mercoledì 30 gennaio 2008

3 colonne

Ultimamente non ero tanto soddisfatto col layout del mio blogghettino, quindi mi son messo a valutare un po' di possibilità per migliorarlo...fondamentalmente, le alternative possibili erano riducibili a 2 strade:

- Cercare un template più fico di questo per Blogger
- Passare a Wordpress, che i template più fichi li ha di sicuro

Inizialmente, vista anche la penuria di template free per Blogger fatti bene ero molto orientato al passaggio a Wordpress...ma poi, altro dilemma: comprare un dominio+hosting (che cmq prima o poi dovrò fare) e installarci Wordpress, o usare Wordpress.com aggratise?

Per non saper nè leggere nè scrivere mi son creato un account su Wordpress.com, che in effetti è moooolto carino...solo che poi mi piangeva veramente il cuore all'idea di perdermi quel miserrimo seguito accumulato in quasi un anno su Blogger (si, proprio tu che stai leggendo ora!) e, essendo in fondo un programmatore, anche se non si direbbe, ho abbandonato la pigrizia e mi son moddato il layout da solo :)

Attualmente le modifiche sono abbastanza banali, ho solo allargato un po' l'area di contenuto e aggiunto una colonna a sinistra per widgettini assortiti, ma conto di migliorarlo ulteriormente nei prossimi giorni...quindi, c'è un minimo rischio che scoppi tutto e non funzioni mai più niente, se doveste provare a passare di qui e trovaste una catastrofe non dite che non vi avevo avvertiti :)

MacHeads

Si sa (e ce n'è una minima prova qui) che l'utente Apple medio non è un utente come tutti gli altri: non si sa per quale motivo, è completamente privo di una mente propria, ma anzi venera in maniera assolutamente incondizionata tutto ciò che viene presentato a un keynote e ha una mela sopra...fondamentalmente, quando arriva il momento di giudicare un prodotto, l'espressione di un utente Apple è questa:




L'utente Apple non spreca neuroni a decidere se sia giusto o no poter cambiare batteria al proprio macbook, se esistano al mondo dei software che prendano meno di 1GB di ram per caricare gli mp3 sul proprio ipod, se l'Apple tv abbia veramente un'utilità: non serve stare a scervellarsi, Steve Jobs ha detto che una usb è sufficiente, e quindi l'unica possibile reazione dell'utente Apple è la seguente:


Fin qui, nulla che non si sapesse già...se non che, qualcuno ha deciso di farci un film.

(Via Emmebi)

Edit: mentre scrivevo questo post, catepol ha pubblicato questo video esilarante in tema:


martedì 29 gennaio 2008

Essential mix 26-1-08: Luciano

Che cosa sia l'Essential Mix non credo di doverlo spiegare, visto che è un'istituzione radiofonica settimanale officiata dall'Albertino inglese, Pete Tong; ovviamente, dato che la bbc è servizio pubblico fatto bene, non c'è neanche lontanamente paragone nè con le radio private italiane nè tantomeno con radio rai che trasmette ancora in mono e solo ed esclusivamente pattume nazionalpopolare.

Su bbc radio 1, invece, c'è spesso e volentieri roba di altissimo livello (magari non esageratamente di nicchia, ma alla fine è cmq una radio, e cmq anni luce meglio di sanremo et similia): oltre ai vari show di Annie Mac, Fabio & Grooverider e Annie Nightingale, l'Essential mix di Pete Tong è roba che qua in Italia ci sognamo la notte.

Ogni settimana, un mixato di un dj di calibro: dall'EM sono passati praticamente tutti i "grandi" (storico, ad esempio, il live di Richie Hawtin ai Maida Vale studios della bbc, quando ancora la minimale era avanguardia), e ormai l'EM rappresenta di fatto anche una consacrazione per un dj presso il grande pubblico, data anche l'audience di radio 1.

L'ultimo episodio è a cura di Luciano, degnissimo rappresentante delle correnti musicali del futuro prossimo, e lui da furbissimo label manager ha presentato un mixato composto quasi interamente di tracce sue o della sua etichetta, la Cadenza, che è notoriamente una delle preferite del blogger qui presente, oltre che quella di cui possiedo la maggior percentuale di uscite sul totale (me ne mancano solo tipo 2 o 3)...morale, soddisfazione doppia :)

Oltretutto, la chiusura con Yamore, uno dei miei dischi preferiti alltime, è dell'altro valore aggiunto :)

Tracklist:

M83 ‘Title Unknown (Luciano Remix)’ (M83)
Luciano &Thomas Melchior ‘Father’ (Cadenza)
Andomat 3000 & Jan L ‘Delay’ (Cadenza)
Alejandro Vivanco ‘Madre Tierra’ (Cadenza)
Loco Dice ‘A Chico A Rhytmico’ (Cadenza)
Reboot ‘Be Tougher’ (Cadenza)
Luciano ‘Los Update (Minirmx)’ (White Label)
Luciano ‘Fochedrem’ (Cadenza)
Guido Schneider ‘Albertino’ (Cadenza)
Unknown Artist Bootleg
Kabale Und Liebe & Daniel Sanchez ‘Mumbling Yeah’ (Arearemote)
Alex Picone ‘Floppy’ (White Label)
DJ Le Roi Feat. Roland Clarke ‘Get Deep’ (Deeptown)
Onur Ozer ‘Red Cabaret (2000 And One Remix)’ (Vakant)
Salif Keita & Pepe Bobilla ‘Yamoré (Luciano Remix)’ (Cadenza)

Link al sito ufficiale dell'Essential mix con lo stream in real audio

venerdì 25 gennaio 2008

Serie tv nuove: Jpod e Terminator

Con l'arrivo dell'anno nuovo, iniziano a comparire le serie nuove per la stagione primaverile (o almeno, quelle sopravvissute allo sciopero); a parte la scimmia esagerata per la quarta stagione di Lost, in partenza settimana prossima e che purtroppo pare sarà monca proprio per via dello sciopero, due novità assolute meritano a mio avviso una menzione.

La prima è jPod, di cui ho già parlato qui, che essendo canadese non risente dello sciopero e che nei primi 2 episodi ripercorre in maniera piuttosto fedele la vicenda dell'esilarante libro di Coupland (a parte un personaggio sparito nel nulla senza un apparente motivo); ovviamente per chi come me ha già letto il libro non c'è assolutamente alcuna suspence, ma d'altronde è vero anche che la vicenda di per sè non ne include moltissima se non giusto in un paio di situazioni che vengono comunque risolte rapidamente.

