mercoledì 30 settembre 2009

Douglas Coupland - Generation A




Fanboy alert: sono un fan sfegatato di Coupland (come d'altronde ogni persona di buon senso), per cui questo post non ha alcuna pretesa di obiettività neanche da lontano ma anzi trasuda ammirazione e stima infinita da ogni riga.




Allora, ho letto l'ultimo Coupland pubblicato un mesetto fa in UK e ancora inedito in USA e ovviamente qui, in lingua origiale per evidente intraducibilità degli scritti di Doug: ho letto libri suoi sia in originale che in italiano (rispettivamente, "Microserfs" e "Jpod" in originale e "Generazione X" e "Hey, Nostradamus!" in italiano) e mi sento di affermare che tradotto Coupland perde un buon 90% del gusto, non tanto per incapacità dei traduttori ma per reale impossibilità di tradurre lo slang e lo stile dei libri, assolutamente realistici nel rappresentare il parlato e lo stream of consciousness dei protagonisti, che spesso e volentieri mi somigliano e che quindi, letti tradotti, suonano molto più "altri da me" rispetto all'originale.



In fin dei conti, potrei chiudere il post semplicemente con la frase qui sopra: a me Coupland piace così tanto perchè parla di me e perchè in ognuno dei suoi personaggi riconosco qualcosa di mio, qualche atteggiamento, qualche pensiero o qualche situazione che ho provato o direttamente o che comunque percepisco come affine alla mia generazione, appunto.

La trama in sè per sè non è qualcosa in cui riconoscersi granchè, è vero: futuro prossimo, api estinte apparentemente senza motivo, cinque giovani agli angoli opposti della terra che vengono punti da api superstiti, sempre apparentemente senza motivo, una nuova droga che accelera la percezione del tempo.ù

I cinque ggiòvani diventano all'istante delle superstar e finiscono rinchiusi in stanze anonime e separate dove subiscono un mese di test psicofisici, per poi essere trasferiti, tutti assieme, in un'isola sperduta nel nulla dove danno vita a una versione moderna del Decameron, raccontandosi storie a turno salvo poi scoprire un loro forte interessamento nei loro confronti da parte dei produttori di questa nuova dddròga.

Detto così è un romanzo con la trama completamente nonsense, e in effetti a una lettura superficiale potrebbe sembrare così (anche se le situazioni ridicole in cui si Coupland piazza i personaggi lo renderebbero piacevole anche solo letto così), ma in realtà Doug è un maestro delle allegorie e quando ti parla di questi tizi isolati dal mondo che inventano storie in realtà ti sta parlando della magia dei libri e del potere che hanno su di noi l'attività di immergersi in una lettura o quella di raccontare delle storie ad altri.

Ma non basta.

Non c'è solo il romanzo nonsense nè solo la dimostrazione d'amore per i libri, c'è anche la fotografia lucidissima e pesantemente umoristica di una generazione che le storie, lette o raccontate, le ha un po' perse e quindi cerca di sostituirle in qualche modo: c'è la tipa che fa gli earth sandwich mettendosi d'accordo con qualcuno che abita agli antipodi per mettere contemporaneamente una fetta di pane per terra, c'è quello che fa i soldi vendendo gli mp3 dei silenzi registrati in casa delle celebrità o il trebbiatore che si arricchisce mietendo il grano nudo sulla mietitrebbia e in streaming video ma c'è anche gente un po' meno freak (beh, oddio) come il giocatore hardcore di WOW o quella a cui i genitori confessano che hanno deciso di non credere più a nulla.

E questi sono solo i protagonisti: la società che li circonda, invece, ha come problema più comune il timore del futuro prossimo, quello che da noi i tg chiamano "terza settimana" ma che secondo Coupland è una cosa più articolata e legata alla mancanza di evasione temporanea dalla realtà.

Che poi, fa strano, perchè quando sei ggiòvane i vecchi ti dicono sempre che devi piantarla con quei giochini/libri/fumetti/dischi/cazzimme e dedicarti a qualcosa di veramente importante, poi arriva il vecchio Doug e ti ricorda che i momenti di evasione condivisa con altri sono importanti almeno tantoquanto e, anche se i personaggi dei suoi libri non sono eroi in cui sei fiero di riconoscerti, ti tranquillizza lo stesso.

Grazie, Doug.

