assolutamente fare/vedere, ovviamente al netto di quelle cose da turisti di cui non si può proprio fare a meno tipo un giro sulla Rambla & Barrìo gotico, la Sagrada Familia etc.

La zona più interessante in assoluto è il Raval, l'ex quartiere malfamato attualmente riqualificato grazie ai megaedifici nuovi dell'università, al MACBA e al CCCB (sede del Sonar by day) e praticamente versione un po' meno mainstream del Barrìo gotico: il concept è lo stesso, viettine pedonali strette e in cui è impossibile orientarsi, ma i negozi sono almeno un filino diversi da quelli di una Porta ticinese qualunque e ci sono un sacco di tapas bar carini.

A seguirlo a ruota c'è El born, che sono quattro vie in croce alla periferia del Barrìo gotico dal lato opposto a quello della Rambla, che è sempre "come avrebbe voluto essere Porta ticinese se non l'avessero monopolizzata i tamarri": negozietti piccini di roba designeggiante, tapas bar tranquilli, pochi turisti e soprattutto Origen 99.9%, una minicatena di ristoranti di cucina tipica catalana che propongono solo piatti con ingredienti di stagione e made in Catalunya, in poche parole come lo Slow food senza la spocchia radical chic.

E' d'obbligo anche un giro sul lungomare che va da Barceloneta alla città olimpica, anche solo per rimanere basiti di fronte alla capacità di Barcelona di coniugare la natura di grande città cosmopolita con quella di un paese di mare con la spiaggia (artificiale), ma principalmente per mangiare al Woki, un ottimo fast food in cui si segnano su un foglio di carta tutti gli ingredienti che si vogliono, dopodichè un thailandese li prende, li sbatte tutti in un wok e poi ce li consegna in un pratico cartoncino:

Occhio: sparsi per la città ci sono dei cloni, che si chiamano "Wok to walk", che però hanno l'aspetto molto più plasticoso e McDonalds.

E ancora: in quanto paese civilizzato, a Barcellona ci sono svariati Starbucks, ma il migliore secondo me è quello dentro il Mare magnum, il centro commerciale che c'è tra il monumento a Colombo e Barceloneta, che ha i tavolini fuori con questa vista:


(Non si vede benissimo, ma c'è anche il mare)

Se poi si passa dal Mare magnum, val la pena investire 17 euro e fare un giro all'acquario, che dura un paio d'ore ma merita, soprattutto per il tunnel con attorno la vasca degli squali:


Di quelli che ho visto, credo non arrivi al museo oceanografico "Jacques Cousteau" di Montecarlo, che vabbè è esagerato, ma penso dia una pista all'acquario di Genova, anche se ci sono stato un sacco di anni fa e magari nel frattempo è migliorato.

Sempre lì attorno (ma d'altronde, a Barcellona è praticamente tutto attorno, visto che è piccolina, che la metro funziona daddio e che i taxi costano pochissimo), ogni turista che si rispetti va a mangiare a Barceloneta, ma il turista clued-up che ha letto questa guida sa che deve evitare i ristoranti sul vialone principale e infilarsi nelle viettine laterali scegliendo a caso e basandosi sui menu fuori dai ristorantini: io personalmente ho mangiato due volte a uno che si chiama tipo "La botega d'en Pep", spendendo poco e uscendo soddisfattissimo entrambe le volte, ma è facile che lì in giro ce ne siano altri ugualmente validi.

Tornando in tema di attrazioni più tipicamente turistiche, El corte inglès con la sua deludente terrazza in cima è evitabilissimo se si è già vista la Rinascente di Milano, mentre Parc Guell merita la gita un po' fuori mano anche solo per una delle sudate più aggressive del mondo, tra la salita assassina per arrivarci e l'atmosfera desertica solo-sole-e-cactus che aleggia al suo interno.

Parlando di salite, un consiglio che le guide non danno perchè segretamente detestano i turisti: Barcellona, comunque la giri, è sempre in salita, a volte morbida a volte meno (vedi Parc Guell), per cui le scarpe comode, vera caratteristica del turista esperto, sono indispensabili più che altrove.

