giovedì 29 dicembre 2011

Learn something every day: il Moombahton

A me fa impazzire imparare cose nuove di musiche nuove, stili nuovi e modi diversi dal mio di interpretare e intendere la musica: tante volte si trova in giro della cacca fumante, più raramente capita di imbattersi in roba veramente interessante che ti fa venir voglia di approfondire.

A sto giro, cazzeggiando sul sito di Mixmag mi capita davanti un post che mette tra i trend principali del 2011 questo fantomatico Moombahton, di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare; il nome mi riporta alla mente ricordi demoniaci come il reggaeton, uno dei peggiori aborti musicali mai partoriti, e la cosa bislacca è che il Moombahton è, effettivamente, un curioso ibrido tra l'aborto di cui sopra e l'elettronica di stampo houseggiante.

Detta così pare uno schifo d'altri tempi, e spesso e volentieri lo è, soprattutto lo sono le tracce sentite singolarmente: questa roba di Dillon Francis, uno dei massimi esponenti del genere, per esempio, è molto vicina alla musica che credo suoni incessantemente all'inferno, con quelle orribili frullate di snare da nigga con le sospensioni rimbalzellanti:


Basta capitare sotto le grinfie di un buon dj, però, che magicamente anche le peggio cose diventano fighe, sia sul serio che di quell'orrendo così orrendo che fa il giro e diventa bello.

Per fortuna mi sono imbattuto in questo video con un minimix di un fantomatico Dj Sleeper di Los Angeles, che oltre a guardare in camera con delle espressioni letteralmente assurde (guardate gli altri video suoi per credere, io sono scoppiato a ridere più di una volta) suona Moombahton con gran perizia, facendo anche una serie di trick molto interessanti:


Sentendolo con attenzione assomiglia non poco a uno dei miei dj preferiti del 2011, Jaguar Skills, altro maestro del turntablism e del circo coi piatti (a occhio, pare che per suonare sta roba si debba esserlo per forza, visto che le tracce fanno cagarone e hanno bisogno di un sacco di valore aggiunto da parte del dj), per cui in realtà ascoltavo Moombahton già da un po' senza saperlo, ma fa piacere dare un nome a questa roba con la cassa che fa "tun, pa-tun, pa-tun" e che pare essere una delle nuove tendenze più interessanti in circolazione.

Non so se riuscirei mai a suonare della roba del genere, anche perchè la mia abilità di turntablist è prossima allo zero (ho provato a più riprese a impararlo, ma il mio stile personale è un altro, non posso farci granchè, non sono in grado di fare neanche i trick più semplici) nè se mi divertirei a un party solo con questa roba, ma da sentire lipperlì non mi dispiace affatto.

venerdì 23 dicembre 2011

Quest'uomo ormai dovrebbe cambiare la job description

Da "musicista" a "technology evangelist", o qualcosa del genere.


La musica è come prevedibile orripilante, ma l'app è magnifica, e a giudicare dal video pare anche progettata daddìo.

Non vedo l'ora del pranzo di natale per impossessarmi dell'ipad di mio padre e installargliela :D

giovedì 22 dicembre 2011

La miglior musica del 2011, parte 4: breakthrough artists

Se c'è una cosa che veramente mi fa pensare al 2011 come a un anno estremamente positivo per la musica, è la grossa quantità di nomi nuovi che si sono affacciati sulla scena EDM o che hanno consolidato quello che hanno fatto intuire di buono nel 2010: probabilmente alcuni di loro saranno fuochi di paglia e non tutti diventeranno dei mostri sacri, ma almeno hanno contribuito a svecchiare pesantemente il panorama musicale.

Tra quelli che c'erano già e hanno fatto il botto, non si possono tralasciare i Visionquest: almeno due di loro, Seth e Ryan, avevano già una carriera più che avviata per i fatti loro, ma con l'etichetta nuova e l'identità "di gruppo" sono diventati dei veri e propri superstar djs, presenti dappertutto e noti al grande pubblico: la cosa incredibile è che, a parte Seth, l'hanno fatto mantenendo degli standard qualitativi altissimi sia come produttori che come dj che, soprattutto, come label owner.

Le nove uscite del catalogo Visionquest finora, infatti, sono una meglio dell'altra e hanno dato una grossa spallata al trend di "poppizzazione" dell'EDM di cui si è già parlato in questa serie di post, oltre a sfruttare la risonanza dell'etichetta per portare alla ribalta nomi emergenti: è facile nominare i vari Benoit e Sergio, Tale of us o Maceo Plex, ma il mio preferito del catalogo è questo qui, anniottantissimo e romanticone:


Gli altri artisti della famiglia Visionquest, a parte Maceo Plex che quest'anno ha fatto il botto gigante ma era già noto come Maetrik e Dinky, sono per la maggior parte nomi nuovi, tipo Benoit e Sergio e i Tale of us, che nel 2010 quasi non esistevano ancora e che invece nel 2011 hanno veramente dato spettacolo, sia sull'etichetta dei quattro di Detroit che altrove, rispettivamente su Spectral e Dfa i primi e un po' dappertutto con una sfilza di remix anche per artisti blasonati come i Whomadewho, a cui hanno bellamente regalato una delle hittone dell'anno.

