mercoledì 25 gennaio 2012

Gary Shteyngart - Storia d'amore vera e supertriste

Insomma che a cavallo tra l'anno scorso e questo qui ho letto Emmebi che parlava dei meglio libri del duemilaundici, e in mezzo a un po' di roba che ho letto anch'io e che mi è piaciuta ha infilato questo libro sconosciuto di un tizio mai sentito e col nome buffo, per cui me lo sono comprato.

Lui dice "è uno dei libri più interessanti che ho letto negli ultimi anni", e in effetti è roba di altissimo livello: temi molto profondi e molto interessanti, trama niente male, stile di scrittura da dieci e lode, abbraccio accademico, stretta di mano e pacca sulla spalla.



Il titolo è piuttosto brutto e della quantità enorme di roba che c'è nel libro copre solo quella meno interessante, ma almeno ha il bonus non indifferente di essere coerente col titolo originale, che è "Super sad true love story" (ogni riferimento al titolo dell'ultimo Coupland, "Player one", qui da noi pubblicato come "Le ultime 5 ore" solo perchè la stessa casa editrice italiana ha già pubblicato un altro "Player one", che in originale si chiama in un altro modo, è puramente voluto).

Ad ogni modo, si diceva, c'è un sacco di roba nel libro, e la storia d'amore del titolo è la meno interessante, visto che è giusto il pretesto per una satira sociale graffiante e che, a mio umile parere, non è esilarante proprio per nulla, visto che è estremamente verosimile: la vicenda è ambientata in un futuro relativamente vicino, in cui l'America è stata definitivamente messa in ginocchio dalla crisi del debito, gli unici ad avere soldi sono i cinesi e gli americani rimasti si barcamenano in esistenze completamente vacue, tra occupazioni demenziali e social network pervasivi ed invasivi.

Il riferimento alle distopie futuristiche della letteratura classica come 1984 e Farenheit 451 è evidentissimo e in alcuni casi diretto, come quando viene ripetuto più volte che il protagonista è l'unico uomo rimasto sulla faccia della terra a leggere i libri veri quando ormai tutti si limitano a rapide scansioni dei testi sui propri devices mobili, o come quando si parla del partito unico al potere in America, il partito Bipartisan che nessuno apprezza davvero ma col quale tutti si manifestano estremamente solidali per non essere arrestati dall'Autorità per la restaurazione americana.

Se c'è qualcosa del titolo che davvero calza col contenuto nella sua interezza, in fondo, è proprio l'aggettivo "supertriste", perchè molte delle caratteristiche della società tragica (e di nuovo, per niente esilarante) in cui è ambientata la vicenda ci sono già, in nuce, nella nostra, a partire dal tracollo della civiltà occidentale per arrivare al definitivo abbandono di ogni forma di cultura più articolata di quello che ora si chiama "citizen journalism" e che nel futuro distopico di Shteyngart diventa il live streaming di individui comunissimi che raccontano la propria insulsa quotidianità.

Morale: nonostante quello che la copertina e la sovraccoperta giurano e spergiurano, questo non è un libro che fa ridere, anzi, mi ha riempito di inquietudine e di malanimo nei confronti del futuro della nostra civiltà, ma immagino sia successa la stessa cosa a quelli che avevano letto Orwell appena pubblicato, anche se il grande fratello di Shteyngart pare molto più subdolo di quello originale perchè nasce come moda e prodotto del marketing anzichè come una dittatura nel senso canonico del termine: c'è da sperare soltanto che vada a finire con 1984, la cui profezia si è incarnata (forse) solo in una cagata televisiva e non è diventata realtà.

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