Infine, le guide turistiche di solito riportano come punti di interesse da visitare palazzi di grande rilievo artistico, che di solito si distinguono dagli altri edifici perchè hanno la coda all'ingresso e perchè, in effetti, hanno la facciata curiosa made in Gaudì: val la pena al massimo fare una foto alla facciata, anche perchè in estate con quaranta gradi all'ombra fare la coda sotto il sole non è un'idea praticabile.

Morale: gli italiani sono sopportabili, la cittadina è piccina e molto gradevole, la scena notturna, che pure non ho visto perchè ho fatto il turista, è molto articolata e variegata, val la pena di farci un weekend lungo (di più credo non abbia senso, visto che io ho visto praticamente tutto in tre giorni).

Italo indie is burning




Capolavoro :D

(via Kekkoz)

mercoledì 26 agosto 2009

Una serata di cultura musicale

Metti una sera di fine estate in cui i palinsesti televisivi offrono persino meno del solito, alla fine di una giornata lavorativa particolarmente stressante non solo per la sindrome da rientro.

Il doveroso bagno appena tornati a casa è l'occasione perfetta per finire il libro che stavo (ri)leggendo, "Last night a dj saved my life" di Bill Brewster e Frank Broughton:


L'avevo già letto in italiano un paio d'anni fa, ma quando sono stato a Londra in primavera ho trovato l'edizione aggiornata per il centenario della figura del DJ e non ho saputo resistere :)

E' lunghissimo, in alcune parti è anche un po' pesante, ha il grave difetto che la seconda metà è completamente UK-centrica e trascura del tutto il resto del mondo come se dalla second summer of love in poi il centro dell'universo musicale fosse stato il regno unito e il resto del mondo fosse rimasto a guardare abbeverandosi alla fonte del sapere d'oltremanica, ma è comunque il libro di storia della figura del DJ più completo che mi sia capitato di leggere.

Non è romanzato nè divertente come "Superstar djs, here we go!", non è scritto col cuore come il libro di Coccoluto, è "solo" la storia del DJ dai primi esperimenti di diffusione di musica preregistrata anzichè suonata live a oggi, raccontata nel modo più esaustivo e dettagliato possibile, e questo già di per sè lo rende una lettura praticamente obbligata per chi abbia voglia di coltivare la passione del DJing in maniera un po' "clued-up", ma è l'ultimo paragrafo a renderlo un capolavoro.

Già nell'edizione vecchia, la parte finale che descrive il DJ come sciamano spiegando come un bravo DJ non si limiti a suonare i dischi ma, di fatto, suoni la pista che ha davanti e descrivendo le sensazioni che si provano quando la pista reagisce era splendida, e ora nell'edizione nuova il paragrafo inizia con una speranza di rinascita artistica dalla commercializzazione & massificazione di questi tempi bui, sostenendo che l'underground è sempre vivo anche quando non si manifesta (e rimane, appunto, underground) e che quindi probabilmente in qualche scantinato buio in qualche luogo sperduto del mondo è già viva la nuova avanguardia che rivoluzionerà ancora il mondo della musica, come ha fatto l'hip-hop, l'house, la techno, il reggae e tutti i generi a cui Brewster e Broughton hanno dedicato un capitolo.

Non contento, dopo cena e dopo aver scrollato via la sensazione di deserto causata dalla visione dell'offerta televisiva di prima serata ho finalmente visto il dvd campione assoluto di permanenza sullo scaffale senza esser guardato:



Stava sullo scaffale dei dvd da quasi un anno e non avevo mai avuto il coraggio di vederlo, terrorizzato dai commenti che lo descrivevano come un macigno di rara pesantezza: col senno di poi, non posso dar torto ai commenti, ma devo anche aggiungere che il film è un capolavoro.

*Non* è assolutamente quello che ci si potrebbe aspettare leggendo "Daft punk's" sopra il titolo, anzi l'atmosfera del film sembra quasi volutamente l'opposto di quello a cui Thomas e G-man ci hanno abituati: a fare da contraltare ai suoni sottocampionati e caciaroni delle loro produzioni musicali qui c'è tanto, ma proprio tanto silenzio, saltuariamente interrotto da poche pennellate di musica intimista al massimo e agli antipodi rispetto al french touch (Chopin, Haydn).