Morale, quattro artisti (due più due) da tenere d'occhio forte nel 2012, per capire se classificarli tra le meteore o i breakthough che arrivano per restare.

Un'altra artista che ha fatto un discreto botto nel duemilaundici e che è a forte rischio meteora, invece, è Maya Jane Coles: se la cava più o meno a far tutto, dalla deep house al dubstep (con l'alias Nocturnal sunshine) ma pare sempre un po' sospesa, sul punto di sfornare il capolavoro definitivo che la consacri al grande pubblico ma sempre ferma un mezzo passo prima.

Se riesce a fare quel piccolo salto di qualità che le manca e che sembra essere in grado di fare perchè di talento ne ha, le si prospetta una carriera nell'olimpo dei grandissimi, altrimenti il dimenticatoio la insegue a larghe falcate.

Per fortuna, qualcosa di valido ce l'ha già lasciato, con questo remix da abbraccioni e lagrimoni:


Anche in questo caso, quindi, occhi puntati per tutto il duemiladodici in attesa di capire che sarà di lei.

In realtà, MJC non è un fenomeno isolato ma è piuttosto l'espressione di una tendenza molto più grossa che nel duemilaundici ha trovato ampio risalto: la resurrezione di Londra e del Regno unito nell'infinita battaglia contro Berlino e la Germania per la supremazia nel mondo dell'EDM.

Sarà per quella storia della poppizzazione e per il fatto che se si parla di pop la Gran bretagna non teme quasi nessuno e piscia forte in testa alla Germania da sempre e per sempre, sarà per la maturazione della bass music che non nasce certo a Berlino, sarà per una naturale alternanza, fatto sta che il duemilaundici ha visto molti più talenti nuovi arrivare da oltremanica che dalla terra dei crauti: poi ovviamente tutti la manica la attraversano e si trasferiscono a Berlino perchè è fico e ci sono tutti, ma la speranza di vedere un giorno le mandrie di turisti italiani abbandonare quella che ormai è la nuova Ibiza per trasferirsi altrove esce dal duemilaundici quantomai rinvigorita.

Uno dei fattori chiave nella resurrezione UK è stata un'altra resurrezione, quella di una scena che pareva morta e sepolta dai tempi del trip hop e che invece nella seconda metà del 2011 è tornata come un'araba fenice: sto parlando della scena di Bristol, ovviamente, e dei suoi produttori che a cavallo tra bass music e deep, tra echi retro e innovazione, hanno sfornato alcune delle meglio tracce dell'anno.

Il mio preferito è Eats everything, a cui ho già dedicato un post di recente, ma anche Julio Bashmore ha un suo perchè e pure Joker, che a me non piace, ha comunque più di qualcosa da dire: morale, anche questi stanno nella lista di artisti da tenere d'occhio per l'anno venturo.

Tra quelli che invece nel 2011 hanno dato così tanto che non c'è neanche più bisogno di tenerli d'occhio ma sono diventati delle garanzie, invece, c'è un sacco di gente che arriva dal giro della nudisco e del nuboogie: non solo gli ovvi Wolf+Lamb, Soul clap (i dj dell'anno, a mio umilissimo parere personale), Lee Foss e Jamie Jones, ma anche tutta la cricca della No.19 dagli Art Department e Deniz Kurtel in giu, quella della Hot creations e ovviamente della Crosstown rebels, etichetta guidata magistralmente da un Damian Lazarus in grado di dribblare con ugual sapienza i casini finanziari e le mode musicali dando sempre l'impressione di essere in grado di dominare entrambi a proprio piacimento.

Infine, vecchie glorie tornate prepotentemente alla ribalta: il ritorno in vita della disco ha brutalmente richiamato dalla pensione alcuni mostri sacri che ormai quasi dormivano il sonno dei giusti, su tutti Dimitri from Paris, che nel duemilaundici ha alternato cose eccellenti come uno dei migliori Essential mix dell'anno a veri e propri miracoli come far fare un cd bellissimo a Bob Sinclar (la doppia compilation nuova della Playboy mansion) e Greg Wilson, che è uno di quelli che hanno iniziato a fare il dj quando la figura del dj non esisteva, tuttora suona coi nastri reel 2 reel anzichè coi vinili e oltre a essere un dj dellamadonna è anche un grandissimo storico della musica: il suo blog e il suo account su soundcloud sono un pozzo senza fondo di aneddoti, storie e pezzi di cultura musicale che andrebbero insegnati nelle scuole.

