mercoledì 10 giugno 2009

Laurent Garnier - Tales of a Kleptomaniac

 
Quando parla un genio come Laurent Garnier, è normale che noi si ascolti con attenzione: quando poi parla con un nuovo album si drizzano le antenne e ci si prepara a quella che con ogni probabilità sarà una lezione di stile.

E' con questa disposizione d'animo, quindi, che infilo nel lettore cd il suo nuovo "Tales of a Kleptomaniac", uscito stranamente su Pias anzichè sulla sua F-com, che è stata ufficialmente "messa in pausa" in gennaio: so già che probabilmente non capirò tutto subito, so già che probabilmente non tutto mi piacerà fin dal primo ascolto, ma so anche già che quasi sicuramente l'album sarà di qualità altissima.

Il primo impatto con l'album è abbastanza "huh?", non solo per il packaging di cartoncino veramente cheap nè per la paginetta di ringraziamenti per l'acquisto, sia in francese che in inglese, firmata da Laurent in persona che, come ulteriore ringraziamento, comunica che c'è un altro album da scaricare disponibile mettendo il cd in un pc (su questo torneremo in seguito), ma più che altro per la presenza, nel booklet, dei testi delle canzoni, che sono la prima sorpresa che non ti aspetteresti da un album di Garnier.

La seconda sorpresa, soprattutto alla luce del suo set ai Magazzini di non molto tempo fa, è che lo scollamento tra il Garnier produttore e il Garnier dj è ormai definitivo e irreparabile: si sapeva che Lorenzo è sempre stato un artista estremamente poliedrico in grado di destreggiarsi ampiamente in ogni situazione e in praticamente tutti i generi della musica da club, ma quello che aveva solo accennato con "The cloud making machine" e che qui ribadisce in maniera ancora più marcata è che il Garnier produttore è un musicista coi controcoglioni in cui converge un ventaglio di stili ancora più variegato.

Non solo la cassa in 4/4 di "Gnanmankoudj" e "Back to my roots", ma anche il downtempo jazzeggiante di "Dealing with the man", l'elettronica orchestrale e Royksoppeggiange di "Pay tv", la d'n'b di "Bourre pif" (una delle tracce migliori dell'album) e anche il non troppo piacevole rappaccio noioso delle due "Freeverse" e il dubbone giamaicano (aiuto!) di "Food for thought".

Morale "Tales of a kleptomaniac" non è solo un bell'album, ma è anche una dimostrazione di quasi-onnipotenza musicale: il messaggio chiarissimo è "mi chiamo Laurent Garnier, e qualunque tipo di musica faccia mi riesce bene".

Molto probabilmente, nella varietà estrema delle tracce ce ne saranno almeno un paio che vi disgusteranno a seconda dei gusti, tipo che io il rappaccio e il dubbettone rastamanno veramente non riesco a digerirli, come posso credere che a qualcuno non piaccia il sax cheesy coi bonghetti di "Gnanmankoudj", ma di certo con così tanta carne al fuoco almeno una traccia che valga l'acquisto credo la possa trovare chiunque.

Se tutto sto ben di dio non fosse abbastanza, poi, c'è la storia dell'album bonus da scaricare: non ho ancora avuto modo di sentirlo, ma il fatto che si scarichi veramente facile (c'è un miniexe sul cd che richiede una procedura di registrazione lunga un secondo e in cui si possono inserire dati fasullissimi per evitare lo spam) e che, a detta di Lorenzo, sia la rappresentazione del suo lato più affine a "The cloud making machine" e, soprattutto, qualcosa di diverso dal suo solito visto che raccoglie musiche composte come colonna sonora per un balletto e per dei film, lascia davvero ben sperare.

(Che poi, quando sei uno che fa tutto, cos'è "qualcosa di diverso dal solito"?)

2 commenti:

andrea xplosiva ha detto...

http://www.clubtoclub.it/09/_blog/?p=471

;)

Raibaz ha detto...

Lo so, lo so...probabilmente verrò da Craig Tristano e Maurizio anzichè da Lorenzo, ma col cuore in lacrime perchè non posso far tutto :(