mercoledì 25 agosto 2010

Musica per la pennica

Anche se ormai volge al termine, avanza ancora almeno un paio di weekend in cui godersi gli ultimi strascichi della stagione del mare e del sole, per cui mi sento in dovere di condividere col mio affezionato pubblico di lettori quest'esperienza che ha contrassegnato la mia estate.

Lo scenario è questo: come ogni persona di buon senso, in estate si vuole accumulare un gran numero di ore di sonno, vuoi per recuperare quelle perse durante l'inverno passato vuoi per fare un po' di scorta per quello venturo, ma non è sempre possibile, data l'alta concentrazione di bambini urlanti, vicini rumorosi, animali fastidiosi e ogni altra sorta di impedimento al sonno tipico delle località di villeggiatura.

Il passo zero della soluzione è costituito da quest'ottimo paio di auricolari in-ear Sennheiser acquistati alla modica cifra di una venticinquina di euro per coprire l'assordante frastuono della metropolitana mattutina e che si prestano perfettamente anche a questa occasione:


Ma cosa far passare attraverso gli auricolari?

Di sicuro niente roba coi cantati, che poi va a finire che la canticchi tra te e te e non dormi.

Ovviamente niente technoni, adoro il gruvo ma serve qualcosa di rilassante.

Niente dnb, anche quella più jazzata e ambienteggiante tipo Dillinja o LTJ bukem è comunque troppo movimentata.

Altrettanto ovviamente, niente di quella merdaglia cillaut/lounge tipo cafè del mar/buddha bar da papponi col fazzoletto nel taschino e la magnum di champagne, che mi fa venir l'allergia solo a pensarci.

Morale serve qualcosa di tranquillo, preferibilmente loopeggiante, il più astratto possibile senza scadere negli intellettualismi inutili e che magari ti faccia svegliare riposato e di buonumore.

Chiedo troppo?

No, visto che la risposta c'è e arriva dal Giappone passando per Colonia, a casa Kompakt, e si chiama Kaito:



Il suo ultimo album, purtroppo uscito solo in digitale, intitolato "Trust less", è la musica perfetta per questo tipo di situazione, oltre a essere un capolavoro di per sè: fondamentalmente è l'approccio "minimize to maximize" applicato alle perle a cui il buon Hiroshi Watanabe ci ha abituati da anni, a questo giro ridotte alle sole componenti essenziali: pad, violinoni e melodie dolcissime, stavolta rese più semplici possibile per cullare l'ascoltatore e consegnarlo nelle braccia di Morfeo con pochi suoni ben assestati.

Ha un solo, grave, difetto: a un certo punto finisce e tocca svegliarsi, e dopo un'oretta e un po' immersi nelle atmosfere eteree di Kaito il ritorno alla realtà è quasi un trauma, la cui sofferenza è immediatamente mitigata dalla coscienza di aver passato del tempo in balia di una musica meravigliosa.

Se poi tutto il ben di dio di Kaito non fosse abbastanza, a completare il lotto ci sono pure due remix gioiellino di Echospace che secondo me si possono anche suonare e, nel contesto appropriato, fanno un figurone.

E se ancora non dovesse essere abbastanza (esosi!), rilancio affiancando a "Trust less" un'altro lotto di musica da nanna, stavolta gentilmente offerto dai ragazzi della Soma, che si conferma essere etichetta tra le più versatili del panorama techno mondiale.

Nella compilation "Soma Coma vol. 4", infatti, i ragazzi ripetono l'esperimento già ben riuscito nei tre capitoli precedenti della serie, raccogliendo in un unico cd tutte le tracce più ambientose e downtempeggianti delle loro ultime release: nel cd, quindi, appaiono molti degli artisti di punta dell'etichetta scozzese, dagli Slam a Funk D'Void e ai Silicone Soul, passando per Alex Smoke e i Vector lovers.

Il risultato è ovviamente molto meno organico rispetto all'album di Kaito, trattandosi di materiale già pubblicato separatamente anzichè di un album costruito ad hoc, ma è comunque di altissima qualità e in grado di squagliare letteralmente ogni resistenza conscia nel giro di un paio di tracce, trasfomando l'ascoltatore sdraiato sul lettino in una creatura amorfa russante e sbavante per tutta la durata del cd.

Al risveglio, il feeling non sarà lo stesso di gioiosa rinascita prodotto da Watanabe, ma tracce come questa sono comunque in grado di far piombare l'ascoltatore in un sonno così profondo da regalare riposo da qualsiasi tipo di fatica:

mercoledì 4 agosto 2010

Exprezoo Classics vol. 1

Sembra ieri, e invece la "mia" etichetta, la Exprezoo, ha già compiuto quattro anni: quale modo migliore di festeggiare, se non pubblicare una compilation di greatest hits?

D'altronde, lo ha appena fatto anche un'altra delle mie etichette preferite, la Ovum, con l'unica irrilevante differenza che loro di anni ne han compiuti quindici e hanno all'attivo molte più uscite e un blasone giusto un tantinello superiore, ma alla fine il senso del discorso è lo stesso.

Sul caro vecchio Beatport, infatti, è da poco disponibile "Exprezoo Classics vol. 1", che raccoglie tutte le meglio tracce uscite su Exprezoo di recente e meno di recente ad opera di tutti quegli artisti che ormai sono di casa da noi, come Alexxei e Nig o Quikè, e di quei talenti che abbiamo contribuito a lanciare, tipo UES o Padice: morale, un sacco di robbabbòna per tutti i gusti di grandi e piccini.