Da tutti gli artisti qui citati e dai nomi nuovi che sicuramente verranno fuori, mi aspetto un duemiladodici eccellente almeno tanto quanto il duemilaundici, se non di più: raramente sono stato così ottimista sul futuro della musica, non vedo l'ora di vedere cosa succederà.

mercoledì 21 dicembre 2011

La miglior musica del 2011, parte 3: Chase & Status, i Brookes brothers e i Nero

Il leit motiv dell'anno, ormai s'è capito, è la crescente "poppizzazione" dell'EDM, fenomeno che ha attraversato un po' tutti i sottogeneri del mega calderone della musica elettronica danzabile grazie anche agli influssi e alla maturazione di un genere che nasce come la peggiore delle intellettualate da cameretta, il dubstep: non è stato esente da questo fenomeno anche il più hardcore (oserei quasi dire il più 'ardkore) dei filoni, quella drum'n'bass che ho già avuto modo di definire più volte come "il metal dell'EDM" per via della sua nutrita schiera di appassionati durissimi e purissimi e sempre pronti a pisciare su quello che non è "true".

In realtà, nel corso del 2011, la dnb è finita nel mare magnum di quello che ora si chiama "bass music", che raccoglie oltre alla dnb "canonica" fatta di amen break e percussioni spezzettate a velocità stratosferiche anche il drumstep, un po' di dubstep e anche, alle volte, delle cose con la cassa in quattro, visto che molti dei produttori che arrivano dalla scena dnb nel corso dell'anno hanno dimostrato un eclettismo invidiabile: hanno dato il la i Pendulum, l'anno scorso, con un album che aveva dentro di tutto ed è stato, a mani basse, tra i migliori del 2010, e quest'anno hanno seguito e ampliato lo stesso solco in tanti, a partire da Chase e Status che hanno dimostrato di saper fare davvero tutto per arrivare ai fratelli Brookes e ai Nero.

Ciascuno di loro nell'anno che volte al termine ha buttato fuori un album e una serie di set di qualità stellare e, come si diceva, di grandissimo eclettismo, approfittando della patina poppeggiante che riveste un po' tutto per svecchiare sensibilmente un genere che per quanto mi rimanga nel cuore ha sofferto di un po' di stagnanza negli ultimi tempi e che più di altri beneficia della ventata di novità portata dal duemilaundici.

Più in dettaglio, Chase e Status hanno dimostrato di essere prontissimi a fare il salto verso il mainstream con delle cose che riportano subito la mente gli anni '90 e i tempi in cui su Mtv l'EDM passava in grande quantità, tipo questa:


Speriamo riescano a mantenere lo standard altissimo che hanno settato con quest'album: se ci riescono, possono davvero fare il botto e passare da "i migliori produttori di tracce con l'amen break" a superstar globali, e a mio avviso se lo meritano.

Phil e Dan Brookes, invece, rimangono più in territorio clubbistico e proseguono lungo la strada liquidfunkeggiante che avevano iniziato già l'anno scorso con la loro hittona "Tear you down", portando il liquid funk (il versante più houseggiante della dnb) a nuove vette e collaborando con personaggi storici proprio della scena house come Robert Owens:


I ragazzi, oltretutto, hanno anche regalato un Essential mix tra i migliori dell'anno in luglio, con un sacco di perle nuove e vecchie, loro e altrui, in quattro e spezzettate, due ore in cui c'è veramente di tutto e tutto è cesellato e incastonato alla perfezione come solo i grandi dj: la pagina ufficiale dell'EM con la (lunghissima) tracklist la trovate qui, mentre per scarricare il mixato confido non avrete troppa difficoltà affidandovi alle solite fonti.

Infine, i Nero: nettamente i più eclettici del terzetto, hanno stampato un album in cui dire che c'è di tutto è quasi riduttivo: "Welcome to reality" ha dentro l'electro danzereccia e facilona con la cassa in quattro di "Must be the feeling", quella scorreggiona e caciarona à la Bloody Bitruzz di "Fugue state" e "Doomsday", il dubstep con la cassa feroce, i synthacci inferociti e i sample anni '80 di "Crush on you"o il vocal poppeggiante di "Guilt", il pop rockeggiante che neanche Katy Perry di "Promises" e anche quello stracheesy e da classifica di "Reaching out", la cupa introspezione di "My eyes" e "Innocence".


(Purtroppo su youtube c'è solo questa versione col pitch alzato a stecca di "My eyes" che non rende giustizia appieno)

Morale, se non ci fosse stata Katy B l'album dell'anno sarebbe stato sicuramente "Welcome to reality", invece così se la giocano: quello che conta è che tra i tanti generi che hanno beneficiato della maturazione e della poppizzazione del dubstep, quello che una volta era la dnb e ora si chiama bass music è senza dubbio quello che ha tratto i vantaggi maggiori, rinnovandosi pesantissimamente e diventando qualcosa di ancora più figo e ricco di prospettive interessantissime per il 2012, sperando che i Maya ci lascino il tempo di vedere cosa succederà.