Quello che però rende la serie apprezzabile anche da chi conosca già la vicenda, ad ogni modo, sono le esilaranti interpretazioni di alcuni attori (su tutti Alan Thicke, il padre di Genitori in blue jeans!) che costituiscono un reale valore aggiunto a una trama già di per sè validissima, ricca di situazioni assolutamente surreali rappresentate come se fossero del tutto realistiche e di umorimo da nerd (purtroppo un po' smorzato nella versione televisiva)

Edit: ho appena finito di vedere anche il terzo episodio, che mi pare contenga scene nuove non presenti nel libro...ma a scrivere la sceneggiatura c'è sempre Coupland, per cui il tenore è altissimo lo stesso :)

Purtroppo su youtube non ci sono video della serie oltre al trailer che avevo già postato, per cui vi tocca fidarvi del mio giudizio e affidarvi a Bittorrent :)

La seconda serie che mi ha particolarmente impressionato in questo avvio di emistagione (si chiama così una mezza stagione? Ma poi, mica non c'erano più le mezze stagioni?) è di taglio completamente diverso, dato che è una megaproduzione action, probabilmente una delle serie a più alto budget mai viste: sto parlando di Terminator: The Sarah Connor chronicles.

Il setting generale immagino sia noto a tutti (o c'è davvero qualcuno che non ha visto i primi due film con Governator?), per cui non mi ci dilungherò...quello specifico della serie, invece, è il 2007, dopo gli avvenimenti di Terminator 2: Judgement day e vede Sarah e John Connor proseguire nel tentativo di fermare Skynet prima che le macchine prendano il sopravvento sugli esseri umani, aiutati da un'altra cyborg inviata dal John futuro a quello passato.

Finora la vicenda non ha mostrato una qualità enorme, ma ho visto solo i primi 3 episodi per cui sospendo il giudizio in attesa di aver visto almeno una stagione intera: c'è da dire comunque, che il contesto di Terminator e i personaggi di John e Sarah Connor sono già sufficientemente appealing di per sè, per cui sinceramente non mi aspetto gran cose in termini di sceneggiatura.

Mi aspetto molto, invece, in termini di spettacolarità delle scene action e degli effetti speciali, visto il budget della serie, e devo dire che finora non sono affatto rimasto deluso: i cyborg visti finora sono molto ben realizzati, come pure le scene d'azione, fatto abbastanza raro per una produzione seriale.

Di seguito, una delle prime scene del primo episodio:


Morale, questa nuova serie di Terminator probabilmente non rimarrà negli annali per la qualità della sua sceneggiatura, ma da quello che si è visto finora parrebbe in grado di settare nuovi standard per quanto riguarda la cura negli effetti speciali.

Abbastanza bislacco, comunque, il fatto che le due serie nuove più interessanti di questa seconda metà di stagione si appoggino a proprietà intellettuali preesistenti: un sintomo di una carenza di idee da parte degli sceneggiatori oppure solo un effetto dello sciopero?

giovedì 24 gennaio 2008

HTML 5 all'orizzonte (un orizzonte mooolto lontano...)

E' stata rilasciata dal W3C la prima bozza delle specifiche di HTML 5, che pare includere una serie di nuove features veramente strafighe, tipo la validazione dei formati client-side già pronta senza usare javascript o i nuovi tag
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martedì 22 gennaio 2008

EEE: un giorno dopo

Con un'efficienza veramente fuori dal comune, ieri lo shop online di Mediaworld mi ha consegnato un Asus EEE fiammante tipo alle 14 del giorno stesso in cui iniziavano le consegne; adesso che me lo sono spupazzato un pochino, lavoro e allenamenti permettendo, e che me lo sono portato in giro oggi, mi sento di poterlo commentare a dovere.

Tanto per fare il polemico di turno, inizierò dall'unico lato negativo che ho riscontrato finora: i tasti sono un pelino troppo piccoli (questo stesso post è scritto con la tastiera dell'EEE), per cui spesso capita di schiacciare quello sbagliato.
A parte il fatto che una tastiera così piccola fa parte di quel normale compromesso tra portabilità e usabilità, comunque, mi riprometto di tornare sull'argomento tra qualche giorno, dato che non ho ancora avuto modo di farci la mano per bene e, anzi, ho la sensazione che la mia sensibilità con la tastiera migliori a vista d'occhio, per cui in futuro potrei chiudere più di un occhio anche sulla dimensione dei tasti.

Eviscerato il lato negativo, in breve quello che ci ho fatto tra ieri e oggi è stato:
- Gingillarmi un po' col sistema operativo
- Attivare l'advanced mode (che è fondamentalmente un desktop KDE al posto del puffoso IceWM di default)
- Un minimo di navigazione di base e minitest assortiti (msn, skype, etc.)
- Leggere un pdf in metropolitana
- Altri gingillamenti generici con le features del giochino (OpenOffice, la webcam, etc)

Andando con ordine: era un po' di tempo (qualche anno) che non mettevo mano su un sistema operativo Linux-based...vuoi per il mio sopraggiunto livello superiore di nerdiness dato dalla laurea nel frattempo, vuoi perchè effettivamente sono stati fatti dei passi avanti, devo ammettere che me lo ricordavo molto più impestato: intendiamoci, se fossi un utente finale (tm) alle prese con un EEE nuovo la prima reazione sarebbe di schifo nei confronti di un OS ancora acerbo e di immediata installazione di Windows XP, ma dal mio punto di vista di nerd la distribuzione Xandros di default rappresenta un valido compromesso tra usabilità (poca, ma pensavo peggio) e flessibilità rispetto ai desideri dell'utente.

Complice anche un wiki molto ben fatto su eeeuser.com, ho installato senza alcuna fatica un po' di tweaks molto comodi e rimosso dall'hard disk un sacco di pattume inutile, tipo tutto il software didattico; mi riservo di modificare l'opinione in seguito a un uso più intensivo, ma come prima impressione direi che il sistema operativo c'è.

