lunedì 10 gennaio 2011

Gerald Mitchell @ Tunnel, 8-1-2011

Lo so, mi ero ripromesso di lasciar perdere i party di Milano, ormai invasa da sedicenti organizzatori che si improvvisano araldi del clubbing in situazioni più simili alla festa "pareo selvaggio" del Billionaire, ma non me la sono sentita di lasciarmi scappare Gerald Mitchell, considerato anche che era l'ultimo weekend di ferie, magari i tamarri erano tutti via e che comunque al Tunnel vedo sempre un bel po' di amici che mi fa sempre piacere salutare.

Poi, parliamone: Gerald Mitchell è uno che sulla sua pagina di Discogs, alla voce "in groups", recita: Galaxy 2 galaxy, Los hermanos, Underground resitance, più un paio di altre collaborazioni in cui figura gente del calibro di "Mad" Mike Banks, per cui siamo in zona "mica pizza e fichi".

Ma andiamo con ordine, partendo dal set di Lele Sacchi in apertura, che non sentivo da un sacco di tempo (anni) e che però è rimasto sempre uno dei migliori dj italiani a fare apertura: arrivo molto presto, il Tunnel è ancora semivuoto, ma lui è già in console che suona dell'ottima housettina tranquillina tuppi tuppi, che poi senza soluzione di continuità e con una linea perfetta cresce in sintonia col numero di presenti nel locale, per arrivare alle 2 a far ballare tutti i (tanti) presenti con gusto e con gioia.

Unica critica: non saprei dire se ora suoni sempre così, se sia solo per via della sua ottima abitudine ad adattare un pochino il set a quello dell'ospite che lo segue o per via del fatto che, volenti o nolenti, molte delle uscite attuali sono così, l'ho trovato un filino troppo "oldschool house" con suoni recuperati dalle produzioni dei primi anni '90...non che sia un male di per sè, chiariamoci, è solo che proprio per via di un eccessiva saturazione del mercato verso questi suoni comincio a non poterne più, ma è più che altro una questione di gusto personalissimo e opinabilissimo che comunque non cambia la valutazione di un set eccellente.

Morale, il set di Lele vola via in frettissima, ed è già ora di Geraldo, che essendo tastierista si presenta non solo coi cd ma anche col tastierone per improvvisare live sopra i dischi, cosa che rende il set davvero speciale (more on this later).

Il set in sè è proprio come ti aspetteresti da uno della sua generazione e della sua provenienza, con la tecnica sporca ma coi dischi che ti parlano al cuore e soprattutto, per quanto possa essere brutta l'immagine, parlano al culo, ordinandogli di muoversi ritmicamente; l'impronta soul e black del set di Geraldo è evidentissima, ma è anche molta la varietà che l'hermano riesce a infilare nella propria selezione, spaziando dall'acid ai classiconi techno, dai cantati soulful alle batucade senza praticamente mai suonare dischi riempitivi ma solo dischi protagonisti, perfettamente incastrati nel contesto del set.

Passano un paio d'ore, il set volge verso la conclusione e Geraldo decide di spingere sull'acceleratore, inanellando una sequela di capolavori che inizia con "Throw" di Paperclip people aka Carl Craig e finisce con "The bells" di Jeff Mills passando per "Transition" degli UR e noi siamo già più che soddisfattissimi, ma il meglio deve ancora arrivare.

Per tutta l'ultima mezz'oretta Geraldo parlamenta lungamente con Lele e si capisce che ha qualcosa in mente, qualcosa che entra di diritto nei migliori momenti di musica mai visti dal qui scrivente: l'idea è che Lele rimanga a gestire la console per l'ultimo paio di dischi, selezionati sempre da Gerald medesimo, in modo che lui possa dedicarsi interamente alla tastiera: tutto molto bello già così, se non fosse che il primo dei due dischi suddetti è IL disco:



Eggià, nell'originale di Rolando la tastiera la suonava proprio lui, e stasera la suona di nuovo, live, mentre Lele se la effetteggia di gran carriera e i due si intendono come avessero sempre suonato insieme.

Emozioni very.

Dopo il giaguaro fanno la stessa cosa anche con un altro disco, a me ignoto ma molto Galaxy 2 galaxy, ed è ancora tutto molto bello, anche se sentire il giaguaro così è veramente roba di lagrime agli occhi.

E' finita? No, perchè staccare Geraldo dalla console pare impresa impossibile, e finito il momento epico del tastierone lui ricomincia a suonare funkettoni lentoni e festosi, a luci accese, e siamo tutti amici e ci abbracciamo e ci vogliamo bene, e forse del clubbing a Milano in rare e selezionatissime occasioni è ancora possibile.

Grazie, Geraldo e grazie ai ragazzi di Classic :)

3 commenti:

Carlocci ha detto...

classic è il riferimento per il clubbing house di milano

Raibaz ha detto...

Verissimo, ma c'è anche da dire che non è che abbiano sta gran concorrenza rispetto a com'era la scena milanese qualche anno fa :)

Jimmy ha detto...

Si in effetti concorrenza zero..
Comunque deo gratias ai magazzini generali e all'amnesia....senza di loro sarebbe molto peggio, parlando di clientela s'intende...Loro si beccano i "minchia ohh boys" ripulendo di parecchio altri locali...Grazie grazie!