martedì 27 marzo 2012

Orchestraibaz, puntata #102 - Introspezione crepuscolare

Con l'ora legale e le giornate più lunghe ha inizio la stagione della malinconia all'ora del tramonto, per cui il set di stasera non è particolarmente festoso, anzi, è più orientato all'introspezione, all'headbanging moderato e tranquillo, alle atmosfere magari un po' più accennate piuttosto che sparate in your face.

Tant'è che compare qui, in via abbastanza eccezionale, quello che delle atmosfere tratteggiate e appena percepite è forse il principe in assoluto, Burial, che quando la pianta di fare cagate assieme a Thom Yorke si ricorda di essere un produttore coi controcazzi; ma non è l'unico produttore di altissimo livello presente stasera, visto che ci sono nomi altisonanti come Henrik Schwarz e Aril Brikha, altri due che si possono tranquillamente inserire nel filone "cose un po' più di classe e non necessariamente da fomento".

Dello stesso filone fa parte la Double standard, ufficialmente una delle mie etichette preferite dell'ultimo periodo, e anche una serie di newcomer interessanti che ho scovato nelle mie incessabili peregrinazioni per l'etere, come Lee Stevens & The beautiful people o Ilija Rudman.

Sempre per la serie "etichette che recentemente mi riempiono di soddisfazioni", poi, c'è la Serenades che l'anno scorso ha regalato lo splendido "Ihasama" col remix di Nacho Marco e che oggi si ripete, grazie a un Roberto Rodriguez in forma campionato.

Riassumendo, stasera i dischi son stati:

Tricky - Time to dance (Maya Jane Coles rmx) (Domino)
Soul clap - Let it go (Wolf + lamb)
Greg Paulus - U r (Double standard)
Lee Stevens & The beautiful people - Ridin high (Luv shack)
Toby Tobias - One night on mare street (Weekend express rmx) (Quintessentials)
Double hill - Purple hills (Double standard)
Ltj - I don't want this groove to ever end (Hot groovy)
Ilija Rudman - Cinematic behavior (Electric minds)
Roberto Rodriguez feat. Kholi - Tell me (Serenades)
Henrik Schwarz - Imagination limitation (!K7)
Unknown artist - The time has come back (Breach rmx) (Pets)
Recloose feat. B. Slade - Feels like magic (C2 edit) (Rush hour)
Burial - Street halo (Hyperdub)
Maximillion Dunbar - Polo (Lauer rmx) (Live at robert Johnson)
Aril Brikha - Palma (Art of vengeance)


Per risentire in differita il frutto di quell'umore un po' così che c'è al tramonto, basta scarricare il set da qui, mentre qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quant'altro, per essere sempre aggiornati con le puntate nuove.
Update: oggi, visto che mi gira così, mettiamo pure qui l'embed del set caricato su Mixcloud, così tanto per variare un po'.

lunedì 26 marzo 2012

Nick Harkaway - Angelmaker

Ho sempre una coda di libri da leggere piuttosto lunga e, devo ammetterlo, non faccio niente per ridurla, visto che compro molte più cose di quello che il tempo materiale mi consente di leggere, ma ci sono libri che proprio non posso in nessun modo evitare di comprare al volo, appena escono: non c'è "aspetto che esca l'edizione economica", non c'è "aspetto di smaltire un po' la pila di fianco al letto", non c'è nulla che tenga.

Il romanzo d'esordio di Nick Harkaway mi aveva fomentato come pochissimi altri, due anni fa, e ancora lo consiglio a chiunque mi chieda suggerimenti e tutti tornano da me rigonfi di soddisfazione, per cui, complice anche Amazon prime, la vera rovina per laggente come me, tempo giusto un paio di giorni dall'uscita del suo nuovo romanzo ce l'avevo già a casa, e questa volta neanche "aspetto che lo traducano" ha funzionato, l'ho comprato originale al volo, pimpumpam.


