lunedì 26 marzo 2012

Nick Harkaway - Angelmaker

Ho sempre una coda di libri da leggere piuttosto lunga e, devo ammetterlo, non faccio niente per ridurla, visto che compro molte più cose di quello che il tempo materiale mi consente di leggere, ma ci sono libri che proprio non posso in nessun modo evitare di comprare al volo, appena escono: non c'è "aspetto che esca l'edizione economica", non c'è "aspetto di smaltire un po' la pila di fianco al letto", non c'è nulla che tenga.

Il romanzo d'esordio di Nick Harkaway mi aveva fomentato come pochissimi altri, due anni fa, e ancora lo consiglio a chiunque mi chieda suggerimenti e tutti tornano da me rigonfi di soddisfazione, per cui, complice anche Amazon prime, la vera rovina per laggente come me, tempo giusto un paio di giorni dall'uscita del suo nuovo romanzo ce l'avevo già a casa, e questa volta neanche "aspetto che lo traducano" ha funzionato, l'ho comprato originale al volo, pimpumpam.


A testimonianza del talento non indifferente che anima il figlio d'arte (il padre di Harkaway è John Le Carrè, ex agente dell'MI6 e uno dei più importanti scrittori di romanzi di spionaggio in circolazione), c'è una sola cosa che accomuna la sua seconda fatica e la prima, ed è la quantità spropositata di roba che c'è nel libro.

Se in "Il mondo dopo la fine del mondo" c'era di tutto, in "Angelmaker" c'è almeno altrettanto: c'è la fine del mondo imminente, ci sono i criminali gentiluomini, c'è Bletchley park, ci sono citazioni evidenti e meno evidenti di "V per vendetta", ci sono orologiai, scienziati, becchini e supervillains, e con ogni probabilità sto dimenticando molte delle migliaia di idee e delle decine di personaggi che il buon Nick spara una dietro l'altra non tanto giusto per far numero, ma perchè ne vale la pena.

Nessuno spunto e nessuno personaggio dà mai l'impressione di essere un filler buttato dentro a caso giusto per gonfiare il volume, anzi, è tutto caratterizzato, descritto e approfondito a sufficienza da fare in modo che abbia un senso e una vita propri; l'enorme quantità di personaggi, in particolare, ha sempre un'identità molto ben definita e una personalità affascinante, al punto che quasi ognuno meriterebbe un libro a sè per raccontare le vicende che si intravedono nel loro interagire col protagonista, che per forza di cose è quello di cui ci vengono dette più cose e di cui seguiamo per intero tutto il processo di crescita che lo accompagna  per tutto il libro.

Letto in inglese, poi, si apprezzano ancora di più lo stile e l'umorismo di Harkaway, entrambi assolutamente british e quindi magari a volte non immediatissimi ma poi, una volta arrivato il momento "aha!", irresistibili e goduriosissimi.

Morale, abbiate tutti immediatamente questo libro, leggetelo e godetene, che belli così ne escon pochi.

3 commenti:

Luca ha detto...

Uh, grazie.
Non sapevo ne fosse uscito uno nuovo.
Magari smetto di leggere filosofi francesi che parlano di raggi di sole, ani, Freud, capitalismo e schizofrenia e mi metto a leggere questo.

Ma che poi... è hardcover o paperback? Che mica lo trovo paperback su amazon.com (e gli hardcover da portare in giro mi stanno un po' sul cazzo).

Raibaz ha detto...

Mi sa che paperback non è ancora uscito, e oltretutto è anche un bel malloppo...ma è cmq meglio dei filosofi francesi che poi ti vien la depressione :)

Cosimo ha detto...

Grazie per l'informazione..

Fui folgorato anche io dal mondo dopo la fine del mondo, non posso che avere grandi aspettative per questo libro.

Il problema è che la mia conoscenza dell'inglese mi permette al massimo di ordinare fish and chips, per cui temo che dovrò aspettare la traduzione per assaporare la complessità e l'humour delle sue pagine.