martedì 27 aprile 2010

Il concerto dei Faithless

Insomma, morale che ieri sera ho aggiunto una spunta alla lista di quei gruppi che volevo vedere almeno una volta nella vita (di "grosso" mi avanzano ancora i Garbage, per cui però mi sa che devo mettermela via e i Beastie boys, per cui ho temuto molto ma pare ci sia ancora speranza).

Nella pessima cornice di un Alcatraz al solito semivuoto (un giorno capiranno che è troppo grosso e malstrutturato per i concerti e magari - speranza vana! - ci faranno dei party seri come quello di mille anni fa con Laurent Garnier anzichè Digei Angelo) iersera ho visto una Sister Bliss bellissima e un Maxi Jazz campione mondiale di scheletrismo in elegantissima giacca nera sullo scheletrico petto nudo, degnamente accompagnati da degli ottimi turnisti, in particolare un tal Harry incaricato di cantare tutte le parti femminili con un falsetto che neanche i Bee Gees.

Il tour è per la presentazione dell'album nuovo in uscita a metà maggio, per cui molte delle tracce di ieri sera erano nuove e sconosciute al pubblico, anche se il mood generale di quello che ho sentito ieri sera mi ha già convinto all'acquisto all'uscita; ovviamente però io come la maggior parte del pubblico non aspettavo altro che le quattro-cinque hittone famose, che puntualmente sono arrivate e non hanno deluso.

Mi aspettavo anche qualche chicca un po' più nascosta del repertorio, tipo questa:



o "One step too far", che non s'è potuta fare per l'evidente mancanza di una voce femminile adatta a cantare la parte di Dido, ma a parte queste due piccole pecche la setlist è stata eccellente, comprendendo momenti di deggenero assoluto da reiv anni 90 su "Insomnia" e "Salva mea", oltre che ovviamente su "God is a dj" e sul finale di "We come 1", ma anche momenti un po' più rilassati e introspettivi su "Muhammad ali" e su "Bring my family back", che un minimo di lagrimuccia la fa scappare.

Rispetto alle prestazioni in studio, il live dei Faithless è molto molto diverso, in primis per la natura più rockeggiante dovuta alla formazione quasi "classica", con chitarra-basso-batteria più una percussionista aggiuntiva e ovviamente Sister Bliss ai synth, che fa si che in molti casi l'arrangiamento delle tracce suoni molto più poppeggiante e meno elettronico, anche se la danzabilità non ne risente affatto, anzi; la vera, grossa differenza, però, è la voce di Maxi Jazz, purtroppo.

Se nelle tracce registrate in studio il vocione di Maxi fa vibrare lo stomaco e imprime a ogni parte vocale un'atmosfera molto più profonda ed emotiva, dal vivo invece pecca clamorosamente sulle frequenze basse, non so se per limiti propri (ha la cassa toracica grande come un mio braccio, alla fine :-D) o se per una configurazione acustica scarsa, ma è comunque bravissimo a sopperire alla carenza vocale con l'abilità e la presenza scenica dell'mc d'esperienza che riesce comunque a tenere l'attenzione del pubblico a colpi di "grazzi Melanooooo, you are amazing".

Che poi, comunque, potrebbe anche cantare con la voce di Nino d'Angelo, ma sentirgli dire "This is my church, this is where i heal my hurts" dal vivo fa sempre la sua porchissima figura e i suoi tre centimetri di pelle d'oca, eh.

Morale della favola, una sudata d'altri tempi, voce sparita nel nulla e un sacco di soddisfazione; i ragazzi tornano in Italia in estate, per Italia wave, io consiglio a chiunque di andare a farci un giro, che meritano, ma alla fine che te lo dico a fare: "God is a dj", "Insomnia", "Salva mea", "We come 1", "Mass destruction"....devo andare avanti? :)

lunedì 26 aprile 2010

Un regalo per i miei affezionati ascoltatori

Dato che settimana scorsa ho saltato e che salto pure stasera perchè vado a vedere i Faithless, mi pareva troppo crudele lasciare tutti e tre i miei ascoltatori per due settimane senza musica, visto che è notorio che i miei ascoltatori sono così affezionati che se non ascoltano i miei set non ascoltano niente.

Morale, complice un sabato libero da impegni allenatoriali, ho preso un pacco di dischi e traccette nuovi e meno nuovi e ho registrato un buon due ore e un quarto di mixato per alleviare la sofferenza del lungo periodo senza orchestra; ovviamente non ho scritto la tracklist, che è lasciata agli allievi per esercizio, ma dovrebbe comunque essere facile dedurla visto che molti dischi sono già passati per queste pagine.