A testimonianza del talento non indifferente che anima il figlio d'arte (il padre di Harkaway è John Le Carrè, ex agente dell'MI6 e uno dei più importanti scrittori di romanzi di spionaggio in circolazione), c'è una sola cosa che accomuna la sua seconda fatica e la prima, ed è la quantità spropositata di roba che c'è nel libro.

Se in "Il mondo dopo la fine del mondo" c'era di tutto, in "Angelmaker" c'è almeno altrettanto: c'è la fine del mondo imminente, ci sono i criminali gentiluomini, c'è Bletchley park, ci sono citazioni evidenti e meno evidenti di "V per vendetta", ci sono orologiai, scienziati, becchini e supervillains, e con ogni probabilità sto dimenticando molte delle migliaia di idee e delle decine di personaggi che il buon Nick spara una dietro l'altra non tanto giusto per far numero, ma perchè ne vale la pena.

Nessuno spunto e nessuno personaggio dà mai l'impressione di essere un filler buttato dentro a caso giusto per gonfiare il volume, anzi, è tutto caratterizzato, descritto e approfondito a sufficienza da fare in modo che abbia un senso e una vita propri; l'enorme quantità di personaggi, in particolare, ha sempre un'identità molto ben definita e una personalità affascinante, al punto che quasi ognuno meriterebbe un libro a sè per raccontare le vicende che si intravedono nel loro interagire col protagonista, che per forza di cose è quello di cui ci vengono dette più cose e di cui seguiamo per intero tutto il processo di crescita che lo accompagna  per tutto il libro.

Letto in inglese, poi, si apprezzano ancora di più lo stile e l'umorismo di Harkaway, entrambi assolutamente british e quindi magari a volte non immediatissimi ma poi, una volta arrivato il momento "aha!", irresistibili e goduriosissimi.

Morale, abbiate tutti immediatamente questo libro, leggetelo e godetene, che belli così ne escon pochi.

giovedì 22 marzo 2012

Orchestraibaz, puntata #102 - Primavera

Tra il classico raffreddore dovuto al cambio di stagione e un po' di sbatti sportivo/lavorativo/concertistici assortiti ho saltato un paio di martedì sera ultimamente, per cui mi pareva corretto farmi perdonare pubblicando una puntata "irregolare" il giovedì pomeriggio.

Ordunque, c'è delle novità: la prima è che è arrivata la bella stagione, e quindi si suona della musica allegra e solare, che fomenti ulteriormente la già esagerata voglia di openair e party sulla spiaggia (quantocazzomanca al Sonar?), la seconda è che mi sono comprato un controller nuovo per giocare con gli effetti di Traktor ed era giusto provarlo.

Ma non sono le uniche novità, visto che la musica di questo episodio è quasi interamente nuova, fatta eccezione giusto per un paio di chicche del passato recente e meno recente: c'è l'album nuovo di Dapayk e Padberg che è proprio bello bello bello e c'è un sacco di roba nuova un po' discoeggiante, tipo l'italianissimo Hard Ton che per quanto mi riguarda è un talentino da tener d'occhio o la solita Permanent vacation che è sempre una garanzia.

Bando alle ciance, quindi, la musica di questo episodio irregolare è questa qui:

Two armadillos - Another one (For Larry) (Two armadillos)
Hard ton - In this moment (Dimitri from Paris & Dj Rocca rmx) (Toy tonics)
Jamie Principle - Waiting on my angel (ZYX)
Death on the balcony - Everythime (Hissy fit)
Ricardo Villalobos - What you say is more than i can say (Isolée long end rmx) (Sister phunk)
Hosh with NTFO feat. Malonda - High (Diynamic)
Miguel Campbell - Something special (Hot creations)
Parallel dance ensemble - Shopping cart (Maxxi soundsystem rmx) (Permanent vacation)
MAM - Modern heat (Fina)
Dimitri from paris feat. Fred Ventura - A reason for living (Freestyle edit) (Gomma)
Friendly fires - Hurting (Tensnake rmx) (XL)
Kolsch - Der alte (Speicher)
Dapayk & Padberg - Sweet nothings (Stil vor talent)

