Finalmente si torna a fare un weekend come si deve, con un sacco di musica, un sacco di eventi, di amici, di situazioni, di cose, di croccantezza: ma andiamo con ordine, partendo dall'inizio dell'inizio, dalle (molte) note stonate e dalle idee interessanti di venerdì sera.
Venerdì sera apertura di una serata nuova in un locale nuovo con un ospite interessante: Miguel Campbell all'ex Pulp, serata che si prospetta ricca di sorprese e che per questo si presenta carica di aspettative.
La prima delle sorprese della serata ci accoglie subito pimpumpam all'ingresso del locale, che è esattamente uguale a come me lo ricordavo ma con in più, rullo di tamburi.......un Funktion one.
Ora, facciamo una minipremessa per chi non fosse completamente esperto in materia: Funktion one è un brand di impianti audio disegnati specificamente per l'uso clubbistico che ha del leggendario, dato che è installato in tutti i club più rinomati dell'universo a partire proprio da quel Berghain abbiamorimbalzatoRichiespacchiamodibrutto che ormai detta qualunque moda.
La peculiarità più importante del Funktion one è che fino a qualche anno fa era impossibile comprarlo "stand-alone", ma veniva venduto solo in combinazione con un tizio che si presentava da te e ti tarava & configurava l'impianto a regola d'arte, il che ha contribuito in maniera pesantissima ad alimentare la leggenda dato che praticamente ovunque lo si trovasse suonava alla perfezione, col sub che ti scuote lo stomaco, i medi che ti spettinano e gli alti che ti schiaffeggiano: io ho suonato con un Funktion one tarato da un signor Funktion one solo una volta nella vita e me lo ricordo ancora come una cosa di massima goduria, con le rotelle dell'eq del mixer - Funktion one anche quello, mica il primo Behringer del cazzo che trovi per strada - che davano la sensazione di cambiare realmente qualcosa girandole anche solo di un grado.
Ebbene, ora il signor Funktion one deve aver capito che abbassando di un tantino l'asticella e sfruttando la crescente popolarità del suo brand poteva arricchirsi in maniera pesante, visto che nell'ultimo paio d'anni la storia del consulente venduto assieme all'impianto è decaduta e i Funktion one ormai li trovi anche nelle peggio bettole di periferia, che però ancora si bullano "ao noi c'abbiamo il Funktion one, come il Berghain che ha rimbalzato Rici Otuin".
Bene, l'ex Pulp che non mi ha mai dato l'impressione di un posto particolarmente audiofilo (è uno di quei locali squisitamente italiani in cui il privè è più grande della pista) venerdì sera montava anche lui il suo bel Funktion one, ovviamente tarato col culo e che ovviamente suonava peggio delle casse della playmobil in cameretta, con tutte le frequenze impastate tra loro e un generale feeling di "tutto troppo alto" che rende l'acustica veramente pessima, e perchè me ne lamenti io che di solito sono di bocca buonissima sull'argomento vuol dire che suonava davvero male male male, molto peggio dell'ottimo impianto col brand qualsivoglia che c'era prima (però aò noi c'abbiamo il Funktion one, eh).
La questione acustica, come se non bastasse, non è granchè aiutata dai due resident che fanno apertura, che hanno, per così dire, ampi margini di miglioramento: ogni tanto qualche disco carino lo infilano (il 2diy4 di Solomun, per dirne uno che si vede spesso anche qui si queste paggine), ma si percepisce per tutta la durata del set una certa qual voglia di strafare tipica del resident alle prime armi, che li porta a squadernare ripartenze impazzite inferocite all'una e dieci di sera e in generale a una specie di gara a chi spacca di più, che per carità ci può anche stare, ma non se stai facendo apertura e non se si presuppone che quello a spaccare di più sarà l'ospite che hai pagato per portare in Italia.
I danni di questo gioco al massacro sono evidenti dopo neanche un'ora dall'inizio del set di Miguel Campbell, che poverino prova a fare il suo set con la sua musica (interessantissima, more on this later) ma dopo la fiera della cassa ignorante disposta dai suoi predecessori il suo set pare una grossa frenata, col risultato che tempo neanche tre dischi e la gente in pista si è già più che dimezzata.
Ed è un grosso peccato, perchè Michele fa delle cose molto molto interessanti, visto che rivisita la moda boogie di questi ultimi tempi alla Jamie Jones, Lee Foss e compagnia cantante con una sensibilità squisitamente inglese, che lo porta ad accostare a queste (pseudo) novità delle metriche spezzettate e molto vicine a quelle classiche degli Uk breaks, producendo un risultato molto molto affascinante e d'impatto, ma non pressante come quello che lo ha preceduto di poco, il che manda nel panico più totale il povero Miguel che dopo 4-5 dischi vede la pista svuotarsi e in preda al terrore cerca di rifugiarsi nelle hit salvaculo ad opera dei soliti Visionquesti e Hot natured, appiattendo un po' il set verso cose già sentite e senza risultato, visto che la pista ormai è praticamente deserta (ma il privè è imballato di gente a cui non frega niente di cosa stia suonando Michele, siamo pur sempre in Itaglia).
Morale, un po' a malincuore perchè ormai in pista c'eravamo quasi solo noi, ce ne andiamo discretamente presto anche perchè il giorno dopo ci aspetta un evento bello grosso, che sarà oggetto della parte due di questo post: rimane la sensazione di dispiacere per una serata che avrebbe potuto dare molto di più, ma anche di curiosità per una serie di potenzialità che comunque si intravedono e che motivano a dare un'altra chance, in futuro, al neonato venerdì del Life (ex Pulp)...staremo a vedere.
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