martedì 21 giugno 2011

Il report del Sonar, day one

Giovedì è il giorno dedicato all'ambientamento, quello in cui ancora non c'è il Sonar de noche (anche se i party Off Sonar sono iniziati già mercoledì), l'affluenza al Sonar de dìa è ancora contenuta ma musicalmente si fa già sul serio fin dal primo minuto, chè qui non si scherza un cazzo.

Atterro con la mia signora a BCN in tarda mattinata, in modo da avere giusto il tempo di un passaggio rapido in hotel e un panino zozzo da Subway e siamo già al MACBA per sentire il primo degli artisti evidenziati sul mio personalissimo programma, Floating Points.

Premessa: quello che rende assolutamente unico e goduriosissimo il Sonar non è la tranquilla certezza delle performances di artisti che conosci, per me il Sonar è prima di tutto sentire gente di cui finora ignoravi completamente l'esistenza e rimanere folgorato, schifato o anche solo del tutto indifferente, ma in ogni caso il Sonar è principalmente una fonte di scoperte musicali, motivo per cui ho deciso di concentrarmi sul festival "ufficiale" e pisciare del tutto i party off dei soliti Mobilee, Moon Harbour, Innervisions, BPitch control e simili che in un qualsiasi inverno milanese capitano sotto casa almeno due o tre volte.

Per dire, arrivando un po' in anticipo per l'inizio di Floating points ho scoperto Toro y Moi, che nei cinque minuti scarsi che ho sentito mi ha catturato e che mi sono ripromesso di approfondire appena ne avrò il tempo (che potrebbe anche essere nel 2050, visti i ritmi forsennati che seguo ultimamente)

Dicevamo, Floating points: dire che lo conoscessi sarebbe un'esagerazione colossale, mi aspettavo dell'house movimentata e un filo sbilenca e invece il regazzino mi ha stupito partendo morbidissimanente jazzato come, in effetti, si confà a un giovedì pomeriggio alle tre per poi passare, con una continuità perfetta, a della cassa in quattro da placido sculettìo pomeridiano, percussiva e sincopata il giusto per piacere alle signorine ma ovviamente molto, molto di classe come un pubblico giustamente esigente come quello del Sonar si merita: molto bravo, da risentire al più presto anche se con ogni probabilità per risentirlo mi toccherà prendere un altro aereo.

Punti fluttuanti, virgole mobili, whatever
Finito virgole mobili, facciamo un girettino in giro per il MACBA giusto in tempo per beccare la folla oceanica in coda per entrare nella sala dove di lì a poco suonerà Nicolas Jaar: cioè, mica pizza e fichi, l'ultimo dei pischelli con all'attivo un album su Circus company tanto osannato quanto noioso e con un carico di paragoni pesantissimi sulle spalle, qui in versione "vero musicista" con il gruppo chitarra-batteria-cazziemazzi.

Decidiamo che non ne vale la pena e andiamo a mangiare un paio di tapas in giro per il Raval, non sapendo che ci attendeva la scena più ridicola del pomeriggio.

Nel Raval normalmente, e in misura ancora maggiore nel weekend del Sonar, capita di sentire della cassa uscire dalle case o dai negozi, per cui non è che ci si faccia troppo caso; stavolta però non si sa in base a cosa decido di indagare sulla cassa che sento in lontananza, e arrivato nella piazzetta da cui proviene mi si para davanti un cospicuo assembramento di tamarri, principalmente italiani, tutti con l'attenzione volta a un gazebo in fondo alla piazza, sul lato del mercato della frutta che dà sulla Rambla.

Cerco faticosamente di farmi strada tra le canotte per scoprire chi sia lo sconosciuto dj che a colpi di cassa, invero piuttosto brutta e monotona, sta fomentando tutti questi tamarri, e con un po' di sorpresa e un po' no....

Bella zio, un chilo di albicocche e uno di pomodori
Il misterioso musico è nientepopodimeno che lo zio Rici, il che spiega la così ingente presenza di canotte italiane e cappellini bruttissimi assortiti, con la console montata in una vera (ma non troppo) bancarella di frutta e col laptop appoggiato alla bilancia.

Lodevolissima l'iniziativa di concentrare tutti i tamarri in una sola piazzetta, il comune di Barcellona dovrebbe dare dei soldi a Hawtin per il servizio sociale, deprecabile la selezione musicale dell'ormai ex Plastikman, che non sentivo da tanto e che ormai si è ridotto a suonare dei pallosissimi looppettini tricchetracche leva la cassa - metti la cassa perfetti per il target canottierato che si porta appresso e semplicemente imbarazzanti per chiunque altro, ma di nuovo, un giudizio sullo spazio Minus non può prescindere dall'importantissimo valore sociale che ha un'iniziativa del genere nel tenere la feccia lontana dagli eventi seri.