Se non si fosse capito: per me questo è il libro dell'anno, correte a comprarlo immediatamente (aspettando che Doug finisca la biografia di McLuhan per cui sto già sbavando da mesi).

lunedì 28 settembre 2009

OrchestRaibaz, puntata #27 - Progressive house cupa

Puntata a tema anche stasera, ormai è un'abitudine :)

Il tema di stasera è "quei progressivoni cupi da luci spente", quindi c'è un sacco di John Creamer & Stephane K e compaiono un po' tutti quelli che hanno fatto la storia di questo genere ormai praticamente caduto in disuso: c'è Holden, ci sono i Deep Dish, ma ci sono anche personaggi che non sono mai usciti dal genere, come Moshic o Rui da Silva e Kosmas Epsilon.

La tracklist oggi è molto più corta del solito, più che altro perchè dischi così articolati e strutturati è bene lasciarli sfogare a dovere e infatti c'è anche molto meno Soundbite del solito, ma tutto sommato mi sono divertito lo stesso risentendo piccoli capolavori che non sentivo da tanto.

Bando alle ciance, la tracklist quindi è siffatta:

Satoshi Tomiie - Love in traffic (John Creamer & Stephane K rmx) (INCredible)
G-pal - Ocean of blue (Sultan & The greek rmx) (Swift)
Madoka - Dive (Moshic & Zidan rmx) (Plastic fantastic)
James Holden - A break in the clouds (Border community)
Kirsty Hawkshaw - Fine day (James Holden rmx)
John Creamer & Stephane K - I wish you were here (Deep Dish rmx) (Alternative route)
Kelli Ali - Kids (Rui da Silva rmx) (One little indian)
Delerium feat. Leigh Nash - Innocente (Deep Dish gladiator rmx) (Nettwerk)
Der dritte raum - Hale bopp (Virgin)
Alex Smoke - Chica wappa (Soma)
The beloved - Sweet harmony (Kosmas epsilon rmx) (Laif)


Il link per scaricare il set è questo, mentre questo è il feed RSS del podcast per essere sempre aggiornati quando pubblico un nuovo episodio.

venerdì 25 settembre 2009

Il risveglio divertito

Quando stai dormendo e ti svegli da un sogno, di solito c'è sempre un attimo di smarrimento in cui realizzi che, appunto, "era solo un sogno", e da lì in poi dipende da quanto violento è stato il risveglio: a volte capita che il timing del risveglio sia sbagliato, tipo perchè suona la sveglia o perchè magari è domenica e ci si sveglia con troppa calma, e va a finire che di cosa stavi sognando non ti ricordi niente e magari passi la giornata a cercare di ricordarti cos'era, senza successo.

A volte invece capita che ti svegli col timing giusto e rimani un po' in dormiveglia cercando, a cavallo tra il conscio e l'inconsco, di proseguire il sogno, anche se il risultato non è quasi mai soddisfacente; la cosa, tra l'altro, capita anche quando ti svegli di soprassalto per un incubo spaventoso, che ti fa restare terrorizzato col lenzuolino sopra la testa fino a quando crolli di nuovo in un sonno profondo, con buona pace della sveglia che suonerà di lì a poco.

Di solito mi capita di svegliarmi in uno stato così emotivamente pesante solo quando mi sveglio all'improvviso da un incubo e il terrore mi assale e mi attanaglia per il tempo successivo al risveglio, ma c'è anche un altro caso, che mi è successo stanotte: mi sveglio ridendo a crepapelle e poi realizzo che sto ridendo come un pazzo a letto, da solo.

E' un caso rarissimo, e devo dire che il mio subconscio ha anche un senso dell'umorismo particolare.

Stanotte a farmi crepare dal ridere è stata la seguente situazione: ero a un matrimonio, non sono sicuro che fosse il mio ma non credo (anche se ero in imbarazzo per non essere vestito sufficientemente elegante, un chiaro riferimento a questo evento della mia vita passata), e durante la funzione prendeva la parola mio zio, fratello di mio padre, eccezionalmente vestito in stola cardinalizia viola, orecchini di feltro (?) in tinta e lunghissima barba a punta tipo David gnomo, per dire che "insomma, che matrimonio è se non cantiamo?" e invitare tutti a cantare questa grandissima hit:



(L'interpretazione è aberrante, ma youtube non offriva di meglio)

Ora, io non so se mi preoccupa di più mio zio con gli orecchini di feltro, aver sognato "Camminerò", oppure essermi svegliato ridendo di gusto :D

giovedì 24 settembre 2009

[Expv 003] Santorini - Burnout

Ed ecco pronta e uscita nei migliori negozi di dischi la terza uscita su vinile del catalogo Exprezoo, la quarta se contiamo anche quel whitelabel che girava quest'estate e che attualmente finisce spesso nei set di gente di tutto rispetto come Brothers vibe e Dj Sneak; a sto giro si parla di tre ggiòvani produttori italiani, due dei quali tra l'altro sono ammisci, il che mi rende ancora più fiero di esser qua a parlare della release.