C'è così tanto silenzio che non c'è neanche una parola, anzi quasi non c'è comunicazione tra i personaggi, robot coi caschi inespressivi che usano i due francesi nelle loro apparizioni live: non si parlano, in tutto il film comunicano a gesti al massimo un paio di volte, eppure le azioni sono sempre eloquentissime e nonostante Bangalter stesso abbia affermato che il film è volutamente criptico e aperto a interpretazioni io non ho fatto fatica a trovare la mia, tristissima e malinconica e che non condividerò qui per non influenzare chi dovesse vederlo dopo esser passato su queste pagine :)

Ad ogni modo, secondo me è un film che va visto, non tanto per capire meglio i Daft Punk, visto che è piuttosto slegato dal resto della loro produzione, ma semplicemente perchè è bello, come atmosfera ma soprattutto visivamente: ci sono immagini, protratte per lunghissimi secondi (o forse minuti?) per via dei tempi dilatatissimi, semplicemente splendide, con influenze evidenti che vanno da Dalì a 2001 odissea nello spazio e che, nel silenzio assoluto, sfogano ancora meglio il proprio potere visuale.

martedì 25 agosto 2009

La burla del 2009

Ed ecco finalmente il tanto atteso e anticipato post sulla burla di quest'anno, ora che finalmente ho smaltito la delusione.

(Per chi si fosse perso la premessa, qui si parla dell'edizione 2009 di questo fenomeno.)

Raccontiamo i fatti come sono andati, in rigoroso ordine cronologico: l'idea originale, non mia, era di fare qualcosa a tema guerresco, tipo inscenare un simil-sbarco in Normandia in spiaggia con tanto di trincee e fortificazioni abilmente costruite coi materiali che la spiaggia ci mette a disposizione.

Non male, ma in un raro momento di pennichella in spiaggia ho avuto un'epifania, vedendo tutto il pavimento piastrellato all'ingresso della spiaggia ripavimentato di palloncini colorati pieni d'acqua - cercate con tutte le vostre forze di disegnarvi l'immagine in mente, perchè è il meglio che riesco a offrirvi.

Nei giorni immediatamente precedenti la data della burla si sono sprecati i calcoli del quantitativo di palloncini necessari e le stime andavano da 250 nel caso più ottimista a 3500 a quello più pessimista, con la variante in entrambi i casi dell'introduzione di un quantitativo di palloncini gonfiati ad aria causa scarsità di rubinetti funzionanti nottetempo.

Passa il tempo e si arriva al 14 di agosto, vigilia della burla e giorno di acquisti: vengono investiti 30 euro in 480 palloncini grandi, ai quali si affiancheranno altri 250 palloncini piccoli gentilmente offerti dai bambini della spiaggia e 13 euro in quattro pompe manuali per il gonfiaggio ad aria degli stessi: l'errore si è già verificato, ma deve ancora manifestarsi.

E' il 15 di agosto e, di soppiatto, Raibaz il previdente inizia a gonfiare un po' di palloncini, con il valido aiuto dei bambini, e li archivia nella propria cabina, che ora di metà pomeriggio diventa completamente inagibile e invasa di palloncini pieni d'acqua.

Arriva la notte, e finalmente l'organizzazione paramilitare deputata alla realizzazione della burla si attiva: alcuni gonfiano a tutto spiano usando le pompe manuali, alcuni fanno i nodi, alcuni fanno la spola con la fontanella più vicina portando palloncini pieni d'acqua, alcuni sistemano sul pavimento i palloncini gonfi con la debita attenzione per evitare di farli scoppiare, anche perchè come realizziamo quasi subito......non ce ne sono abbastanza.

L'errore, ormai irreparabile, è stato avere una stima fatta da due ingegneri e una fatta da un medico e fidarsi di quest'ultima, che considerava un palloncino = due piastrelle quando in realtà il rapporto è praticamente invertito.

L'imbarazzante risultato alla fine dei palloncini, contando anche i palloncini caduti in battaglia, è questo:


La superficie coperta non è nemmeno un quarto di quella da coprire e ormai sono le quattro e mezza, i bagnini arrivano tra neanche tre ore.

Panico.

Bisogna inventare qualcosa, e bisogna farlo in fretta, ma la burla non è una cosa per i frettolosi nè per gli improvvisati, per cui il deludentissimo risultato è questo:




Vista col senno di poi non è neanche male, concettualmente: gli ombrelloni aperti & ribaltati danno un po' il look&feel di tsunami, mentre le sdraio chiuse & impilate fanno loro da contraltare con la loro idea di ordine geometrico, ma non è la burla che avevamo in mente.