Come al solito, il linkino per scarricare tutto sto bendidio lo trovate qui, mentre qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quant'altro, per essere sempre aggiornati con le puntate nuove.

mercoledì 21 marzo 2012

Wrltzr, la radio online dei veri nerd

Una volta, quando ero ggiòvane ed era la preistoria dell'internet (sarà stato almeno 3-4-5 anni fa, quindi tipo sei-sette ere geologiche addietro), c'era il player di Last.fm, che gli dicevi un artista e lui ti faceva sentire tutte delle cose simili, creandoti una radio estemporanea su misura che seguisse il tuo gusto del momento e ti desse modo di scoprire nuovi nomi simili ai tuoi preferiti; o almeno, tutto ciò succedeva solo in teoria, perchè il database era piuttosto limitato e l'engine non funzionava troppo bene, per cui spesso e volentieri chiedevi di ascoltare le mele e Last.fm ti propinava i cavolfiori, o cose del genere.

Gli americi c'avevano Pandora, che faceva una cosa simile e si diceva funzionasse decentemente, ma qui da noi non è mai arrivata per cui boh.

Poi Last.fm ha praticamente chiuso (cioè, non ha chiuso davvero, ma la radio è diventata a pagamento e per il servizio dimmerda che offriva non valeva i tanti soldi che ti chiedeva, al tempo avevo pure scritto qualcosa a riguardo) e sono apparse, negli anni, decine di possibili alternative, nessuna delle quali vedeva neanche da lontano il limite della decenza: i vari Grooveshark e simili, se si ha un gusto musicale che esuli un attimo dai vari RHCP, U2, Vasco e amici di Maria, diventano completamente inutilizzabili e ti guardano come l'anziano che ti chiede "cusa l'è quel Feisbu lì che usate voi giovani?" quando chiedi loro se, cortesemente, possono proporti della musica.

"Chi l'è che l'è quel Chevi Saunderso, tò, senti questo Ligabue che bello"


C'è Youtube Disco, anche lui già meritevole di un post in passato, ma anche lui non esattamente perfetto, dato che, come dice qualcuno nei commenti al mio post a domanda "Lory D" risponde "Sting"; c'è delle alternative italiane alle quali mi rifiuto soltanto di pensare, che se i progetti di qualità fatta nei paesi civilizzati ti propina solo amici di Maria chissà quelli raffazzonati qui da noi; morale, manca un qualcosa che gli dai un input su cos'hai voglia di ascoltare e poi puoi lasciarlo lì in sottofondo, sapendo che ti proporrà cose attinenti, magari nuove e magari no, ma comunque in linea con quello che avevi chiesto inizialmente.

O meglio, mancava finora, visto che il mio spirito nerd ha percepito la sfida insita in questa mancanza e ha deciso di riempire il vuoto col progetto Wrltzr, il cui scopo è per l'appunto quello di creare una radio online affidabile e sufficientemente sapiente da potersi adattare anche ai gusti un po' più di nicchia.

L'idea che c'è alla base è di quelle semplici ma efficaci: prendere il motore di raccomandazioni di N servizi di radio online, a partire da Last.fm per arrivare anche a cose un po' più orientate alle novità e alla musica un  po' più esoterica tipo Hype machine e Soundcloud e frullarne assieme i risultati in modo da creare un unica megaintelligenza che, pescando un po' qua e un po' là, sappia sempre proporre la canzone perfetta.

Ovviamente, dato che si tratta di un side project sviluppato nel tempo libero, il risultato non è (ancora) al top, ma già ora come radio da sottofondo per le giornate in ufficio batte a mani basse l'uso di Last.fm o Hype machine "singoli", per cui è già utilizzabile con profitto e soddisfazione: ovviamente, siccome è un progetto ancora molto in fieri ogni tipo di segnalazioni, domande, richieste e contributi (anche sotto forma di codice, visto che ovviamente è tutto opensource e hostato su GitHub) sono molto più che bene accetti.