L'autore della traccia originale, Santorini, è un amico di vecchia data di Exprezoo (lo ricordo ancora incendiare il Gasoline in un live devastante a quattro mani col nostro technonerd, AC project) oltre a essere all'inizio di una rampa di lancio che l'ha portato a uscire su etichette di prestigio come la Upon you, su cui ha da poco stampato una piccola perla dal gran potenziale da hit; sul versante remix, poi, c'è Roberto Bardini, torinese che è già uscito su Plastic city - e hai detto niente - e il mio ammmico The Selph, già comparso varie volte all'interno del mio podcast settimanale oltre che su Apnea e su Thisorder.

Il disco - echevvelodicoaffare - è molto bellino, suona molto "tramonto estivo" in tutte e tre le tracce anche se, ovviamente, ognuna ha la sua peculiarità: se il remix di Bardini farebbe una gran figura in mezzo ai dubtechni più di classe e quello di Selph è una bomba da openair con quella pausona a metà da mani al cielo e sorrisoni, la traccia originale coniuga entrambe le nature ed è quindi una traccia buona un po' per tutte le occasioni...ma non temporeggiamo oltre, le tracce sono queste:

[Expv 003] Santorini - Burnout by exprezoo

Giusto per amore di completezza, poi, riporto anche la press release, visto che l'ha scritta uno che conosco :)
The third 12'' release on Exprezoo is by another of our flagship artists, the same Santorini everyone has already begun to appreciate thanks to his recent releases on Upon You,Bond, Recycle and Loudbit, whose style is perfectly in key with our idea of deep house: his "Burnout" contains each of the elements that made us fall in love with this kind of music, mixing relaxed atmospheres and hypnotic grooves in a blend that sounds perfect not only on a big sound system in a dancefloor, but also to be listened to with tiny earplugs, on your own.
On the other side, our quest towards finding new talents continues: the big task to rearrange the original track is given to Roberto Bardini, already known for his release on Plastic City, who puts the focus on the bass part clearly steering towards the dub side of techno, and The Selph, coming from his recent release on Apnea, who turns "Burnout" into one of the sexiest tunes of the year by ripping the rhythmic section completely apart and turning the break into a huge climax.

lunedì 21 settembre 2009

OrchestRaibaz, puntata #26 - Spanish techno

Set a tema, stasera!

E il tema è....la scena spagnola di qualche anno fa, che ha praticamente inventato la techno attuale col look&feel digitalissimo, la derivazione minimale e un po' di funkettone latino.

Ovviamente a farla da padrone nella tracklist è Alex Under e i suoi mille alias, seguito a ruota dai suoi degni compari Damian Schwarz e Tadeo, ma ci sono anche un paio di intrusi, tipo Alejandro Lopez che si può considerare parte della scena anche se è di tutt'altra parte della Spagna, o Davide Squillace che è l'anello di congiunzione tra la techno napoletana (pur essendo pisano) e quella iberica, o ancora Slick, degno rappresentante dell'attuale corso della scena grazie al suo bellissimo CMYK.

In realtà la techno spagnola è molto più di questo, mancano nomi illustri tipo Paco Osuna o Xpansul, ma ho voluto restare coerente col tema, per cui la tracklist alla fine dice:

Alex Under - El ganado ovino blanco (Trapez)
Damian Schwarz - Fueron dos y vuelvo uno (CMYK)
Tadeo - Bateria lup! (Cyclical tracks)
Friendly people - Music is improper (Apnea)
Oliver Hacke - Subject carrier (Alex Under rmx) (Trapez)
Alex Under - Multiplicaciones D (Apnea)
Tadeo - Granada granada (CMYK)
Alex Under - Balas de paja maja (Trapez)
Musica Charlista - Aperto piscina... (Apnea)
Tadeo - Azul terio (Cyclical tracks)
Alejandro Lopez - Estaferia (Pariter)
Alex Under - El diluvio azul (Trapez)
Slick - Verde quirurgico (CMYK)
Davide Squillace - Rossopomodoro (CMYK)
Dolly la parton - Whenever (Enrico Palazzo rmx) (Bemysheep)
Alex Under - Rojo par y pasa (CMYK)

Il link per scaricare il set è questo, mentre questo è il feed RSS del podcast per essere sempre aggiornati quando pubblico un nuovo episodio.