Orchestraibaz, puntata #96 - Best of 2011

Puntatona specialissima natalizia, da ben due ore anzichè una!

E non solo la durata è speciale, visto che lo è anche il contenuto, che consta di nientepopodimeno che (quasi) tutto il meglio dell'anno che sta per finire, minuziosamente selezionato, raccolto e mixato, rigorosamente live, per voi affezionati ammisci ascoltatori.

Morale, quindi, c'è il grosso (a meno di una manciata di dischi che sono rimasti fuori perchè in due ore proprio tutto tutto un anno non ci stava) del meglio del meglio dell'orchestra di quest'anno ormai praticamente andato, fatto di nudisco, nuboogie, nuqualchecosa, di bassate, di melodie, di missili e di viaggioni, di cose innovative e di rivisitazioni di dischi vecchi, di hittone e di cose che si sentono solo qui.

C'è un sacco di robba nel mixato di stasera, che quindi risulta particolarmente eclettico in modo da riflettere tutto un anno di mixati diversi e variegati, ma che ciononostante mantiene comunque una sua linea e un suo filo logico tutto sommato non male, dai, mi dò una pacca sulla spalla.

Praticamente tutti i dischi sono già stati suonati nel corso delle orchestre precedenti, tranne forse giusto un paio, per cui non serve che mi stia a dilungare su questo o quell'altro, tranne giusto per una menzione d'onore per la "mia" Exprezoo, che quest'anno ha regalato una delle tracce più belle non solo del 2011, ma della mia intera carriera di appassionato di EDM: un abbraccio ai miei amici, continuate così.

Ovviamente tutti i dischi sono bellissimi, chevvelodicoaffare, altrimenti non sarebbero finiti in questo set, no? Per cui, bando alle ciance e spazio alla tracklist bella lunga:

Audiofly feat. Flora - 6 degrees (Tale of us rmx) (Get physical)
Tanner Ross - B side (No. 19)
Maceo plex - Can't leave you (Crosstown rebels)
Soul Clap - Extravaganza (Wolf + lamb)
Miguel Campbell - Something special (Hot creations)
Shit robot - Take 'em up (John Talabot rmx) (DFA)
Phonique feat. Louie Austen - Endless love (Dessous)
Lovebirds feat. Stee Downes - Want you in my soul (Winding road)
Tensnake - Congolal (Endless flight)
Okee ru - Underground communication (Alexxei 'n' Nig rmx) (Exprezoo)
Benoit & Sergio - Everybody (DFA)
Thugfucker - Disco gnome (Tale of us rmx) (Life and death)
Maceo plex - Falling (Visionquest)
Ben Westbeech - Something for the weekend (Strictly rhythm)
Solomun - Love recycled (2diy4)
Chopstick & Jonjon - Obviously she's a whore (Suol)
Agoria - Panta rei (Balearic mix) (Infinè)
Bermuda - Ihasama (Nacho Marco rmx) (Serenades)
Aeroplane - Save me now (Eskimo)
Chromeo - Don't turn the lights on (Aeroplane rmx) (Turbo)
Ting tings - Shut up and let me go (Greg Wilson edit) (Not on label)
Todd Terje - Ragysh (Running back)
Osunlade - Envision (Dixon edit) (Innervisions)
Steffi feat. Virginia - Yours (Ostgut)
Tricky - Time to dance (Maya Jane Coles rmx) (Domino)
Totally Enormous extinct dinosaurs - Garden (Polydor)
Todd Terje - Snooze 4 love (Running back)
Eats everything - Entrance song (Pets)
Mosca - Bax (Numbers)
Katy B - Broken record (Rinse)
Breakage feat. Jess Mills - Fighting fire (Digital soundboy)
Katy B - Katy on a mission (Rinse)
Nero - Promises (More than alot)
Katy B - Perfect stranger (Rinse)
Chase & Status feat. Delilah - Time (RAM)

Per risentire questo condensato di duemilaundici, basta cliccare qui e scarricare il set, mentre per essere sempre aggiornati con le puntate nuove, qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quant'altro.

martedì 20 dicembre 2011

La miglior musica del 2011, parte 2: Laurent Garnier

Scontato come i saldi di fine stagione, ok, ma non è assolutamente possibile raccontare le cose fighe successe in musica nel 2011 e tralasciare Lorenzo Garnieri, che ha passato l'anno a portare in giro una delle cose più fighe che la storia della techno ricordi: LBS, Live Booth Sessions o Laurent Benjamin Scan X che dir si voglia.

