lunedì 24 gennaio 2011

Orchestraibaz, puntata #67 - Di techno, muscoli e amore

La techno è una musica speciale, perchè parla a chi la ascolta comunicando per sensazioni anzichè per concetti complicati: per quanto mi riguarda, riesce a dirmi cose che spesso, a parole, non si riuscirebbero a dire.

Non saprei proprio come spiegare a parole il mood della musica di oggi, per cui quello che segue è un pessimo tentativo di mettere per iscritto quello che si è detto nell'ora di set, in cui si è parlato di muscoli e di forza bruta grazie a castagne quadrate e belle rocciose come il Delta Funktionen su Delsin (che tra l'altro è la versione più morbida e di classe delle due dell'ep, il remix di Dettmann è una fucilata che lèvati), ma anche di ammòòre in sottofondo per tutta la durata del mixato, appena accennato da un paddone dolcissimo che si sente appena e poi esplode, verso fine set, come un raggio di luce, con Aril Brikha e i suoi soliti synth caldi e avvolgenti come un abbraccione e con la chiusura oldschool ad opera di mastro Kowalski e il suo capolavoro.

Si è parlato di sensazioni di paura e di incombenza, coi primi due dischi e i loro synth ossessivi appoggiati su percussioni squadrate e implacabili come la tradizione germanica impone, ma ci si è anche lasciati cullare nel morbido turbinio dei pad di Patlac su Liebe detail, su cui sdraiarsi e lasciarsi affondare placidamente.

In generale, il set di stasera parlava di buio, un buio in cui sudare copiosamente sotto una cascata di cassa tonante e in cui perdersi, ritrovarsi, riperdersi e ritrovarsi, un buio che non fa paura perchè è il buio amico della techno.

A me, almeno, parlava di tutte queste cose e anche di molte altre, ma a ogni altro ascoltatore dirà cose diverse.

La tracklist, invece, che è unica e inequivocabile, dice così a tutti:

Sandwell district - Function (Sandwell district)
Johannes Heil & Christian Pass - Faith (Metatron)
Marcellus - Phenomena (Deeply rooted house)
Mike Dehnert - Deep route (Deeply rooted house)
Patlac - Shape (Liebe detail)
Aubrey - Evacuation (Skudge rmx) (Synchrophone)
Delta Funktionen - Silhouette (Delsin)
Sandwell district - Hunting lodge (Sandwell district)
Silent Servant - Violencia (Function rmx) (Sandwell district)
Joel Mull - Danny boy (Truesoul)
Aril Brikha - Room 337 (Peacefrog)
Slam - Cacophony (Drumcode)
Alexander Kowalski feat. Raz Ohara - All i got to know (Kanzleramt)

Per chi vuole sentire le ineffabili parole della techno, le si può scarricare da qui, mentre, al solito, per essere sempre aggiornati con le puntate nuove, qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quan'altro.

giovedì 20 gennaio 2011

myZEO, il mio ultimo acquisto da nerd

Ho quasi ventotto anni, e per quasi ventotto anni ho avuto grossi problemi col sonno.

Insonnia, difficoltà ad addormentarmi, odio profondo verso la sveglia (anche se quest'ultimo credo sia comune a molti) e un sacco di fastidi del genere sono roba a cui sono abituato: di recente la situazione è un po' migliorata, più che altro perchè arrivando a sera spesso e volentieri molto stanco faccio un po' meno fatica ad addormentarmi, ma comunque mi capita ancora troppo spesso di svegliarmi la mattina con la netta sensazione di non aver dormito una fava e di restare rintronato e di pessimo umore per tutto il giorno.

Morale, è un problema che sento.

A sant'Ambrogio vado a NYC a trovare un amico e mi imbatto in un angolino di paradiso: il negozio di Wired.

In pratica uno spazio pieno di giochini da nerd, dal tagliapizza a forma di Enterprise alle postazioni kinect e playstation move, dal software che fa in realtime la roba tipo il video interattivo degli Arcade fire della primavera scorsa al libro "cooking for geeks" e un sacco di altre cose, al punto che non avevo mai provato il desiderio di comprarmi così tante cose tutte assieme, tra cui...l'oggetto della svolta.

Non sto a spiegare come si chiama per motivi che rivelerò in seguito, cmq l'idea dell'oggetto della svolta è questa: un braccialetto da indossare durante la notte che rileva tramite i tuoi movimenti se sei in fase di sonno profondo o leggero e ti sveglia, all'interno della finestra temporale che hai scelto, nel momento più opportuno per non farti sentire rincoglionito.

"E' fatta, sono salvo e sono salvi tutti quelli che devono subire il mio umore assassino quando la sveglia suona al momento sbagliato".