Morale, un paio di tapas e una cerveza e si ritorna al Sonar per le 19, che sotto il tendone condizionato suona San Soda, altro artista che conosco ma non troppo e che però mi va di approfondire: il giovinotto belga piuttosto aitante si presenta sul palco in canotta, e la cosa non depone a suo favore, ma per fortuna suona della deep house piuttosto gustosa, croccante e sostenuta ma mai eccessivamente viulenta: in pratica, lo stesso stile "pour les femmes" di Floating points adeguato all'orario più tardo, per cui si sculetta con più veemenza, si saltella anche qualche volta, ma sempre in maniera appropriata a un aperitivo estivo sotto il gazebo condizionato del SonarDome.

Valido nonostate la canotta
Purtroppo il ragazzo ha grossissimi problemi con le puntine, che devastano sensibilmente la qualità generale del set, ma ciononostante la selezione è validissima, per cui anche per lui vale il giudizio dato a Floating points: da risentire quanto prima e da tenere d'occhio sul versante produzioni, il giovane merita.

Per la serata il Sonar ufficiale non offre ancora nulla, come si diceva, per cui bisogna rivolgersi all'offerta Off: c'è un bel party con James Teej e gli Art Department, ma in un posto veramente in culandia, come pure in culandia è il beach party coi Visionquest che già di per sè non sono proprio il massimo dell'attrattiva, ma la pigrizia e la voglia di conservare le forze per le serate successive, che si preannunciano cariche di fatica e di soddisfazione, hanno la meglio, per cui cenetta romantica di pesce a Barceloneta e a letto (relativamente) presto, che da domani si fa sul serio.

4 commenti:

PICCHU ha detto...

Aspetto la seconda parte. Che bello, voglio andarci anch'io al Sonar! Sulla Minus e zio Rici che dire. Musica senza anima.

Chissenefrega ha detto...

E' stato il mio primo Sonar e di sicuro non sarà l'ultimo (mi sto ancora chiedendo dove cavolo ho vissuto negli ultimi 17 anni... comunque meglio tardi che mai). Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, ma anche se avessi avuto delle aspettative sarebbero state superate dalla realtà. Fantastico.

Peccato che mi sono perso il dj-ortolano

ps: Subway è tutt'altro che zozzo (almeno se paragonato con certa concorrenza! :D )

Pox ha detto...

Per cause di forza maggiore sono stato assente il giovedì nonostante il pass e mi sono perso Jaar e Floating Points però leggere un giudizio così positivo è ragione per cui ho un sorriso sul volto mischiato con un pò di sano "rosico" che credo ci stia tutto.
Per il resto sono ASSOLUTAMENTE DACCORDO con le righe riguardo la trovata musico-ortofrutticola.
Per carità di Dio, massimo rispetto per Hawtin e tutti gli altri della combriccola ma credo sia arrivato il momento di dire le cose come stanno: se si va a Barcellona per il Sonar si va per il Sonar e non per tutte quelle situazioni satellite in giro per la città, dj set tranquillamente ascoltabili anche qui in Italia, ormai saputi e risaputi.
Certo, il fatto di trovare determinati dj tutti insieme non è cosa da poco però...
Come hai ben detto tu, il Sonar festival è bello perché puoi conoscere e ascoltare cose nuove calcolando il rischio di poter rimanere estasiato o schifato da artisti che prima si conoscevano poco o addirittura per niente.
Che senso ha andare a Barcellona in quei giorni e farsi feste che potresti fare anche a casa?? Mistero.
E c'è stato chi addirittura, quando sono rientrato in Italia, ha avuto il coraggio di darmi del 'pazzo' perché non ero stato alla Boqueria (nonostante più volte avessi spiegato che quel giorno non ero ancora a Barcellona) e la domenica non sono andato al party free on the beach con lo showcase M_nus, no comment: tutta gente che fa parte della MALANDATA CLUB CULTURE, come solitamente la definiamo io e altri amici.
E' stato il mio primo Sonar e credo che sarà il primo di una lunga serie: NEVER STOP DISCOVERING.

:)

PS: aspetto trepidante il reportage degli altri due giorni...

Raibaz ha detto...

Pox: d'accordissimo con te, il bello del Sonar è la scoperta delle novità (vedi anche il report del secondo giorno :)), e il pubblico del festival è il più ricettivo alle cose diverse dal solito che abbia mai incontrato...ai party "off", invece, c'è la gente che vuole la comodità delle solite cose :)

Chissene: Subway non è zozzo, ma non è neanche il massimo del salutare :D

Picchu: l'anno prossimo andiamo insieme :)