Anche su questo ho già speso parole in più di un'occasione, avendolo visto live due volte nel giro di un mese, ma è semplicemente troppo troppo per non decantarne le meraviglie a ogni occasione possibile: allo stato attuale delle cose, l'LBS è il live perfetto, ma anche il dj set perfetto e un sacco di altre cose, tutte perfette e tutte goduriosissime.

Non ho intenzione di dilungarmi ulteriormente su una performance sulla quale ho già scritto fiumi di parole, ma basti sapere che un dj set di Laurent Garnier in cui ogni tanto, assistito da due musicisti coi controcoglioni come Benjamin Rippert e Scan X, il maestro infila grandiose esecuzioni live dei suoi grandi classici, da "Gnanmankoudji" a "Crispy bacon" passando ovviamente per "The man with the red face", è non solo una delle cose migliori che siano capitate alla musica del 2011, ma una delle cose migliori che abbia mai visto nei miei anni di onorata carriera da clubber.

Purtroppo pare che le occasioni di vedere live cotanta meraviglia siano finite almeno per un po', non sono a conoscenza di date di Lorenzo nelle vicinanze in tempi sufficientemente prossimi, per cui per quegli sfortunati che se lo fossero perso l'unica soluzione è guardare la pletora di video che affollano Youtube, tra cui quello pubblicato da Garnier stesso che raccoglie testimonianze dai quattro angoli del globo in cui ha portato il suo show:


In realtà c'è anche un modo migliore per farsi un'idea della grandeur dello show di Garnier e soci, ed è il dvd "It's just muzik", contenente l'esibizione di Lorenzo e di un gran numero di altri musicisti, tra cui Ben Rippert e Scan X, alla Salle Pleyel a Parigi, in cui i momenti migliori della parte live di LBS compaiono tutti, assieme ad altre cose davvero degne di nota.


Il dvd si compra direttamente dal sito di Lorenzo, qui, costa tutto sommato poco e arriva in fretta, io ne ho comprate due copie, una per me e una da regalare a natale :)

lunedì 19 dicembre 2011

La miglior musica del 2011, parte 1: Katy B

Inauguriamo quest'oggi una serie di post che ci condurranno verso l'anno nuovo ormai alle porte con il consueto recap del meglio del meglio dell'anno che si va concludendo: un po' come fanno tutti i blò seri, mi par giusto aggiungere i miei due centesimi alla discussione su quanto di figo sia successo musicalmente nel duemilaundici moribondo, con un occhio a possibili prospetti interessanti per il duemiladodici.

Il primo argomento della serie di post è una regazzina di cui ho già parlato quando l'ho vista live due volte in un giorno, che nell'anno in corso ha sfornato uno degli album migliori non solo secondo me ma anche secondo una fonte autorevole come il Guardian, che lo piazza secondo solo all'album di PJ Harvey (mah) nei migliori del duemilaundici.


L'album di Caterina Bì è molto molto figo per una serie di motivi:

  • perchè pur arrivando da un background profondamente underground (il giro di Rinse FM) ha un tiro pesantissimamente pop che lo ha portato in heavy rotation su un sacco di radio che Rinse FM non sapeva neanche dove stesse di casa, tipo che qui io Katy B l'ho sentita su RADIO RAI (!!!111!one!!1)
  • perchè riesce a tirar fuori qualcosa di decente da produttori che di solito non mi piacciono, tipo Benga e Skream ma anche Geeneus e Zinc
  • perchè parla della nightlife in maniera pacata e intimista ma, soprattutto, realistica: per dirla come il Guardian, il 2011 commerciale è stato dominato dai vari Pitbull e Taio Cruz e dalle loro maranzate a base di catenazze, papponi e zozze poco vestite, mentre Caterina parla di cose molto più reale, al punto che il Guardian stesso dice che "might as well have been written in the smoking area at Fabric"

Morale, "On a mission" è solo la prima di tante manifestazioni di maturità di un movimento, quello dell'EDM nel suo senso più lato, che nel 2011 ha dimostrato di essere ormai maturo per riprendersi la ribalta pop che dall'inizio del nuovo millennio gli era stata rubata da un medioevo di hip hop, rnb e altre orripilanze che avevano reso la cesura tra commerciale e underground insanabile: il duemilaundici sarà ricordato come l'anno in cui la frattura ha iniziato a risanarsi, e Katy B è uno degli alfieri di questa riconciliazione.

martedì 13 dicembre 2011

Le meglio orchestre dell'anno

Stasera causa cene di natale incombenti non avrò modo di andare in onda con l'usuale oretta di musica mixata dal vivo e poi scarricabile da qui e dal podcast, per cui complice anche la fine dell'anno alle porte e il periodo di bilanci dell'anno che volge al termine mi pare corretto rivedere un po' quello che s'è suonato durante il duemilaundici.

