giovedì 26 novembre 2009

Gli album del decennio, parte 1: Ricardo Villalobos - Alcachofa

Inauguro oggi un post seriale che da qui al 31 dicembre (si spera) mi porterà a ripercorrere il decennio che va concludendosi attraverso gli album che l'hanno caratterizzato, un po' come fanno i veri brog musicali dei professionisti.

First of all, premessa: gli album di cui parlo in questa serie di post sono quelli che hanno caratterizzato il mio decennio musicale, quindi niente "Kid A", che è stato effettivamente molto importante per il decennio degli indiesnob ma che a me non ha dato granchè e sono inseriti in questa ambitissimo novero in base a criteri variabili e soggettivissimi che vanno dal gusto personale puro e semplice all'influenza su quello che mi piace o che reputo importante; va da sè, quindi, che se il tuo album preferito del decennio non c'è o se credi che uno dei miei album preferiti del decennio sia una cagata, non hai che da dirlo nei commenti, e magari mi convinci anche (è risaputo, infatti, che sono molto aperto alle opinioni musicali diverse dalla mia, ma vale comunque la pena di fare un tentativo :))

Morale, andiamo senz'altro a incominciare con l'album che ha sancito il boom della minimale, uno dei generi che hanno dominato il decennio:


Ok, la minimale esisteva anche (molto) prima di Alcachofa e Ricardo era Ricardo anche prima di Alcachofa, ma è stato quando Sven Vath e a ruota tutti i dj del mondo hanno iniziato a suonare Easy lee e soprattutto Dexter che il grande pubblico si è accorto che si poteva creare una situazione da party anche con due-tre suoni in croce.

Tra l'altro, momento aneddoto: ai tempi, si parla del 2003, io ero ancora in pieno innamoramento dell'hardgroove e della techno napoletana (e non posso dire di aver ancora superato questa fase) e iniziavo faticosamente ad ammettere l'electro alla Blackstrobe, Tiefschwarz e Tiga che spadroneggiava, per cui la svolta verso la minimale era troppo per le mie giovani orecchie...morale che mi ci è voluto un anno buono per metabolizzare Alcachofa e realizzare che non si trattava di una cagata, poi a distanza di sette anni mi guardo indietro e realizzo che Ricardo era semplicemente molto, molto più avanti di me.

Forse un giorno mi capiterà la stessa cosa col dubstep, anche se non ci spero mica troppo :)

Ma Alcachofa non è solo la testa di ponte che ha portato il filone minimale a sparare le sue migliori cartucce e poi, anni dopo, all'involuzione di Plastikman nello zio Rici, Alcachofa è anche un capolavoro di per sè: non è solo Dexter e Easy lee, ma è anche l'apoteosi del Villalobos produttore, per certi versi l'opposto del Villalobos dj: tanto partyboy sgarrupato e squagliatissimo quest'ultimo, quanto maniacalmente preciso e perfezionista nell'applicazione del genio il primo.

Il tocco personale di Ricardo in studio è rappresentata alla perfezione in Alcachofa, nelle sue tracce più lunghe del normale che si evolvono lentamente al punto da far dire alla mamma che stai ascoltando musica tutta uguale ma inesorabilmente in modo che dopo otto minuti di I try to live (Can I live) è successo di tutto senza che tu abbia mai percepito interruzioni dello stream of consciousness: l'andamento delle percussioni e dei synth blippeggianti sembra sbilenco e zoppicante, ma in realtà ogni suono è accuratamente cesellato per incastrarsi alla perfezione con gli altri.

Il risultato di tanta cura è che Alcachofa non è assolutamente un album immediato: non si può valutarlo dai prelisten sul sito del negozio di dischi, nè si può ascoltarlo di fretta, ma richiede un po' di attenzione per cogliere le sfumature sottili a cui Ricardo ha dedicato tutto il suo talento e offre in cambio tanta soddisfazione, oppure può essere ascoltato per intero ma con l'attenzione completamente spenta, per lasciarsi colpire dalle strutture intricatissime sotto il livello della coscienza e incassare in pieno lo schiaffo morale della superiorità di Villalobos rispetto ai produttori "normali".

E' difficile indicare una traccia che brilli più delle altre (oltre alle già citate Easy Lee e Dexter, ma anche What you say is more than i can say, che però sono arcinote), per cui anzichè una ne scelgo due, entrambe presenti solo nella versione su cd:



La prima, Y.G.H., rappresenta alla perfezione l'idea di traccia "alla Villalobos", in cui sembra non succedere niente eppure succede di tutto, sembra un loop da 8 minuti e invece non ci sono quattro battute uguali alle successive e il turbinio di pause, ripartenze, blip e tappeti è così accennato da essere appena percettibile



La seconda, invece, Waiworinao, è l'apoteosi della combo improvvisazione-labor limae del Ricardo produttore: sentita così sembra l'improvvisazione di un chitarrista jazz, ma contestualizzata a dovere con una bassline e una cassa appropriate si trasforma in un tool di distruzione di massa.

