venerdì 29 aprile 2011

E dopo la primavera, ecco il disco dell'estate

Nel 2009 avevo parlato bene di "Bonkers" di Dizzee Rascal in aprile, dopo averlo visto fare apertura ai Prodigy.

L'anno scorso ho dichiarato che il disco dell'estate sarebbe stato "Barbra streisand" di Armand van Helden e A-trak già a marzo, dopo averlo visto suonato da A-trak stesso alla WMC, e stiamo riuscendo a levarcelo dalle palle forse forse giusto ora, più di un anno dopo.

Morale, un po' di street cred quando si tratta di riconoscere le hit future credo di averla.

Questo di cui parliamo oggi non ha il potenziale da tormentonissimo come "Barbra streisand", ma è un gran bel disco, di una furbizia estrema ma ciononostante apprezzabile.

Furbissimo, perchè ha un alone di revival 90s così grosso che ormai non è neanche più un alone, è proprio l'ossatura della traccia: bastano i primi due accordi ed è di nuovo il 1995, poi Shola Ama (Shola Ama! aveva pure fatto un disco coi Sottotono in quegli anni là) inizia a cantare e le armonie sono quelle di quando noi si era ggiovani, complice anche un testo citazionista al massimo ("you used to touch me [...] you used to hold me").

Alla mia generazione questo disco, volenti o nolenti, farà riemergere ricordi di adolescenzia, mentre a quelli che sono giovani adesso piacerà e basta, perchè è cmq un gran gran gran bel disco.

A proposito di furbizie e di revival, comunque, vogliamo commentare il video ufficiale, in cui Toddla T e soci mettono su una radio pirata e scappano dalla polizia proprio comesefossero gli anni '90?

venerdì 22 aprile 2011

Il mio personalissimo disco della primavera

Ok, il concetto di "disco della primavera" è una cosa che non esiste, al massimo noi che blateriamo parole sulla musica riusciamo a concepire il "disco dell'estate", ma non riesco veramente a trovare un altro modo per definire il mood di questo nuovo Phonique su Dessous:



Easy, senza troppe complicazioni: un lead felice, un bassettino rimbalzello e romanticoso, un cantato mezzoubriaco e tenerone et voila, il mood della stagione dell'ammore, degli alberi in fiore, del mondo che si sveglia dalla pigrizia dell'inverno.

E' tutto quello di cui c'è bisogno, in primavera, ma siccome la Dessous ci vuole bene c'è pure il remix downtempo che sostituisce alla bassata dei pad tranquilloni e un'atmosfera da limone duro, ma di quelli rilassati.



Morale, un disco che racconta la gioia delle cose easy, che ogni tanto bisogna ricordarsi di non stare a fare le cose troppo complicate.

Ah, c'è anche un altro remix di Alex Niggemann, ma fa cagare.

lunedì 18 aprile 2011

Orchestraibaz, puntata #75 - Estate gioiosa

Ho ufficialmente decretato che è arrivata la bella stagione.

Sarà stato il weekend lungo di Elita con molto alcool e molte attività, sarà la primavera, non so cosa sarà, ma avevo voglia di fare un set allegro, festoso, con le mani al cielo e vaffanculo tutto.

Morale, complice anche un po' di ispirazione data dal set esagerato dei Soul clap di ieri sera (vedi post precedente), il set di stasera è uno di quelli da gustare sorseggiando una birra e sculettando morbidamente all'inizio, per poi cantare di gran carriera a squarciagola con la sequenza di metà set che abbatterebbe qualsiasi ugola: la progressione è lenta ma inesorabile, si parte dai romanticismi di Fish go deep su Strictly Rhythm, si continua col cazzonissimo David Byrne con gli X-press 2, forse uno dei dischi più da party cazzeggio di sempre, poi un grande classico che tutta "la mia generazione" conosce praticamente a memoria gentilmente offerto dai Daft Punk, e poi, per chiudere la sequenza, si inizia a sudare con un Azari & III un po' più sostenuto.

