martedì 29 gennaio 2013

Orchestraibaz, puntata #124: House music e felicità

Stamattina qui ha nevicato: non c'entra niente col set di stasera, ma quando nevica tutti lo dicono sull'internet e non me la sono sentita di esimermi.

A differenza del solito, il mixato di oggi non ha un vero e proprio pretesto: semplicemente c'era un bel po' di dischi nuovi che avevo voglia di suonare, e come al solito di conseguenza ne sono venuti molti altri, più o meno nuovi.

Tra gli highlights principali di oggi, il disco di uno dei meglio italiani in giro, il sempre valido Spada che pare abbia in serbo cose grosse nel futuro prossimo, ma anche un sottovalutatissimo (nel senso che dovrebbe stare in tutte le chart del mondo e invece lo sentite praticamente solo qui) Ben Mono a cavallo tra l'house di ispirazione 90s e la bass music e tanto per cambiare un remix di TEED, uno che su queste paggine non s'è proprio mai mai mai visto.

Tra una storia e l'altra mi sono scappati un po' di classiconi vecchissimi (Strings of life), vecchiotti (Elena e Apparat o Tejada) e recenti ma già classici ("Howling"), ma in generale non direi che il set è giusto un'accozzaglia di disconi uno dopo l'altro, anzi sono piuttosto soddisfatto del flow che ne è venuto fuori.

Proprio da "Howling" in poi parte una chiusura a colpi di viaggioni lacrimoni e abbraccioni che mi ha portato ad andare lungo almeno di venti minuti, ma chissenefrega, avevo voglia di farlo ed è andata così.

Riassumendo:

Spada - Claire (Monique musique)
Oni Ayhun - Oar 003-B (Oar)
Waff - Eclipse (Hot creations)
Cloud9 - Do you want me baby (Dusky rmx)
TEED - Your love (Waze & Odyssey rmx) (Greco-roman)
Mathias Tanzmann - Rugby (Moon harbor)
Scuba - Talk torque (Hotflush)
Ben Mono - How it is (Plant)
John Tejada - Sucre (Palette)
Mountain people - 6.1 (Mountain people)
Tuccillo - Sabotage (20:20 vision)
The 2 bears - Ghosts & Zombies (Todd Terry dub) (Southern fried)
Soul central - Strings of life (Danny Krivit edit) (Whistlebump)
Inner city - Big fun (Just the funky beat mix) (KMS)
Ry & Frank Wiedemann - Howling (Ame rmx) (Innervisions)
Agoria - Panta rei (Jon Hopkins rmx) (Infinè)
Ellen Allien & Apparat - Jet (Bpitch control)
Nathan Fake - You are here (Four tet rmx) (Border community)

Sorpresa: nemmeno troppo nascosto nel set c'è un errore piuttosto evidente, a testimoniare che è tutto in diretta e quasi tutto improvvisato, e che il dj sono veramente io e non uno bravo: per scoprire dove, ma anche per risentire il set che è proprio bellino, basta scarricarlo da qui, mentre qui ci si può iscrivere al podcast per avere automagicamente le puntate nuove, (quasi) ogni lunedì.

martedì 22 gennaio 2013

Orchestraibaz #123 - Ipnotico e tranquillo

La settimana scorsa si è menato con gusto, gioia e revival, per cui questa settimana, forse per bilanciare, il mood è sensibilmente più rilassato, ma proprio molto.

Il pretesto della settimana (se siete passati da queste paggine più di un paio di volte ormai lo sapete, che ogni settimana più o meno c'è un pretesto da cui a catena discende l'intero set) è l'uscita prossima di due album che già ora si posizionano sicuramente tra i migliori del 2013: quello di Mano le tough su Permanent vacation e quello di Lusine su Ghostly.

In particolare, se il primo è una sorta di proseguimento ideale ed evoluzione del solco già tracciato dalla Permanent vacation con lo splendido album di John Talabot l'anno scorso, "The waiting room" (che ho già recensito di là, oltre ad aver intervistato il buon Lusine himself) è uno splendido esempio di quella roba che non è dance ma non è nemmeno pop, ma fatta bene sul serio, mica come quella roba che piace agli indie: qui non si scherza un cazzo, e le due tracce presenti nel set di stasera lo testimoniano ampiamente.

Partendo da lì, come al solito, il resto del set è venuto da sè, facilitato anche dall'uscita recente di autentiche perle come il remix nuovo di Koze su Pampa (quelle atmosfere magiche e quel clap che ti schiaffeggia dall'interno, solo lui riesce) o l'ottimo nuovo Benoit e Sergio, per poi chiudersi con un doveroso edit del baffuto norvegese che viene nella mia cittadina sabato e che non ho intenzione di perdermi per nulla al mondo.