It's the end of the club as we know it

Una volta il clubbing qui a Milano era una cosa facile: ogni volta che capitava un ospite straniero si sapeva che avrebbe fatto giovedì il The beach a Torino o il Goa a Roma, il venerdì i Magazzini qui e il sabato il Tenax a Firenze; occasionalmente c'era qualcosa di interessante al Gasoline, soprattutto l'anno in cui il The flame faceva quella cosa carina la domenica subito dopo cena e praticamente nient'altro.

Poi il bacino d'utenza si è allargato e club nuovi hanno iniziato a spuntare come funghi di diverse dimensioni e orientamenti mentre locali già esistenti cavalcavano l'ondata della minimal techno: ha riaperto il Tunnel, il Rolling stone e il De sade avevano le loro serate (diciamo) techno, posti come il Sottomarino giallo, l'Amnesia o lo stesso Gasoline si sono scrollati di dosso la patina di locali gay-oriented per accogliere la nuova folla dei seguaci di Rici Outin, persino posti piccoli e che nessuno aveva mai considerato, come il Cantiere Delirio, facevano party da 400 persone (ok la smetto di autoincensarmi :D).

E poi?

E poi si arriva a oggi, con una serie di chiusure anche illustri e motivate, almeno ufficialmente, in compartecipazione da questioni legali e di ordine pubblico, tipo la storia del Sottomarino chiuso per storie di uscite di sicurezza e dalla crisi che rende economicamente poco profittevole gestire un club, tipo il Rolling che sarà trasformato in uffici&appartamenti; persino il Plastic, club atipico nell'atipicità milanese, a fine stagione chiuderà i battenti per la chiusura definitiva di cui si vocifera da tempo.

Quindi, cosa rimane? Dove si sono spostati tutti? Come passano le serate ora i 200 scarsi che c'erano alla chiusura di una stagione dei Magazzini, di domenica, con un Richie Hawtin non ancora trasformato nello Zio Rici? E quelli che, sempre di domenica, andavano a letto presto dopo il The flame al Gasoline?

Milano, si sa, è sempre stata una città atipica nei confronti del clubbing, orientata più all'eventone one-shot che alla residency: i posti in grado di attirare, settimanalmente, una clientela fidelizzata indipendentemente dalla proposta si contano sulle dita di una mano e rispetto al resto fanno la figura delle eccezioni, come il Plastic o il giovedì del Gasoline, mentre il resto dei party che probabilmente ci si ricorderà tra qualche anno sono al massimo mensili quando non one-shot a tutti gli effetti.

Morale, i club spariscono, al pubblico non frega niente di andare sempre nello stesso posto: il terreno è fertile per quello che ormai da un buon paio d'anni è il fenomeno del momento e che quest'anno è pronto a farla da padrone, il party nel loft piuttosto che nello studio fotografico o simile.

Non so se sia meglio o peggio del club "standard", ma ha delle differenze oggettive, non solo logistiche ma anche di gestione della promozione dell'evento (manca tutta la clientela che compare settimanalmente indipendentemente dal party) e, almeno per ora, ha il fattore coolness che per il milanese è sempre l'arma vincente.

Non è un caso, infatti, che lo staff di promozione del Gasoline abbia deciso di abbandonare la serata del venerdì, mai stata un vero successo prima per la concorrenza dei Magazzini nel loro periodo d'oro e poi per la crisi dei club, per concentrarsi proprio su questi party atipici-ma-ormai-tipici (oltre che sull'intoccabile cash cow del giovedì) spesso, come recita la mail ufficiale dello staff, in concomitanza coi grandi eventi milanesi:
Fashion week, Halloween, Nye, Design week, Art-week
Morale, tra location dei party in continuo spostamento ed eventi programmati in concomitanza con le feste comandate (su cui mi sono già espresso mesi fa) al clubber abituale è richiesto quello sforzino in più per documentarsi di volta in volta sul party giusto e su quello da evitare; voglio essere ottimista e sperare che questo crei una clientela un po' più 'clued-up', ma non so quanto sia una speranza realistica e quanto sia wishful thinking per evitare di pensare a tutti i dettagli che non mi piacciono per niente della situazione attuale.

