mercoledì 28 ottobre 2009

Bart Skils - Voltt 01

Ci sono mixcd che vanno comprati non solo perchè sono belli, ma perchè fotografano un momento storico della ruota che gira dell'evoluzione musicale, perchè risentiti anni dopo ti ricordano con precisione cosa sentivi in quel momento, facendo riaffiorare magari anche qualche ricordo di party o situazioni particolari.

L'anno scorso era successo così col Fabric di Luciano, che era praticamente un'istantanea del set, sempre uguale, che il baffuto cileno proponeva nel 2008 e che andava per la maggiore; quest'anno nonostante (finalmente) si respiri un'aria molto più variegata rispetto al periodo del boom minimale il filone che attualmente domina i miei ascolti e i miei cuoricini su last.fm è quello olandese.

Ho già espresso varie volte il mio apprezzamento per la cricca di Amsterdam, non solo a livello puramente musicale ma anche perchè hanno saputo creare una scena completa, non solo con le etichette ma anche con un negozio di dischi, Outland records, e con un party, il Voltt appunto e il suo festival annuale Voltt loves summer: va da sè che all'uscita della prima compilation del Voltt mixata dal boss di casa Bart Skils non sono proprio riuscito a lasciarla nei magazzini di decks.de.



Come era più che lecito aspettarsi, la tracklist è composta per la quasi totalità da tracce uscite su 100% pure, Remote Area/Area Remote, Intacto e altre etichette olandesi: a fare eccezione c'è giusto un remix di Nick Curly e pochissimo altro.

Sempre come era prevedibile, il buon Bartolomeo piazza qua e là anche un po' di farina del proprio sacco, sia da solo che col compare Anton Pieete, col quale regala uno degli highlight del cd, l'eccellente remix di "The feelin'" di Pitto; tra le altre perle, proprio quel remix di Nick Curly su Spencer Parker, ma anche Mamdaye dell'ottimo Julien Chaptal ormai praticamente olandese d'adozione e soprattutto uno dei migliori dischi dell'anno, il Remote Area di Alex Celler che ho sentito per la prima volta in marzo, in un live del Time warp, e che non mi ha ancora stufato (e che infatti compare spesso e volentieri nella mia orchestrina settimanale).

Morale, tutto il cd scorre perfettamente, senza particolari eclettismi ma con una linea impeccabile e con uno stile ben definito, quello olandese appunto, fatto di funkettonismi, vocal frifri ma non troppo insistiti e sound design sempre molto curato (anche perchè lo fa quasi sempre la stessa persona, 2000 and one che è anche responsabile del mastering del cd), col bassone bello pieno e le percussioni croccanti.

Con ogni probabilità, come tutti i mixcd molto focalizzati, non invecchierà troppo bene e risentito tra un po' suonerà già datato, ma per ora me lo godo con piacere e poi rimane sempre valido per l'archivio come foto di quello che ascoltavo nel 2009.

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