Ma è estate, non possiamo mica metterci a menare come dei fabbri: l'estate è la stagione degli open air, delle mani al cielo, degli abbraccioni, del sorriso a trentadue denti, l'estate, per come la vedo io, è "Blank" di Joris Voorn.

Quella pausa con gli accordoni gioiosi, la ripartenza festosissima ma senza fare troppa caciara, la chiusura coi pad strappalacrime, per me più di ogni altro disco che abbia mai sentito incarnano il mood di un party estivo, con la felicità che traborda da tutti i pori.

Per proseguire la linea, ci vuole un viaggione di almeno pari livello, e per fortuna vengono in aiuto i Booka shade che le sanno fare un po' tutte, ma di viaggioni così sono cinture nere, e si sente; nel frattempo, però, il sole è tramontato, l'open air estivo ospitato in casa Raibaz volge al termine, e il set raggiunge il suo picco di fomento con il groove di altissima classe di Burnski e Robert James, sentito strasuonare dal sempre eccellente Lele Sacchi e presente anche nel bellissimo mixcd dei Soul clap, ancora loro, che ricompaiono per accompagnarci per mano verso la chiusura col loro reedit di "Extravaganza" di Jamie Foxx con Kanye West, anche questo sentito suonato ieri sera e che è praticamente il mio disco preferito del mese, perchè ha praticamente tutto: bassone rotolone, atmosfera sexy, cantato lussuoso e racconta anche, vagamente, il mio weekend appena trascorso.

L'ultimo disco, sarà pure nazionalpopolare, sarà pure inflazionatissimo, ma non me ne frega niente, "Star guitar" è sempre "Star guitar" e chiuderci un set venuto, modestamente, proprio bellino come quello di stasera è un gran piacere.

Riassumendo, la tracklist dice così:

Frost - Alphabet (Shadow)
An-2 Road through the rain (Was not was)
Justin Drake - Cosmic log (No. 19)
Lusine - Twilight (Jeff Samuel rmx) (Ghostly)
Fish go deep - The cure and the cause (Dennis Ferrer) (Strictly rhythm)
X-press 2 feat. David Byrne - Lazy (Skint)
Daft punk - Face to face (Virgin)
Azari & III - Reckless with your love (Permanent vacation)
Joris Voorn - Blank (Green)
Booka Shade - In white rooms (Shinedoe fusion mix) (Get physical)
Burnski & Robert James - Malibu (Hot creation)
Soul clap - Extravaganza (Wolf+Lamb)
Chemical brothers - Star guitar (Virgin)

Per portarsi in giro l'estate ovunquevoisiate e riempirvi il cuore di gioia a piacimento e a comando, da qui si può scarrricare il set di stasera, mentre, al solito, per essere sempre aggiornati con le puntate nuove, qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quant'altro.

I Soul Clap (ma anche gli altri due, dai), la musica, l'ammore, la felicità

Giovedì ti sei perso Sasse al Rocket (Grandmaster flash al Plastic non se ne parlava neanche) perchè era giovedì, non si poteva far tardi.

Venerdì per una storia o l'altra hai perso il set dei Tale of Us, anche se la prima metà di quello dei Clockwork è stata soddisfacente.

Sabato, ovviamente, ti sei perso gli Art department, per via della decisione scellerata di farli suonare di supporto a quella merda ambulante di Kalkbrenner, del suo seguito di regazzini e dei suoi trentacinque euro di ingresso.

Domenica, che cazzo, i quattro squagliati dell'ultimo dj kicks li vuoi sentire per forza, cascasse il mondo.

Li vuoi sentire perchè sai che due di loro sono i più grandi cazzoni che la scena attualmene abbia da offrire e gli altri due sono due vecchi barbogi, e la curiosità di sapere quale delle due anime vincerà è fortissima: su cd hanno vinto i Wolf+Lamb, e infatti il dj kicks è una noia mortale, ma in situazione da club, la domenica sera, in quello che è praticamente l'after della settimana degli occhiali grandi, ho molta fiducia nei Soul clap.

Fiducia ripagata con gli interessi.