Non ci siamo.

C'è tempo solo per un ultimo gesto eroico, Raibaz che si tuffa in mare al buio e al buio sgancia il moschettone che tiene legata la boa, boa che verrà portata fino in cima alla spiaggia non senza sforzi - una fatica allucinante trasportarla anche in otto - ma non è sufficiente.

Ormai albeggia e sfiancato più dal malumore che dalla fatica fisica riesco solo ad accasciarmi su una sdraio e faccio a tempo a fotografare le nuvole all'alba prima di crollare nell'oblio fino a mattina inoltrata, prendendo anche dei nomi giustificatissimi dagli amici per non aver aiutato a mettere a posto la spiaggia:


C'è stato chi ha detto che dopo sei anni di vittorie sfolgoranti questo, che in fondo è più un pareggino ottenuto giocando male che una sconfitta, in fondo ci sta, ma la delusione è stata comunque molto molto forte; volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, e qui si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, la delusione è stata utile a impedirci di sederci sugli allori e a spronarci a fare ancora meglio di come abbiamo fatto in precedenza; io ho già una mezza idea per l'anno prossimo, ora rimane solo da aspettare che torni ferragosto.

sabato 22 agosto 2009

Tentativi di approccio

Non ho mai fatto mistero del fatto che il dubstep, la moda dell'anno scorso in Europa e dell'anno prossimo qui da noi, non mi piaccia.

Eppure, ci ho provato varie volte.

Però cazzo a me il bassone wonky pwawawawa da inglesone maranza proprio non va giu.

Per dire, le uniche tracce che riesco a farmi piacere sono del più overhyped in assoluto di tutta la scena dubstep, quello che passa per essere lo Sven Vath del dubstep (ovviamente nell'accezione negativa del termine "Sven Vath"), di cui si dice che faccia sempre lo stesso set da più di un anno e che è così sputtanato che è già venuto a suonare persino qui in itaglia :) e oltretutto una è un remix di una maranzata allucinante su Kitsunè e l'altra usa un sample vocale che definire "trito e ritrito" è un eufemismo:





(Però se tutto il remix di "In it for the kill" fosse come l'ultimo minuto sarebbe un missile terra-aria, eh, digiamogelo)

Edit postumo: evidentemente non sono il solo a pensarla così sul remix di "In it for the kill", visto che l'attuale Gran Visir del liquid funk (che per inciso invece mi piace un sacco), High Contrast, ha fatto un edit che, come dicono a Roma, crepa i muri:

giovedì 20 agosto 2009

Il feticcio del collezionista

Che è il disco dell'anno l'ho già detto in lungo e in largo, ma finalmente, in pesantissimo ritardo grazie alle poste italiane ma alla fine per merito di san Play.com che rispedisce i pacchi quando te li perdono (anche quando ti perdono consecutivamente due pacchi uguali), ho anche la copia fisica, ovviamente in edizione powermetalsinfonico-verynerdy-supercollector-seituchecimantieninonostantelacrisidelmercatodiscografico:


Il contenuto del prestigioso scatolotto consta di:
Cd + dvd + libretto, non fotografato perchè attualmente si trova nella Raibazmobile (tanto sul dvd c'è poca roba, i video di un paio di tracce e poco più)
Bonus cd coi lost beats, che sono tracce strumentali non esattamente meravigliose ma comunque ascoltabili
Foglio di adesivi che non ho ancora attaccato aspettando l'uscita ufficiale di Windows 7 per cambiare portatile:


(il titolo di 'adesivo più fico' se la giocano quello 'let no one take it', quello col logo dell'album e quello col ragnone a sei zampe)

Due stencil, uno col logo dell'album e uno col logo dei Prodigy (di cui mi sfugge l'utilità):


Poster:

Ma soprattutto, il vero motivo per cui spendere una sessantina di euro nell'edizione strafiga anzichè comprarsi quella 2cd + dvd, i sei 7'' con tutte le tracce dell'album e con le copertine che fanno lo stesso disegno del poster a mosaico:


Utilità del tutto?

Poco meno di zero.

Figaggine del tutto?