Parlando di flessibilità, una delle cose che gli utenti Windows davvero dovrebbero invidiare a Linux è la possibilità di cambiare window manager a piacimento: nel giro di 5 minuti, infatti, ho trasformato il troppo puffoso e nonstandard IceWM di default in un KDE assolutamente Windows-like, con la possibilità di tornare ad IceWM con un click; entrambi i window manager, comunque, si comportano egregiamente sullo schermino dell'EEE, risultando adattissimi rispettivamente per un utente pigro che vuole le icone grosse di IceWM o per chi, più smaliziato, vuole il vasto numero di opzioni di KDE.

Lo schermino, tra l'altro, era uno dei punti che mi preoccupavano maggiormente: grazie all'EEE di Dema che sta facendo il giro della blogosfera, infatti, avevo già avuto modo di leggere più di un commento hands-on, e tutti lamentavano uno schermo troppo piccolo.

Sarà che sono abituato a vedere i film su PSP o sull'Archos o non so per che altro motivo, ma io con lo schermino mi trovo ottimamente: tutti i pochi siti che ho visitato finora (un po' tutte le google apps, rememberthemilk e poco altro) si vedono in maniera praticamente equivalente a come si vedrebbero su un desktop o su un notebook, senza bisogno di scrollare fastidiosamente a destra o a sinistra, ma al limite dovendo scrollare in basso un po' più spesso del solito, cosa che comunque mi sembra accettabilissima in relazione alla portabilità dell'oggettino.

Come se non bastasse, ho testato lo schermo in maniera abbastanza intensiva leggendo un pdf piuttosto corposo (Trigger Happy di Steven Poole) in metropolitana, e il responso è ancora molto positivo: la dimensione dell'EEE lo rende equivalente a un libro da portare in mano, e la superficie visibile è di una buona quindicina di righe perfettamente leggibili...per quanto mi riguarda, quindi, EEE batte Kindle 1-0.

Finora non ho ancora esplorato a dovere altre funzionalità, per cui non mi sento di commentare oltre; tra gli obiettivi dei prossimi giorni, comunque, c'è quello di trasformare l'EEE in un Nintendo DS++ installandoci su emulatori e altre cazzimme ludiche assortite, oltre a proseguire le peregrinazioni in rete per vedere se effettivamente è utilizzabile per navigare in mobilità e a testarne il funzionamento come macchina "da ufficio" per l'editing di documenti, sia offline con OO.O che online con GDocs.

Nel frattempo, direi che la prova del blogging è stata ampiamente superata, visto che questo post è stato scritto interamente in vasca da bagno :)

lunedì 21 gennaio 2008

Volo d'angelo

Si dà il caso che ultimamente, complice anche il passaggio della Raibazmobile dal carrozziere (cazzo, ma carrozziere si scrive con 2 z! E quella storia "zio, zia, zie, blablabla"?), stia andando alla metro in bici, realizzando di fatto un itinerario casa-ufficio completamente a impatto zero - oh yeah!

Oggi dovevo andare in comune a rinnovare la carta d'identità, e visto che ormai ci ho preso gusto, sono andato in bici, forte anche del fatto che per fortuna dove abito io ci sono un sacco di piste ciclabili...ma siamo sempre in Italia, non in quei paesi civili in cui se vai a piedi sulle piste ciclabili ti investono senza pietà come è giusto che sia.

Essendo ovviamente in ritardo per arrivare in tempo in municipio, andavo a una discreta velocità, per cui cercando di evitare una delle tante vecchine col cane che a piedi intasano le piste ciclabili rendendole più trafficate di piazzale Loreto all'ora di punta ho preso in pieno una buca, facendo un volo da olimpionico di tuffi e sbucciandomi in punti assortiti (oltre a sporcarmi di gran carriera).

Essendo in ritardo, incurante del dolore al ginocchio sbucciato risalgo in bici e riparto verso il municipio, ma faccio a tempo a sentire la vecchina dire "bestia, ho sentito male io dal volo che ha fatto"....purtroppo la fretta non mi ha consentito di avere la presenza di spirito necessaria, ma la risposta adeguata sarebbe stata "magari".

domenica 20 gennaio 2008

Steve Bug - Fabric 37


Steve Bug, zitto zitto, è in giro praticamente da una vita, ossia dal 1991: il semplice fatto che abbia più di 16 anni di onorata carriera da dj, produttore e label manager e che riesca, a distanza di così tanto tempo, a riscuotere dell'ottimo successo senza essersi svenduto lo eleva, di diritto, al rango di "mostro sacro", lo fa entrare in una ristretta cerchia di artisti in grado di suonare sempre freschi anche col passare degli anni.

Come è naturale che sia, anche la sua carriera ha avuto dei momenti altalenanti: nella fattispecie del periodo più recente, ha avuto un autentico boom qualche anno fa, grazie all'esplosione del fenomeno minimale, che ha saputo cavalcare in maniera davvero sapiente con le uscite su Pokerflat, scoprendo di fatto il fenomeno Trentemoller, seguito da un leggero ammosciamento in corrispondenza all'afflosciarsi della bolla minimale.

Come ripeto abbastanza spesso qui, il momento musicale attuale è un momento di transizione, in cui inizia a delinearsi "the next big thing" e il trend imperante in declino agonizza e puzza di marcio ogni giorno di più: data l'aria di cambiamenti, quindi, viene abbastanza naturale rivolgersi a chi di cambiamenti ne ha già visti passare tanti per cercare di captare quale sia la direzione verso la quale rivolgersi.
La compilation di un capitano di lungo corso come Steve Bug, su una serie di lunghissimo corso come quella del Fabric (che tra l'altro, ultimamente si sta risollevando anche lei da un periodo un po' loffo, grazie anche al miglior album del 2007), è quindi un'ottima occasione per avere un parere autorevole sul futuro prossimo della scena musicale elettronica.

Steve Bug, quindi, da artista poliedrico qual'è, smette i panni del label manager della Pokerflat e indossa quelli dell'altra etichetta che dirige, quella che pareva aver un po' abbandonato ma che ultimamente è tornata in auge con delle ottime uscite: la Dessous.
Dessous, storicamente, è una delle etichette di punta del panorama deep house; il fatto che nella tracklist dell'ultima compilation di Steve Bug siano presenti varie tracce uscite su Dessous e nessuna su Pokerflat, è chiaramente indicativo del passaggio di paradigma ormai concluso: il futuro, come si è già detto, è house.