Staremo a vedere, as always.

venerdì 18 settembre 2009

Si ok il romanticismo

Ok che sono innamorato del vinile, ok che mi piace guardare il mio scaffalone dei dischi, ok che mi piace tuffarmi nella borsa cercando il disco giusto, metterlo sul piatto e blablabla, però cazzo il nuovo cdj 2000 della Pioneer è qualcosa di esagerato:



Legge praticamente qualsiasi cosa: cd, dvd, mp3, wav, chiavette usb, sd card, con in più il bonus che se ne possono linkare fino a 4 via ethernet e suonare sul cdj b quello che sta nella chiavetta del cdj a (niente più cd in doppia copia!), ha il cosino per fare i loop come tutti i cdj di fascia alta ma ha anche il quantizzatore che permette di tarare automagicamente i loop sulle battute senza doverlo fare a mano che non funziona mai, ha il softwarino per pc che ti fa salvare i cue points e taggare le tracce prima di salvarle sulla chiavetta da infilare nel cdj, ha uno schermo bello grosso e luminoso per browsare la chiavetta suddetta, ha pure la funzione "needle search" che è una specie di scrollbar touch-sensitive che simula il salto della puntina avanti e indietro alla ricerca del punto giusto di una traccia...e in più ha tutte le features di un cdj 1000MK3, che già solo quelle hai detto niente.

Il succo del discorso è che i vari Traktor scratch e Serato sembrerebbero superati (ma se uno proprio ci tiene, i cdj 2000 hanno anche il segnale per controllarli built-in così non bisogna portarsi in giro i vinili timecoded), se non fosse per l'unica caratteristica negativa di questi nuovi giochini, i 2000 euro necessari per portarseli a casa; c'è anche l'alternativa lowcost, il cdj 900, a cui non ho ancora capito cosa manchi, che viene via a "soli" 1300 euro, ma è comunque una mazzata nelle gengive.

Avevo in mente già da un po' di fare un upgrade dei miei ormai vetusti cdj 100, ma mi sa che mi toccherà ripiegare su dei 400...

giovedì 17 settembre 2009

Senza parole.

Ma proprio perchè non riesco a trovare termini, nè credo ne esistano di appropriati, per descrivere Carl Craig e Francesco Tristano che suonano "The melody" live.



Scusate il post stringato, ma qui c'è davvero dell'ineffabile.

martedì 15 settembre 2009

La fine di un'odissea

Una quindicina di giorni fa, la luce alla fine del tunnel: lavori stradali nella via di fronte casa che, guardando il cantiere come un anziano, scopro essere l'allacciamento della Telecom.

Poi, fortuna nella sfiga, rimango a casa dall'ufficio quattro giorni per i problemi gastrici recenti per cui il signor Telecom mi trova quando mi cerca al citofono per fissare l'appuntamento per l'installazione delle prese e l'allaccio definitivo della linea, che quindi riesco a fare nel giro di un paio di giorni settimana scorsa.

Ho la linea telefonica - quasi non ci credo, l'avevo chiesta il 4 gennaio.

In realtà però la linea telefonica non l'avevo chiesta: quello che interessava a me era l'ADSL, per cui la gentilissima signorina del 187 mi ha detto che dovevano volerci 48 ore dalla data della mia richiesta, mercoledì scorso.

Trascorse le fatidiche 48 ore, con l'ADSL ancora morta, richiamo il 187 e il simpaticissimo operatore mi dice che "maaaaa, saaaaaa, 48 ore è un'indicazione di massima, una tempistica un po'...diciamo...ottimista, in realtà ci vuole di più, non so dirle di preciso quanto, pazienti ancora un po'"...e paziento.

Ieri sera (sono pressante, lo so) richiamo il 187, con cui ormai sono amicissimo e l'ennesima, gentilissima signorina mi dice che secondo lei entro oggi o domani sarebbe stata attiva, e infatti stasera, di ritorno da una giornata faticosa....HABEMUS ADSL!

Da questo momento la mia nuova dimora è ufficialmente abitabile e non più una sistemazione di fortuna, dopo quasi un anno che mi sono trasferito qui.

Da questo momento non devo più preoccuparmi di fare tutto quello che devo fare in rete in una volta sola perchè altrimenti consumo le sessioni dell'internet key: se mentre sto leggendo Friendfeed devo pisciare, posso andare a pisciare e tornare senza aver consumato sessioni e senza aver rischiato di incappare nell'angosciante "fair (?) use policy".

Da questo momento, e facciamo finta che non abbia detto niente, posso di nuovo usare BitTorrent.

