venerdì 8 gennaio 2010

Giuseppe Culicchia - Brucia la città

Quando uno dei cui consigli musicali ti fidi cambia genere e consiglia un libro, l'impulso di leggerlo è irresistibile, anche perchè la vicenda è ambientata in un mondo che conosco bene, quello dei dj di Torino.

Culicchia, che non è l'ultimo dei pischelli esordienti ma uno scrittore navigato, sa perfettamente come intortarti fin dalle prime pagine, con la sua feroce critica ai ggiòvani d'oggi e al loro irrefrenabile impulso ad essere alternativi, alternativi proprio come tutti gli altri: ci sono 4 o 5 frasi ripetute identiche intenzionalmente nel corso della prima metà del libro, tipo le cameriere con la frangetta come quella del GF, il tatuaggio tribale sopra il culo e che fanno le artiste, o l'elenco di celebrities locali ripetuto sempre identico, o ancora le notti bianche che "ci aspettano" ogni weekend, che funzionano alla perfezione per raccontare la cultura dell'Evento dei tempi moderni, piena da straripare di eventi tutti identici nella loro finta diversità.



E per la prima metà del libro il gioco gli riesce daddio, tanto che per via della dedizione dei protagonisti alla ddròga e ad altre attività malsane pensi "oh minchia paura, Culicchia ha scritto Trainspotting coi dj torinesi, ma quelli veri, c'è pure Hugo!", e magari solidarizzi pure, perchè si capisce tra le righe che Samuel e Boosta gli stanno leggermente in culo, e allora dai che è uno dei nostri, solo che poi.

Poi cominci a realizzare che i dj torinesi veri sono namedropping della peggior specie, quando leggi di un piatto della Pioneer e la prima volta dai sarà un refuso, poi però c'è un cdj 1000 della Panasonic e pensi vabbè avrà fatto casino con l'attrezzatura, poi Roisin Murphy diventa Rosalyn Murphy e sta nella borsa dei dischi di uno che si porta in giro pure Morillo assieme a Villalobos e pagine prima aveva parlato di un dj svizzero che si fa chiamare Calabrese (sic), e allora, solo allora, capisci che Culicchia ti ha preso per il culo per duecento e passa pagine.

Per duecento e passa pagine hai pensato che Culicchia fosse uno dei nostri perchè conosce i dj torinesi veri, c'è pure torinoforum per la gioia dell'amico Gandalf che lo gestisce, e dai che adesso Culicchia gli fa il culo, a sti cazzo di falliti fintoalternativi tutti uguali e alla classe politica che li governa perchè è rettile come loro, grande Culicchia che lo sputtana, questo sistema degli eventi tutti uguali che sono solo un pretesto per farsi una riga dopo l'altra ma che in realtà tutti, partecipanti e organizzatori detestano, adesso vedrai che Iaio, il protagonista, fa un coup de theatre e sfancula tutti, oppure realizza che ormai il sistema è troppo marcio e non si può fare niente per cambiarlo e Culicchia ci ha regalato una foto lucida e graffiante del merdaio in cui è coinvolta la società ggiòvanile di oggi...e invece.

E invece realizzi che per duecento e passa pagine Culicchia ti ha ammorbato con una storia d'ammore degna del peggior Muccino, col thirtysomething in precrisi di mezza età preso male perchè la donna storica è scomparsa, che si tromba un'altra semicasuale ma non è la stessa cosa, che con gli amici non è più come una volta e blablabla, e di colpo ti rendi conto che se prima te lo immaginavi con la faccia di uno qualunque di quegli pseudodj che di musica capiscono meno di zero ma che si sono ritrovati dietro una console perchè tanto "basta saper contare fino a otto" (grazie per la stima eh, Culicchia, di solito è segno di ignoranza infinita dire che basta saper contare fino a quattro) pur di poter pippare gratis, adesso leggi quello che dice e vedi la faccia di Stefano Accorsi.

Realizzi che pensavi di leggere "Trainspotting, in salsa torinese" scritto da uno che sa quello di cui parla, e invece hai letto "L'ultimo bacio, dopo una riga, durante di una serata che spacca" scritto da uno scrittore italiano qualunque, onesto mestierante per carità - non si può certo dire che scriva male, tutt'altro -, che ha ambientato la solita, pallosissima vicenda, in un ambiente che qualche cuggino deve avergli detto che è trendy.