Il mood, l'avrete capito, è dei più rilassati, e c'è una piacevole sensazione di viaggione che accompagna tutta l'ora e poco più di musica, anche se è un viaggione di quelli invernali, che si possono affrontare anche sotto il piumone: non è il viaggione con le mani al cielo degli openair, è una cosa più interiore, intimista, come quando i Pillowtalk dicono "You can stay all night, listening to the sound, of the lonely beating of your heart" in un classicone recente ma non troppo.

Insomma, in rigoroso ordine cronologico e in tutto il suo splendore, la tracklist di stasera dice così:

Mano le tough - Dreaming youth (Permanent vacation)
Herbert - It's only (Dj Koze rmx) (Pampa)
Lusine - First call (Ghostly)
The/Das - Keep this (Tale of us rmx) (Life and death)
Mano le tough - Nothing good gets away (Permanent vacation)
Pillowtalk - Soft (Life and death rmx) (Life and death)
Lawrence - Gardens of moss (Mule)
Joe Goddard - Gabriel (Greco-roman)
Aril Brikha - Definition of d (Art of vengeance)
Tuccillo - Kalimba (20:20 vision)
Benoit & Sergio - $100 bill (Hot creations)
ESP - It's you (Dj T 2012 edit) (Get physical)
Michael Jackson - I can't help it (Tangoterje edit)

Si può godersi l'ipnosi viaggiosa di stasera over and over again, scarricando il set da qui, mentre qui ci si può iscrivere al podcast per avere automagicamente le puntate nuove, (quasi) ogni lunedì.

martedì 15 gennaio 2013

OrchestRaibaz, puntata #122 - Oldskool rave!

Anno nuovo, dischi vecchi!

Sarà il set di Lone di sabato sera, composto quasi interamente da dischi rave dei primi anni '90, sarà che poi domenica pomeriggio ho trovato una bancarella di dischi e sebbene non ne comprassi più da un sacco non ho potuto resistere al richiamo del singolo di Smack my bitch up e del remix di Todd Terry di "Missing" degli EBTG, morale che stasera mi sono tuffato nell'archivio dei miei dischi vecchi e ne sono riemerso con un bel po' di perle, molte delle quali in solida plastica nera.

Il set di stasera, quindi, è composto in larghissima parte da alcuni dei grandi eroi e pionieri della scena techno, da Plastikman in versione intellettuale a Wink, dai primissimi Prodigy a Jeff Mills sotto falso nome: dischi quasi tutti di un periodo in cui io facevo si e no le medie, e che ho riscoperto e comprato diciamo "postumi", ma comunque capolavori in grado di resistere senza batter ciglio allo scorrere del tempo e di suonare ancora splendidi, anche vent'anni e passa dopo.

Alcune hittone colossali di quelle che conoscono anche grandi e piccini, tipo "Plastic dreams" o "Out of space", alcuni un po' meno noti come i due remix spettacolari di Dave Angel, tutti (o quasi) anni '90, tutti rave.

In rigoroso ordine di apparizione:

Fuse - Dimension intrusion (Plus 8)
Rhythm is rhythm - Strings of life (Transmat)
Jaydee - Plastic dreams (R&S)
Depeche mode - Free love (Wink vocal interpretation) (Mute)
Moby - Go (Barracuda mix)
True faith feat. Bridgett Grace vs. Final cut - Take me away (Network)
Prodigy - Charly (XL)
Altern8 - Evapor8 (Network)
Future sound of london - Landmass (Sony)
Ken Ishii - Misprogrammed day (Dave Angel rmx) (R&S)
Ken Ishii - Extra (Dave Angel rmx) (R&S)
Josh Wink - How's your evening so far (Ovum)
Underworld - Push upstairs (JBO)
Prodigy - Out of space (XL)
Underworld vs. Plump djs - Born sloppy (Not on label)
Dave Clarke feat. Chicks on speed - What was her name (Blackstrobe rmx) (Skint)
Jonny L - Hurt you so (Yo! yo!)
Plastikman - Krakpot (Moby rmx) (Plus 8)

Come sempre, si può scarricare il tuffo nella storia di questa settimana cliccando su qui, mentre qui ci si può iscrivere al podcast per avere automagicamente le puntate nuove, (quasi) ogni lunedì.

mercoledì 9 gennaio 2013

Tenax Exhibition: portare il clubbing a un livello superiore

Sono sempre un po' titubante quando si tratta di scrivere di cose fatte da persone che considero amiche, non tanto per il timore di essere tacciato di chissà che conflitto di interessi ma più che altro perchè temo di non riuscire ad essere obiettivo: è il motivo per cui rarissimamente parlo, qui e in giro, delle release su Exprezoo nonostante spesso e volentieri siano vere e proprie perle, e il motivo per cui ho atteso finora per scrivere qualcosa su questa iniziativa del mio amico Melkio in collaborazione col Tenax.