Prossima all'infinito.

mercoledì 19 agosto 2009

Bentornation

Salutata da una notte insonne per via del fuso orario diverso tra il ritmo lavorativo e quello vacanziero, ecco arrivare la fine delle ferie, che poi fine del tutto non è visto che settimana prossima ho un weekend lungo che parte da giovedì in cui dare la caricata finale alle batterie in vista del rush fino a natale.

Almeno per ora, sono molto soddisfatto della scelta di fare le ferie spezzate e lavorare in questi roventi giorni di metà agosto, mentre Studio Aperto trasmette solo ed esclusivamente servizi di culi sulla spiaggia e vecchi coi piedi nelle fontane e il resto d'Italia si sveglia nel primo pomeriggio anzichè alle 7: stamattina, tanto per dirne una, ho fatto il tragitto casa-mufficio in 20 minuti netti (parcheggio compreso) anzichè nei soliti 75 e il mufficio stesso è praticamente un deserto con le balle di fieno rotolanti, il che mi consente di fare io l'andatura del ritmo di lavoro.

Ferie, quindi: penso di dedicarci un post specifico asap, ma posso anticipare ai molti lettori in trepidante attesa che quest'anno la burla non è stata soddisfacente come gli altri anni, ma almeno ho riposato il giusto e bevuto molto di più, visto che stamattina Wii fit mi ha salutato con un orripilante +1.3 kg, che cercherò di abbattere a colpi di bistecchine magre, verdure in quantità industriale e con la ripresa della stagione calcettistica, anche se il grosso del peso temo che lo perderò squagliandomi nel tragitto casa-macchina e macchina-ufficio sotto il sole a 40 gradi :(

domenica 16 agosto 2009

Buona pasqua!

E' bello accendere il pc il 16 di agosto e venire salutati così dal proprio antivirus:


Buona pasqua a tutti :)

mercoledì 12 agosto 2009

Ok, Facebook ha comprato Friendfeed, e ora?

In questi giorni di nullafacenza estiva la rete non parla d'altro che della recente acquisizione bomba da parte di Facebook, che si è comprata per una cifra relativamente bassa (si parla di meno di 50 milioni di $, la maggior parte dei quali in azioni) non solo il miglior social network in circolazione attualmente, ma anche un team di ingegneri coi controcoglioni: tanto per dirne un paio, uno è quello che ha 'fatto' GMail, uno ha 'fatto' GMaps e un altro era il responsabile di GTalk...può bastare, direi :)

Si, ma e ora?

Scoble è ottimista, e tanto basta per accendere una minima scintilla di ottimismo anche in me, anche se ignorare il marasma di commenti negativi alla notizia, raccolti anche - ma non solo - nel thread ufficiale su FF, è ostica, come pure è ostica immaginarsi che possa arrivare qualcosa di buono dall'integrazione col social network dei test imbecilli, di Mafia Wars, dei gruppi "quelli che parcheggiano" etc.

Staremo a vedere, intanto questo video (via Phonkmeister) fotografa a dovere la situazione:




(Memorabile "Don't worry, we still have Plurk" :D)

venerdì 7 agosto 2009

Intervista a Laurent Garnier

Che non fosse un coglione si sapeva, ma sentirlo parlare di società e di politica e, in dettaglio, dell'HADOPI, quella buffissima proposta di legge francese di togliere la connessione ai colpevoli di download pirati, è un piacere per le orecchie.

Lorenzo for president!




(via Melkiorave)

giovedì 6 agosto 2009

Christian Frascella - Mia sorella è una foca monaca

Non mi era mai successo, e si che di libri non ne ho letti pochissimi.

Inizi un libro la mattina, seduto su quel sedile su cui l'umanità si accultura leggendo qualsiasicosa, e ti tira in mezzo così tanto che all'ora di pranzo l'hai già finito.


Ce l'avevo in casa da un bel po', scoperto grazie a Paulthewineguy che ne aveva scritto un post estasiato, ma vuoi per un motivo vuoi per l'altro era finito in coda alla coda di libri da leggere, in attesa soltanto del soggiorno marittimo e di una sdraio all'ombra che gli facesse da sottofondo e sottoculo.

E cazzo, PTWG aveva ragionissima, è un gran romanzo: per riassumerlo in brevissimo, è come sarebbe dovuto essere veramente "Il giovane Holden" se non fosse stato un libro da insegnare nelle scuole.

