martedì 30 settembre 2008

Sono arrivate le Moo cards!

Con una gran rapidità, dopo tipo 5-6 giorni dall'ordine, ieri ho trovato nella casella della posta i due pacchettini delle mie nuove Moo cards e dei Moo stickers :)

Il lettore attento ai trend del web duepuntozzèro, a questo punto, può anche finire di leggere, visto che sicuramente saprà già di sto parlando; al lettore standard, invece, che avrà pensato qualcosa tipo "cusa l'è sta roba chi?", vado a spiegare di cosa si tratta.

Il punto di partenza è moo.com, che già nella tagline ti spiega di cosa si sta parlando: "we love to print".

Per farla breve, il servizio che ho usato io funziona così:
  • si sceglie un formato di stampa
  • si pescano dal proprio account su flickr (o facebook, o livejournal, o un altro dei siti partner) N foto, fino a 100
  • le si ruota, croppa e zoomma opportunamente
  • si sceglie cosa scrivere sul retro: fino a 6 righe di testo formattabili e colorabili a piacere
  • si paga (io ho speso 13 euro e sputacchi per 100 minicards da 28x70mm)
  • si aspetta il postino
  • si scarta il pacco e si gioisce :)
Oltre alle minicards piccine che ho preso io, poi, moo ha anche un ampio ventaglio di formati stampabili, tipo il biglietto da visita standard, il biglietto d'auguri pieghevole, le cartoline e i ministicker e di design già fatti se uno è proprio veramente pigro e/o non ha voglia di usare le proprie foto di flickr o di crearsi dei design ad hoc e di accessori relativamente useless ma infinitamente cool per i propri prodotti, tipo il portaminicards in pelle.

Tutto ciò, unito alla cura estetica che ci si aspetterebbe da un sito che si occupa di design e da una strategia di comunicazione veramente ben studiata e molto duepuntozzèro, rende Moo un servizio veramente piacevole da utilizzare: devo ancora capire se le minicards mi serviranno a qualcosa e, se si, a cosa, però sono molto molto contento di averle prese :)

lunedì 29 settembre 2008

Party pics online!

Con un ottimo tempismo, da ieri sera sono già online le foto del party di venerdì sera con Kevin Gorman :)

L'afflusso di gente non è stato dei migliori, per via anche della concorrenza assassina nello stesso weekend, ma alla fine chi c'era si è sicuramente divertito, compreso Kevin che si è dimostrato di una simpatia incredibile oltre che di una gran bravura, come già sapevamo.

Edit: certo che se non metto il link alla gallery, voi le foto come le vedete? :)

giovedì 25 settembre 2008

Network attached storage

Ho un sacco di cose e poco posto dove metterle.

Per risolvere il problema dello scarso posto dove mettere i dischi non ho saputo trovare soluzione migliore che comprare una casa nuova, ma forse per archiviare i quintali e quintali di serie tv e di musica che attualmente mi affollano gli hard disk di casa riesco a cavarmela spendendo meno.

Da qualche tempo sto cercando un NAS che mi soddisfi appieno, ossia che abbia almeno le seguenti caratteristiche:
  • almeno 1 TB di spazio di archiviazione, preferibilmente (ma non indispensabile) espandibile
  • connettività wifi, chè non ho nessuna voglia di doverlo tenere vicino al pc ma preferirei stiparlo nell'angolino più infognato possibile, quindi non va bene neanche un'ethernet che mi vincolerebbe a tenerlo vicino al router wifi
  • server streaming interno, per poter vedere le serie e sentire la musica sulla playstation 3 anche col pc spento
  • firmware aggiornabile, chè si sa mai che sbuca un nuovo codec e non posso più vedere le serie
Ora, mi sa che ad avere tutte queste caratteristiche assieme mi tocca rinunciare, per cui la mia scelta al momento è fortemente orientata verso questo:

Ha praticamente tutto quello che mi interessa, compreso un prezzo accettabilissimo di 229€ per la versione da 1TB, tranne il wifi, sostituito da una gigabit ethernet, per cui penso che chiuderò un occhio e mi rassegnerò all'idea di tenerlo vicino al router, tanto pare relativamente carino da vedere.

Ovviamente, se qualcuno ha idee migliori, ben venga :)

Happy Birthday



Google compie 10 anni e si regala, oltre a Chrome e Android, una timeline con tutti gli eventi principali della sua storia.

mercoledì 24 settembre 2008

Prime impressioni su Android

Figurarsi se non scrivevo un post il giorno dopo la presentazione di Android :)

Non ho seguito in diretta la presentazione perchè certe volte lavoro anche, ma ho dato un'occhiata a molti dei post che ovviamente sono apparsi in giro per la rete e mi sono fatto qualche idea.

Iniziamo dalle idee che ancora non mi sono fatto: non sono ancora in grado di dire se l'HTC Dream, o più in generale Android come piattaforma, è in grado di competere coi Blackberry, anche se mi sento di dire che il segmento di mercato a cui punta è lo stesso, quello degli utenti business, dei web workers, a spanne di quelli che usano il cellulare e la connessione dati in mobilità per motivi seri e non per la suoneria del gattino virgola o i video di Mosconi su youtube.

E' proprio sul segmento consumer invece, quello del gattino virgola e dei videi di Mosconi, che la stampa (e molti dei post che ho letto) si gioca la promozione di Android, in contrapposizione col cellulare preferito dell'utente ignorante...non mi ricordo come si chiama...quella chiavica là senza copia-incolla, dai.

Effettivamente, non è che Google e HTC si siano adoperati tanto per evitare il confronto, a iniziare dall'aspetto esteriore del nuovo gingillino:

 
Visto così, assomiglia non poco all'aifòn, se non che, già solo dalla foto, gli dà lammerda: sarà à la page scrivere sul touchscreen, ma un bel tastierone qwerty coi tasti che ti danno il feedback tattile quando li schiacci non è neanche lontanamente paragonabile in termini di piacevolezza e comodità di utilizzo.
Se poi uno è veramente malato, il touch screen c'è, per cui se non c'è già un'applicazione per scrivere digitandoci sopra penso che apparirà tempo zero.

Diciamoci la verità, il vero motivo per cui il gadgettino qui è molto meglio del catorcio con la mela è proprio quello della frase precedente, e non mi sto riferendo all'applicazione per scrivere sul touch screen, ma in questa frase che riporto pari pari dall'Android developers blog:
 Similar to YouTube, content can debut in the marketplace after only three simple steps: register as a merchant, upload and describe your content and publish it.
Sarebbe a dire che per me sviluppatore bastano a dir tanto 5-6 click per pubblicare un'applicazione sul marketplace, e per me utente invece si apre un ventaglio di possibilità applicative virtualmente infinito, limitato solo dalla capacità e dalla creatività degli sviluppatori anzichè dai capricci di Steve Jobs, che non pubblica sull'Apple store applicazioni GPS perchè sta sviluppando la sua e vuole vendertela a tutti i costi però poi pubblica (salvo poi toglierla in un momento di dignità riacquisita) cagate come Iamrich.

Credo di averlo già scritto qui N volte ma non mi stanco mica di ripeterlo: a oggi, addì 24 settembre 2008, non serve assolutamente a niente avere un gadget carino o offrire dei servizi carini se non si offre anche la possibilità alla community di farne l'uso che ne preferisce.

Vale per i servizi 2.0 come Friendfeed, che ha avuto un boost esagerato negli accessi da quando ha rilasciato la Developer API, o Twitter, ma vale anche un po' dappertutto: l'unica cosa che si guadagna, a impedire agli utenti di usare i propri prodotti come si vuole, è una grassa figura di merda.

Ad ogni modo:
  • Fotocamera: c'è.
  • Wifi: c'è.
  • Connettività 3G: c'è.
  • MMS (per quei 2 o 3 che ancora li usano): c'è.
  • Copia-incolla: c'è.
Prezzo: 200$.

Poi uno si chiede com'è che la stessa rete che praticamente un mese fa alimentava l'hype sul catorcio con la mela, adesso si affretta a dire che in fondo, sto Android, non è niente di che.

Forse perchè, dopo aver comprato un telefono da 600 euro con l'abbonamento da 100€ a kbyte scaricato, un po' si rosica a vedere sto HTC Dream?

lunedì 22 settembre 2008

Dai dai dai dai che si ricomincia!



Ed era anche ora :)

Per il party di apertura abbiamo tirato in mezzo Kevin Gorman, che fa della bella techno sdrubasdruba un po' live set e un po' dj set, oltre ad essere una specie di anello mancante visto che è uscito sia sulla Net28 degli spagnoli che sulla Gigolo di quel petomane di Dj Hell, per cui fa contenti un po' grandi e piccini.

Se ti piace la techno sdrubasdruba, vieni al Gasoline venerdì.
Se ti piace l'electro (e quindi sei un marrano infedele), vieni al Gasoline venerdì.
Se vuoi venire a festeggiare il compleanno di Silvia e quello di sua sorella, vieni al Gasoline venerdì.
Se vuoi venire a festeggiare e basta, vieni al Gasoline venerdì, che tanto noi si fa del party uguale.
Se hai voglia di una serata veramente tra, senza sbattimenti, senza casino, tra un sacco di amicici, vieni al Gasoline venerdì.
Se sei una signorina, vieni al Gasoline venerdì, che entri aggratise.
Se sei un ometto, vieni al Gasoline venerdì, che 10€ con la consuma (ma solo in lista beatbank, eh!) mi pare un prezzo comunque onestissimo.

Morale, vieni al Gasoline venerdì, che ricominciano i party Beatbank e non si può mica mancare, suvvia :)

venerdì 19 settembre 2008

International Talk Like a Pirate Day

Quante cose si imparano su Infernet.

Ti svegli e leggi questo post sull'Official Google Blog, in cui Mountain View informa che siccome uno dei loro obiettivi è rendere disponibili i propri servizi a più persone possibili, e che si sono accorti di un aumento di popolarità nelle ricerche in lingua dei pirati, hanno deciso di aggiungere alle lingue supportate anche il Pirate talk.

Il primo aprile è lontano, per cui pensi che faranno sul serio e che siano veramente una manica di dementi...poi apri Friendfeed, che finalmente ha rilasciato la nuova versione che prima era in beta, e fai caso al logo:


A questo punto, non può più essere un caso isolato di coglionaggine da parte di quelli di Google, per cui scopri che oggi è l'international talk like a pirate day, la giornata internazionale della lingua dei pirati.

Poi pure Pearls before swine pubblica una strip a tema, e allora decidi che è veramente il caso di procurarsi un pollo di gomma con la carrucola in mezzo ed esercitarsi nei duelli a insulti.

"Molto appropriato. Combatti come una mucca."

giovedì 18 settembre 2008

Diplomazia

Diplomazia: La patriottica arte di mentire per il proprio paese. (Ambrose Bierce)
Metà dell'arte della diplomazia consiste nel non dire nulla, specialmente quando stiamo parlando. (Will Durant)

Fonte: Wikiquote

(Per chi non si fosse accorto che il post precedente è sparito)

mercoledì 17 settembre 2008

Il capo mondiale del trash

Accade che in una giornata noiosa d'ufficio linki un video di Gigi d'Alessio a una tua ex-studentessa (don't ask).

Lei in risposta ti apre gli occhi su un intero mondo nuovo, quello del sottobosco dei cantanti neomelodici napoletani.

Il capo in assoluto è lui, Raffaello:





Il passaggio del secondo video, l'esibizione di Raffaello in uno stadio san paolo gremito, in cui la voce fuori campo dice "il pubblico lo acclama tanto, rimanendo sbalordito l'artista Raffaello" merita di diritto l'ingresso nell'antologia mondiale del trash di tutti i tempi, persino più dell'abbigliamento dell'"artista" Raffaello nel video di "Scivola quei jeans" ambientato in un ristorante deserto.

Questa è roba che a mai dire tv se la sognavano, eh.

martedì 16 settembre 2008

Purgare la collezione di dischi?

Dave Simpson, in un post di oggi sul blog musicale del Guardian, sostiene che si è rotto le palle di avere troppi dischi e che si libererà della maggior parte della sua collezione, riducendola a non più di 200 elementi:
These days though, records and CDs are all over the house. I have CD singles in the bedroom. Vinyl in the spare room. My office room is so overladen with CDs I can barely get in to do any work.

Even the garage is not free from the CD menace. I recently discovered a forgotten crate of the blighters and reacted like you would an unexploded bomb. I have thousands of CDs - far more than I could ever play, even if I wanted to. And I don't want to. Why do I own a Spizz Energi CD which has just one track I actually like? Why do I own four different versions of Bowie's Ziggy Stardust? In my darker moments, I worry that the house will catch fire and I will hear a distant voice of a fireman moaning, "We can't get to him, boss. He's stuck behind a wall of Style Council boxed sets."

Ora, la mia stuazione non è ancora pesante come la sua, però si avvicina molto a quella in questa foto e anzi probabilmente la mia casa nuova sarà così già dal momento in cui mi ci trasferirò (senza le radio d'epoca, ovviamente):


Ciononostante, e nonostante le reiterate lamentele dei miei attuali coinquilini (i miei genitori), non ho nessuna intenzione di ridurre in alcun modo la mia collezione, ma anzi credo che la vedrò crescere ulteriormente all'ormai consueto ritmo di una trentina di dischi al mese, che equivale alla ragguardevole cifra di poco meno di un disco al giorno.

A prescindere dal fatto che molti dei dischi che compro li suono, effettivamente mi rendo conto che ne ho anche molti che non suonerò mai, come pure ho molti cd che non (ri)ascolterò mai più, eppure non riesco a liberarmene: se non proprio ogni disco, più del 90% dei miei dischi sono associati a un ricordo, tipo il posto in cui li ho comprati, o chi me li ha regalati, o magari una particolare situazione in cui li ho suonati, come si conviene a ogni collezione che si rispetti.

Anch'io, come Dave Simpson che ha 4 versioni diverse di Ziggy Stardust, ho dei dischi assolutamente sovrabbondanti e superflui, come due versioni diverse di Jaguar di Dj Rolando, delle quali una (l'originale su UR) era nel mio primissimo ordine di dischi e l'altra (un'atroce ristampa su 430 west che però ha tutti i remix) comprata al negozio della Music Man, a Gent, il giorno dopo l'I love techno del 2006 assieme ad altri 80 euro di dischi, o tutti i singoli estratti da Homework dei Daft Punk nonostante abbia già il cd, oltretutto comprato due volte perchè la prima copia l'ho consumata, eppure proprio per i ricordi legati a ciascun disco, anche ai più brutti come l'orrendo cd di remix eurodance dei Queen che ascoltavo in metro andando al liceo, non mi passa neanche per l'anticamera del cervello l'idea di avere troppi dischi e di liberarmene.

Ok che ho anche un sacco di porcate, tipo uscite uniche di oscure etichette polacche col centrino attaccato (storto) a mano e l'indirizzo @msn.com per contattarle, che magari dai prelisten su decks.de sembravano carini e che poi, ovviamente, si sono rivelati delle gran cagate, ma che bisogno c'è di buttarli via?

L'unica cosa che ammetterei sarebbe, forse, di regalarli a qualche amico (come già faccio quando mi capita di comprare dischi doppi per sbaglio), ma tipo non credo riuscirei a venderli su ebay a un negozio...ok, sono malato, ma credo sia un male comune a ogni collezionista :)

(Per inciso, ho un sentimento molto simile, anche se meno accentuato, nei confronti dei libri)

lunedì 15 settembre 2008

Blippeffemme

In un giorno in cui tutta la blogosfera si divide equamente tra resoconti della Blogfest che mi fanno rimpiangere di non esserci andato e post per dare la giusta risonanza a un evento irritantissimo, io faccio un po' quello fuori dal coro e parlo di un servizio duepuntozzèro nuovo nuovo con cui sto giocando in questi ultimi giorni.

Blip.fm è, riassumendo moltissimo, un tool che consente di notificare al mondo quello che si sta ascoltando e/o di ascoltare quello che si vuole: in sostanza, si cerca nel motorello di ricerca una traccia e, a patto che questa sia presente nel db di blip.fm, la si può sentire e contemporaneamente notificare al mondo intero che la si sta sentendo, con tanto di pratico link per l'ascolto immediato da parte del mondo intero suddetto.

La figata del tutto sta nel fatto che, essendo un'applicazione duepuntozzèro, si integra a dovere con un sacco di altre cose, tipo twitter, friendfeed, last.fm, tumblr e pownce, per cui la notifica di cosa si sta ascoltando non è limitata ai soli utenti di blip.fm ma viene estesa anche ai followers su twitter e friendfeed, per dirne una, dando una risonanza ancora maggiore alle proprie proposte musicali.

A me torna molto utile: spesso e volentieri mi vien voglia di twittare di quello che sto ascoltando, e con sto blip.fm posso farlo in maniera veramente rapida e consentire ai miei followers di ascoltare in un solo click quello che blippo...oltretutto, non ho ancora approfondito molto, ma ha anche un po' di cazzimme sociali sue proprie, tipo la possibilità di dare i props agli altri utenti in segno di approvazione per le loro proposte, o di aggiungere gli utenti alla propria lista di favourite djs e di crearsi le playlist personalizzate mettendo in fila le tracce proprie e altrui.

Per forza di cose il database di canzoni blippabili non è proprio completissimo, soprattutto per chi ha gusti di nicchia come i miei, ma non è neanche malaccio, grazie anche alla possibilità per qualunque utente di uploadare tracce (il che mi fa pensare che probabilmente la pacchia non durerà a lungo), per cui mediamente trovo quello che mi va di blippare tipo una volta su due, che è cmq tanto.

Bel servizio quindi, alla fine della fiera, bravi ragazzi :)

domenica 14 settembre 2008

Un podcast un po' speciale

Come traspare in maniera evidente dai miei ultimi post, in questi giorni sono veramente fomentato coi Chemical Brothers: il secondo cd di Brotherhood con tutte le battle weapon mi ha veramente esaltato riportandomi alla mente le volte che li ho visti dal vivo e ricordandomi che al mondo, di artisti "dance" bravi così, ce ne sono veramente pochi.

Mi è parso giusto, quind, tributare loro il giusto merito con un mixato dedicato :)

Il risultato dice:

The sunshine underground
Star guitar
Don't stop the rock
Get up on it like this
Morning Lemon
Electronic battle weapon 8 (Saturate)
The golden path
Electronic battle weapon 3 (Bass test)
Believe
Electronic battle weapon 10 (Midnight madness)
Out of control
Electronic battle weapon 5 (It began in Afrika)
Hey boy, hey girl
(The best part of) breaking up
Chemical beats
Dig your own hole
Surface to air

Ci sono tante battle weapons, quindi, e molti dei pezzi più dritti della loro discografia tipo Believe e Out of control, ma c'è anche tanto big beat vecchia scuola, quel big beat di cui loro sono stati tra gli inventori con tracce come Chemical beats e (the best part of) breaking up: non ho mai nascosto che il loro lato più danzereccio è quello che preferisco, e questo mixato lo spazzola un po' tutto in lungo e in largo, dai beat dritti a quelli spezzati e dai suoni più inferociti a quelli più dolci e melodici.

Di solito sono abbastanza perfezionista e non sono praticamente mai soddisfatto dei miei mixati, che è anche il motivo per cui non li faccio girare più di tanto, ma di questo sono veramente fiero: ovviamente, in quanto perfezionista, penso che si potesse fare di meglio, ma riconosco che questo è stato un mixato veramente difficile e che mi è venuto proprio benino :)

Voila il link per scaricarlo, quindi, senza perdere altro tempo!

venerdì 12 settembre 2008

Chemical Brothers - Brotherhood - La recensione

Avevo già scritto un post che ne anticipava l'uscita, ma ora che ho il doppio cd per le mani è tempo di commentarlo approfonditamente.

Sul cd di greatest hits non c'è veramente moltissimo da dire, se non che, come si sapeva già da mo, tra i primi album e le ultime due cagate c'è uno stacco evidentissimo, che si percepisce in tutto il suo stridore sentendo una in fila all'altra Block rockin' beats e Do it again, o Believe e Star guitar, o ancora Leave home e uno dei due inediti, Keep my composure, che definire "aberrante" è un eufemismo grosso come una casa.

Come già si intuiva dai tempi di Push the button, però, i veri Chemical brothers non sono quelli degli album ma quelli delle Electronic battle weapons: in realtà, a volerla dire tutta, è sempre stato così, anche in precedenza, visto che alcune delle tracce migliori di Ed e Tom sono uscite prima come battle weapons e solo poi sono state incluse negli album, tipo la battle weapon 3 che diventa Under the influence in Surrender o la 5 che diventa It began in Afrika in Come with us.

L'inclusione, nell'edizione speciale di questo greatest hits, di un cd contenente tutte e 10 le Electronic battle weapons, quindi, non fa altro che testimoniare la natura bifronte dei fratelli chimici, capaci di dire "svolteremo verso la techno" e poi rilasciare un album orripilantemente stupido come We are the night (la cui unica traccia bella, guarda caso, è la battle weapon 8 aka Saturate) e contemporaneamente di stampare, zitti zitti, lontani dalla luce dei riflettori, 10 missili terra-aria come le battle weapons, ad uso e consumo esclusivamente loro e dei pochi altri che li seguono attentamente anzichè comprare il cd perchè hanno sentito Believe nella pubblicità di Alice con Valentino Rossi.

In realtà, quindi, i "veri" Chemical Brothers non hanno assolutamente niente a che vedere con gli album che stampano, soprattutto non hanno niente a che vedere con We are the night, grazie a dio, a meno che qualcuno non creda veramente che The salmon dance rappresenti una svolta verso la techno; la vera svolta verso la techno, se di svolta si può parlare, è la battle weapon 10, Midnight madness, che ricorda a chi li segue dall'inizio della loro ormai lunga carriera che loro sono quelli di Chemical beats e non quelli di Galvanize, che anche se con quest'ultima e con porcate simili hanno raggiunto il successo mainstream continuano ad aprire i live con Hey boy hey girl, ugualmente di successo ma di tutt'altro spessore.

E a proposito di live, visto che non li vedo dal 2005, sarebbe molto gentile da parte loro tornare in Italia in tour, magari presentando proprio questo greatest hits anzichè gli ultimi due album, magari addirittura in dj set anzichè live, che poi alla fine cambia solo che il dj set dura tipo 3 ore e mezza anzichè una (lo so che sono venuti in Italia anche l'anno scorso, ma siccome era il tour di We are the night l'idea di spendere 40 euro per sentire the salmon dance mi ha tenuto lontanissimo dal concerto).

Morale, sto Brotherhood merita l'acquisto da parte di un po' tutti, sia quelli che hanno scoperto Ed e Tom grazie alla sopracitata pubblicità con Valentino Rossi, perchè si rendano conto di chi sono veramente i Chemical brothers, che per quelli che invece sanno di chi si sta parlando e vogliono mettere le mani sulla pregiatissima raccolta delle battle weapons, molte delle quali sono suonabilissime tuttora :)

Il video virale dei post-it

Sta girando la rete a una velocità incredibile, per cui c'è buona probabilità che quando passate di qua l'avrete già visto, ma si merita un post lo stesso perchè è veramente favoloso: in pratica, i tipi delle mille fontane di mentos nella coca-cola hanno fatto un video simile con 280mila post-it usati in maniera creativa.

Merita una guardata, dura poco ed è vero genio :)


EepyBird's Sticky Note experiment from Eepybird on Vimeo.

giovedì 11 settembre 2008

Il metal

Si sentiva il bisogno di una dimostrazione chiara ed efficace che spiegasse una volta per tutte che cos'è il metal: voila.

Operazioni di restauro

Mi ci è voluta quasi una mattinata di sbattimenti, ma finalmente www.beatbank.it ha di nuovo tutte le sue meravigliose gallerie fotografiche, che documentano tutti i nostri parties passati, quelli che ci hanno ospitati come dj e molti di quelli a cui siamo stati come semplici clubber, dal 2006 a oggi.


Morale, finalmente www.beatbank.it è completo di nuovo dopo il restyling+upgrade di Joomla, con tutte le photo gallery, tutti i podcasti e tutto quello che aveva prima, con in più una veste grafica molto molto carina made in Naph :)

Giusto in tempo per la nuova stagione, che inizia il 26 e che sarà ancora al Gasoline come l'anno scorso e ancora a cadenza mensile, come l'anno scorso, sempre il secondo venerdì del mese...a breve più info sul party di apertura...stay tuned!

mercoledì 10 settembre 2008

Con un tempismo perfetto

Tra ieri sera e stamattina si è manifestato in tutto il suo splendore il souvenir che mi sono portato da Frankfurt, una leggera influenza con raffreddore a cannone, un po' di febbrina e qualche malvagità intestinale.

E' con immenso piacere, quindi, che mi sento di poter affermare che oggi potrebbe finire il mondo, e in effetti neanch'io mi sento tanto bene.

lunedì 8 settembre 2008

Green & Blue 2008, il report

Questo è un report che non avrei mai pensato di scrivere.

L'anno scorso, finito il Green & Blue, io, Fede, Melkio e gli altri che erano con noi avevamo deciso di cercare di non parlarne troppo in Italia, per evitare che fosse colonizzato dai barbari come altry party tipo il Love family park, il Time warp o l'I love techno, il che spiega anche il riserbo del mio post precedente sulla destinazione del mio weekend.

Ciononostante, anche quest'anno come l'anno scorso il party è stato troppo bello per riuscire a tacerne, e ad ogni modo, se anche i barbari che ieri erano al party M_nus a Roma dovessero colonizzarlo, dall'anno prossimo cambierà location, per cui il Green & Blue "vero" ormai è solo un ricordo vivido e indelebile nelle menti di chi c'era e una leggenda raccontata a chi se l'è perso.

Partiamo dall'inizio, cmq, dal volo al solito orario infame da ryanair (6 di mattina, cose così), funestato da un bambino maledetto che non ha taciuto un secondo, impedendomi di dormire e facendomi arrivare a Frankfurt in uno stato poco oltre il coma: ho passato un sabato pomeriggio abbastanza faticoso, tra il sonno e la pioggia, in cui comunque sono riuscito a girarmi praticamente tutto il centro.

Ad ogni modo, Frankfurt mi è decisamente piaciuta: come atmosfera ricorda molto la mia città natale, che in molti schifano, per il clima molto poco turistico e molto lavoratore, con in più un gusto urbanistico mica male, che affianca i grattacieli di vetro alle case vecchie senza creare obbrobri e mantenendo sempre, almeno nella parte che ho visto io, un look & feel molto arioso e per niente opprimente, anche grazie al fiume che allarga di molto il campo visivo.

Inoltre, ho trovato molto migliore la parte notturna & ggiovane della città, con negozi di roba designerish sensibilmente migliori della roba fintoalternativa che si trova qui in ticinese e un dj ogni 20 metri.

Per la serie "un'immagine vale più di mille parole", cmq. Frankfurt è fatta così:


Dalle foto si notano, in particolare, una sorta di sagra di paese con bratwursts a profusione e musica bislacca e la terribile incapacità della mia digitale a fare foto decenti di notte.
Già che c'ero, ho anche fatto un giro da Freebase, sperando di trovare tutti quei dischi in vendita solo lì come il remix di Rhadoo per Rose rouge di St. Germain e quegli unknown tipo Cae/Nin e Bjoe/Fei, ma ho trovato solo Floete/Clarinette, che cmq è ottimo, come pure ottimo ho trovato Freebase stesso, essenziale e fornitissimo come un vero negozio di dischi dev'essere.
Ma veniamo al vero motivo della trasferta, il più bell'open air d'europa:


Appena arrivati, ad accompagnarci nel giro turistico per il parco in cerca di merchandise (che però non c'era, c'era solo la stessa maglietta dell'anno scorso) c'è già il miglior prodotto che la Romania abbia da offrire in questo momento, Raresh, che sta scaldando i partygoers più mattinieri con dell'house bella carica che riesce a suonare contemporaneamente oldschool e attuale, risultando alla fine uno dei set migliori dell'intero party.

Purtroppo però riusciamo a sentirlo solo per un'oretta scarsa, visto che poi è già ora della sorpresa del giorno, Onur Ozer:



(La mia digitale non fa solo le foto schifose di notte, fa anche i video con l'audio atroce)
Mi aspettavo un set come le produzioni del turco, dubbosissimo, ripetitivo e, diciamocelo, un po' monotono, e invece...boom! Anche lui bello funkettone, dubboso ma coi piattini carichi di shuffle che ti schiaffeggiano da destra e da sinistra e coi vocal un po' maghrebini e un po' frifri che danno tanto fastidio a Naph ma che mi fanno impazzire...si perde il titolo di miglior set del party solo perchè Raresh e Ricardo hanno fatto veramente dei set fuori dall'umana concezione, ma a confronto con dei dj "normali" l'avrebbe vinto di certo.
Finito Onur Ozer, è il momento di una pausa dopo tutto sto fomento, anche perchè c'è da arrivare in forma fino alle 2, per cui il live di Tolga Fidan capita proprio a fagiolo: alla cassa compatta si sostituiscono atmosfere eteree e melodiche per un'oretta di occhi chiusi e viaggioni che finiscono giusto giusto appena prima di iniziare a sembrare troppo ripetitivi, con in più la sorpresa che Tolga non ha fatto la sua traccia contenuta nell'ultima Cocoon compilation, che era una delle migliori dell'intero pacchetto...ad ogni modo, un ottimo live, che credo tornerò a sentire venerdì al Gasoline, anche se temo che il pubblico italiano non sia pronto.


Finito il live di Tolga Fidan, inizia a suonare quello da cui mi aspettavo di più di tutto il party, visto che confidavo che avrebbe interpretato a dovere l'atmosfera da parco al pomeriggio: Loco Dice.

Delusione totale.

Di Dice ho sempre detto che quando fa il Loco Dice mentale, ipnotico e viaggione - come all'Awakenings l'anno scorso - è uno dei migliori al mondo, mentre quando cerca forzatamente di menare è un dj scarsissimo...e al Green & Blue ha menato, oltretutto molto più di quanto sarei riuscito a considerare accettabile per un open air alle 4 di pomeriggio, per cui abbiamo optato per un salto dal papà di tutti i dj europei, Jack Bauer di 24.


Ogni anno mi dicono che è migliorato, che non suona più dischi senza senso, e io ogni anno ci riprovo, a sentire almeno una parte del suo set da 6 ore in casa sua: a sto giro devo dire che parte discretamente bene, col remix di Samim su Moon Harbour e con Orbitalife di Johnny D (ok, niente di originalissimo, ma almeno bei dischi), ma dopo sti due dischi ritorna lo Sven Vath che ho imparato ad evitare, con peti e sirene dei pompieri dappertutto, per cui decidiamo di fare una lunga pausa condita da un bratwurst e uno schnitzelbrotchen e magari tornare a sentirlo nell'ultima ora di set, in cui solitamente fa revival e suona come suonava negli anni 90.

Finita la pausa, è l'ora di un altro set attesissimo e che si è rivelato uno dei migliori dell'intero party, il suo:

Alla luce di quello che ha fatto sentire sia durante il Green & Blue che, assieme al suo pupillo Raresh, all'afterparty al Cocoon, si può tranquillamente affermare che se attualmente Villalobos non è il miglior dj del mondo, ci si avvicina molto: dalle 18 alle 22 ha fatto 4 ore di set "da open air", con dischi studiati accuratamente per far saltare la folla, tra un cantato latino e una hittona tipo French Kiss o il suo remix di The sinner in me dei Depeche Mode, suonato assieme a un loop di cassa tesissimo che lo ha fatto diventare una sorta di treno latin-techno.

Ruffiano quanto basta, quindi, per tenere assieme le migliaia di persone del blue stage, ma allo stesso tempo estremamente di classe, è riuscito a rinvigorirmi nonostante stessi ballando da tipo 8-9 ore, e già questo non è poco, ma soprattutto ha fatto saltare ininterrottamente per 4 ore tutta la folla, incarnando di fatto lo spirito festaiolo del Green & Blue: il blue stage è casa sua, da sempre, è la sua festa, per cui se il Green & Blue è il miglior open air d'Europa è in gran parte anche merito suo.

Nessun altro open air, infatti, ha lo stesso clima da festa nel parco: ci sono quelli superorganizzati come l'Awakenings, dove non fai mai mezzo secondo di fila, dove all'ingresso ti danno il polsino con la lineup dettagliata e dove, fuori dai bagni, c'è la postazione con deodoranti, spazzole e trucchi free, ci sono quelli marci come il Love family park, che di fatto è un rave in un parcheggio, ma nessun altro open air ha l'atmosfera del Green & Blue, che sembra una tranquilla domenica pomeriggio con Sven Vath e Ricardo Villalobos al posto dei frisbee e delle grigliate.
Il set di Ricardo vola via velocissimo, e quando guardi l'orologio pensando che stia suonando da mezz'ora in realtà sono passate 3 ore, ed è già il momento di andare a sentire il revival di papa Sven, che decide di farmi uno dei migliori regali possibili suonando questo:

Ed è con le lacrime agli occhi e le gambe che ti sostengono a fatica che ti guardi attorno, vedi i laser verdi e blu che illuminano gli alberi trasformando il parco in una sorta di foresta incantata, vedi i partypeople tedeschi vestiti in modi incredibili e con sorrisi da un orecchio all'altro, che canti "music sounds better with you" e capisci che puoi chiuderti in un angolo tappandoti gli occhi per non vedere lo schifo che ti circonda come bisogna fare in Italia e concentrarti solo sulla musica, ma quando sei in un posto come il Green & Blue, con la gente che c'è al Green & Blue, la musica suona incredibilmente migliore, ancora meglio del solito.

E sempre con le lacrime agli occhi realizzo che anche se ormai quasi non mixa più, se spesso e volentieri mette dischi che nessun sano di mente suonerebbe neanche sotto tortura e se il grosso del tempo lo passa a ballare e a fare il cretino in console, nessun dj al mondo ha il carisma di Sven Vath, e soprattutto nessuno al mondo ha la sua capacità di parlare al pubblico coi dischi, nessuno al mondo riesce a raccontarti una storia lunga 6 ore e a trasmetterti le emozioni che papa Sven comunica pescando sempre il disco giusto al momento giusto e mostrando a tutti che quello che si diverte più di tutti, tra le migliaia di persone presenti, è sempre comunque lui.

C'è poco tempo per la commozione però, bisogna uscire dal parco mentre papa Sven tiene il suo solito discorso conclusivo alla presenza del sindaco di Obertschausen per correre al Cocoon cercando di evitare la fila e l'intasamento (tentativo vano comunque, abbiam fatto lo stesso un 20 min di fila nonostante fossero tipo le 23.30).

Sul Cocoon club non riesco a commentare davvero perchè non sono in grado di trovare parole per descrivere il tempio della techno, costato 12 milioni di euro e vero e proprio monumento anzichè un club: dalle pareti ad alveare coi divani verde fluo incassati ai bagni coi monitor negli specchi e il tipo che ti taglia la carta e te la porge per farti asciugare le mani, andare al Cocoon è un'esperienza appagante sotto tutti i fronti, non solo su quello clubbistico.



C'è il Micro, il ristorante/privèe con tutto il soffitto fatto come si vede nella foto sopra, che assieme ai giochi di luce crea effetti meravigliosi e che ospitava un set splendido di Onur Ozer e Tobi Neumann in versione house/lounge da privèe, c'è il banco che vende i bratwurst, c'è la console che sembra un'astronave, c'è la smoke machine più potente che abbia mai visto, che trasforma l'intera pista in una nuvola con tanto di ondata rinfrescante, ma soprattutto, domenica sera, c'erano loro:


E che te lo dico a fare.

Con la console eccezionalmente a ridosso della pista, su un tavolo anzichè sull'astronave, averli a un metro di distanza che fanno festa assieme a noi è già di per se una meraviglia, e sentirli suonare come domenica sera, carichissimo ma con quella vena funky e housettona che li contraddistingue, tra un white label che chissà quando uscirà e una vecchia perla rara di house old school era l'unica cosa che avrebbe potuto tenermi in piedi dopo 12 ore di musica...e loro mi hanno fatto passare il dolore lancinante alle gambe e alla schiena, facendomi saltare ancora come se mi fossi appena svegliato.

Purtroppo, sempre grazie all'atroce orario Ryanair ho dovuto lasciare il Cocoon alle 2, facendo fatica ad abbandonarlo e a trascinare via Silvia, che non l'aveva mai visto e aveva ancora gli occhi illuminati il lunedì pomeriggio, ma sono sicuro che loro due fino alle 6 hanno tenuto tutti con gli occhi incollati alla console e le orecchie gaudenti.

Ovviamente non si sa ancora dove sarà, nè addirittura se ci sarà il Green & Blue l'anno prossimo, ma se ci sarà io ci sarò sicuramente, anche se trovare un altro posto meraviglioso come questo sarà veramente difficile, ma ormai non mi perderei la festa di fine estate made in Cocoon per niente al mondo.

Edit: qui c'è tutto il set delle mie foto scattate tra sabato e domenica...a sto giro un po' pochine, ma tutto sommato non male :)

venerdì 5 settembre 2008

Si parte!

Domani mattina prestissimo (grazie ai soliti orari infami dei voli Ryanair) parto per una destinazione nordica, di cui preferisco non parlare troppo perchè non voglio che si intasi di italiani...cmq andrò qui:


Poi qui, che è il motivo principale del viaggio:




E poi qui:


Chi merita di capire ha già capito dove vado, chi non ne ha la minima idea si merita il Mugello dance festival :)

giovedì 4 settembre 2008

Metal Gear Solid 4 vs. GTA IV: approcci opposti

Visto che ho poco tempo per giocare, va a finire che gioco solo ai titoli più importanti a cui proprio non si può rinunciare, per cui nel 2008 a parte qualche cagata tipo Assassin's creed i giochi a cui ho giocato veramente sono stati i due giochi probabilmente più importanti e attesi dell'anno, ossia i quarti capitoli di GTA e di Metal Gear Solid.

Quest'ultimo mi è piaciuto (anzi, mi sta piacendo, visto che non l'ho ancora finito) alla follia, l'altro mi ha fatto veramente cagare, nonostante i pareri che ho letto in giro per la rete siano assolutamente opposti: perchè GTA IV è osannato come un capolavoro e MGS 4 viene schifato come il definitivo sputtanamento di una serie gloriosa?

La sparo: GTA è una serie molto più casual rispetto a MGS, che pure vende un sacco ed è, di fatto, un brand mainstream.

MGS, pur essendo giocabile e godibilissimo dal ragazzino di 14 anni a cui i genitori hanno regalato 'la play' per natale, ha sempre offerto, storicamente, un ventaglio enorme di possibilità di approccio e di masturbazioni mentali, che vanno dalla presenza di N modi diversi per fare la stessa cosa all'intrico di citazioni e riferimenti culturali che fanno contento il giocatore più smaliziato dandogli la possibilità di scrivere paginate e paginate sui forum...GTA, una volta ammazzate le puttane per riprendersi i soldi, cosa offre?

Missioni scriptatissime e con dei binari evidenti anche a un cieco, in cui non si possono ammazzare i nemici finchè il gioco non decide che si può e che impediscono qualunque approccio diverso da quello previsto, cosa evidente soprattutto in GTA IV.

Morale: pare un paradosso, ma il gioco che offre più libertà al giocatore è quello in cui c'è una trama già scritta e uno scopo ben definito anzichè quello che ha inventato il genere "sandbox" in cui - teoricamente - si può fare tutto quello che si vuole, salvo poi ridursi al solito "prendi la macchina - vai dall'altra parte della città - ammazza due spacciatori - cambia macchina - e magari tra una missione e l'altra ammazza una puttana".

In MGS, invece, il fine ultimo da raggiungere è spiegato chiaramente, ma per ogni scenario ci sono almeno 2 strade possibili, ognuna percorribile con atteggiamenti diversi che rappresentano le mille sfumature di grigio tra l'approccio interamente stealth e quello alla Rambo.

Inoltre, la critica più feroce che ha ricevuto MGS 4 da parte degli utenti che hanno seguito tutta la serie (mi rifiuto di credere che il ragazzino di 14 anni di cui sopra possa fare commenti più profondi di "minchiazzio stai male, ti nascondi e spari") riguarda l'eccessiva lunghezza delle parti non giocabili e la loro natura parodistico-trash, ma per me le due cose costituiscono uno dei grossi pregi del gioco, fondamentalmente perchè costituiscono l'estremizzazione degli aspetti che hanno reso famosa la serie: in sostanza, tra cutscene lunghissime, scenette trash e libertà di gioco assoluta, MGS 4 è Metal Gear Solid all'ennesima potenza, mentre GTA IV è il primo GTA con la visuale cambiata e un paio di aggiunte che servono a far parlare i telegiornali ma non migliorano l'esperienza di gioco per chi cerca qualcosa di più profondo che passare sopra le puttane in suv.

Morale: MGS 4 è un gioco che da solo giustifica l'acquisto di una PS3, GTAIV è un blockbuster che fa notizia sui giornali e che sicuramente avrà fatto impennare le vendite del 360, ma è un gioco da casual gamer, nell'accezione più spregiativa del termine.

mercoledì 3 settembre 2008

Silenzio stampa

Visto che oggi nessuno parla d'altro che di Chrome e io ne ho già parlato ieri, oggi questo blog rimane silenzioso in segno di ribellione nei confronti dei massmedia, che detto così pare una cosa veramente figa.

(Cmq Chrome è un bel browser, eh, anche se è ovviamente ancora un po' acerbo)

martedì 2 settembre 2008

Google chrome

Ne stanno parlando tutti, quindi non mi dilungherò eccessivamente a raccontare la rava e la fava di webkit, della virtual machine per javascript sviluppata ad hoc, dell'uso di un thread separato per ogni tab e blablabla...quello di cui mi interessa parlare è la reazione che sto percependo da parte della comunità online, che mi pare tutt'altro che positiva.

Il commento scazzato più gettonato è "che palle, un altro browser su cui testare le pagine", seguito a ruota da "che facce di merda, foraggiano la Mozilla foundation e poi gli fanno concorrenza" e da "che bisogno c'è di fare un browser, tanto c'è già IE per gli utenti ignoranti, Firefox per quelli scaltri, Opera per quelli esotici e Safari per gli integralisti del mac".

Ora, sono critiche che in effetti potrebbero non essere prive di fondamento, soprattutto quella dello sbattimento di dover testare su un browser in più, come se IE, Firefox e Opera non fossero abbastanza (Safari lo tralascio volutamente, se un utente è integralista mac non è mica un problema mio), ma in un momento come questo in cui, a mio avviso, i due browser principali si stanno avvicinando molto come features offerte e quindi la browser war si sta un po' affievolendo, l'ingresso di un nuovo competitor, oltretutto bello grosso, non può che fare bene.

Poi ovvio, ci vorranno anni e anni prima che chrome arrivi a una quota di mercato sensata, se mai ci arriverà, ma io sono sempre contento quando vedo del software nuovo made in G :)

lunedì 1 settembre 2008

Italy Gig List chiude

Uno dei punti di riferimento per chi come me non ha grossi problemi a fare trasferte di ore per andare a sentire la musica che preferisce abbandona la scena.

Ho conosciuto, di sfuggita, il signor Italy gig list l'anno scorso, all'infausta serata con gli Underground Resistance, Derrick May e Stacey Pullen al Palaisozaki, rovinata da un'organizzazione approssimativa e dal coinvolgimento di staff di bassa lega - ovviamente me l'ha presentato Capitan KK che tutti conosce - e, come era lecito aspettarsi, per quel mezzo secondo in cui l'ho visto mi ha dato l'impressione di essere uno della "vecchia guardia", proprio come il KK e quei pochi altri che pur essendo ben oltre la trentina si fanno senza problemi trasferte di ore per andare a sentire del tunz tunz...quelli che il mio amico Fede chiama la Techno-inps.

Forse anche nella sua età ormai troppo distante da quella degli abituali frequentatori di club e parties italiani è da ricercare la motivazione del suo ultimo comunicato, che riporto per intero perchè è assolutamente condivisibile, almeno in alcuni punti:
'IT'S NOT FUNNY ANYMORE'
(Husker Du)
era un po di tempo che cercavo di farmi ritornare in mente le motivazioni per cui mandare avanti questa cosa.
piu' pensavo, piu' capivo che non ne valeva veramente piu' la pena.
infatti, la missione e' conclusa.
conclusa per evaporazione dell'obiettivo: quello di diffondere informazione riguardante una 'scena'.
perche' la 'scena', cosi come conosciuta, intesa e vissuta dallo scrivente per molti anni, non esiste piu'. morta per spappolamento.
per essere leggermente piu' preciso, la 'scena' si e' trasformata, nella sua maggior parte,  in una misera, noiosa, ripetitiva fino alla presunzione, fatua, conservatrice e bigotta, falsa, straprovinciale, assopita, rinbambita, babbea imprenditoria da strapazzo con le pezze  al culo.
a cascata, quello che la 'scena' offre sono in grande maggioranza banalita', concerti banali, dischi banali, discorsi banali, idee banali, personaggi banali . qualche mese, se va bene, e  poi evaporano senza lasciare neanche un porco di alone.
mi serve? no, no, no e, sto cazzo, no!
oltre questa condizione oggettiva, di cui se non se ne ha la percezione significa essere partecipi allo stato di profonda delirante ipnosi collettiva che regola la vita di questo paese in questi anni a tutti i livelli, e che di se gia' basta ed avanza, avevo anche il 'bonus', cioe' le email di chi si lamenta della lista,  di agenzie che si lamentano della lista, di gruppi musicali che si lamentano della lista, di gestori di locali che si lamentano della lista, di genitori dei minorenni che consultano la lista  che si lamentano della lista, ma soprattutto uno sciame  di uffici stampa che pensano di essere gli unici sulla terra ad avere qualcosa da promuovere, e soprattutto che abbiano le capacita' per farlo. che errore devastante.
cosi non va.
la musica, con annessi e connessi, dovrebbe aiutarti a cambiare la vita, non a cambiarti gli abiti ed il 'trend'. 
quindi, bisognera' farsi cambiare la vita da qualcos'altro.
quindi, e' ora di chiudere.
niente di personale.
amici come prima.
cioe', per niente.
A voler essere polemici a tutti i costi, si potrebbe dire che se la situazione è veramente come la dipinge lui non c'è più bisogno della gig list, per cui la sua sparizione non creerà un gran vuoto...ma io non sono di quest'idea, o almeno, non ho ancora superato il limite di sopportazione per cui mettermi in un angolo, concentrarmi sulla musica e far finta di non vedere il cagaio che ci gira attorno non mi basta più, io riesco ancora a farlo, e finchè dura sentirò la mancanza della gig list.

Bei giorni

E' lunedì primo settembre.

Stamattina mi sono alzato alle 7 dopo un mese di sveglia tardi, per tornare in ufficio, e pioveva.

La metro era in ritardo.

La mia casa nuova in cui finalmente starmene un po' per i cazzacci miei, che doveva essere pronta a giugno e poi a settembre, adesso è pronta tra un mese-un mese e mezzo + tempi tecnici di sistemazione dopo la consegna.

Come se non bastasse, c'è il rischio che debba abbandonare il progetto a cui sto lavorando, quello molto carino con Echo2, Castor e un po' di altre cazzimme tecnologicamente divertenti per finire a lavorare a un cagaio infinito che ho guardato mezza giornata e che ha il codice JDBC nelle JSP, tanto per dirne una e che, fortunatamente, dovrebbe durare solo fino a fine settembre.

Morale, oggi è il primo del mese e sto già facendo il countdown per la fine.