Alla fine, però, è una cosa così figa che nonostante molte delle persone coinvolte siano miei amici o almeno conoscenti non posso esimermi dal dargli quel minimo di risonanza che posso attraverso il mio miserrimo blogghettino: in buona sostanza, il concept è una cosa già vista altre volte, ossia un contatto tra il mondo del clubbing e quello del design (che poi sono i due mondi in cui vive il buon Melkio, a vederla tutta, quindi capisco che l'idea gli sia venuta semplicemente), ma sono gli attori in gioco e la realizzazione a renderla davvero speciale.

Le figure coinvolte, infatti, sono di grandissimo spessore su entrambi i fronti: se dal versante clubbing a tenere le fila del discorso e ospitare l'iniziativa è un pilastro della scena italiana come il Tenax, la parte design è invece in mano a un'altra autentica istituzione italiana del settore, lo IED.



Ma non solo: al di là delle istituzioni che ospitano e organizzano la manifestazione, molte delle persone in gioco fanno parte del gruppo di amici che ho conosciuto nell'arco di questi anni di clubbing: oltre a Melkio, infatti, anche la crew di Exprezoo al completo con Alexxei e Nig e Davem prenderà parte all'evento, sia al party di apertura che all'esposizione dato che proprio Davem è uno degli artisti che espongono.

Morale, l'idea di mettere insieme il mondo del clubbing non è affatto nuova, anzi, i due settori spesso e volentieri comunicano e si avvicinano (basti pensare anche solo al florilegio di eventi che popolano la mia cittadina durante la settimana del Salone del mobile e che sono cresciuti fino a diventare Elita, uno dei più importanti festival italiani), ma accoppiare i due mondi fuori dai club, in modo da mostrare anche all'esterno e con maggiore risonanza cosa significhi davvero vivere il clubbing, e farlo con protagonisti di questo livello, per me è un win assoluto.

E non solo perchè ci sono dietro (e dentro) molti miei amici.

martedì 8 gennaio 2013

Anno nuovo, parole nuove

Se siete passati da queste paggine in qualche momento della storia vi sarete probabilmente accorti che mi piace scrivere di cose della musica elettronica di noi giovani.

A furia di farlo, viene naturale fare amicizia con altri personaggi che condividono la stessa passione e che magari la mettono in pratica anche a livelli un po' più alti di quello, amatoriale e dilettantistico, a cui si è abituati qui, e siccome pare che le cose che scrivo abitualmente non siano del tutto folli (o almeno, non quanto sembrerebbe) a volte capita anche che si combini qualcosa insieme.

E' capitato quando alcune mie parole sono finite su un giornale cartaceo, capita spesso e volentieri con gli amici di zero.eu, e ora, sempre tramite quel sant'uomo di Damir Ivic che già mi aveva chiesto di scrivere sul Mucchio, è capitato con Soundwall, che volendola vedere un po' ottimisticamente e ad ampio respiro è una sorta di ResidentAdvisor italiano.

Alle volte sono stato un po' critico nei confronti di qualche errore di gioventù del team, ma ho avuto modo di parlare con i fondatori e il progetto che hanno in mente è piuttosto interessante, per cui mi fa piacere provare a dargli una mano, anche perchè dal mio punto di vista è anche un modo per accedere a un sacco di musica nuova e per avere la possibilità di parlare con alcuni dei miei artisti preferiti, tipo Lusine che adoro e che mi ha fatto un sacco piacere intervistare per il mio primo post.

"E questo blogghe?"

Continuerà a vivere la propria vita, coi podcast settimanali che (giuro) dovrebbero ripartire da lunedì prossimo e una serie di altre cose, ovviamente, visto che ormai ci sono affezionato, per cui i miei tre lettori abituali possono non aver nulla da temere.

Per intanto, io continuo a scrivere parole di musica, che mi piace, e spero non dispiaccia anche a voi che leggete; se dovesse dispiacervi, come si suol dire, zzivostri.

lunedì 7 gennaio 2013

Native Instruments Traktor Kontrol Z2: il mio giochino nuovo

Ormai è da qualche tempo che me lo sono portato a casa e ho avuto modo (e soprattutto tempo) di giocarci degnamente, quindi è il caso che ne scriva le mie impressioni.

