mercoledì 3 ottobre 2012

Ora basta.

Una delle più grandi lezioni, se non la più grande, che ho imparato nel periodo in cui facevo l'organizzatore di eventi danzanti è "i commenti positivi si fanno in pubblico, quelli negativi in privato, soprattutto se hai un interesse nell'argomento in questione".

Danny Tenaglia stesso dichiara di aver fatto carriera come dj solo ed esclusivamente perchè il suo motto era "be nice to everybody"; nel corso della mia esperienza come organizzatore, clubber, scribacchino di musica in generale e (raramente) dj ho avuto modo di imparare che molta della gente che compone la scena elettronica è piuttosto suscettibile alle opinioni diverse dalla propria, motivo per cui da qualche tempo ho sensibilmente moderato i toni qui su questo blò, pubblicando fondamentalmente solo commenti positivi.

Poi, però, succedono cose che veramente te le tirano fuori.

Io ne farei volentieri a meno, ma episodi di cialtronaggine come questa non possono e non devono passare sotto silenzio.

Ma andiamo con ordine: qualche tempo fa vengo a sapere che il 6 ottobre, sabato prossimo, c'è Kevin Saunderson a Milano, in un club nuovo e con l'open bar; figata, mi faccio una nota mentale di informarmi un po' sull'organizzazione dato che, si sa, a Milano l'inculata è sempre dietro l'angolo e quell'open bar lì non mi fa presagire niente di buono.

Vengo a scoprire, già settimana scorsa, da fonte molto attendibile, che l'evento non è proprio del tutto confermato, dato che non sono ancora giunti i permessi per l'apertura della location; mah, sarà giusto una questione burocratica, suppongo che a meno che gli organizzatori non siano dei completi cialtroni l'ostacolo dei permessi sia stato preso in considerazione e sia sicuramente di poco conto, o comunque sia pronta un'alternativa in caso i permessi dovessero mancare.

Il vero, grosso problema, però, è che gli organizzatori sono dei completi cialtroni, e l'hanno già dimostrato in varie occasioni dando luogo alla colossale e reiterata beffa del Maximal: l'unica volta che ci sono stato io è finita male, e nelle edizioni successive so che è finita ancora peggio, in un marasma (termine non casuale) di ospiti internazionali non pagati (memorabile un ospite che copre di insulti l'organizzatore su twitter), promesse organizzative non rispettate e il solito troiaio all'italiana che ti fa pensare che in fondo ce li meritiamo i Fiorito della situazione.

Come va a finire?

Va a finire che i permessi non arrivano, e in un giro plurimo di cambi location che coinvolge anche un club da 400 persone in cui il pubblico di Kevin Saunderson non ci starebbe mai la versione definitiva è questa:



Ora, aggiungiamo un po' di background per i non milanesi e i non informati: le colonne di San Lorenzo sono uno dei luoghi storici e più affollati della movida notturna milanese che col clubbing non c'entra una fava, dato che sono fondamentalmente una strada del centro storico della città in cui tipicamente nelle sere del weekend migliaia di persone si radunano a cazzeggiare a base di birre dei cinesi e cocktail cattivi nei bicchieri di plastica; è un posto in cui spesso e volentieri fanno i botellon, per capirci.

In sostanza: la silent disco è una cagata già di per sè, ma portare The Elevator in un posto in cui c'è abitualmente casino e la quantità di gente in una serata qualsivoglia è circa il doppio se non il triplo delle 1500 cuffie previste è, come ho letto in un commento su facebook, "come comprarsi una ferrari e poi andarci a 30 all'ora in paese", senza contare il casino e le sbatte di ordine pubblico che realisticamente si verranno a creare aggiungendo 1500 clubber (o pseudotali, visto che non me la sento di considerare "pubblico informato" i gonzi che si fanno truffare andando a eventi del genere scientemente) in un posto già imballato di gente per i fatti suoi.

E ovviamente senza contare la figura barbina di portare una leggenda della techno a suonare silent disco in una piazza in cui al 90% della gente non potrebbe fregare di meno che ci sia Kevin Saunderson o Vinicio Capossela o Gigi Sabani.

Ma non basta: siccome l'organizzazione in questione ha un particolare talento nella presa per il culo della clientela, nei commenti su facebook all'immagine del flyer in questione (in cui incidentalmente compare anche l'agente di Saunderson lamentandosi che il flyer non le è mai stato mandato per approvazione come previsto dal contratto, ma che vuoi che sia, siamo italiani) hanno pure il coraggio di bullarsi e di fare quelli che in un impeto di grande sperimentazione portano il clubbing nelle location inusuali, mica come noi poveri coglioni retrogradi che ci ostiniamo ad andare nei locali con gli impianti decenti e il pubblico interessato.

Ovviamente se avessero avuto i permessi per fare l'evento in uno dei soliti locali con l'impianto decente e il pubblico interessato sarebbero stati i primi loro stessi a farlo, ma non fa niente: ora che il sistema gli si è rivoltato contro (perchè ovviamente è andata così, non sono stati loro a bookare Saunderson prima di sapere se avevano a disposizione un posto in cui portarlo) si ergono a paladini della sperimentazione, dell'innovazione e delle proposte diverse.

Io ci provo a non essere polemico, mi sforzo di tenere per me i commenti negativi, ma di fronte a queste reiterate paraculate e prese per il culo che gettano fango su una scena già non esattamente fulgida come quella milanese, facendo di tutto per cementare l'impressione di cialtronaggine che noi italiani diamo all'estero, i vaffanculi sono più che giustificati e, anzi, mi sembrano doverosi.

Update: aggiungo qui il comunicato ufficiale riportato anche sulla pagina dell'evento su facebook, che è particolarmente divertente nei suoi toni militanti (i commenti in grassetto sono ovviamente miei):

L'EVENTO:

Una giornata di musica elettronica nel silenzio.
1500 cuffie wireless, 1 ospite internazionale e 2 artisti milanesi;
il tutto nella splendida (e appropriatissima) cornice delle Colonne di S.Lorenzo di Milano.

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IL MANIFESTO

Proveremo a far convivere il "clubbing" e la voglia di stare insieme di migliaia di ragazzi con la quotidianità di una metropoli difficile e come Milano; 

città in cui gli spazi per la creatività si contano sulle dita di una mano, (e si ridurranno ulteriormente se li usiamo per queste stronzate)

città in cui, burocrazia e normative antiquate, rischiano di uccidere la cultura, lo spettacolo, l'aggregazione e l'impresa giovanile. (sottinteso: noi avevamo intenzione di fare l'evento in un club fottendocene delle norme e dei permessi necessari, però la burocrazia ci ha messo i bastoni tra le ruote, è ovviamente colpa loro, non nostra)

In questa situazione giovani talenti, professionisti e imprenditori della cultura e dello spettacolo sono costretti a fuggire all'estero per cercare gli spazi che qui non trovano. (ci credo bene, se la gente con cui hanno a che fare qui è questa)

In un momento di grave crisi economica la cultura, lo spettacolo e l'intrattenimento possono dare un contributo significativo alle economie metropolitane e nazionali. (a patto che siano gestite con professionalità e non con cialtronaggine)

LIBERALIZZARE LA CULTURA

LIBERALIZZARE LO SPETTACOLO

USCIAMO DALLA CRISI CON L'ARTE.

l'unico limite è mentale.
Update 2: CASUALMENTE il commento dell'agente di Saunderson che lamenta di non aver ricevuto il flyer per approvazione è sparito, ma ne abbiamo una diapositiva che possiamo agevolare (click sull'immagine per ingrandirla):


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