Il negozio di Wired non vende in loco, ma appena a casa mi fiondo sul sito del prodotto in questione e lo ordino, fortunatamente senza pagare subito, attendendo pazientemente la consegna...che non arriva.

L'azienda in questione ha avuto grossi problemi con la produzione dei gingilli lì, tipo che hanno cambiato due stabilimenti produttivi in un anno, un anno che è l'attuale ammontare del ritardo nelle consegne negli USA, mentre delle consegne overseas non si sa ancora nulla, con in più il bonus che il primo lotto di spedizioni han dovuto richiamarlo indietro perchè l'alimentatore prendeva fuoco.

Ma non mi dò per vinto: nei commenti del blog dell'azienda, uno dei tanti clienti insoddisfatti sostiene di essersi comprato un prodotto concorrente e di esserne molto soddisfatto: c'è ancora una possibilità per me.

Ci siamo: il prodotto in questione è in catalogo su amazon.co.uk, costa tipo il quadruplo del primo che avevo visto, ma nel giro di una settimanina finalmente sono un fortunato possessore di un myZEO.

Per ora ci ho dormito solo due notti, la seconda delle quali rovinata dal faticoso lavoro della reperibilità che ti fa stare sveglio dalle 3.30 alle 4.40 a lavorare, ma l'unica notte in cui l'ho usato a dovere pare davvero rivoluzionario: mi ha svegliato alle 7.12 anzichè alle 7.20 perchè secondo lui era il momento migliore, e infatti sono rimasto bello carico fino a metà mattina, quando la normale stanchezza di una notte da 6 ore scarse di sonno si è fatta avanti.

Ma la funzione "smartwake" non è tutto: il vero motivo del costo così cicciotto è il meccanismo di statistiche sulla qualità del tuo sonno (il claim è "the more you know, the better you sleep") che ti mostra, giornalmente, il grafico con la quantità di tempo trascorsa in sonno profondo, leggero e rem e il programma di coaching personalizzato che in base alle statistiche raccolte offre consigli adeguati per migliorare il proprio punteggio di sonno, con quel minimo di meccanica ludica che ti spinge a migliorare il tuo score quotidianamente e di conseguenza a dormire sempre meglio.

Come se non bastasse, c'è anche l'API per svilupparci sopra.

Il mio animo di nerd è oltre ogni soglia di soddisfazione.

martedì 18 gennaio 2011

Un nuovo eroe: Jaguar Skills

Pensate ai Soulwax, a dj Yoda e a un qualunque nero inglese incazzato, chessò, un Dizzee Rascal.

Frullate assieme, aggiungete un po' di umorismo demenziale e della passione per l'estetica ninja, i pattern di percussioni sbilenchi e gli accostamenti senza senso, ed ecco il mio idolo del mese, Jaguar Skills.


Attualmente ha uno spazio da 10 minuti nello show settimanale di Trevor Nelson su BBC Radio 1Xtra (poi un giorno ci raccontiamo cosa succede sulla radio di stato italiana mentre in UK hanno staggente qua) in cui schianta dentro una quantità mostruosa di tracce, tipo che nel minimix di questa settimana ci sono poco meno di quaranta dischi, prevalentemente classiconi hip hop, ma capita spessissimo che infili roba che non c'entrancazzo, tipo il tema di Super Mario oppure, come nel caso di questo Halloween special, quello della famiglia Addams, quello dell'esorcista e quello di X-files uno in fila all'altro così pimpumpam, per poi piazzare subito dopo Voodoo Ray di A guy called Gerald:



Se proprio volessi trovargli un difetto, ha un po' il problema che suona molto inglese e si sente molto la sua estrazione hip-hop, per cui qualche volta suona un po' troppo nigga, però chi se ne fotte, suona vestito da ninja, vuoi mettere?

lunedì 17 gennaio 2011

Orchestraibaz, puntata #66 - Novità melodicoipnotiche

Mixato ricco di primizie e di novità questa settimana, degno contraltare di quello di settimana scorsa farcito di robba vecchia: suoni nuovi, di quel filone ormai praticamente predominante che su queste paggine si apprezza molto, un po' più lento e funkettoso ma con più di un occhio girato verso la stesura delle melodie.

A far da padrone sul fronte melodico due nomi che qua passano spesso e volentieri, come Roman Flugel e il suo gioiellino su Dial e soprattutto come Chymera, col suo capolavoro su Dirt Crew che si è perso la palma di "miglior disco del 2010 spanne sopra tutti gli altri" solo perchè è uscito dopo che ho scritto il post, ma c'è anche la sorpresa Daso, che per una volta affianca ai suoi soliti astrattismi neotrance una voce e ne tira fuori una perla pop-dance col potenziale della megahit.

Doverosamente, visto che non sbaglia un colpo ed è ufficialmente la "new sensation" di questa stagione invernale, compare anche la ggiovane Maya Jane Coles, che spero ardentemente di vedere qui in itaglia a breve, come pure non mi spiacerebbe vedere Shlomi Aber, qui presente con una traccia estratta dal suo album su Ovum, e non mi sarebbe spiaciuto vedere il signor Horror Inc. aka Marc Leclair aka Akufen, ma questa è un'altra storia.

Insomma che il nuovo sound ha preso un po' tutti, dai "vecchi" tipo Babicz, Heil e Mark Broom che han sempre fatto tutt'altro ma da produttori d'esperienza si son riciclati facile, ai meno vecchi come Burkhardt ed Einzelkind, che pur suonando un po' manieristici se la cavano più che degnamente con queste cose nuove disco disco.

Ah, e vogliamo parlare dell'edit di Danny Howells alla fine, che nuovo non è ma fa sempre il suo?

Tracklist:
Horror Inc. - Aurore (Haunt)
Christian Burkhardt & Einzelkind - Cooper (Jax)
Mood 2 swing - All night long (Radio slave edit) (Cabin fever)
Roman Flugel - How to spread lies (Dial)
SCB - Hard boiled vip (SCB)
Maya Jane Coles - Cool down (Dogmatik)
Daso & Ofrin - Time for decisions (Club mix) (Conaisseur)
Shlomi Aber - Tap order (Ovum)
Johannes Heil - Loving (Mark Broom soul mix) (Cocoon)
Robert Babicz - Percofonik (Bedrock)
Chymera - Curl (Dirt crew)
Michael Jackson - Thriller (Danny Howells edit) (White)

Eccezionalmente, il set è disponibile solo in versione podcast, visto che la diretta è saltata per via di probbblemi col server della radio, per cui l'unico modo di sentirlo è scarricarlo da qui, mentre, al solito, per essere sempre aggiornati con le puntate nuove, qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quan'altro.

lunedì 10 gennaio 2011

Orchestraibaz, puntata #65 - Oldschool Detroit

Bentornati su queste paggine di podcasti!

Anche nell'ultimo anno prima della fine del mondo secondo i maya noi si spinge della musica di qualità coi dischi uninfilallaltro: avevo già pronto un set ricco di novità succose per festeggiare l'inizio del nuovo anno, ma poi sabato sono stato a sentire Gerald Mitchell e sono rimasto folgorato; dovevo suonare un po' di roba Detroitosa vecchia.

Alcuni dei dischi di stasera, quindi, sono ripresi pari pai dal set di Gerald dell'altra sera, tipo Throw di Carl Craig o il Giaguaro che cazzo cazzo cazzo l'avrò sentito qualche miliardo di volte ma ogni volta mi vengono i lacrimoni, però ci ho anche messo del mio, pescando sia nella categoria "ruderi funkettosi sempre goduriosi" e andando a estrarre un Sister Sledge d'epoca, che scavando a fondo nello scaffale Detroit e scovando una chicca di altissimo livello, quel "Take me away" ripreso nientepopodimeno che da Liam Howlett dei Prodigy in "Warriors' dance" e che ho scoperto giusto oggi essere opera di un artista di scarsissimo livello, un vero pezzente, un certo Jeff Mills.

E cosa dire di quel geniaccio di Christian Prommer, che rifa i dischi techno coi musicisti "veri" trasformandoli in cose jazzose e stilose? L'accoppiata originale vs. suo remix di Groove la chord (altro disco consumatissimo ma sempre meraviglioso) è una bomba a mano di classe e groove.

Aggiungi un paio di grandi classici, shakera forte, ed ecco la tracklist di stasera:

Christian Prommer - Jaguar (Part 2) (!K7)
Aleem feat. Leroy Burgess - Release yourself (Nia)
Sister sledge - Lost in music (Atlantic)
Rhythim is rhythim - Nude photo(Transmat)
True faith with Final cut feat. Bridgette Grace - Take me away (Move the crowd)
Aaron Carl & Gerald Mitchell - Oasis (Gerald Mitchell rmx) (Superb)
Paperclip people - Throw (Planet E)
Ron Trent - Altered states (Terry Hunter's states altered mix) (Prescription classic)
Octave One - Blackwater (430 west)
Christian Prommer - Groove la chord (!K7)
Aril Brikha - Groove la chord (Fragile)
Dj Rolando aka the Aztec mystic - Knight of the jaguar (Underground resistance)
Galaxy 2 galaxy - High tech jazz (Underground resistance)


Tanto per cambiare, ho litigato con quel cagnaccio di Sam Broadcaster, per cui il set è venuto registrato solo da metà di "Nude photo" in poi, però quello che c'è si può comunque prendere da qui, mentre, al solito, questo è il feed RSS del podcast per esser sempre pronti a scarrricare le puntate nuove.