Fede, nel suo post, diceva che è comunque meglio che passare le giornate su Facebook, ma io nel mio pur vasto e variegato novero di pseudoamici su FB conto decine e decine di persone che di musica e djing capiscono più di Culicchia e che soprattutto non se ne bullano gratuitamente per vendere un paio di copie in più.

Edit postumo che dopo N ore da quando ho messo giu il libro ho ancora le palle girate: tanto per capire a che livello è la pochezza di cui stiamo parlando, alla fine del libro, durante il tanto anticipato e overhyped party di apertura della nuova situazione dei tre fake dj protagonisti, il più protagonista dei tre (la voce narrante del libro), ispirato da una robbosa incontrata qualche giorno prima che ha come suoneria del cellulare una fantomatica Jilted generation dei Prodigy (vaglielo a spiegar tu a Culicchia, che "Music for the jilted generation" è il titolo di un album e non esistono tracce dei Prodigy intitolate Jilted generation, lui intanto ha scritto "Prodigy" nel libro e quindi ha fatto la figura di quello ggiòvane che ne sa), a metà set fa la mossa del vero iconoclasta, di quello che vuole distruggere il sistema dall'interno, il famoso coup de theatre che adesso sì che non ce n'è più per nessuno: spegne tutto per qualche secondo, parla nel microfono per dire come un vero tamarro "che cazzo avete da guardare?" e poi...suona Firestarter.

Yeah, sei un vero distruttore del sistema, tu si che spacchi di brutto perchè suoni un disco che è "ti piace vincere facile" peggio di un proclama di riduzione delle tasse e pure quell'altro che siccome ha scritto di un tipo che suona Firestarter per spaccare tutto allora è veramente uno che ci sta dentro.

Ma per favore.

6 commenti:

fede ha detto...

No Ing aspetta quello dei nomi sbagliati (c'è anche sinclair al posto di sinclar) è un gioco voluto per rendere gli strafalcioni che nella lingua parlata fanno molti pseudo addetti ai lavori.

Concordo invece sulla storia del contare fino a 8 abbastanza degradante

Sulla trama invece come avevo scritto fino a quando il culicchia, da metà libro, nn si mette a copiare ellis (stratagemmi narrativi inclusi) è cmq un libro godibile.

Raibaz ha detto...

Mah, sei sicuro?

Cioè, ok che vuole descrivere i dj falliti protagonisti come degli pseudo addetti ai lavori che non capiscono un cazzo e il lavoro gli viene veramente bene (quando quel demente suona Firestarter avessi avuto un pomodoro sottomano lo avrei lanciato contro il muro dalla stizza), ma in base a cosa dici che è intenzionale?

Non mi pare che nell'arco del libro Culicchia abbia mai dato prova di sapere davvero quello di cui parla, anzi la prova definitiva del contrario è quella storia del contare fino a 8, ripetuta anche nei ringraziamenti a fine libro.

fede ha detto...

beh culicchia è uno di quelli che in tempi non sospetti collaborò per portare gli orbital in piazza a torino quindi qualcosina ne deve sapere ;)

e parlando con i nostri amici torinesi ne ho avuto la conferma


il libro fa riferimento a personaggi molto più reali di quelli identificati per nome e cognome ed infatti ha fatto incazzare mezza città

Raibaz ha detto...

Bo ok se me lo dici te che non è così allucinantemente ignorante come traspare dal libro mi fido, ma non fa nulla per dimostrarlo, anzi :)

Cmq i personaggi che non sono citati per nome sono nella maggior parte dei casi abbastanza riconoscibili lo stesso, ci credo che si siano incazzati...la cosa cmq non aumenta il valore del libro, che resta una Muccinata in salsa fintodj.

fede ha detto...

beh ma quello lo si sapeva prima ancora di leggerlo ;)

di Irvine "sempre sia lodato" Welsh ce ne è solo uno :D


PS: se spulci torinoforum trovi una discussione a riguardo

Anonimo ha detto...

dai oh...i piatti della pioneer!! :)