Il link per scaricare il mixato è questo, purtroppo mixcloud non me lo fa caricare perchè è più grosso di 100M...enjoy!

venerdì 23 aprile 2010

Final fantasy XIII visto da un FFista di vecchia data

Nel vasto panorama dei videogiuochi di nome Final fantasy e dei vari epigoni e similari (tipo i capolavori dell'epoca d'oro dei jrpg su Super Nintendo) sono pochi quelli che mi sono sfuggiti, forse giusto i primi e qualche spinoff minorissimo, tipo i Crystal Chronicles per i rottami le console Nintendo di nuova generazione, ma ho nella mia collezione delle perle di rara bruttezza che mi consentono di fregiarmi del titolo di vero addicted, tipo il dvd originale di FFVII: Advent Children, o Final Fantasy X-2, o ancora un portachiavi a forma di Zell Dincht oltre, ovviamente, alla limited edition di quest'ultimo episodio.

(E si, prima o poi va a finire che rompo il porcellino e mi compro qualche action figure di quelle gigantesche, costosissime e completamente inutili tipo questa)

Morale, mi sono bullato per un cinque-sei righe solo per acquisire un minimo di autorevolezza nel parlare di Final Fantasy XIII, visto che sono d'accordo solo in parte con l'ignobile stroncatura che gli ha tributato praticamente tutta la rete.

Premessa: una serie che arriva con ottimi risultati al tredicesimo episodio rappresentando un caso (credo) unico lo fa perchè riesce a cambiare le carte in tavola ogni volta mantenendo sempre elementi comuni in grado di soddisfare l'utente affezionato e seriale, elementi che nel caso dei FF sono stranoti: i maledetti struzzacci gialli, un personaggio di nome Cid che pilota una nave volante, un protagonista misterioso che lungo la vicenda diventa un bonaccione e una serie di comprimari di lusso ben assortiti che fanno in modo che si riesca a sostenere la durata spesso enorme dell'intera vicenda.

FFXIII ha questi elementi? Si.

FFXIII è un Final fantasy nel vero senso della parola? No.

Non so dire se per via delle critiche al dodicesimo episodio, esagerato dal punto di vista ludico per via del combat system perfetto (e copiato pari pari anche da blockbuster western recenti, tipo Dragon Age: Origins) ma pessimo da quello narrativo, o se per via delle recenti tendenze in ambito videoludico secondo le quali raccontare bene una storia fa vendere molto anche se poi il sistema di gioco è quello di Dragon's Lair, fatto sta che pur mantenendo gli elementi tipici dei Final fantasy il tredicesimo episodio fallisce miseramente in quello che è più importante e meno visibile, quello ludico.

E' inutile che ce la raccontiamo, i Final fantasy non sono mai stati giochi "per tutti": Panariello in salotto con Juliana Moreira non si sognerebbe mai di passare nottate a far accoppiare quei cazzo di struzzi colorati per far venire fuori quello dorato e andare a prendersi la summon più fica di tutti i tempi, quella è roba da nerd giappi (io stesso, lo ammetto, lo struzzo dorato non l'ho mai avuto) per cui è assolutamente normale passare intere giornate a scoglionarsi di combattimenti casuali per poter finalmente battere cattivi vestiti da tamarri con personaggi vestiti ancora più da tamarri; la base di ogni FF è sempre stata la sfida, tipicamente nerd e alla base di ogni RPG, della ricerca dell'equipaggiamento perfetto, della combo di abilità devastante, del party assortito a dovere in grado di sconfiggere ogni avversario.

FFXIII tutto questo lo sfancula bellamente pur essendo il diretto successore del Final fantasy perfetto, dell'apoteosi di ogni nerd: in FFXII c'era un basilarissimo sistema di scripting del party che trasformava il giocatore in un programmatore in erba (con sommo gaudio del sottoscritto, sviluppatore sw ormai più neanche troppo in erba), in quest'ultimo pigiare attacco-attacco-attacco a ripetizione risolve il 99% degli scontri.

In FFVII c'era quel fenomenale sistema dei materia, con gli slot limitati da dividere tra abilità, potenziamenti e summon e la possibilità di combinarli tra loro (quasi) all'infinito, in FFXIII c'è uno slot per l'arma, uno (almeno all'inizio) per un accessorio, e la customizzazione del party finisce lì.

Sono poco oltre metà della vicenda principale, in FFXIII, e non sono ancora morto una volta che sia una.

Eppure, nonostante questa natura pesantemente "for dummies", FFXIII è un gran bel gioco: ovviamente non sotto l'aspetto strettamente ludico, vista la sfida quasi nulla che offre, ma sotto quello narrativo.

Per una volta, almeno finora, i clichè sono limitati e, soprattutto, ci sono molti riferimenti a uno dei picchi più alti della narrativa contemporanea: se dico che la storia è raccontata principalmente attraverso dei flashback legati a ogni singolo personaggio volti a dimostrare come tutti fossero già legati prima degli avvenimenti "presenti" forse il lettore più scaltro capisce già a cosa mi sto riferendo, ma se poi mettiamo a confronto due dei personaggi principali:



Ogni riferimento a Lost appare evidente.