Partiamo rigorosamente dall'ultimo set in ordine cronologico, che val la pena riproporre perchè è venuto davvero bene, con un sacco di novità ma un po' di gusto retro e con un mood rilassato ma sufficientemente sculettone: lo si può scarricare da qui, oppure sentire in streaming:



Cambiando completamente mood ma rimanendo in tempi recenti, ha riscosso un discreto successo la puntata dedicata ai pomeriggi invernali, con tanti Four Tet e tanti Nathan Fake che fanno proprio natale e pomeriggi grigi: è scarricabile da qui, mentre questo è lo streaming:


Ovviamente, il grosso della musica di quest'anno è di stampo nudisco, nuboogie o in qualunque altro modo la si voglia chiamare, e un ottimo esempio di questo sound è il set dell'undici luglio, ultimo prima della pausa estiva, che coniuga le sonorità caratteristiche di quest'anno con un mood estivo e openaireggiante che ci va proprio a nozze: il set si può scarricare da qui e ovviamente si può anche sentire in streaming:


Un altro grosso trend del duemilaundici è stata, finalmente, l'uscita di qualcosa di interessante sul versante "cassa spezzettata", che finalmente non è più "levo colpi di cassa a caso così mi sento originale anch'io come tutti gli altri che lo fanno" ma acquisisce un senso, sia sul fronte underground che su quello un po' più poppeggiante e "semplice": il set del tredici giugno raccoglie un po' di tutto ciò, abbinandolo a grandi classici dello spezzettamento come "Poison" dei Prodigy, presentata in una buffa versione live ai Maida vale studios.

Questo set rotolante, fattappezzi e scazonte è scarricabile da qui, mentre di seguito c'è il playerino per lo streaming:


Anno di nudisco significa anche un sacco di riscoperta del sound "originale" della disco, grazie soprattutto a quel sant'uomo di Dimitri From Paris che ha avuto un duemilaundici in grandissimo spolvero: ovviamente almeno una puntata interamente di dischi fri fri, coi cantati delle dive e le percussioni funkettone bisognava farla per forza, ed è successo il quattro aprile, con un set che si può scarricare da qui e sentire in streaming da questo playerino:


Come al solito, ci sono stati una serie di speciali nel corso dell'anno, tipo quello sugli Underworld, quello sulla Kanzleramt o quello su Laurent Garnier, ma c'è stato anche uno speciale tenerone per san Valentino, pubblicato proprio il quattordici di febbraio, con tanta musica tenerona e limone-friendly: lo si può scarricare da qua, mentre di seguito trovate il solito playerino di Mixcloud per lo streaming:


Last but not least tornando indietro nel tempo, anche se non mi fa impazzire la techno di quest'anno ogni tanto mi ci cimento anch'io, visto che comunque è bene tenersi aggiornati un po' su tuttecose, per cui all'inizio dell'anno un set a base di Sandwell district, Silent Servant e altre berghainate assortite l'ho fatto pure io: lo si trova qui per il download e nel solito pratico playerino per lo streaming:


Insomma, questi sono secondo me gli highlights principali dell'orchestra di quest'anno, in attesa del set "best of 2011" che conto di preparare a breve, di altre idee che già ho in mente per l'anno prossimo e della puntata numero 100 che si avvicina a larghe falcate: qual'è il mixato che più vi ha soddisfatti, miei amati lettori, in quest'anno che volge al termine?

Cosa vorreste vedere/sentire nel corso del duemiladodici prima che i Maya vedano avverarsi la loro mesta profezia?

Il linkino "Posta un commento" è lì per voi :)

lunedì 12 dicembre 2011

Stefan Goldmann: Everything popular is wrong

Stefan Goldmann è un produttore che mi piace, ho diversi dischi suoi e sono tutti di ottimo livello su alcune delle mie etichette preferite, tipo la Perlon o la Ovum.

E' anche un ottimo dj, ricordo di averlo sentito al Gamma al compleanno di Gandalf qualche tempo fa e mi ricordo un set molto molto ben fatto.

Quello che non sapevo è che Stefan Goldmann ha anche delle idee estremamente interessanti sullo stato attuale del music business, che le sa esporre molto bene, e che le si può trovare in questo articolo pubblicato da Littlewhiteearbuds, che lo traduce dall'originale pubblicato in tedesco su Silo.

La sua idea, simile a quella che espone Simon Reynolds in Retromania (di cui ho parlato qui), è che la democratizzazione dell'accesso alla produzione musicale degli ultimi anni abbia abbattuto drasticamente il livello qualitativo della musica, facendo sì che nessuno produca più musica che valga la pena ascoltare ma che la stragrande maggioranza del mercato musicale si riduca a roba valida giusto per il tempo di un "Save as"; secondo lui, la strada da percorrere per uscire da questa spirale è andare intenzionalmente nella direzione opposta a quella del mercato, per esempio musicando i balletti come ha fatto lui, in modo da ottenere molta più soddisfazione artistica e da generare molta più hype che spammando le proprie release su tutti i social network del mondo.