La configurazione della console già di per sè dice molto sull'andamento della serata: fondamentalmente, ogni tanto passa uno dei quattro scoppiati e mette un disco, ma è tutto molto easy, molto (apparentemente) comevieneviene.

Si parte alle otto e qualcosina, col teatro semivuoto e i pochi presenti che ancora girellano per il mercatino dei designer pretenziosi, per cui i Lupo+Agnello la prendono giustamente alla lontana, impostando l'avvio di una lentissima progressione da un downtempo tranquillone, moderatamente fri fri, di quelli che ti permettono di passare dalla modalità aperitivo a quella party senza soluzione di continuità: sculetti moderatamente, con in mano la birra che costituisce la tua cena, scambi con gli amici racconti del lungo weekend che volge al termine, cazzeggi.

Lentamente, dopo la seconda birra, i bpm cominciano la loro molto graduale ascesa che comunque terminerà a valori piuttosto tranquilli, e il mood è quello di una grigliata domenicale in riva al fiume: i Soul clap cazzoneggiano in maniera allucinante, Charles è campione mondiale di coreografie demenziali ed Eli è la sua spalla perfetta, che si fa frustare con le magliette sudate che il suo socio si è appena tolto (Charles ne cambierà tre o quattro nell'arco della serata), i Wolf+Lamb provano a stargli dietro pur essendo evidentemente più seriosi, e tutto sommato gli riesce lo stesso.

Ciao, siamo due scemi fotografati da un cellulare gramo
A fare da assoluto contraltare alla pretenziosità del mercatino designer del teatro, il set dei quattro giovini bostoniani è svacco e cazzeggio allo stato puro, è la cosa più domenicale che si sia mai vista: senza impegno, senza sbattimenti, senza intellettualismi, senza preoccupazioni, anche se le puntine zompano più dei presenti in sala e la qualità dei passaggi ne risente, a noi non frega un cazzo, è domenica, non vogliamo pensare a niente e goderci il meritato relax e la colossale iniezione di positività e sorrisoni che i quattro signori lì ci stanno regalando.

E infatti, passa un paio d'ore di progressione perfetta, di crescendo gestito con il passo giusto, non troppo svelto e non troppo lento, ed eccolo, forse un po' telefonato, forse non particolarmente originale, ma chi se ne frega, è il disco che più di tutti al mondo rappresenta il mood del cazzeggio domenicale:



E noi ce la canticchiamo, ce la ballicchiamo, beviamo, cazzeggiamo pigramente, chiacchieriamo, e siamo felici.

Da lì in poi, nell'ultima ora e mezza, i bpm continuano a salire, come pure il tasso etilico (nonostante ce ne voglia per fargli raggiungere vette adeguate a colpi di Nastro azzurro), i ricordi si fanno sfocati ma mantengono quell'atmosfera di gran gioia che ha caratterizzato tutta la serata...in buona sostanza, quello di cui parlano gli stessi Soul Clap qui:



Tra l'altro, disco suonato dai Wolf+Lamb, a ulteriore dimostrazione che, se fosse stato necessaria una competizione tra le due coppie, i Soul Clap l'avrebbero vinta a mani basse in qualità di dominatori assoluti del cazzonismo domenicale, della bassata sexy, del cantato pieno d'ammore e della coreografia demenziale; ci sono quattro teste che guidano la musica, ma due sono quelle che trainano e due quelle che seguono, molto brave a continuare nel solco ma evidentemente fuori posto, al punto che a un certo punto finiscono le idee intelligenti e scavano nel fondo del barile pescando un "I feel love" di Donna Summer che per carità, divertente, ma basta.

I due dominanti invece fanno una gran bella spola tra roba vecchia vera e roba nuova che suona un po' vecchia, tipo queste:





"...and that is all that i remember....cause i had one too many drinks..."

giovedì 7 aprile 2011

Ammucchiandomi

Proprio nel momento storico in cui la quantità di parole di musica su questo blogghe è al suo minimo storico, vuoi perchè non ho mai tempo di scrivere cose articolate come vorrei, vuoi perchè i blogghe sono morti e blablabla, vuoi perchè boh, uno che conosco di nome da molto e che apprezzo da altrettanto molto mi chiede di scrivere delle parole di musica per lui, su un giornale famoso, di quelli veri, di carta.