Morale conclusiva: se tra 20 anni dovessi raccontare a mio figlio com'era la minimale che suonavo daggiovane, di sicuro gli farei sentire Alcachofa per come riesce ad esplorare tutto lo spettro delle minimali possibili mantenendo una coerenza interna perfetta, oltre ad aver avuto un'importanza storica mica da ridere.

11 commenti:

Cesare ha detto...

sciur album! stra d'accordo :)

gonzo ha detto...

D'accordo su tutto anche se io ho dovuto aspettare due anni dopo l' uscita per ascoltarlo (semplicemente perchè prima non mi ero mai interessato a questi generi).

Ottima iniziativa gli "Album del decennio" continua così!

vicodin ha detto...

D'accordo al 100% su questo album!
E tralaltro piccola considerazione personale su Kid A:
Album sicuramente molto bello che cmq può piacere, ma anche moooooooolto meno seminale di quanto si creda normalmente.
A me sta santificazione di ogni scorreggia di thom yorke poi sta anche sulla palle....
A sentire gli indiesnob prima dei Radiohead la musica pare non esistesse....

Anonimo ha detto...

WAIWORINAO ! grande baz una nuova canzone nel mio ipod

Francesco ha detto...

Ottima descrizione.

La seconda traccia mi e' gustata un sacca considerata la doppia traccia di chitarra Jazz / A. Jazz che anche te citi subito dopo il video.

Continua cosi', ho trovato il tuo post molto interessante.

fede ha detto...

Grandissimo album (che ai tempi prima di comprarlo dovetti ascoltare 8 volte, e quando lo feci il Baz mi disse che era ammosciabigolo...)

Cmq attenzione sui radiohead, la triade Ok computer, kid a e amnesiac è DAVVERO incredibile: un concentrato di influenze che praticamente mai si son viste nella musica pop! senza contare che se oggi la musica elettronica gode di una certa considerazione lo si deve anche a ok computer che ne ha sdoganato l'uso alla vista della massa (come i dm negli 80)

Anonimo ha detto...

Ottima l'idea degli album del decennio,oltretutto tu sai quello che scrivi e lo fai molto bene quindi tanto di cappello! Per quanto riguarda l'album in se non sono un grande amante,purtroppo la minimal mi ammoscia e non l'ho mai apprezzata ai massimi livelli.Sono d'accordo con Fede sulla triade dei Radiohead,non è per essere snob o cosa ma ce ne fossero di gruppi 'pop' che fanno tal musica...kid a al primo ascolto volevo lanciarlo dalla finestra,parecchi ascolti dopo è senza dubbio uno dei album più influenti della storia recente.Cristian

Francesco ha detto...

Mi piacerebbe leggere una tua recensione su uno dei miei artisti preferiti (che sono poi due persone): Piemont. Ho notato la tua abilita' nel recensire in modo particolarmente azzeccato album.

Se non ti senti ispirato a scrivere un paragrafo mi basta sapere che cosa ne pensi in due righe.

Grazie.

Raibaz ha detto...

Grazie a tutti del supporto, a breve vedo di pubblicare la parte 2 :)

Noto che non sono l'unico a non averlo capito subito, quindi mi consola sapere che non sono io lento di comprendonio ma è proprio Alcachofa che non è immediatissimo.

Per quanto riguarda i Radiohead: non metto in dubbio che siano influentissimi, Fede ha ragione, il fatto è che su di me non hanno avuto nessuna influenza, visto che non avevo certo bisogno di Thom Yorke per scoprire l'elettronica; è solo per questo motivo che non li includo nel novero dei miei personali album più importanti del decennio, anche se sono sicuro che per molte altre persone sia imprescindibile.

Poi, potremmo passare ore a questionare se il florilegio di indiesnob che hanno scoperto l'elettronica coi Radiohead e che sono convinti che i Crookers e i Justice facciano techno sia una cosa positiva o meno, ma è un argomento troppo spinoso e inadatto a un lunedì mattina :)

videotape ha detto...

scusami ma gli altri album del decennio della tua classifica dove sono??

Raibaz ha detto...

Qui: http://www.raibaz.com/search/label/albumdeldecennio