Così, la compilation passa con sapienza da artisti ed etichette che, in fondo, hanno sempre avuto una forte impronta house (Ovum e Moon Harbor), a produttori che hanno capito in anticipo dove dirigersi e ora sono trendsetters (Mikael Stavostrand e il wonderkid della techno, Joris Voorn), a degli sleeper hit lanciati, di fatto, proprio dalla comparsa in questa compilation, come la splendida traccia di Afrilounge su Conaisseur che ormai suonano un po' tutti.

Oltre all'impronta house, poi, è molto indicativo della direzione musicale futura il numero di bpm dell'intero mixato, molto basso, che quindi segue la linea intrapresa da molti dei dj più raffinati negli ultimi anni, orientati a scuotere la pista non usando il pitch ma la qualità della musica; Steve Bug, essendo un dj di classe, riesce appieno in questo difficile compito, per cui il mixato è effettivamente piuttosto lento, ma assolutamente non privo di momenti di fomento.

In definitiva, quindi, il Fabric di Steve Bug è un ottimo acquisto per chi volesse rendersi conto di dove sta andando la musica "da club", ma è soprattutto una gran bella compilation come non ne uscivano da un po', complice anche il fatto che le ultime Global Underground sono abbastanza fiacche :)

Nota di costume finale, poi, un plauso agli italianissimi Mogdax, visto che non capita a tutti di piazzare una traccia su una compilation del Fabric :)

venerdì 18 gennaio 2008

Emicrania

Stamattina, in metro andando in ufficio, torna a farmi visita una piacevole presenza che non vedevo da un po': inizia con un dolorino dietro l'occhio sinistro e continua a crescere fino a rincoglionirmi nella maniera più assolita e a rendermi completamente fotofobico e fonofobico al punto che qualunque suono del mondo mi fa l'effetto di una martellata nelle palle...a questo punto sono ormai arrivato in ufficio e tutta la gente attorno a me che parla mi fa lo stesso effetto che farebbe se mi urlasse nelle orecchie da 10 cm...

Sono anch'io un membro della gioiosa famiglia degli individui soggetti a emicrania :)

Secondo Wikipedia, infatti, i miei attacchi di mal di testa hanno tutti i sintomi identificativi: dolore in un solo lato della testa, senso di nausea, fotofobia e fonofobia o dolore che peggiora col movimento.

Ovviamente quando sono in questa condizione sono del tutto improduttivo, per cui ritrovarcisi alle 9 di mattina di un giorno lavorativo non è proprio la migliore delle situazioni...tipicamente, riesco a riprendermi con un'ora di occhi chiusi e silenzio assoluto (che alla fine risulta in 15 minuti di sofferenza e 45 di sonno), ma un ufficio non è proprio il luogo adatto per dormire un'ora in silenzio...quindi, rapida corsa in farmacia e scatola di Lenidolor 100, suggerito dalla mamma via sms :)

Di solito gli attacchi di emicrania così hanno un'intensità che cresce col tempo, per cui dopo ormai 2 ore dall'inizio mi restava come unica altra alternativa sbattere la testa contro il muro fino alla cessazione di ogni possibile dolore...per fortuna il magico farmaco della mamma mi ha salvato, anche se ormai l'emicrania era così potente che mi ci è voluta qualche ora per riavermi del tutto...cmq, vista la comprovata efficacia del farmaco suddetto, mi sento di consigliarlo :)

Postilla clinica: pare che la causa scatenante degli attacchi di emicrania sia una dilatazione dei vasi cranici, dovuta tipicamente a squilibri ormonali (motivo per cui ne soffrono più le donne degli uomini...ok, faccio eccezione) o ad altri fattori esterni, e che quindi, tra le possibili cause scatenanti ci siano anche alcuni alimenti...tra questi, pare che gli agrumi siano riconosciuti come uno dei primi 4 trigger di emicrania...e io stamattina ho bevuto una spremuta di pompelmi a colazione...c'è caso che sia stato quello, quindi...anche se di solito mangio agrumi e bevo spremute in ottima quantità...boh!

mercoledì 16 gennaio 2008

Macbook Air


A prescindere dall'esagerata aura di fragilità che lo circonda, il modello più gramo di tutti costa più di 5 (CINQUE) EEE.

Ma agli EEE almeno la batteria posso cambiarla io, la ram posso espanderla io, etc., etc., non devo lasciarlo 3 settimane in assistenza.

Ad ogni modo, cerchiamo di guardare il lato positivo: il lancio di questo ennesimo, pessimo gadget dall'utilità limitata (cazzo, ha UNA usb e basta! nemmeno l'ethernet, sti pezzenti) ma dalla coolness esagerata, potrebbe sancire, alternativamente:

1) un'altro boost verso l'alto nel mercato degli utenti finali per le vendite Apple, con conseguente riduzione della quota di mercato dell'attuale leader dei sistemi operativi (quello recentemente rimasto orfano del presidente) e incremento della concorrenzialità del mercato, che fa sempre bene, oltre alla salita alla ribalta degli UMPC all'attenzione della casalinga di Voghera e del designer ultracool che usa il mac "perchè è il top"...ma dubito che un gadget da 1700+ euro possa sortire questo effetto.

2) l'inizio dell'apertura degli occhi da parte dei religiosi della mela, che finalmente potrebbero rendersi conto che si fanno fottere da campagne di marketing ben studiate e dal carisma di Stefano Lavori ormai da anni, e scoreggiano via migliaia di euro per comprare degli autentici catorci.

Così d'istinto preferirei il secondo scenario (ne ho abbastanza le palle piene sia delle architetture chiusissime di Apple che, soprattutto, dei fastidiosi figuri ottenebrati dal marketing Apple), ma devo riconoscere che, a mente fredda, probabilmente è meglio il primo: se in tanti si faranno abbindolare e felicemente compreranno un costoso pacco da spedire avanti e indietro dall'assistenza per qualsiasi aggiornamento, il mercato degli UMPC potrebbe balzare all'attenzione dei consumatori e, conseguentemente, dei produttori, il che significa che molti produttori di hardware si metterebbero a lanciare dei concorrenti migliori.