A sto giro, il mio contributo è stato molteplice, a partire dalla press release che riporto qui e che dice così:
Anche se non è la prima impressione che dà, viaggiare in treno è uno dei modi più romantici e più sexy per spostarsi: non c'è solo il lato oldschool e "dirty" sul treno, c'è anche la possibilità di rilassarsi e guardare il paesaggio attorno, oppure - non si sa mai - di conoscere qualcuno di interessante.
La nostra musica è come un viaggio in treno: ha quel sapore analogico delle tracce fatte "come una volta" e quasi senza che tu te ne accorga ti porta dove dovevi andare, sia quando la tua destinazione era fare un po' di casino con gente simpatica che quando volevi semplicemente startene fermo a pensare e guardare il paesaggio.
Il nostro viaggio sul treno di Exprezoo dura ormai da quattro anni e in questa compilation abbiamo cercato di racchiudere l'essenza del nostro percorso, ricco di soddisfazioni ma ancora molto lontano dalla conclusione.
Ma fin qui niente di nuovo, visto che le press release le scrivo per tutte le uscite Exprezoo...il vero grosso contributo nuovo per festeggiare l'uscita della compilation è questo lussuoso mixato, composto interamente ed esclusivamente di tracce uscite sull'etichetta del trenino e disponibile per il download aggratise da parte di tutti voi fan sfegatati:

Raibaz mix for Exprezoo classics by exprezoo

Enjoy!

martedì 3 agosto 2010

My summer picks

E' arrivata l'estate!

Ad esser sinceri ormai se n'è anche già quasi andata: anche se molti di noi itagliani  (me compreso) devono ancora andare in ferie, la parte più calda dell'anno è ormai passata, le giornate hanno già iniziato a riaccorciarsi e da un giorno all'altro Pozzetto ricomparirà in televisione a ricordarci che "il natale quando arriva arriva".

Visto che quindi in molti, compreso il mio radio show settimanale, stanno aspettando che la caldanza passi e rigenerando le energie fisiche e mentali in attesa della prossima stagione fredda, e che chi ancora non lo fa a breve andrà a sollazzarsi, magari con le palle a mollo in qualche località marittima, con un ipod nelle orecchie, è d'uopo divulgare un po' di traccettine succulente che stanno soddisfacendo le mie orecchie in questi giorni di caldaglia:



Mathias Kaden - Kawaba (Dj Koze's Kosi-san rmx) (Vakant)

L'album di Mattia Cadeni è già di suo nel novero dei meglio di questo 2010, ma col doppio disco di remix ci si è superati: il remix del folle Dj Koze non ha assolutamente niente di estivo, col suo incedere lento e oscuro in grado di gettare gli ascoltatori nelle tenebre più oscure di una nottata invernale del nordeuropa, ma chissenefotte: è bellissimo.



Mathias Kaden - Roots (Luna City Express & Mathias Tanzmann rmx) (Vakant)

Dall'altro dei due dischi di remix, a dimostrazione che da materiale di partenza simile si può arrivare a conclusioni diametralmente opposte, il remix dei ragazzi della Moon harbor è un tool di quelli che sbaragliano facile gli open air: niente fronzoli, niente tecnicismi, semplicemente atmosfera festosa e pausa-ripartenza da mani al cielo.



Kabale und liebe - Since you looked into my eyes (Remote area)

Gli olandesotti cominciano a non avere più tante frecce al proprio arco e a ripetere un po' sempre la stessa formula (quello che sembrava il più originale, Voorn, ha ufficialmente finito le idee e spaccato il fondo del barile per iniziare a ravanare più in basso ancora), ma l'ottimo e simpaticissimo Kabale und liebe sfodera un piacevolissimo canto del cigno della scena con molto gruvo, uno snare secco che fa scuotere grandi e piccini e un vocal che rimane in testa.



Martinez - Damaged colours (Moon harbor)

Ormai il ritorno di fiamma dell'house è già quasi passato di moda, ma nell'album di Martinez su MHR c'è almeno un paio di tracce in grado di coniugare alla perfezione il sapore oldschool e la qualità tecnica di un disco del 2010.



Funk D'void - Flealife (Outpost)

Ho mai detto che amo Funk D'Void?
Grosse soddisfazioni sia ascoltata "singolarmente" che in mezzo a un set, sia usata come disco "protagonista" che come disco interlocutorio in mezzo a un mixato, una classe cristallina e i soliti, meravigliosi, paddoni "alla Funk D'void".



Ambivalent - Rumors (Minus)

Maranza, molto maranza.
Ma anche d'effetto, molto d'effetto. Per l'uomo che non si vergogna della propria maranzitudine, una volta ogni tanto.



Mountain people - 010.1 (Mountain people)

Rozzo e Serafin ormai potrebbero stampare un disco di rutti e scoregge con quella dose industriale di shuffle che hanno tutti i loro dischi e mi farebbero comunque impazzire; la loro è l'unica etichetta di cui posso vantare di possedere il catalogo completo.



Daria - Gauchito Gil (Lee van dowski edit) (Cadenza lab)

Che estate sarebbe senza un po' di latinate? E le meglio latinate, si sa, arrivano dall'etichetta del baffuto svizzerocileno.