venerdì 2 novembre 2007

Movement 2007, Torino: il report

Confesso che per un po', praticamente tutto ieri, sono stato indeciso se scrivere o no questo report, visto che l'ultima volta che ho parlato veramente male di un evento e dello staff che lo organizza è successo un gran casino per il fatto che anche io faccio parte di uno staff che organizza eventi e la cosa mi rende quindi, in qualche modo, una sorta di personaggio pubblico...tuttavia, data la portata dell'evento e, soprattutto, della delusione, mi è parso giusto raccontarne lo stesso, indossando ovviamente i panni del cliente quale ero mercoledì sera e non quelli dell'organizzatore di eventi.

Allora, prima di tutto vediamo di chiarire quello di cui si sta parlando: la riedizione del memorabile evento dell'anno scorso nel foyer del Palaisozaki, a Torino, che quest'anno vedeva come ospiti di punta gli Underground Resistance, Derrick May e Stacey Pullen.
L'evento dell'anno scorso, con lo stesso May e Kevin Saunderson, è stato senza ombra di dubbio la cosa migliore che abbia mai visto qui in Italia: location meravigliosa, atmosfera splendida e musica chettelodicoaffare, per cui una volta saputo che si sarebbe ripetuto quest'anno ho deciso di andarci immediatamente, anche perchè non avevo ancora mai visto un live degli UR.
L'evento dell'anno scorso, però, era effettivamente una cosa irripetibile, se non altro perchè lo scarso afflusso (si parla di circa 1500-2000 persone in un posto che ne tiene più del doppio) probabilmente non ha consentito di rientrare delle spese, per cui quest'anno è evidentemente stato necessario prestare maggior attenzione al budget e al ritorno dell'investimento...e si sa, in questi casi, il rischio svendita è sempre dietro l'angolo.
Quando poi per esigenze economiche si scende a compromessi con la gentaglia, il disastro è servito, e se poi questa gentaglia sono i Krakatoa, ecco la catastrofe.
Sinceramente sapevo già prima della serata che sarebbe finita così, non mi aspettavo nient'altro da un party di Halloween organizzato da uno staff che ha notoriamente un seguito minorenne, ma la delusione per come è stato rovinato l'evento dell'anno scorso brucia eccome...comunque, veniamo al report della serata: prima ancora di entrare devo già faticare per resistere alla tentazione di tornare a casa, dopo aver visto l'anarchia che regna sovrana in coda alla cassa...come CAZZO è possibile tenere aperta solo una cassa per le prevendite quando ne hai già vendute così tante? Lo scopo delle prevendite è proprio sapere in anticipo quanta gente verrà, per cui un'organizzazione sensata, sapendo quante prevendite sono state vendute, dovrebbe riuscire a dimensionare le casse in maniera opportuna per evitare le code e le risse di cui sono stato testimone, ma questo non succede in Italia...comunque, fortunatamente sono riuscito a risparmiarmi un po' del merdaio della coda grazie all'eroico KK e sono entrato dopo "solo" 40 minuti pressato come una sardina.
Una volta entrato e una volta realizzato che la musica di merda che sento è "merito" di Dan Ghenacia, l'infiltrato di turno, che da buon dj Circoloco sta suonando le solite minimalate senza senso per la gioia del pubblico minorenne...per fortuna dura poco, giusto il tempo di salutare qualche amico, e poi torna da dove era venuto lasciando il posto agli UR.
Lo show degli UR, graziaddio, vale non solo il prezzo del biglietto (tra l'altro, alzato all'ultimo minuto da 20 a 30 euro, in pieno italian-style), ma anche la trasferta e la sofferenza di vedersi circondati da bambini maranza che fischiano e insultano delle leggende della musica: più che un live set, è una lezione di storia, che passa per tutto ciò che ha dato origine alla techno di oggi, dall'hip-hop all'electro (Numbers dei Kraftwerk rifatta da loro è qualcosa di memorabile) e dal funk al rock.
