martedì 12 giugno 2007

Cocoon Compilation G


Puntuale come le discussioni su quale sarà il tormentone di quest'anno (discussioni in cui preferisco non addentrarmi per cercare di mantenere un minimo di decenza), comincia a fare capolino in rete, e quindi presto nei negozi di dischi, la Cocoon Compilation di quest'anno, giunta alla settima edizione, o volume G per rispettare l'ordinamento alfabetico.
La compilation dell'anno scorso, almeno per quanto mi riguarda, è passata abbastanza inosservata: l'unica traccia che avrei potuto lontanamente suonare era quella di Guido Schneider, comunque eclissata dal suo doppio, "Focus On", e le altre invece cadevano nell'anonimato più totale...mi pare che quella di Pier Bucci abbia avuto un discreto successo, ma ad un anno di distanza io sinceramente non mi ricordo nemmeno una traccia...
La compilation del 2006 ha costituito senza dubbio un'eccezione, dato che tipicamente il pacchettone "Sven Vath approved" contiene sempre almeno una o due tracce valide e che a volte diventano anche delle gran hit: l'esempio più lampante è Gets Noch di Roman Flugel, che dalla Cocoon Compilation D ha fatto un po' il giro del mondo, seppur mesi dopo la sua prima uscita.
Personalmente non apprezzo molto il formato vinile delle Cocoon Compilation visto l'esborso che comporta (una sessantina di euro per un cofanetto da 6 vinili colorati di cui alla fine ti trovi a suonare una o due tracce) e di quelle che ritenevo più valide ho comprato il cd, che è cmq un bel vedere e si presta lo stesso ad essere suonato pur costando "solo" 17-18 euro...certo, se fossi il vero collezionista straricco il cofanetto di vinili colorati è una pregeria rara, eh :)
Cmq, veniamo all'edizione di quest'anno, colorata di verde: la tracklist come al solito contiene nomi molto in voga (Audion e Bodzin, per dire), qualche evergreen (Tiefschwarz e Phil Kieran) e qualche scommessa di Herr Vath (Marcel Dettmann e Chaim) che probabilmente dopo un'uscita così prestigiosa avrà molto più richiamo che in precedenza...al primo ascolto, contrariamente alle aspettative, LA traccia sembra essere quella di Audion: mi aspettavo una maranzata atroce in stile Mouth to mouth o quell'ultimo nuovo su Spectral, invece "Fire" è un'ottima traccia, catalogabile in quella sorta di filone "Neo-Detroit/Neotrance/Neo-Melodico/Neo-blablabla" alla Aril Brikha, Innervisions et similia...lento, melodico e raffinato come del resto il feeling che si percepisce per l'intera compilation.
Non bisogna dimenticare, infatti, che la Cocoon Compilation è prima di tutto un importantissimo specchio di quali saranno le prossime tendenze musicali individuate dal solito talento divinatorio di Sven Vath, che pare sapere sempre cosa vorremo ascoltare tra sei mesi: se l'anno scorso infatti la Cocoon Compilation era il preludio all'apice delle minimalate quadrate (e al conseguente effetto "troppo che stroppia"), quest'anno pare proprio che la direzione verso cui puntare per il futuro sia la riscoperta di suoni più melodici e di atmosfere più aperte e solari, cosa che non può che farmi piacere :)
Oltre a quella di Audion, comunque, paiono essere abbastanza valide le tracce di Aki Latvamaki e dei Cobblestone Jazz aka Mathew Jonson e i suoi amicici, mentre la palma di pecora nera della release spetta senza dubbio ai Tiefschwarz, ormai già da qualche tempo un paio di spanne sotto il fondo del barile.

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