I fatti: il mio vecchio mixer, un eccellente Nuo4 che avevo comprato usato un bel po' di anni fa (non saprei dire quanti, ma sicuramente più di 5, giacchè abitavo ancora nella casa vecchia), cominciava a mostrare i segni del tempo: canali che frusciano, rotelle che non girano più tanto bene e cose del genere, senza contare che recuperare un po' di spazio sulla scrivania passando da un mixer a 4 canali ciccionissimo a uno più snello non mi sarebbe dispiaciuto e, soprattutto, che ogni scusa è sempre buona per comprarsi un nuovo giocattolo.

Per cui, grazie anche alla sempre valida cooperazione dell'eccellente Strumenti musicali Palma, spacciatore ufficiale di giochini musicali, ecco arrivare a casa mia l'ingombrante scatolone dell'ultima diavoleria made in Native instruments:

Un sacco di tastini e luci colorate, il sogno di ogni nerd

La scatolona contiene, oltre ovviamente al mixer, due vinili e due cd timecoded per controllare Traktor e, soprattutto, la licenza per scarricare l'ultima versione di quest'ultimo, la 2.6.

Com'è ovvio che sia dato il marchio che porta, infatti, lo Z2 non è "solo" un mixer: questa funzione, a onor del vero, la svolge piuttosto bene, visto che la sensazione tattile è molto goduriosa come pure quella acustica e che c'è tutto quello che è lecito aspettarsi da un mixer "standard", ma ovviamente quello che lo rende speciale è ciò che fa in più rispetto ai mixer "standard", ovvero la parte di controller per Traktor.

I cursori e le rotelle del mixer, infatti, fanno anche da controlli per il software NI, come pure tutti i controlli sulla parte esterna, che sono proprio quelli che esulano dalla parte "standard" del mixer e fanno cose più specifiche da digital dj come piace ai giovani d'oggi: c'è il rotellone per controllare i loop, i quattro tasti programmabili per i cue points e i controlli per gli effetti.

In particolare, i tasti per i cue points e i controlli per gli effetti sono quelli che maggiormente traggono vantaggio delle features nuove di Traktor 2.6 di cui NI si bulla ampiamente, ossia il "Flux mode", controllato dall'ultimo tasto arancione in basso, e i "Macro effects".

Se i secondi sono facilissimi da spiegare perchè sono esattamente quello che dice il nome (più effetti combinati in uno solo, tipo un delay + un filtro con l'LFO + un riverbero tuttiassieme e controllati da un parametro solo), l'altra feature nuova si fa un po' fatica a capirla: in sostanza, se il flux mode è attivato, tenendo schiacciato il tasto dei loop o il tasto di un cue point Traktor suonerà il loop o il cue point selezionato, ma il flusso (appunto) della traccia rimarrà invariato, col risultato che al rilascio del tasto la traccia proseguirà come se non avessimo loopato o cuepointizzato (signore della lingua italiana perdonami) nulla.

Da spiegare a parole è un casino, da fare, da vedere e da sentire è molto più immediato, quindi o vi cercate uno dei tutorial che pullulano su Youtube o, meglio ancora, ne apprezzate l'utilizzo nel podcast settimanale, che riprenderà a breve dalla pausa natalizia, del tenutario del qui presente blogghe.

In definitiva, sono soddisfatto del mio acquisto?

Avoglia, soddisfattissimo, suona daddìo, ha aggiunto un sacco di possibilità e di luci colorate al mio arsenale di digital dj amatoriale e ha soddisfatto il mio desiderio di giocattoli tecnologisci nuovi, quindi total win.

L'unica cosa che non capisco, è come possa essere utile a dei dj più che amatoriali per suonare in contesti più evoluti della propria cameretta: da portare in giro è piuttosto ingombrante, non è esattamente come portarsi a spasso un X1, o uno X:one 1D dell'Allen & Heath (che possiedo ed è largo praticamente un terzo) e in ogni caso non è "solo" un controller, per cui non riesco a immaginarmi il dj famoso che se lo porta appresso andando a suonare nei locali; di contro, non riesco neanche a immaginarmi il locale che se ne dota come mixer, perchè alla stessa cifra si trovano dei "solo" mixer nettamente migliori e questo in più offre solo la parte di controllo per Traktor, che non è ancora uno standard de facto per il digital djing (a onor del vero, credo sia compatibile anche coi vari Serato e simili, ma è evidentemente disegnato per Traktor).

In sostanza, lo vedo come il giocattolo definitivo per i bedroom djs come me, ma non riesco a immaginarne l'utilizzo in contesti un po' più grandi.

Spero di sbagliarmi e che qualcuno mi illumini, perchè al di là di questo è un gran bello strumento.