Condivisibile o no, è una lettura estremamente interessante, soprattutto nella parte finale in cui parla della necessità di mantenere un day job per sopravvivere contrapposta al bisogno di dedicarsi fulltime alla musica per riuscire a cavarne qualcosa di interessante; mi piacerebbe molto approfondire il discorso con lui e con chiunque fosse interessato, ed è solo uno dei tantissimi spunti di discussione che si possono ricavare dall'articolo di Stefano Goldmanni.

Buona lettura :)

martedì 6 dicembre 2011

Orchestraibaz, puntata #95 - Allegro con calma

Un sacco di novità stasera, visto che dopo un po' di set a tema che recuperavano materiale vecchio ho accumulato un bel po' di cose nuove degne di nota: tra queste, ovviamente, la mia preferita è il nuovo singolo dei TEED, di cui ho già parlato ampiamente anche per via della sua esposizione televisiva e che oggi è presente sia nella sua splendida versione originale, in chiusura, che nella versione rimaneggiata da due dei migliori dj dell'anno, Charles ed Eli dei Soul Clap.

In generale, il feeling del set di stasera è di quell'allegria soddisfatta, senza eccessivo fomento ma con calma goduria, unita a quell'animo romantico che Vito Aeroplane chiama "sad happiness" e che è perfettamente rappresentato dalla splendida traccia dello stesso Vito, anche lui tra i migliori del duemilaundici, ma c'è anche un po' di suoni retrò, così retrò che verso metà set mi è venuto spontaneo rispolverare un grane classico come "Show me love", che ci stava proprio a fagiuolo.

Come al solito quando si fanno di questi set con le novità, alcuni nomi sono sicuramente stranoti al conoscitore dei miei mixati, tipo i Mandy e Tensnake o etichette come la Ovum e la Vakant, ma devo dire che soprattutto le due etichette in questione mi hanno stupito per come riescono a rivisitare il sound caratteristico di quest'anno mantenendo le proprie caratteristiche: in particolare, l'etichetta di Josh Wink mi aveva fatto temere una pericolosa svolta verso la techno ignorante, ma con quest'ultimo ep di un tal Vaggio torna a cose più interessanti.

Insomma, limitando le parole e lasciando il dovuto spazio alla musica, la tracklist dice così:

Tahloula - We play house (M.a.n.d.y.'s sweatbox rmx) (Great stuff)
The swiss - Manthem (Tensnake rmx) (Modular)
Totally enormous extinct dinosaurs - Garden (Soul clap like it's '97 mix) (Polydor)
Hot since 82 - Let it ride (Noir music)
Phonique feat. Guti - Divertimiento (Systematic)
Aeroplane - Save me now (Eskimo)
Laura Jones - Love in me (Leftroom)
Robin S - Show me love (Champion)
Michelle Owen - Perchance to dream (Mood music)
Vaggio - Don't you want some more (Ovum)
Anonym - Time for love (Vakant)
Tuccillo - Password (20:20 vision)
Tracey Thorn - Swimming (Charles Webster rmx) (Strange feeling)
Totally enormous extinct dinosaurs - Garden (Polydor)

Per risentire il set di stasera, che, devo dirlo, è venuto proprio bellino, lo si può come al solito scarricare da qui, mentre per essere sempre aggiornati con le puntate nuove, qui c'è il feed RSS del podcast da incragnare nel vostro iTunes/Winamp/Google reader/quant'altro.

lunedì 5 dicembre 2011

Il miglior consiglio possibile per la SEO

Qualche tempo fa ho fatto un esperimento: c'è una campagna pubblicitaria in tv che ha come colonna sonora una traccia che mi piace di uno dei miei artisti preferiti del momento, per cui ci ho scritto un post, usando un titolo opportunamente descrittivo e simile a quella che pensavo fosse la keyword di ricerca più probabile per l'argomento.

L'esperimento ha funzionato piuttosto bene, visto che tuttora il mio post è altissimo nelle pagine dei risultati per le keywords "musica spot nokia lumia" e simili: giusto per capire quanto ha funzionato bene, abbiamo una diapositiva delle visite a questo blò nell'ultimo mese:


La data di pubblicazione del post in questione risulta più che evidente, col picco che ne consegue spalmato su tre giorni e l'afflosciamento del dato dovuto alla comparsa di altri post e risultati che fornissero la risposta che gli utenti cercavano.

Morale, non ho usato quei trucchi arcani che i consulenti SEO cercano di spacciare facendosi pagare profumatamente, non ho trigato in alcun modo col sito in modo da migliorarne le performance su Google, ma semplicemente ho prodotto del contenuto valido e informativo (per i tre giorni successivi alla pubblicazione il mio post è stato l'unico della prima pagina di risultati a dire che la musica dello spot in questione era "Garden" dei Totally enormous extinct dinosaurs) che rispondesse a una domanda molto comune sfruttando la mia conoscenza di una nicchia e pubblicando un post che, a oggi, è la pagina più vista di questo blò con quasi il triplo delle pageviews della seconda.

