lunedì 16 aprile 2012

Una nuova avventura

C'è aria di novità in casa Raibaz.

Non è per via della settimana del fintointellettuale in occhiali grossi che inizia oggi, su cui potrei anche decidere di scrivere qualcosa più in là, ma perchè ho cambiato lavoro.

Non è stata una scelta facile per certi versi, soprattutto perchè ha comportato l'abbandono di un team con cui mi sentivo a casa, ma sotto altri punti di vista è stata una decisione inevitabile e doverosa, per cintinuare a cercare gli stimoli e le possibilità di crescita individuale che sono indispensabili nel mio mestiere (ma un po' in tutti, in effetti).

Che lavoro faccio, ora?

Non sono ancora in grado di descriverlo molto bene, ma credo che sia un problema comune a una buona parte dei knowledge worker: so per certo però che lavoro per OpenKnowledge, il cui core business è la consulenza strategica alle aziende mediograndi su temi come le dinamiche social interne all'azienda e l'innovazione, ma che fa anche un sacco di altre cose, tipo organizzare il Social business forum.

Quello che faccio io con e per loro, in dettaglio, è forse ancora presto per dirlo, dato che la mia avventura qui è ancora agli inizi: so però che, nonostante la tecnologia e il software abbiano un ruolo centrale in quello che facciamo, il grosso delle competenze interne era legato ad altri ambiti, anche molto diversi tra loro: basta dare un'occhiata alla sezione 'chi siamo' del sito per rendersi conto dell'eterogeneità delle persone che compongono il mio nuovo team.

Qui è dove entro in gioco io, col mio sapere non solo di sviluppatore ma di esperto di tecnologia a tutto tondo: questo significa che, realisticamente, dal mio lavoro nuovo mi aspetto di non dover solo scrivere del codice meraviglioso, che è la cosa che so fare meglio, ma anche di usare e condividere il mio sapere IT in ambito più vasto, dalla gestione dei progetti alla scrittura di documenti di specifica (l'incubo di ogni sviluppatore!) all'uso creativo della tecnologia per risolvere problemi diversi da quelli con cui sono abituato a confrontarmi.

"Quindi, in sostanza, hai lasciato un lavoro in cui facevi quello che sai fare meglio per andare a fare un'altra cosa che non sai se sai fare e, soprattutto, se ti piace?"

Sì.

Spaventoso, vero?

Non nego di essere un po' spaventato io per primo, ma è vero anche che uscire dalla propria comfort zone è il modo migliore, se non l'unico, per imparare cose nuove e, in definitiva, crescere personalmente e professionalmente: inoltre, l'industria del software ha quella grave malattia per cui l'evoluzione naturale della carriera di uno sviluppatore è il manager (detto in altre parole, se sei bravo a scriver codice finisci a fare un lavoro in cui non si scrive codice), per cui tanto vale iniziare a variare un po' l'insieme delle mie competenze prima possibile.

Se questa sia stata la scelta giusta o se avrei fatto meglio a trovarmi un altro lavoro qualunque da sviluppatore (cosa che avrei potuto comunque fare, visto che siamo piuttosto richiesti sul mercato), lo scopriremo solo vivendo, nel frattempo penso stamperò e mi appenderò da qualche parte questo post di Jeff Atwood, scritto quando ha deciso di mollare Vertigo e mettersi a fare il blogger e l'imprenditore a tempo pieno, attività da cui è nato StackExchange e che ha, di fatto, rivoluzionato la gestione della conoscenza tra sviluppatori e non solo.
the way I look at it, if it's not a little scary, then it's not the right choice. Failure is always an option.

3 commenti:

Adriano Gasparri ha detto...

un grosso in bocca al lupo ;-)

Raibaz ha detto...

Un grosso crepi :)

Zeno T. ha detto...

Bravo!
Zeno