mercoledì 24 giugno 2009

Mirko Loco - Seventynine



Ovvero, l'album che non ti aspetteresti mai di veder uscire su Cadenza.

Senza mezzi termini: la Cadenza negli ultimi 3-4 mesi, complice anche qualche problema col distributore che ha fatto uscire un sacco di dischi tutti assieme, è in caduta libera e si sta trasformando da etichetta di punta del filone "minimale-ma-col-funkettone" a ricettacolo di qualunque anonimata possibile purchè abbia un cantato latineggiante.

Sarà perchè il boss sta preparando il megaprogetto Aether da portare in tour quest'estate (che tra l'altro promette di essere una gran figata, è praticamente una specie di Narod Niki solo di artisti Cadenza con in più un percussionista e un visual designer) (se non sai cos'è il Narod Niki vergognatene) o chissà per che altro motivo, ma le uscite di questo 2009 su Cadenza non si avvicinano neanche lontanamente a perle come Bomberos, Orange mistake o - che te lo dico a fare - Funk excursion, almeno finora.

L'ultima uscita dell'etichetta del baffuto svizzerocileno, infatti, è quella di cui lui stesso si è dichiarato più fiero in una recente intervista su ibiza-voice, ed è non solo un grossissimo passo avanti rispetto alle ultime ma anche un cambiamento radicale di direzione.

In precedenza gli album su Cadenza, come capita spessissimo, erano un mucchione di quelle tracce non abbastanza belle da fare ep a sè e nei casi migliori avevano una sola traccia suonabile, il che non valeva assolutamente i quattordici euro del doppio vinile a meno che non si fosse appassionati di tracce senza personalità, di quelle da ascoltare come sottofondo ma che non aveva senso suonare al di fuori di set da 30 ore: l'album di Mirko Loco non inverte questa tendenza, visto che di traccia suonabile in un set "normale" ce n'è una o al più due, ma almeno alza sensibilmente il livello delle tracce "da ascolto".

Il fatto che alza veramente il livello rispetto alla media degli ultimi Cadenza, poi, è che le latinate sono assenti o almeno ridotte all'osso e invece trovano spazio un sacco di cose che ci si aspetterebbe di trovare più su Border community se non fosse defunta, come la splendida traccia d'apertura, "Sidonia", degli evidenti richiami al primo Villalobos in "Le monologue d'Orfeu", delle dubbeggiate in "Bluebook" e persino del dubstep stranamente piacevole perchè ibridato con le atmosfere rarefatte alla Lazy fat people, in "Shadow".

Morale, non è un album che comprerei in doppio 12'', più che altro perchè l'unica traccia che potrei suonare è "Le monologue d'Orfeu" (e al limite anche "You know where", che è un bel groovone di minimale oldschool ma manca un po' di personalità, non è esattamente una traccia protagonista), ma se esce su cd lo compro sicuro da sentire in macchina, anche solo perchè c'è la prima traccia al mondo che riesca ad ascoltare nonostante le metriche dubstep :)

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