Da questo momento se ho voglia di suonare qualcosa di cui non ho il 12'' in un'orchestra, riesco a procurarmela senza troppi sbattimenti.

Da questo momento posso di nuovo aggiornare il firmware della ps3 e della Wii e magari usufruire di tutti quei GB e GB di downloadable content che i rispettivi networks offrono.

Da questo momento posso usare le funzioni di webserver del mio NAS che mi rende disponibili i miei file multimediali ovunque mi trovi.

E' l'alba di una nuova era, benvenuto nel terzo millennio Raibaz!

OrchestRaibaz, puntata #25 - Deep house & Dutch house

O puntata 2x01 che dir si voglia...finalmente è tornata l'orchestra, dopo una settimana di ritardo dovuta ai miei recenti sbattimenti gastrici.

Si ricomincia più o meno da dove avevamo finito, con un po' di deep house che però in breve tempo vira verso il techneggiante di provenienza olandese per poi rimanerci comodamente per il resto del set, che si chiude con una "One more tune", il meraviglioso remix dei Kamouflage di "Unfinished sympathy" dei Massive attack con la sua splendida pausa che include quasi tutta la traccia originale.

Molta Olanda, quindi (Lauhaus, Chaptal che è olandese solo d'adozione, la Bang bang), ma anche e soprattutto un sacco di Romania, che ultimamente sta dimostrando che gli Arpiar non erano un fenomeno isolato ma che esiste una vera e propria scena techno rumena e che ha molto da dire: i vari Pagal, Jay Bliss e soprattutto Mihai Popoviciu, già comparso varie volte su queste pagine, sono la prova vivente che Raresh, Pedro e Rhadoo non sono soli.

Morale, la tracklist dice così:

Unknown - Wax 20002 (Wax)
Synthcast, Pagal & Eddie Leader - The bass (Agnes rmx) (Hudd traxx)
Julien Chaptal - If this world were mine (Remote area)
Hermannstadt collective - Thirst day ep (Bang bang)
Anthea & Celler - Retroceso ep (Cecille)
Pagal, Mihai Popoviciu & Jay Bliss - Eucalipt (Fear of flying)
Devilfish - LS01 (Alex Celler rmx) (Unfokused)
Patuà - Macaista (Vakant)
Federico Giannelli & Mirco Violi - Blues brunch (Catwash rmx) (Adult only)
Ricardo Villalobos - Fizheuer zieheuer (Playhouse)
Lauhaus - Beige ep (Remote area)
Dan Andrei (Be chosen)
2020 soundsystem - Sliding away (Johnny D vocal mix) (20/20 vision)
Boris Werner - Feel good (Moon harbour)
Planet funk - Lemonade (Alex neri rmx) (White)
Massive Attack - Unfinished sympathy (Kamouflage rmx) (Kamouflage)

Il link per scaricare il mixato è questo, mentre questo è il feed RSS del podcast per essere sempre aggiornati con le nuove puntate...enjoy!

venerdì 11 settembre 2009

L'attesissimo ritorno di Raibaz dietro una console

Per festeggiare il lento miglioramento delle mie condizioni di salute, quale occasione migliore di un party con me stesso medesimo a girare i dischi?

Si dà il caso che per una serie di botte di culo contemporanee il sottoscritto abbia un'oretta e poco più di console domani sera, al Villino a Treviglio, nel ridente territorio al confine tra la provincia milanese e quella bergamasca; del posto non so praticamente nulla, se non che ha la spiaggia artificiale e che il prezzo dovrebbe essere assolutamente popolare, roba tipo 10 euro con consumazione, che mi pare pochissimo per l'enorme sollazzo auricolare che un set di Raibaz è in grado di offrire.

Morale, grandi e piccini, see you in Treviglio tumorrou!

mercoledì 9 settembre 2009

Scoprirsi anziani tutto d'un tratto

Le prime avvisaglie erano state qualche tempo fa, con la scomparsa prematura di uno degli idoli della mia infanzia.

Ieri è morto l'altro dei guru che hanno guidato la mia prima formazione: già da piccolo la forza nerd si avvertiva in me quando seguivo con attenzione le puntate di Telemike e, prima ancora, di Bis, con quei rebus (ora) pallosissimi, Susanna Messaggio e l'ippopotamo della Lines.

(Fortunatamente l'unico altro idolo rimasto, Julian Ross, non se la passa troppo bene da un bel po' di tempo ma almeno non credo morirà a breve)

Fin qui, dici, vabbè, gli anni passano anche (soprattutto) per loro.