Morale, finora sono molto soddisfatto dall'esperienza di FFXIII, forse solo perchè sono un fan sfegatato della serie e sono riuscito ad apprezzare merdacce come Advent Children e ormai mi va bene quasi tutto abbia il brand, ma in definitiva pur essendo tutto sommato un film interattivo dall'aspetto ludico piuttosto scarso secondo me vale l'acquisto, dato che come film è validissimo.

lunedì 19 aprile 2010

Niente orchestra stasera

La vita di un uomo è fatta di priorità.

E quando Gokick chiama d'urgenza per improvvise defezioni dei titolari della selezione del torneo di calcio a 11, l'uomo non va in onda con l'orchestra settimanale per andare a mostrare del bel calcio.

Tornerò regolarmente in onda la settimana prossima, anche se non è detto che vista la defezione della PS3 e la partenza della mia signora magari non riesca a registrare un mixatino non regolamentare per aiutarvi a sopperire all'assenza dell'episodio di stasera :)

martedì 13 aprile 2010

Wornout

I lettori più perspicaci, ma forse anche quelli meno attenti, si saranno sicuramente accorti di una certa penuria di novità su queste paggine negli ultimi tempi, dovuta a una serie di motivi tutti ugualmente validi: in primis il mio mestiere, che anche se mi piace un sacco mi occupa la quasi totalità delle risorse fisiche e mentali lasciandomi poco tempo ed energie da dedicare ad altro, ma anche una stagione sportiva (sia da allenatore che da giocatore) ormai nel vivo e ricchissima di impegni e un device mobile che mi permette di postare al volo quello che mi viene in mente su servizi più rapidi e pimpumpam, tipo Twitter o Foursquare, o più specifici, tipo Anobii di questo blò.

Morale che ho un po' trascurato i miei affezionati lettori, più che altro perchè negli ultimi tempi tra una storia e l'altra arrivavo a fine giornata completamente prosciugato di ogni energia e giusto in tempo per crollare a letto; comunque, siccome so che voi affezionati lettori vi preoccupate per me, sappiate che sono (quasi) vivo e faccio comunque un sacco di cose, che bene o male vengono tracciate tutte su Friendfeed, per cui mi sa che vale quasi la pena di seguirmi lì, oltre che ovviamente su peoplesound :)

lunedì 12 aprile 2010

OrchestRaibaz, puntata #47 - Tributo alla Perlon

Dopo il tributo alla Minus che ha riscosso un discreto successo, ecco pronto un altro set monoetichetta, questa volta dedicato a una label che se non è la mia preferita in assoluto di sicuro si piazza almeno in top 3: la Perlon di quel sant'uomo di Zip.

Qui in itaglia non se l'è mai cagata nessuno più di tanto, salvo giusto conoscerne il nome perchè ci è uscito più volte lo zio Ricardo, ma posso anche crederci, visto che in generale il tenore delle uscite è mooolto più intellettualoide e complicato di quelle dell'etichetta di casa Hawtin; ciononostante, in patria Dimbiman e soci sono autentici mostri sacri, e hanno tutti i motivi per esserlo dopo ottanta e passa uscite a livelli quasi sempre stratosferici.

Il motivo per cui amo così tanto la Perlon è legato al fatto che pur non avendo nel suo catalogo gigahit come la Minus o anche solo dischi che sentiti una volta rimangono in testa a vita come la Cadenza, rappresenta al meglio lo stile musicale che sento più mio, fatto di percussioni sbilenchissime e all'apparenza, ma solo all'apparenza, dissonanti tra loro che nonostante ciò riescono, in un modo quasi magico, a suonare comunque perfette e a farti muovere comunque la cabeza o il deretano anche se non hai la minima idea di dove il disco che stai ascoltando voglia andare a parare.

Ovviamente nella tracklist di stasera c'è tanto Ricardo e tanto Zip, sia nella sua veste di Dimbiman che in quella di Pantytec in combo con Sammy Dee, ma c'è anche molto Akufen, artista che adoro, un po' di Luciano e pure un insospettabile Matthew Dear sotto l'alias di Jabberjaw, purtroppo trascuratissimo negli ultimi anni a favore dell'alias maranza, Audion.

Insomma:

Ricardo Villalobos - Amazordrum (Baby Ford rmx)
Ricardo Villalobos - Minimoonstar
Pantytec - Maybe not
Melchior productions - Her majesty
Luciano - Indio muerto
Akufen - Whore house
Jabberjaw - I speak for some of that
Pantytec - Does Rhonda know?
Morane - Think dark
Pantytec - Maybe
Dimbiman - Do the dimbi
Audio Werner - Onandon
Luciano & Mathew Jonson - Mr. Chancleta
Melchior Productions - Don Juan
Melchior Productions - Feel sensual
Pantytec - Instant orient
Dimbiman - "V"
Akufen - Quebec nightclub
Ricardo Villalobos - Spritzcussion
Ricardo Villalobos - Frank Mueller melodram


Per chi si fosse perso la diretta, il set si può scaricare da qui, mentre qui c'è il feed RSS del podcast per esser sempre aggiornati quando esce una puntata nuova.