In sostanza, quindi, c'è una sola grande regola per la SEO, ed è la solita: "Content is king".

Del contenuto valido e significativo è la via più semplice per generare una gran quantità di visite, molto più di qualsivoglia ottimizzazione specifica.


venerdì 2 dicembre 2011

Artisti emergenti: Eats everything

La fine dell'anno si avvicina ad ampie falcate e comincia a sentirsi aria di "tiriamo le somme del 2011", aria a cui daremo sicuramente più spazio in qualche altro post prossimamente: di sicuro, uno dei fenomeni di quest'anno è stato il risorgere della scena di Bristol in una guisa completamente nuova, non più lenta e ipnotica come ai tempi dei Portishead e dei Massive attack ma gruveggiante e rotolona, anche se ovviamente sempre con quantità industriali di bassone che sembra essere il marchio di fabbrica della ridente cittadina del southwest.

Il più à-la-page degli artisti della nuova scena di Bristol è senza dubbio Julio Bashmore, che io trovo sinceramente boh, ma anche Joker è di lì, e forse è il più strettamente "bristoliano" del giro col suo dubstep tendenzialmente loffo e lentone, ma quello che preferisco della cricca è Daniel Pearce, altrimenti noto come Eats everything.

A strapparmi la preferenza basterebbe solo il disco con cui ha esordito sulla sublabel della Catz'n'dogz, disco che ho già suonato nei miei podcasti e che secondo me è uno dei migliori dell'anno:



Ma non è tutto, visto che il ragazzo si è esibito da poco in un Essential mix registrato live proprio a Bristol e che è anch'esso uno dei momenti musicali migliori del 2011, grazie soprattutto al suo stile bello fresco e godimentoso, fatto di percussioni spezzettate ad arte con tipico gusto inglese (e non di roba fatta così tanto per, stile "togliamo un colpo di cassa ogni tanto e vediamo cosa succede"), roba da cui si percepisce chiaramente il luuuungo background fatto di breaks e uk garage ma anche di house e techno "classiche" e di tanta altra roba, che viene rimescolata e rimodernata in modo da suonare molto molto nuova e bella movimentata.

Come i veri dj "grossi", poi, Dan suona un sacco di reedit, rework e "rebeef" di grandi classici EDM, che sulla sua stessa pagina di Facebook ha dichiarato che non ha intenzione di rilasciare in modo da poter mantenere un tocco di unicità nei propri set, il che per quanto fastidioso perchè alcuni sono proprio fichi e volevo suonarli pure io, è una cosa assolutamente apprezzabile: giusto per farvi venire l'acquolina in bocca, la tracklist dell'Essential mix in cui sono presenti molti di questi rework dice così:

Eats Everything – Entrance Song (Remix) [Dirty Bird]
Murk – Amame (Eats Everything QI Rebeef)
Catz & Dogz – Jon Bovi [Dirtybird]
Waifs & Strays – Yeah Yeah (Eats Everything Rebeef)
Shadow Child – String Thing
Eats Everything & Worthy – The Lost
Justin Martin & Ardalan – Lezgo (Acapella) [Dirtybird]
Viadrina – Luna (Coat Of Arms Rework) [Your Mamas Friend]
Clapz II Dogz – Ripgroove (Eats Everything Like The Original Rebeef)
Freestyle – The Party Has Begun [Jam Packed Records]
Freestylers – Don?t Stop [Freskanova]
Green Velvet – Millie Vanillie [Relief Records]
Subjekt – Dunky Frummer (Eats Everything Rebeef)
Riva Starr – Jump (Martin Brothers Remix)
Eats Everything & Worthy Vs Switch – I Still Love Tric Trac
Coat of Arms – Is This Something (Eats Everything Crunky Rebeef)
Krysko – Can't Handle It [Peaches]
Mosca – Bax [Numbers]
Butch – Amelie (Format B Remix) [Great Stuff Recordings]
Eats Everything – Entrance Song (Eats Special Edit)
Crazy P – Beatbox (Breach Remix)
Coat of Arms – What You Need
French Fries – Yo Vogue
Adam F – Circles (Eats Everything Rework)
Switch – This Is Sick (Eats Everything Rework)
Huxley – Let It Go (Eats Everything Reprise)
Justin Martin – Kemistry [Dirtybird]

Sì, avete letto giusto, "Adam F - Circles (Eats Everything Rework)" e "Switch - This is Sick (Eats Everything Rework)", che suonano assieme per un bel po' di tempo e sono una roba veramente grassissimissima, di quelle da dj coi controcoglioni come pare proprio che sia Dan...ora, qualcuno me lo porta in itaglia, please?