Il protagonista è un perdente cronico e recidivo tantoquanto, ma che per ovvi motivi anagrafici (è più giovane di quel babbo di Holden di una buona sessantina d'anni) e, appunto, di non necessità di accattivarsi gli insegnanti, è molto più sboccato, sfigato, violento, trash e, in definitiva, perdente.

La vicenda alla fine non è il massimo del verosimile nè, a conti fatti, dell'interessante - uno sfigato le prende praticamente da tutti quelli con cui ha a che fare, donna di cui è innamorato compresa, in un panorama di sfighe assortite e abbrutimenti non indifferente - ma è raccontata così bene che va a finire che ti emoziona, che ti fai qualche grassa risata e che nelle ultime venti pagine un po' di groppoingola & lacrimuccia che fa capolino ce li hai.

Se ti hanno fatto leggere quel babbo di minchia di Holden a scuola e ti ha fatto schifo perchè è un libro pesantemente demodè e invecchiato male, questo libro è perfetto per te.

Se ti hanno fatto leggere quel babbo di minchia di Holden a scuola e ti è piaciuto, questo libro è perfetto per te, perchè racconta la stessa vicenda in un mondo più vicino a quello reale.

Se sei uno di quei fortunati che sono riusciti a sfuggire a Holden, cazzo cambia, leggilo lo stesso, che è uno dei migliori libri che ho letto quest'anno.

mercoledì 5 agosto 2009

Fabric 48 - Radio Slave

"Fabric did it again", si conferma ancora una volta la compilation seriale più sul pezzo in questo momento storico, pisciando clamorosamente in testa alle Global underground che campano ancora di rendita dal periodo in cui Sasha era il figlio di Dio pur sfornando elettrate del cazzo (ma speriamo si ripiglino con la prossima di Lavelle): a sto giro hanno preso Matt Edwards aka Radio Slave a mixare una compilation, che più sul pezzo di così faccio fatica a immaginare.

La cosa fica della tracklist è che ci sono un sacco di Cabin fever, che è l'etichetta su cui Edwards stampa le sue personalissime mine da club, ma di piacevole c'è anche che scorrendo la tracklist ci sono nomi di ottima fama come Daniel Sanchez, Michel Cleis, Boola e 2000 and one, solo che poi controllando bene la tracklist si nota una riga che non doveva esserci...trova l'intruso:

01. Baeka - Right At It (Michel Cleis Deeper Remix)
02. Radio Slave - DDB // Cabin Fever
03. Radio Slave - I Don’t Need A Cure For This
04. Dance Disorder - My Time (Radio Slave’s Rekids Tribe Remix)
05. Brothers’ Vibe - Platter Sugar
06. Spencer Parker - The Beginning (Michel Cleis Remix)
07. Nina Kraviz - Pain In The Ass
08. DJ Boola - Balada Redo // Cabin Fever
09. Radio Slave - Koma Koma (Steve Lawler Remix)
10. Spencer Parker - My Heart (Daniel Sanchez Easy Noise Remix)
11. Michel Cleis ft. Totó La Momposina - La Mezcla
12. 2000 & One - Wan Poku Moro
13. Nate William’s Club Patrol 'Maximum Overload' (Roy’s Death Wish Mix)

Bastaaaaaa bastaaaaaaa non se ne può più di sentire La Mezclaaaaaa!!!!

pi, pi pi, piripiripiiii...

Terrificante.

La traccia 11 sarà uno skip garantito sul lettore cd, anche se il resto pare degno di nota.

Luciano alza il sipario sul progetto Æther

Finalmente l'attesa è finita, è passato il Monegros e Luciano ha fatto vedere a tutti il progettone che stava preparando praticamente dall'inverno:



Com'era prevedibile, dal video si capisce poco e andrebbe visto live, ma pare proprio una specie di Narod Niki (di cui Luciano stesso faceva parte) composto solo di artisti Cadenza con in più il bonus delle colonnine colorate a indicare quanto di ciascun artista sta contribuendo al suono finale e con lo svizzerocileno baffuto spalle al pubblico come un vero direttore d'orchestra e armato di quella che secondo Beatportal è una Maschine della Native Instruments.

Sarà praticamente impossibile che riesca a vederlo live, ma potessi ci andrei anche correndo, pare veramente una figata clamorosa :)