Poi torni dalle vacanze con un dolorino non meglio precisato, che il medico ti dice essere all'esofago - lo sapevi, tu, che l'esofago è molto più vicino alla schiena di quello che pensassi e quindi non era maldischiena perchè avevi preso freddo o dormito scomodo? - e tu dici, vabbè, mi curo, ma nel frattempo il medico decide che vuole torturarti ancora un po' e ti fa una cosa per cui la waterboarding dentist experience pare una cazzata: la gastroscopia.

Fondamentalmente, ti chiava un tubo grosso come un dito fino all'ombelico, ovviamente partendo dalla bocca, e tu, che ormai non dici altro, dici, vabbè, che sarà mai.

Sticazzi.

Dura poco, è vero. Non fa male, è vero, più che altro è fastidio, ma è il fastidio di un conato di vomito ininterrotto lungo tre minuti, il fastidio di sentire uscire dalle proprie interiora dei rumori che neanche nei film dell'orrore.

Ora che è passata dico, vabbè, andava fatta, sono sopravvissuto, non sono sicuro che per i prossimi mesi riuscirò a dormire senza svegliarmi di soprassalto pensando a quei versi allucinanti che ho fatto, ma in fondo è tutto sopportabilissimo.

Quello che veramente mi fa sentire un anziano è che in base alla diagnosi del medico e al responso della tortura dell'esame da oggi e per il resto dei miei giorni non posso più mangiare tanto, dove "tanto" è un pasto completo primo-secondo-contorno-frutta-dolce-caffè-ammazzacaffè.

Giusto per info per quei pochi che non lo sapessero, attualmente peso poco meno di 90 kg orgogliosamente accumulati a colpi di pasti completi primo-secondo-contorno-frutta-dolce-caffè-ammazzacaffè.

Vediamo di fare gli ottimisti, dai: è l'occasione per dimagrire un po' e diventare un bel figurino, anche se è ancora da chiarire come potrò gestire eventi potenzialmente devastanti per la mia salute come il pranzo di natale o il prossimo compleanno della mia signora, dotata di padre ex-chef e quindi in grado (il padre, non lei) di saturarmi l'intero apparato digerente con ogni delizia del mondo.

Morale, tra miti infantili che mostrano la propria vecchiezza nel peggiore dei modi e l'organismo che manifesta la propria manchevolezza oggi mi sento molto più anziano di quanto mi sentissi, per dire, settimana scorsa.

martedì 8 settembre 2009

Orchestra rinviata

...per motivi di salute.

Fondamentalmente, sto una chiavica (più dettagli in seguito), per cui il ritorno dell'orchestra slitta, spero, a settimana prossima.

Sorry

venerdì 4 settembre 2009

Tom Middleton - One more tune

Aka, "studiare sociologia comprando cd".

Leggo un post su Hungry for now che parla di questo doppio cd di Tom Middleton, embeddando pure il videino dell'edit di "Strings of life" contenuto sia nel cd mixato che nell'unmixed: l'edit è fighissimo e tra spendere 8 euro per comprare il vinile onesided e spenderne 16 per l'intero doppio cd scelgo la seconda, che non si sa mai.

Quello che mi era sfuggito leggendo il post e comprando quasi a scatola chiusa però è il concept che sta dietro al cd, che è dedicato a un'usanza barbara che credevo solo italica, quella di gridare "ultimo! ultimo!" alla fine di un set, che invece scopro essere diffusa anche presso l'altro dei due popoli che si riconoscono immediatamente all'estero per la loro sbragatezza e cinghialaggine, gli inglesi.

 

Vista come la racconta Middleton, in realtà, l'usanza è molto meno barbara di quello che pensassi: non è il tamarro che vuole dell'altra cassa perchè non gli è ancora scesa la pastiglia, ma è più un atto di ringraziamento da parte del pubblico, che il dj ricambia con un ultimo disco di quelli memorabili&epici in modo che tutti si passi gli ultimi 7-8 minuti assieme con le mani al cielo e si torni a casa col sorrisone pensando "ao anvedi cheffigo Tommiddleto".