D'altronde, prima che Apple lanciasse il suo curioso "leggo gli mp3 ma solo se me li carichi col software pesantissimo e inutilizzabile" i lettori mp3 facevano abbastanza cagare, poi l'iPod si è imposto al grande pubblico stimolando il mercato e ora posso godermi Lost sull'Archos 605 Wifi, che carico usando Winamp e a cui la batteria posso cambiarla io...per cui, un sentito ringraziamento ad Apple che lancia sempre prodotti con ampi margini di miglioramento (sì, è un eufemismo per "prodotti scarsi" :D)

P.s.: se sei un religioso del mac e stai per lanciarti in un commento di insulti, sappi che io ti voglio bene perchè l'EEE e l'Archos sono anche merito tuo e del tuo iPod, quindi abbi pietà di me :)

lunedì 14 gennaio 2008

Foto & Video G.round 4 feat. Dustin Zahn @ Gasoline

Ecco che ho finito di mettere online le foto e i video del party di venerdì scorso :)


Per vedere la gallery intera e i video, click here!

domenica 13 gennaio 2008

I migliori album del 2007

Prendo spunto da un topic da forum per la mia classifica degli album dell'anno passato...ho patito un po' a prendere solo album, ma direi che il risultato è ottimo cmq:

1) Ricardo Villalobos - Fabric 36
Di solito le compilation del Fabric sono, appunto, compilation; Villalobos invece dà una gran botta di novità trasformando il concept in un album mixato (uscito anche in triplo vinile, non si sa se ufficiale o bootleg) solo di tracce proprie, e il risultato è un capolavoro assoluto, valido per ogni occasione; party music, musica da ascolto, sperimentazione sonora...da qualunque punto di vista lo si guardi, fa un figurone.
Non è propriamente immediato sia per chi arriva dal lato più banale dell'elettronica per via dei riferimenti colti, dai tamburi giapponesi suonati live ai campionamenti di gruppi progressive cileni dagli anni '70 sia per chi arriva dalla musica tradizionale per via del mood tipico di Ricardo, che rischia di risultare troppo mentale e ripetitivo, ma una volta che ci si fa amicizia non abbandona più il lettore cd.

2) Daft Punk - Alive 2007 (l'edizione pregiata da 2 cd, non quella fuffa)
Echettelodicoaffà, il tour evento dell'ultimo lustro; per chi l'ha visto è un acquisto obbligato sia come ricordo che perchè il live di Bercy presente sul doppio cd è pure meglio di quello proposto in tutto il resto del tour, per chi non l'ha visto è cmq obbligato perchè resta comunque un'ora e 20 di fomento assoluto. L'impresa di riuscire a tirar fuori qualcosa di ascoltabile da quella porcata di Human After All ribadisce ancora che Bangalter e Guy-man sono probabilmente i maggiori geni della musica elettronica degli ultimi 15 anni.

3) Cobblestone Jazz - 23 seconds
Recensito dettagliatamente qui, è il lato "musicale" dell'elettronica; interamente suonato live, con molte parti improvvisate, arriva da gente che ha anni di conservatorio alle spalle e si sente, e infatti è piaciuto molto anche ai metallari a cui l'ho consigliato Smile

4) Pan-pot - Pan-o-rama
Il canto del cigno del filone minimale...ultimo, splendido respiro di un sottogenere ormai morto e sepolto, verrà probabilmente rivalutato di brutto tra non meno di 5-6 anni.

5) Matthew Dear - Asa breed
Finalmente Matthew Dear si scrolla di dosso l'alias maranza, Audion, e ritorna a fare cose interessanti, mischiando influenze eterogenee e tirando fuori una cosa che è tipo "Apparat incontra gli LCD soundsystem in ascensore, si aprono le porte ed entra Herbert"

6) Infiniti aka Juan Atkins & Orlando Voorn - Game one rmxs
I nomi presenti bastano e avanzano: non solo the initiator Juan Atkins, quello che la techno l'ha inventata e Orlando Voorn, ma gran parte del gotha della techno old school, da Steve Rachmad a Pacou, da Los Hermanos (dj Rolando) a Rennie Foster, Detroit Techno con la T maiuscola, insieme una lezione di storia e uno sguardo lungimirante al futuro...un evergreen.
Per inciso, nonostante sia un album di remix la traccia migliore è probabilmente l'original mix Smile

7) Melchior productions ltd. - No disco future
L'avanguardia houseggiante della musica elettronica vista in chiave Perlon, quindi minimal-jazzeggiante, da uno dei migliori produttori dell'etichetta, Thomas Melchior.
Tra campionamenti ridicoli (Pink) ed echi latineggianti, 10 tracce che si incastrano bene in qualunque set, sospese tra il raffinato e il festoso.

8 ) Lusine - Podgelism
Per tutti quelli che ancora si eccitano sentendo Orchestra of bubbles, quest'album rappresenta il passo successivo (e infatti contiene un remix di Apparat): metriche sbilenche, melodie rarefatte e atmosfere con evidenti richiami alla prima progressive e all'ambient, con pure remix importanti tipo il solito Matthew Dear, il già citato Apparat, il genio di Robag Wruhme e la raffinatezza di Dimbiman e Cabanne.
Praticamente impossibile da suonare, l'unica traccia che si riesce a incastrare in un set è il remix di Robag Wruhme, che con l'alternanza tra ritmiche dritte e spezzate fa muovere pure i cadaveri.

9) Mikael Stavostrand - Housedays
Dopo un passato abbastanza anonimo sia suo che dell'etichetta (la Sushitech), fatto di dischi belli ma che non ti rimangono in testa, finalmente a sto giro Stavostrand imbrocca un album coi controcoglioni, che fitta perfettamente nella nuova tendenza houseggiante aggiungendo un bel carico di esperienza pregressa che fa in modo che si senta chiaramente che l'album non è stato prodotto in un pomeriggio da un ragazzino che ha appena scaricato Ableton.
Oltre al doppio vinile, poi, c'è il remix di Andomat 3000 uscito singolo one-sided in edizione limitata ed etichetta bianca che è una cosa esageratissima Smile

10) Jackmate - Black box
Sullo stesso filone dell'album di Stavostrand, giusto un gradino sotto, anche se ha una traccia che è probabilmente una delle migliori dell'anno...utilizzabile solo in apertura di serata, ma è proprio quel disco che fa fare a un set il salto di qualità verso il degenero più totale Smile

Delusione dell'anno: a pari merito l'album degli Unkle e quello degli Underworld, ma direi più il secondo perchè mi aspettavo molto di più

L'album di cui si poteva tranquillamente fare a meno: quello dei Chemical Brothers, che 2 giorni dopo l'uscita se lo sono già dimenticato tutti

Artista dell'anno: Andomat 3000
Etichetta dell'anno: Cadenza (tanto per cambiare Very Happy)

Se qualcuno vuole trasfomare la cosa in un meme e pubblicare i propri album del 2007, si faccia pure avanti :)

venerdì 11 gennaio 2008

Google Desktop Twitter Gadget (sono anche un programmatore, in fondo)

Come avevo descritto in questo post, qualche tempo fa ho trovato un bug nel gadget di Twitter per gDesktop e ho postato sul google group appropriato per segnalarlo e indicarne la soluzione...qualche giorno dopo, mi scrive il mantainer del progetto per comunicarmi che il gadget verrà rilasciato come open source e per chiedermi se voglio contribuire col mio fix...morale, adesso sono ufficialmente contributor del progetto :)

(in realtà il mio primo fix era piuttosto semplice, sostanzialmente bisognava chiarire col gadget che se il server di twitter non trova degli updates lui non deve aggiungere del contenuto all'area visualizzata)

Visto che ormai mi ci sono affezionato, penso che vedrò se riesco a sistemare anche gli altri problemini che ancora ha, per cui invito chiunque passi di qui a usare estensivamente il gadget, che tutto sommato non è malaccio, e a segnalare attivamente ogni magagna riscontrata...adesso sto vedendo se riesco a mettergli una scrollbar verticale per permettere di vedere tutti i tweet anche quando sono tanti e magari non si guarda la finestra per tanto tempo, cosa estremamente utile...se però ci sono altre segnalazioni, avvisate, tanto sul sito del progetto c'è il supporto per gli issue :)

Asus EEE

Mannaggia a Suzukimaruti che ogni volta che si fomenta per qualche gadget lo descrive così bene che mi convince a comprarmelo...è successo con l'Archos 605 wifi, e oggi anche con questo nuovo giochino:


Subnotebook, UMPC, o come lo si voglia definire, è praticamente un pc completo - veramente completo, col wifi e un sacco di altre cazzimme - grande come un a4 (o poco meno) a 300€; è apparso nel catalogo online del Mediaworld oggi, anche se lo consegnano dal 21, e l'ho già ordinato...vero early adopter :D

Adesso l'unica difficoltà è resistere alla scimmia fino al 21...

Beatbank pres. G.round 4 feat. Dustin Zahn @ Gasoline

Per quelli di voi che non avessero niente da fare stasera, vi segnalo un party interessante al Gasoline:


A parte Dustin Zahn che è veramente bravino, tra gli altri c'è anche un certo Raibaz, di cui mi si dice veramente un gran bene e che credo veramente valga la pena sentire :D

Più info qui

giovedì 10 gennaio 2008

Il video dell'ultimo giorno di lavoro di Bill Gates

In questi giorni di CES, la notizia che ha fatto più scalpore è stata senz'altro quella dell'abbandono della presidenza a tempo pieno di Microsoft da parte di Bill Gates; capisco che possa non essere simpatico a tutti per i motivi più disparati, ma il video con cui ha iniziato il keynote al CES denota un'autoironia veramente ottima, oltre a far pisciare dal ridere :D

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lunedì 7 gennaio 2008

Claudio Coccoluto & Pierfrancesco Pacoda - Io, Dj




I dj italiani di vecchia generazione, a mio parere, si dividono in 3 grandi categorie: ci sono quelli che hanno abbandonato la scena (pochi), quelli che continuano a suonare ma sentono il peso degli anni e danno la netta sensazione di aver perso ogni stimolo a proporre buona musica in favore di un'immagine modaiola e mainstream, non sempre di successo (troppi).....e poi c'è Coccoluto.

Coccoluto è uno che quando parla - o quando scrive, ugualmente - lo fa col carisma del decano dei dj italiani, di quello che mette i dischi nei locali da prima che molti di noi nascessero, col buon senso che solo una lunga esperienza può conferire, eppure dai suoi discorsi e dai suoi scritti traspare una passione così genuina, così profonda da sembrare quasi quella di un ragazzo che ha appena comprato i piatti e freme all'idea di poter trasmettere le proprie emozioni al pubblico.

"Io, Dj" è il racconto, suddiviso per argomenti, di questa passione, di come a distanza di un ventennio continui a spingere il Coccoluto ormai uomo di mezz'età con lo stesso vigore con cui spingeva il ventenne che "Prima che cominciassi il mio non era un mestiere, non aveva una dignità. La spinta principale ed è il punto di partenza, è la passione per la musica. Non lo status sociale da raggiungere, ma questa semplice, necessaria condizione".
La prima metà del libro, quindi, si concentra sulla storia di Coccoluto sia come persona, come appassionato di musica estasiato dalle cassettine di Mozart e Baldelli e sempre assetato di suoni nuovi, che come personaggio, esaminando le fasi che hanno portato alla costruzione della figura leggendaria che è oggi, dai primi parties organizzati a Napoli con gli Angels of Love con dj americani, all'Inghilterra e a Ibiza, con aneddoti ed episodi eclatanti (tipo lo striscione "Solo Coccoluto può salvarci" apparso in tribuna allo stadio San Paolo a Napoli all'inizio del periodo nero post-Maradona della squadra).

Ma il sottotitolo è "Musica, moda, stili di vita: perchè il mondo è diventato una gigantesca pista da ballo?" e, tra le righe ma neanche troppo, Coccoluto indica chiaramente i motivi per cui la moda e il business abbiano preso il posto delle emozioni; non lo fa col risentimento di un attempato vecchietto che dice "eh, ai miei tempi...", ma come un attento insider che descrive un inevitabile processo di snaturazione di una scena troppo grande per rimanere fedele a sè stessa, soprattutto perchè, per sua natura, è una scena spinta dal desiderio di rottura col passato, "condannata" a un rinnovamento perpetuo dai propri princìpi ispiratori.

