venerdì 15 agosto 2008

Chuck Palahniuk - Diary

Figurarsi se non leggevo il nuovo Palahniuk :)


A sto giro, tanto per cambiare, il libro è veramente roba grossa: riassumendo moltissimo, Palahniuk fa Stephen King, e a me tanto basta per fomentarmi al massimo.

Il setting del libro è molto simile a quello dell'ultimo King, Duma Key, che guardacaso è l'ultimo libro che ho letto prima di questo (e ne ho parlato qui): isolotto turistico semideserto e protagonista pittore, o pittrice, in questo caso, mentre l'evoluzione della trama, senza voler spoilerare troppo, diventa praticamente "Misery non deve morire".

La mossa che rende speciale il libro, a sto giro, è che come suggerisce il titolo la vicenda è raccontata sotto forma di diario dalla protagonista, il che offre a Palahniuk terreno fertile per la sua arma migliore, lo stream of consciousness fatto di periodi brevi e sferzanti; stilisticamente, quindi, questo Diary è Palahniuk al suo meglio.

Come se non bastasse, poi, una volta arrivati alla fine (ma anche molto prima, a ben vedere) si scopre che il tema principale del libro è un tema ricorrente nei libri di Palahniuk, quello della reincarnazione e della memoria in comune con le proprie incarnazioni precedenti: in stile Matrix Revolutions, la protagonista è solo l'ennesima eletta e nell'arco del libro scopre che ce ne sono già state altre, che prima di lei hanno percorso lo stesso cammino.

Palahniuk, quindi, abbraccia esplicitamente la visione di Platone e Jung per cui esistono concetti che conosciamo in maniera innata sotto forma di archetipi e che dobbiamo solo ricordarceli; quando questi concetti sono legati ad abilità poi, come quella di dipingere, diventano quello che comunemente si chiama talento.

In più, nella filosofia di Palahniuk, "ogni cosa è un autoritratto": tutto ciò che facciamo, ogni azione, contribuisce a costruire l'opera d'arte della nostra vita, per cui siccome è ferragosto vado ad ubriacarmi in spiaggia anzichè continuare a scrivere di ste seghe mentali, tanto ho già detto che questo "Diary" sembra un libro di King scritto da Palahniuk e tanto dovrebbe bastare a ogni persona di buon senso per fiondarsi a comprarlo.

Buon ferragosto a tucc.

1 commento:

Laura ha detto...

...e a quello che non capisci puoi dare qualsiasi significato...