Le "one more tunes", quindi, non sono dischi come gli altri, sono dischi che hanno quello che Tom stesso chiama il "Diabla effect", in ossequio a questo disco di Funk D Void che è la OMT perfetta:



"Eyes closed epic, dynamic and uplifting, charged with positive energy: these are the ingredients i crave in a OMT", dice Tom Middleton nel libretto, in cui cita come altri esempi anche "Jaguar" di DJ Rolando, "Papua new guinea" dei FSOL e "Star guitar" dei Chems, tra le altre, anche se il doppio cd contiene quasi solo remix e reedit suoi propri medesimi, tra cui spiccano, oltre a quello di "Strings of life" di cui s'è già detto, anche un esagerato "Love stimulation" di Humate, che era una OMT già prima che ci mettesse mano Tom, e una "All over again" dei Blu mar ten feat. Ernesto.

Sentiti ringraziamenti a Tom Middleton, quindi, per avermi fatto rivalutare una pratica che consideravo rozza e incivile, ma soprattutto perchè ha regalato un gran bel cd mixato e un ottimo tool per finire i set in un pacco solo.

giovedì 3 settembre 2009

Sulla motivazione



Ottimo video di un talk di Dan Pink al TED che spiega come il modello di motivazione "standard", fatto di bastone e carota, sia dannoso per chi debba fare compiti che richiedano un minimo di abilità cognitive, per le quali sarebbe invece meglio un modello di motivazione intrinseca anzichè estrinseca, basata su tre fattori, "autonomy", "mastery" e "purpose" che sono alla base di modelli tipo quello di Wikipedia.

Il talk, per motivi di tempi del TED, parla solo dell'autonomy, ma vale veramente la pena di perdere un quarto d'ora a vederlo.

Il disco della settimana



Alex Celler è in forma campionato, sia da solo che con Anthea (che ho scoperto essere uno dei negozianti di Phonica di Londra): io l'ho scoperto con il missile terra-aria che ha stampato su Remote area, ma poi vai a vedere la sua pagina su Discogs e vedi che sono più di tre anni che stampa roba.

Sto remix dei Devilfish, comunque, mi piace un sacco: sembra la versione un po' più techneggiante e groova dei Mountain people, con le percussioni shufflate e il bassone rotolante, più il bonus delle ripartenze belle cicciotte "alla Alex Celler" :)

martedì 1 settembre 2009

Il ritorno dell'orchestra: ricapitoliamo

Visto che con l'inizio di settembre le vacanze si possono ormai dichiarare ufficialmente finite, è anche ora di riprendere la sana attività musicale settimanale, Vodafone internet key permettendo, per cui è con somma gioia che annuncio che da lunedì prossimo l'adorabile orchestrina diretta dal sottoscritto riapre i battenti, ogni lunedì dalle 21 alle 22 sul terzo canale di RadioNation.

Dato che magari qualcuno si è perso le puntate precedenti, vediamo di ricapitolare un po' quali sono quelle che non ci si può assolutamente perdere per farsi un'idea del discorso, partendo dalla prima puntata, purtroppo disponibile solo a 96kbps, in cui ho dato il via alle danze a colpi di metriche spezzate e breaks (tema che ho intenzione di riprendere in mano quanto prima, appena avrò tempo di prepararlo un po' a dovere).

Le prime puntate sono un po' di assestamento (anche se ce n'è una con metà show d&b che non è malaccio), ma poi si inizia a fare sul serio, sia con set "standard" come nella puntata numero 6 che con puntate "a tema" un po' più inusuali, tipo quella in cui ho suonato trance o quella in cui ho rispolverato i vecchi technoni, o ancora quella in cui mi sono dedicato allo studio dell'house oldschool.

Ci sono set "alla Raibaz", con le percussioni sbilenche, ma ci sono anche momenti in cui mi sono cimentato con roba che normalmente non mi appartiene, tipo l'electro o i dubbettoni, e ci sono pure gli approfondimenti come la puntata fatta tutta di dischi su Cadenza (che purtroppo è venuta registrata malissimo) o quella col tributo ad Andomat 3000.

Morale, nel corso della stagione passata qui si è svariato mica poco e l'idea è di continuare a farlo anche nella prossima, con un paio di sorprese che ho già in mente...stay tuned!

La ruta del sol - Luciano's diary

Scopro solo ora, grazie ai ragazzi di pilloleelettroniche, che assieme al cd dell'attesissimo album di Luciano (che secondo ResidentAdvisor sarà una cosa pensata per un ascolto organico anzichè una serie di club tools) ci sarà un dvd con La ruta del sol, un diario-documentario sulla vita del baffuto cileno.

Se prima ero un po' dubbioso sull'acquisto e contavo di dargli un'ascoltata prima di decidere se prenderlo o meno, con questa notizia direi che lo compro di sicuro, indipendentemente dalla qualità dell'album in sè.

Di seguito il trailer del dvd: