mercoledì 21 dicembre 2011

La miglior musica del 2011, parte 3: Chase & Status, i Brookes brothers e i Nero

Il leit motiv dell'anno, ormai s'è capito, è la crescente "poppizzazione" dell'EDM, fenomeno che ha attraversato un po' tutti i sottogeneri del mega calderone della musica elettronica danzabile grazie anche agli influssi e alla maturazione di un genere che nasce come la peggiore delle intellettualate da cameretta, il dubstep: non è stato esente da questo fenomeno anche il più hardcore (oserei quasi dire il più 'ardkore) dei filoni, quella drum'n'bass che ho già avuto modo di definire più volte come "il metal dell'EDM" per via della sua nutrita schiera di appassionati durissimi e purissimi e sempre pronti a pisciare su quello che non è "true".

In realtà, nel corso del 2011, la dnb è finita nel mare magnum di quello che ora si chiama "bass music", che raccoglie oltre alla dnb "canonica" fatta di amen break e percussioni spezzettate a velocità stratosferiche anche il drumstep, un po' di dubstep e anche, alle volte, delle cose con la cassa in quattro, visto che molti dei produttori che arrivano dalla scena dnb nel corso dell'anno hanno dimostrato un eclettismo invidiabile: hanno dato il la i Pendulum, l'anno scorso, con un album che aveva dentro di tutto ed è stato, a mani basse, tra i migliori del 2010, e quest'anno hanno seguito e ampliato lo stesso solco in tanti, a partire da Chase e Status che hanno dimostrato di saper fare davvero tutto per arrivare ai fratelli Brookes e ai Nero.

Ciascuno di loro nell'anno che volte al termine ha buttato fuori un album e una serie di set di qualità stellare e, come si diceva, di grandissimo eclettismo, approfittando della patina poppeggiante che riveste un po' tutto per svecchiare sensibilmente un genere che per quanto mi rimanga nel cuore ha sofferto di un po' di stagnanza negli ultimi tempi e che più di altri beneficia della ventata di novità portata dal duemilaundici.

Più in dettaglio, Chase e Status hanno dimostrato di essere prontissimi a fare il salto verso il mainstream con delle cose che riportano subito la mente gli anni '90 e i tempi in cui su Mtv l'EDM passava in grande quantità, tipo questa:


Speriamo riescano a mantenere lo standard altissimo che hanno settato con quest'album: se ci riescono, possono davvero fare il botto e passare da "i migliori produttori di tracce con l'amen break" a superstar globali, e a mio avviso se lo meritano.

Phil e Dan Brookes, invece, rimangono più in territorio clubbistico e proseguono lungo la strada liquidfunkeggiante che avevano iniziato già l'anno scorso con la loro hittona "Tear you down", portando il liquid funk (il versante più houseggiante della dnb) a nuove vette e collaborando con personaggi storici proprio della scena house come Robert Owens:


I ragazzi, oltretutto, hanno anche regalato un Essential mix tra i migliori dell'anno in luglio, con un sacco di perle nuove e vecchie, loro e altrui, in quattro e spezzettate, due ore in cui c'è veramente di tutto e tutto è cesellato e incastonato alla perfezione come solo i grandi dj: la pagina ufficiale dell'EM con la (lunghissima) tracklist la trovate qui, mentre per scarricare il mixato confido non avrete troppa difficoltà affidandovi alle solite fonti.

Infine, i Nero: nettamente i più eclettici del terzetto, hanno stampato un album in cui dire che c'è di tutto è quasi riduttivo: "Welcome to reality" ha dentro l'electro danzereccia e facilona con la cassa in quattro di "Must be the feeling", quella scorreggiona e caciarona à la Bloody Bitruzz di "Fugue state" e "Doomsday", il dubstep con la cassa feroce, i synthacci inferociti e i sample anni '80 di "Crush on you"o il vocal poppeggiante di "Guilt", il pop rockeggiante che neanche Katy Perry di "Promises" e anche quello stracheesy e da classifica di "Reaching out", la cupa introspezione di "My eyes" e "Innocence".


(Purtroppo su youtube c'è solo questa versione col pitch alzato a stecca di "My eyes" che non rende giustizia appieno)

Morale, se non ci fosse stata Katy B l'album dell'anno sarebbe stato sicuramente "Welcome to reality", invece così se la giocano: quello che conta è che tra i tanti generi che hanno beneficiato della maturazione e della poppizzazione del dubstep, quello che una volta era la dnb e ora si chiama bass music è senza dubbio quello che ha tratto i vantaggi maggiori, rinnovandosi pesantissimamente e diventando qualcosa di ancora più figo e ricco di prospettive interessantissime per il 2012, sperando che i Maya ci lascino il tempo di vedere cosa succederà.

2 commenti:

Cesare ha detto...

Chase & Status mi mancavano e la traccia mi piace parecchio. grazie as usual per l'onniscenza musicale :D

Raibaz ha detto...

In realtà "Time" è abbastanza canonica come produzione di Cesso e Stato, che hanno fatto dei vocal femminili sull'amen break un po' il loro marchio di fabbrica...nell'album invece le fanno veramente tutte, dagli un'ascoltata...e ovviamente grazie a te per il supporto :)