lunedì 18 aprile 2011

I Soul Clap (ma anche gli altri due, dai), la musica, l'ammore, la felicità

Giovedì ti sei perso Sasse al Rocket (Grandmaster flash al Plastic non se ne parlava neanche) perchè era giovedì, non si poteva far tardi.

Venerdì per una storia o l'altra hai perso il set dei Tale of Us, anche se la prima metà di quello dei Clockwork è stata soddisfacente.

Sabato, ovviamente, ti sei perso gli Art department, per via della decisione scellerata di farli suonare di supporto a quella merda ambulante di Kalkbrenner, del suo seguito di regazzini e dei suoi trentacinque euro di ingresso.

Domenica, che cazzo, i quattro squagliati dell'ultimo dj kicks li vuoi sentire per forza, cascasse il mondo.

Li vuoi sentire perchè sai che due di loro sono i più grandi cazzoni che la scena attualmene abbia da offrire e gli altri due sono due vecchi barbogi, e la curiosità di sapere quale delle due anime vincerà è fortissima: su cd hanno vinto i Wolf+Lamb, e infatti il dj kicks è una noia mortale, ma in situazione da club, la domenica sera, in quello che è praticamente l'after della settimana degli occhiali grandi, ho molta fiducia nei Soul clap.

Fiducia ripagata con gli interessi.

La configurazione della console già di per sè dice molto sull'andamento della serata: fondamentalmente, ogni tanto passa uno dei quattro scoppiati e mette un disco, ma è tutto molto easy, molto (apparentemente) comevieneviene.

Si parte alle otto e qualcosina, col teatro semivuoto e i pochi presenti che ancora girellano per il mercatino dei designer pretenziosi, per cui i Lupo+Agnello la prendono giustamente alla lontana, impostando l'avvio di una lentissima progressione da un downtempo tranquillone, moderatamente fri fri, di quelli che ti permettono di passare dalla modalità aperitivo a quella party senza soluzione di continuità: sculetti moderatamente, con in mano la birra che costituisce la tua cena, scambi con gli amici racconti del lungo weekend che volge al termine, cazzeggi.

Lentamente, dopo la seconda birra, i bpm cominciano la loro molto graduale ascesa che comunque terminerà a valori piuttosto tranquilli, e il mood è quello di una grigliata domenicale in riva al fiume: i Soul clap cazzoneggiano in maniera allucinante, Charles è campione mondiale di coreografie demenziali ed Eli è la sua spalla perfetta, che si fa frustare con le magliette sudate che il suo socio si è appena tolto (Charles ne cambierà tre o quattro nell'arco della serata), i Wolf+Lamb provano a stargli dietro pur essendo evidentemente più seriosi, e tutto sommato gli riesce lo stesso.

Ciao, siamo due scemi fotografati da un cellulare gramo
A fare da assoluto contraltare alla pretenziosità del mercatino designer del teatro, il set dei quattro giovini bostoniani è svacco e cazzeggio allo stato puro, è la cosa più domenicale che si sia mai vista: senza impegno, senza sbattimenti, senza intellettualismi, senza preoccupazioni, anche se le puntine zompano più dei presenti in sala e la qualità dei passaggi ne risente, a noi non frega un cazzo, è domenica, non vogliamo pensare a niente e goderci il meritato relax e la colossale iniezione di positività e sorrisoni che i quattro signori lì ci stanno regalando.

E infatti, passa un paio d'ore di progressione perfetta, di crescendo gestito con il passo giusto, non troppo svelto e non troppo lento, ed eccolo, forse un po' telefonato, forse non particolarmente originale, ma chi se ne frega, è il disco che più di tutti al mondo rappresenta il mood del cazzeggio domenicale:



E noi ce la canticchiamo, ce la ballicchiamo, beviamo, cazzeggiamo pigramente, chiacchieriamo, e siamo felici.

Da lì in poi, nell'ultima ora e mezza, i bpm continuano a salire, come pure il tasso etilico (nonostante ce ne voglia per fargli raggiungere vette adeguate a colpi di Nastro azzurro), i ricordi si fanno sfocati ma mantengono quell'atmosfera di gran gioia che ha caratterizzato tutta la serata...in buona sostanza, quello di cui parlano gli stessi Soul Clap qui:



Tra l'altro, disco suonato dai Wolf+Lamb, a ulteriore dimostrazione che, se fosse stato necessaria una competizione tra le due coppie, i Soul Clap l'avrebbero vinta a mani basse in qualità di dominatori assoluti del cazzonismo domenicale, della bassata sexy, del cantato pieno d'ammore e della coreografia demenziale; ci sono quattro teste che guidano la musica, ma due sono quelle che trainano e due quelle che seguono, molto brave a continuare nel solco ma evidentemente fuori posto, al punto che a un certo punto finiscono le idee intelligenti e scavano nel fondo del barile pescando un "I feel love" di Donna Summer che per carità, divertente, ma basta.

I due dominanti invece fanno una gran bella spola tra roba vecchia vera e roba nuova che suona un po' vecchia, tipo queste:





"...and that is all that i remember....cause i had one too many drinks..."

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