Secondo Coccoluto, quindi, esiste una vera e propria distinzione tra i "grandi" club e quelli "mitici", in cui i primi sono quelli in grado di durare una, massimo due stagioni a livelli stratosferici per poi perdere la propria spinta all'innovazione, mentre solo i secondi, continuando a ricercare il Nuovo, possono entrare nella leggenda; della prima categoria fanno parte i megaparty anglosassoni che attualmente affollano Ibiza, tipo Manumission o il Ministry of sound, vere e proprie industrie dell'entertainment di massa che offrono al pubblico esattamente quello che si aspetta, mentre della seconda categoria, almeno attualmente, fanno parte situazioni più intime, in cui il pubblico può liberamente lasciarsi andare all'atto di fede nei confronti del dj e dell'organizzazione, consentendo quindi loro di spendersi interamente allo scopo di stupirlo, di emozionarlo.

Ed è proprio la valenza emozionale, sciamanica del dj a spingere ancora Coccoluto dopo tanti anni, l'idea di poter controllare a proprio piacimento lo stato emotivo del pubblico trasmettendogli il proprio attraverso la selezione musicale, suscitando in tutti i presenti delle vibrazioni positive che come punto di origine hanno l'anima del dj stesso, il primo a divertirsi durante un buon set.
E' grazie a questa fede incrollabile nella musica e nelle good vibrations, quindi, che i dj sono diventati quello che sono oggi, innovatori musicali, sciamani e rockstar allo stesso tempo, e solo quelli in grado di mantenere sempre viva la passione sincera per la musica come se avessero appena comprato i piatti possono diventare dj leggendari.

Coccoluto è senza dubbio uno di questi, anche se per me rimarrà sempre anche il vecchio maestro che a fine serata, dopo un party in un loft, ha comunque voglia di prestare attenzione 10 minuti a un apprendista dj in cerca di consigli, e gli spiega che al pubblico "devi far capire che sei tu che comandi, sei tu che hai il cazzo, è come con un donna."...grazie di tutto quello che hai fatto e continui a fare, Claudio.

domenica 6 gennaio 2008

Report Mathias Tanzmann @ Tunnel, 5-1-07

Premessa: sul finire dell'estate scorsa, il 2 settembre, precisamente, chi scrive è rimasto folgorato dal set di Wink al Green & Blue: a parte la cornice splendida del party estivo nordeuropeo su cui non mi dilungherò ancora, Wink ha proposto uno di quei set in grado di modificare radicalmente i gusti musicali degli ascoltatori, segnando ufficialmente, per quanto mi riguarda, l'inizio della rivoluzione neo-house e la morte della corrente minimale.

Attualmente non mi sono ancora ripreso dalla scossa che mi ha dato quel set, e da allora continuo a cercare suoni simili: è difficile trovarne attualmente (giusto gli RPR, Raresh-Pedro-Rhadoo, Ricardo e pochi altri), ma senza dubbio nel giro di un anno a farla da padrone sarà la rivisitazione in chiave moderna degli stereotipi classici e delle atmosfere house, in netta contrapposizione coi suoni minimali e le atmosfere cupe che hanno dominato gli ultimi anni.

Evidentemente, per essere in grado di attualizzare gli stilemi dell'house bisogna avere un solido background in materia, per cui mi sento di puntare, per il prossimo futuro, su artisti che provengono dal panorama house, come lo stesso Wink e come Mathias Tanzmann, l'ospite del Tunnel di ieri sera.
Tanzmann, infatti, ha iniziato proprio producendo deep house di altissima qualità sulla sua Moon Harbor per cui anche quando, recentemente, è stato assorbito dal calderone minimale ha sempre mantenuto una forte impronta houseggiante e un altissimo grado di raffinatezza, senza mai scadere in facilonerie eccessive portando avanti un'onoratissima carriera che, l'estate scorsa, lo ha portato a essere uno dei resident del Circoloco, traguardo assolutamente degno di rispetto e stima.

Nel set di ieri, quindi, Tanzmann ha proposto atmosfere molto simili a quelle illuminanti di Wink dell'estate scorsa, anche se in proporzioni ridotte - non tutti sono mostri sacri come Wink e, cmq, Milano non è il Green & Blue - spaziando il giusto tra avanguardie neohouse e dischi piu' facili per far gridare la platea, non esattamente delle migliori, tra rarità come la versione originale, ancora non stampata su vinile, della sua ultima traccia, Rugby e hit come l'orripilante remix di Dubfire di Spastik, candidato a diventare la Mouth to mouth del 2008 - orripilante, ma di sicuro effetto sul tamarro medio e quindi suonata da cani e porci.
Guardando all'intero set, poi, Tanzmann ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio nel tenere la pista usando dischi più congeniali al suo stile, tipo la già citata Rugby (di cui ha suonato anche il remix di Kaden) o Primer encuentro latinoamericano de la soledad di Ricardo, che è effettivamente abbastanza hit ma per il pubblico italiano è ancora tutto sommato una novità, mentre mi è sembrato sinceramente spaesato al momento di dover suonare qualcosa di un po' piu' spinto, evidentemente fuori dalle sue corde, per tenere insieme la pista, segno chiarissimo del fatto che non tutti, soprattutto in Italia, sono ancora pronti per la rivoluzioe neohouse...almeno per adesso.

Ad ogni modo, io sono molto contento di come si delinea il futuro, e tutto sommato Tanzmann si è dimostrato un ottimo interprete delle prossime tendenze musicali, facendomi passare una splendida serata come in Italia non mi succedeva da tempo...thumbs up, quindi! :)

venerdì 4 gennaio 2008

Jpod in tv!

Ho appena scoperto (via Twitter, a cui dedicherò un post quanto prima) che l'8 comincia, sulla tv canadese, la serie tv di jPod, l'ultimo libro di Douglas Coupland uscito l'anno scorso e che mi ha fatto veramente crepare dal ridere.
La trama racconta di un gruppo di nerd (ma nemmeno troppo alla fine...non come quelli di The big bang theory, per capirci) che lavorano a uno sviluppatore di videogiochi e, per tutta la durata della vicenda, fanno le peggio cazzate, tipo sostituire la tastiera dell'ultima arrivata con una tastiera belga perchè è risaputo che le tastiere belghe hanno la peggior disposizione dei tasti del mondo...ovviamente detta così non fa ridere, ma raccontata con l'inconfondibile stile di Coupland fa accasciare :D

In buona sostanza, il libro era la trasposizione aggiornata di Microserfs, altra perla sempre di Coupland che raccontava sempre le vicende di un gruppo di sviluppatori, a giorni più vicini ai nostri...speriamo che la serie tv faccia ridere almeno un decimo del libro, che da quando anche The big bang theory è stato sospeso per lo sciopero le vecchine non mi guardano più malissimo in metropolitana perchè rido troppo...intanto, ecco il trailer:

Anch'io nel trappolone di Twitter

Avevo già creato l'account qualche tempo fa e ci avevo giocato per meno di 2 minuti per classificarlo definitivamente come inutile, poi però visto che l'hype che ci gira attorno non accenna a scemare ho deciso di concedergli una seconda possibilità più estesa...e devo dire che mi sa che a sto giro finalmente mi ha preso :)

Fondamentalmente, si tratta di un toollino, molto web 2.0, con cui tutti gli utenti possono raccontare, in 140 caratteri, cosa stanno facendo a tutti i propri followers, ovvero a quelli che hanno deciso di riceverne gli updates; l'unica fuffa è che, avendo iniziato a usarlo effettivamente solo ieri, ho ancora pochi followers per cui la sensazione è spesso quella di parlare da solo...ma confido che tutti voi miei affezionati lettori mi followerete a breve per lanciarci in splendide conversazioni via Twitter :)

Per crearsi un account il link è questo, la mia pagina per iniziare a followarmi e fare amicici è questa, mentre per usare Twitter in maniera efficace esiste una gran serie di client, elencati sul sito di Twitter, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di sistema operativo o di modalità in cui usate il vostro pc: io personalmente mi trovo piuttosto bene col gadget per Google Desktop, che però aveva un bug abbastanza fastidioso fino a qualche minuto fa, e che (modestia mode on) prontamente ho corretto. (modestia mode off)

Spero che la mia segnalazione sul google group di gdesktop venga raccolta quanto prima dagli sviluppatori del gadget di Twitter, se però così non fosse e aveste problemi ad usarlo, twittatemi che vi spiego come risolverlo :)

giovedì 3 gennaio 2008

Carl Craig - Sessions

In uscita il 25 febbraio su !K7, doppio cd mixato di Carl Craig, contenente solo tracce sue o remix suoi, alla maniera del meraviglioso Fabric di Villalobos...can't wait!

Tracklist:

SESSION 01
Directions - Busted Trees (Carl Craig 'Sessions' Remix)
Junior Boys - Like a Child (Carl Craig Remix)
Rhythm & Sound - Poor People Must Work (Carl Craig Remix)
Chez Damier - Help Myself (Reconstructed By Carl Craig)
Paperclip People - Throw (Unreleased Version)
Beanfield - Tides (Carl Craig 'Sessions' Remix)
Paperclip People - Clear and Present
Theo Parrish - Falling Up (Carl Craig Remix)
Cesaria Evora - Angola (Carl Craig's Mix)
Francesco Tristano - The Melody (Carl Craig Remix)
Delia Gonzales & Gavin Russom - Revelee (Carl Craig 'Sessions' Remix)

SESSION 02
69 - Rushed (Original Version)
69 - Psychobeat (Previously Unreleased)
Xpress2 - Kill 100 (Carl Craig 'Sessions' Remix)
Tres Demented - Demented (Or Just Crazy) (Original Version)
Faze Action - In the Trees (Unreleased Carl Craig Remix)
Tres Demented - Brainfreeze (Carl Craig 'Sessions' Remix)
Carl Craig - Futurelovetheme (Carl Craig 'Sessions' Remix)
Carl Craig - Sandstorms (Original Version)
Innerzone Orchestra - Bug in the Bass Bin (Carl Craig 'Sessions' Remix)

Fonte: ResidentAdvisor

David Byrne sul music business

Illuminante articolo di David Byrne su Wired che descrive i possibili modelli di business applicati al mercato musicale dal punto di vista degli artisti e come possono evolvere per riflettere l'evoluzione verso il digitale del mercato, in ottica post-In rainbows.

"Ultimately, all these scenarios have to satisfy the same human urges: What do we need music to do? How do we visit the land in our head and the place in our heart that music takes us to? Can I get a round-trip ticket?

Really, isn't that what we want to buy, sell, trade, or download?"

mercoledì 2 gennaio 2008

Sfarfugliando Google Analytics

Guardando di sfuggita il rapporto di Google analytics per il mio blog, ho scoperto che dopo i post con le recensioni musicali dettagliate, quello più visto è quello intitolato OLPC - One laptop porn child, che commenta, con la grassa risata che merita, la notizia del luglio scorso per cui i bambini fruitori dell'OLPC di Negroponte, anzichè alfabetizzarsi informaticamente, guardano del gran porno.

Se non fosse già inquietante in sè il fatto che questo sia uno dei post più letti, lo è comunque molto di più il fatto che quasi tutti gli hit sul post arrivino da gente che aveva cercato su Google "porno child", e che gli hit sul blog legati a questa ricerca su Google siano il 4.56% del totale.

Ora, dato che la maggior parte di questi hit arrivano dall'Italia e il resto dall'est Europa, e dato che l'anno è appena iniziato e voglio essere ottimista, spero che a generarli sia tipo la Polizia Postale o la Finanza in cerca di materiale illegale o qualche bot e non gente che sul serio cerca "porno child" su Google, che invece andrebbe appesa per i piedi in piazzale Loreto.

Ah, btw, nota di costume: questo è il mio 100esimo post, auguri :)

Apre Loudvision, portale musical-cinematografico-figo-un-sacco

Con l'anno nuovo, finalmente ha aperto i battenti www.loudvision.it.

In tutta onestà, devo ammettere che, avendo fatto parte per un brevissimo periodo del team (e avendolo poi abbandonato quasi subito per grave e cronica mancanza di tempo per fare alcunchè), avevo capito che la portata del progetto fosse abbastanza grossa...ma non mi immaginavo che fosse COSI' grosso.

Il sito è veramente ben fatto, i contenuti sono tanti e, per quello che ho avuto modo di vedere, estremamente validi e variegati sia negli argomenti trattati che nelle modalità di fruizione (tra video, audio, testo e chi più ne ha più ne metta), per cui LoudVision si configura immediatamente fin dall'apertura come un portale di altissima qualità; volendo essere polemici a tutti i costi la musica trattata non è troppo affine ai miei gusti, anzi il focus per quanto mi riguarda in prima persona è un po' troppo metal-centrico, ma questo è probabilmente anche colpa dello stronzo che doveva recensire i dischi elettronici e poi ha mollato il team :)