Altra delusione della serata, ma neanche poi così pesante, è notare che lo show degli UR viene seguito dalle prime 3-4 file di persone e completamente ignorato dalle altre 2-3000 persone, ma d'altronde non si poteva pretendere molto di meglio da uno show iniziato dicendo tipo "we're going to take you on a journey away from the mainstream music you're used to hear"...perle ai porci.
Per la gioia dei pochi in grado di apprezzare il live, comunque, la performance è veramente unica nel suo stile così profondamente "umano" nell'esecuzione, interamente dal vivo senza ausilio di artifici tecnologici e proprio per questo un po' meno pulito, ma molto, molto più caldo ed emozionante.
Solo un'ora di live che passa come se durasse 5 minuti, e i mostri sacri cedono il posto a gente che non c'entra assolutamente nulla, ma che dato l'orario (le 2) e il feedback della gente è l'effettivo headliner della serata, ovvero il cantante e il...boh? Che lavoro fa Pisti?
Ora, ti sei improvvisato dj poco più di un anno fa e pretendi di suonare 2 ore, dalle 2 alle 4 relegando Derrick May e Stacey Pullen a fine serata (mi rifiuto di credere che l'ordine della lineup sia stato deciso in maniera cosciente e motivata), almeno abbi la decenza di suonare qualcosa che c'azzecca un minimo con chi suona prima e dopo di te, non le minimalate modaiole.
Bisogna dire, comunque, ad onor del vero, che i due Krakatoi hanno mostrato dell'innegabile talento, in primo luogo come intrattenitori del pubblico che si trovavano di fronte, fomentatissimo a ogni togli la cassa-metti la cassa, unica feature del set, e in secondo luogo per la ricerca musicale, visto che io seguo quotidianamente le uscite e dischi brutti così non riesco proprio a trovarne.
Dopo due ore di tortura, finalmente, con atto di gentilezza i Krakatoi cedono il posto al povero vecchietto che deve suonare dopo di loro, e come per magia l'età media della platea si impenna, complice anche il fatto che ormai sono le 4 e la maggioranza del pubblico evidentemente non può star fuori fino a tardi...da questo momento, in pratica, inizia un altro party, tutta un'altra musica, non solo in senso letterale.
Tutti i miei amici hanno trovato il set di Derrick May un po' loffo e svogliato, ma io sinceramente devo dire che l'ho preferito rispetto a quello dell'estate scorsa a Le Jardin, visto che l'ho trovato meno soulful e più movimentato: i cantati femminili e i violini hanno ceduto il posto alle percussioni pur mantenendo la forte impronta melodica che caratterizza i set di The Innovator, risultando in una techno abbastanza carica ma comunque molto aperta e solare che ho apprezzato davvero molto.
Nel mondo parallelo dei parties italiani, comunque, accade una bizzarria dopo l'altra e così succede che i Krakatoa suonino due ore e Derrick May solo una, lasciando il posto alle 5 a Stacey Pullen, che ne suonerà una e mezza (non sto scherzando, è tutto vero!) cambiando radicalmente passo e proponendo il set che non ti aspetteresti da lui: non più melodie e atmosfere solari, ma una sassata dietro l'altra :)
Purtroppo le 2 ore di ignoranza mi avevano spossato e non sono stato in grado di godermi appieno il set di Stacey Pullen, ma ripensandoci ieri ha veramente crepato i muri con un set carichissimo sfoderando anche perle d'annata come Ambulance di Robert Armani che, come il vino, migliorano con gli anni.
In definitiva, il live degli UR e i set di May e Pullen valevano la sofferenza, che è stata davvero tanta, e la delusione per l'ennesima occasione sprecata, ma d'altronde ammetto anche la mia colpa...non ha molto senso lamentarsi di un evento Krakatoa in un prefestivo, visto che era assolutamente prevedibile che sarebbe finito così.

1 commento:

Anonimo ha detto...

UNA VERA MERDA DI EVENTO!!!
AGLI ORGANIZZATORI DICO SOLO DI DARSI ALL'IPPICA!!