Gerald Mitchell @ Tunnel, 8-1-2011

Lo so, mi ero ripromesso di lasciar perdere i party di Milano, ormai invasa da sedicenti organizzatori che si improvvisano araldi del clubbing in situazioni più simili alla festa "pareo selvaggio" del Billionaire, ma non me la sono sentita di lasciarmi scappare Gerald Mitchell, considerato anche che era l'ultimo weekend di ferie, magari i tamarri erano tutti via e che comunque al Tunnel vedo sempre un bel po' di amici che mi fa sempre piacere salutare.

Poi, parliamone: Gerald Mitchell è uno che sulla sua pagina di Discogs, alla voce "in groups", recita: Galaxy 2 galaxy, Los hermanos, Underground resitance, più un paio di altre collaborazioni in cui figura gente del calibro di "Mad" Mike Banks, per cui siamo in zona "mica pizza e fichi".

Ma andiamo con ordine, partendo dal set di Lele Sacchi in apertura, che non sentivo da un sacco di tempo (anni) e che però è rimasto sempre uno dei migliori dj italiani a fare apertura: arrivo molto presto, il Tunnel è ancora semivuoto, ma lui è già in console che suona dell'ottima housettina tranquillina tuppi tuppi, che poi senza soluzione di continuità e con una linea perfetta cresce in sintonia col numero di presenti nel locale, per arrivare alle 2 a far ballare tutti i (tanti) presenti con gusto e con gioia.

Unica critica: non saprei dire se ora suoni sempre così, se sia solo per via della sua ottima abitudine ad adattare un pochino il set a quello dell'ospite che lo segue o per via del fatto che, volenti o nolenti, molte delle uscite attuali sono così, l'ho trovato un filino troppo "oldschool house" con suoni recuperati dalle produzioni dei primi anni '90...non che sia un male di per sè, chiariamoci, è solo che proprio per via di un eccessiva saturazione del mercato verso questi suoni comincio a non poterne più, ma è più che altro una questione di gusto personalissimo e opinabilissimo che comunque non cambia la valutazione di un set eccellente.

Morale, il set di Lele vola via in frettissima, ed è già ora di Geraldo, che essendo tastierista si presenta non solo coi cd ma anche col tastierone per improvvisare live sopra i dischi, cosa che rende il set davvero speciale (more on this later).

Il set in sè è proprio come ti aspetteresti da uno della sua generazione e della sua provenienza, con la tecnica sporca ma coi dischi che ti parlano al cuore e soprattutto, per quanto possa essere brutta l'immagine, parlano al culo, ordinandogli di muoversi ritmicamente; l'impronta soul e black del set di Geraldo è evidentissima, ma è anche molta la varietà che l'hermano riesce a infilare nella propria selezione, spaziando dall'acid ai classiconi techno, dai cantati soulful alle batucade senza praticamente mai suonare dischi riempitivi ma solo dischi protagonisti, perfettamente incastrati nel contesto del set.

Passano un paio d'ore, il set volge verso la conclusione e Geraldo decide di spingere sull'acceleratore, inanellando una sequela di capolavori che inizia con "Throw" di Paperclip people aka Carl Craig e finisce con "The bells" di Jeff Mills passando per "Transition" degli UR e noi siamo già più che soddisfattissimi, ma il meglio deve ancora arrivare.

Per tutta l'ultima mezz'oretta Geraldo parlamenta lungamente con Lele e si capisce che ha qualcosa in mente, qualcosa che entra di diritto nei migliori momenti di musica mai visti dal qui scrivente: l'idea è che Lele rimanga a gestire la console per l'ultimo paio di dischi, selezionati sempre da Gerald medesimo, in modo che lui possa dedicarsi interamente alla tastiera: tutto molto bello già così, se non fosse che il primo dei due dischi suddetti è IL disco:



Eggià, nell'originale di Rolando la tastiera la suonava proprio lui, e stasera la suona di nuovo, live, mentre Lele se la effetteggia di gran carriera e i due si intendono come avessero sempre suonato insieme.

Emozioni very.

Dopo il giaguaro fanno la stessa cosa anche con un altro disco, a me ignoto ma molto Galaxy 2 galaxy, ed è ancora tutto molto bello, anche se sentire il giaguaro così è veramente roba di lagrime agli occhi.

E' finita? No, perchè staccare Geraldo dalla console pare impresa impossibile, e finito il momento epico del tastierone lui ricomincia a suonare funkettoni lentoni e festosi, a luci accese, e siamo tutti amici e ci abbracciamo e ci vogliamo bene, e forse del clubbing a Milano in rare e selezionatissime occasioni è ancora possibile.

Grazie, Geraldo e grazie ai ragazzi di Classic :)