Il tizio in questione è Damir Ivic, che scrive parole sensate di musica da quando io ero un ggiòvine clubber alle prime armi (e che di recente ha pubblicato un libro sulla storia dell'hip hop italiano), e il giornale è Il Mucchio, che nel numero attualmente in edicola ospita un piacevole riquadrino con un po' di parole partorite dal sottoscritto sull'ultimo mixcd di Robag Wruhme.

Fin qui nulla che al lettore medio possa interessare, ma il mixcd di Gabor, dal titolo improponibile come tutte le sue produzioni, è davvero bello bello bello bello, per cui mi andava di dirlo pure qui: è "il solito" mixato alla Robag Wruhme, con tre/quattro tracce incastrate una dentro l'altra per volta, in cui le tracce famose sono immediatamente riconoscibili ma Gabor, per magia, riesce ad estrarne aspetti diversi, facendole suonare come se non le avessimo mai sentite.

Sciapò, Gabor, per l'ennesima volta.

lunedì 4 aprile 2011

Orchestraibaz, puntata #74 - Disco!

Metti insieme il concerto di Jamiroquai di mercoledì scorso e quel vecchio geniaccio di Pete Tong che sente forte il vento del revival disco e fa fare un Essential Mix, probabilmente il migliore del 2011, a Dimitri from Paris, et voila! Le due ispirazioni principali per il set di stasera.

Il grosso del set è composto, quindi, proprio da Gianni Roquai e dai remix di Dimitri contenuti nel fenomenale box da quattro cd col meglio della Chic Organization (gli Chic stessi, Donna Summer le Sister Sledge, gente così), più un po' di dischi che ci stavano bene assieme, sia vecchi e intramontabili come quelli di Godd Terry, Spiller e Armand Van Helden che remixa i Daft Punk, che nuovi e belli gustosi, tipo la miglior traccia dello stupendo album degli Art Department su Crosstown rebels (etichetta del 2011 già ora) o il remix degli italocanadesi Tale of us sulla neonata Life and death che, ve lo dico, è un earworm allucinante: basta sentirlo una volta per canticchiare "we came here to party, come together everybody, let's celebrate" per settimane.

Insomma, il mood di stasera è mooooolto gay, molto disco, molto buio-sudore-petto nudo-felicità.

Ci accontentiamo così? Ovviamente no! Vogliamo parlare del nuovo Akufen, che basta il nome e mi emoziono? O del lentone da ballare abbracciati limonando durissimo dei Daft Punk? O vogliamo smettere di parlare e passare alla tracklist?

Ok:

Paul Frick feat. Emika - I mean (Akufen rmx) (Doppelschall)
Art department - Much too much (Crosstown rebels)
Daft punk - Something about us (Virgin)
Jamiroquai - Alright (Sony)
Royksopp - Eple (Boris And Michi's Eplistic-Scratch-Attack) (EMI)
Diana Ross - I'm coming out (Rhino)
Norma Jean - Saturday (Dimitri from Paris rmx) (Rhino)
Jamiroquai - Little l (Sony)
Todd Terry - Keep on jumpin' (Logic)
Spiller - Groovejet (Positiva)
Chic - I want your love (Dimitri from Paris rmx) (Rhino)
Daft Punk - Da funk (Armand Van Helden's 10 mins of funk rmx) (Virgin)
Electronic - Getting away with it (Factory)
Jamiroquai - Canned heat (Sony)
Thugfucker - Disco gnome (Tale of us rmx) (Life and death)
Sister Sledge - Lost in music (Dimitri from Paris rmx) (Rhino)

Per ballare duro, limonare duro e sudare molto risentendo l'ottimo mixato (di solito sono molto critico coi miei set, ma a sto giro è venuto proprio benino), da qui si può scarrricarlo, mentre, al solito, per essere sempre aggiornati con le puntate nuove, qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quant'altro.