sabato 28 febbraio 2009

Considerazioni sparse sul primo numero di Wired

Era un po' che non seguivo un meme, ne sentivo la mancanza...non sono riuscito a sottrarmi alla tentazione di dire la mia, come un po' tutti in rete, sul primo numero di Wired.

Premessa obbligatoria: ogni considerazione di questo post va presa cum grano salis, visto che si tratta di un primo numero e che quindi nè questo nè probabilmente il prossimo rispecchieranno a dovere quello che dovrebbe essere Wired Italia.

Io a Wired mi sono abbonato sulla fiducia, anche perchè non costava veramente niente: nella migliore delle ipotesi mi arriverà a casa mensilmente un giornale con i controcoglioni che parli di innovazione, tecnologia e simili, mentre nella peggiore avrò qualcosa da affiancare a Focus sulla tazza del cesso.

Cosa mi aspetterei dalla migliore Wired possibile? Mi piacerebbe che parlasse degli argomenti che seguo in rete, tipo la rete stessa, gadget, musica, cinema, e in generale tecnologia e innovazione in maniera più consona al medium cartaceo, quindi sfruttando la possibilità di approfondire maggiormente rispetto alla rete, dove è difficile mantenere l'attenzione per lungo tempo.

Per farla breve, mi aspetterei una specie di versione extended e multiautore del blog di Suzukimaruti , lungo e profondo ma non troppo prolisso nè farraginoso.

Partiamo dalle cose fiche, tipo un modo di sfruttare il vantaggio della carta sul monitor che non mi sarei aspettato: l'uso di immagini grandi, anche la doppia facciata, per costruire grafici anche complessi tipo la timeline dell'innovazione, che su carta rendono decisamente meglio.

Altre note positive, due pezzi su tutti: l'intervista di copertina di Paolo Giordano a Rita Levi Montalcini e quello di Luca Sofri, bellissimo, che mi ha fatto pure venire un po' di occhi lucidi perchè parla esattamente di me.

Il problema è che oltre a questi e all'effetto novità, di positivo non c'è altro.

Gli articoli più lunghi e approfonditi, che dovrebbero costituire la spina dorsale contenutistica della rivista, parlano di Facebook e del San Raffaele qui a Milano: ora, si può che una rivista avanti come Wired sprechi pagine a parlare del social network di cui ormai parla solo studio aperto e per un marchettone a un prete? Ok che Current insegna che il Vaticano è meglio tenerselo buono, ok che è una struttura unica nel suo genere in Italia, ma MILLE pagine per il San Raffaele e una sulla torre rotante di Dubai?

E ancora: ok, è un numero zero, ci sono un sacco di idee e poco posto in cui infilarle, e in effetti l'idea di parlare dei cervelli italiani era eccellente per il primo numero di Wired Italia...ma mezza pagina risicata ciascuno fa veramente Vanity Fair, mancava solo l'indicazione del tempo di lettura richiesto per il lettore che ha troppo pochi neuroni da dedicare.

Non so, forse sono io che non ho chiara la lunghezza e la profondità dei contenuti che la Wired che ho in mente dovrebbe proporre, ma la mia impressione è che in questo numero zero ci siano solo pezzi mordi e fuggi da tazza del cesso e megatrattati ipertrofici e pallosissimi, con l'unica via di mezzo rappresentata dall'intervista di Giordano a RLM.

Morale, per ora Wired è un'ottima lettura da tazza del cesso con un po' di pesi morti aggiuntivi tra articoli troppo lunghi e noiosi e pubblicità, che alla fine non è troppissima...vedremo come si evolve :)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

se pensi che a me han regalato di nuovo l'abbonamento a GQ (che tra l'altro mi deve ancora arrivare)....beh almeno c'è un pò di figa...

Cesare ha detto...

Ho sostanzialmente la stessa opinione, mi aspettavo qualcosina in più..
però l'abbonamento l'ho fatto lo stesso, perchè va beh comunque avercene di mag così..e in più te lo tirano davvero addietro.

Tra l'altro hanno regalato un abbonamento anche a mio fratello, quindi adesso ne arriveranno pure due..uno per cesso :D

Raibaz ha detto...

Beh anche su Wired c'è una figa in copertina.....er.....

Anonimo ha detto...

io mi sono abbonato perchè avere una rivista in italia che stampa in quadricromia più due colori speciali non ha prezzo.

devo anche dire che è la prima volta in vita mia che mi abbono ad una rivista cartacea, e spero come tutti che non mi deluda troppo. spero che diano anche più spazio alla musica... chessò, un focus sulla consolle della piramide dei daft punk non sarebbe male, per esempio... :)

Raibaz ha detto...

Vero, la qualità della stampa è eccellente :)