Una nota di colore tecnico: la grossa figata del tutto è che è fatto al 100% in javascript, per cui non fa assolutamente nulla server-side, tant'è che anche il sito stesso è hostato su GitHub e servito come plain html, senza nessun tipo di smandruppamento lato server.

lunedì 5 marzo 2012

Floating points @ Classic, 3-3-2012

Nel report dal Sonar dell'anno scorso, a proposito di Floating points, scrivevo: "molto bravo, da risentire al più presto anche se con ogni probabilità per risentirlo mi toccherà prendere un altro aereo".

Ero già rassegnato all'idea di dover andare a sentire il buon Sam a casa sua, in UK, e invece i ragazzi di Classic evidentemente mi vogliono del bene e sabato scorso me l'hanno portato vicino casa, con del coraggio non indifferente.

Un set di Floating points in un sabato sera milanese, infatti, è un azzardo non da poco: per quanto la clientela di Classic non abbia ovviamente nulla a che spartire con il milanese medio in camicia cocaina e Danza Kuduro e sia comunque svariate spanne sopra anche al milanese indie medio in occhiali grandi maglietta ironica e James Blake, è comunque vero che la programmazione abituale di Classic ha addestrato il proprio pubblico alla cassa in quattro e a una certa danzabilità, sempre di alto livello ma comunque più "facile" rispetto all'estro e all'eclettismo di un set di Floating points.

Qual'è stato, quindi, l'esito di questo azzardo?

Andiamo con ordine: partiamo dall'opening set di Sandiego, che non sentivo da tanto e che ha dimostrato di essere sempre come me lo ricordavo, bravo almeno quanto il suo compare di vecchia data, Lele Sacchi: set d'apertura condotto alla perfezione, partito molto tranquillo (sono riuscito a sentirlo praticamente fin dall'inizio, a club semideserto) e giustamente cresciuto fino al climax classicone di "Most precious love" di Blaze e Barbara Tucker, con la cassa funkettosa marchio di fabbrica di Diego sapientemente declinata in modo da integrarsi col set dell'ospite di turno, come fanno i grandi resident.

Ma veniamo a punti flottanti, o virgole mobili che dir si voglia, che parte cercando di non rompere troppo il flusso della serata e inserendosi nel solco tracciato da Sandiego a colpi di un altro classicone che aveva suonato anche al Sonar, "The bounce" di Kenlou aka i MAW, che è uno di quei dischi che dove li metti li metti fanno sempre la loro porca figura, ma poi inizia il suo personalissimo viaggio lungo traiettorie che a quasi nessuno potrebbero venire in mente, ma che nel contesto del suo set hanno perfettamente senso.

Non è certo da tutti incastrare tra loro jazz, disco, funk, IDM, techno e cose latineggianti tuttassieme, e riuscire a farlo con un senso è cosa veramente per pochi, ma Sam ce la fa praticamente sempre, salvo giusto un paio di volte in cui prende la strada più ostica e taglia un po' le gambe alla platea già leggermente ridotta dal suo gusto per le pause lunghissime (pure troppo, a volte, al punto che è partito qualche fischio) e dal suo uso molto intenso dei filtri spettacolari del mixer valvolare montato al Tunnel per l'occasione, che in alcuni casi rompe un po' la continuità del ballamento.

La realtà, però, è che un set di Floating points non è assolutamente una cosa in cui il ballamento e la danzabilità proseguono ininterrotti per le due ore o poco più lungo cui si articola la questione, ma anzi è un'esperienza ricca di cambi di passo, interruzioni, svolte improvvise, salti, capriole, momenti di fomento e momenti di ascolto rilassato: è un set protagonista che richiede di essere ascoltato con molta attenzione per apprezzare la cura con cui Sam sceglie ogni disco anche quando sembra non avere alcuna attinenza con quello precedente, e che per questo magari sarà sembrato sconclusionato e indigesto a qualcuno, ma a me è piaciuto un sacco.