Io Mathias Kaden l'avevo già sentito due anni fa all'Awakenings e mi era piaciuto così poco che non è stato un problema fare tre quarti d'ora di coda da solo fuori dal Tunnel causa pacco all'ultimo della mia signora indisposta (un appunto organizzativo: ok la coda separata per le liste, ma se è più lunga di quella per i comuni mortali serve a poco), e tanto per saltare subito alle conclusioni in modo da soddisfare chi avesse fretta e non volesse legger tutto, a sto giro mi è piaciuto di più.
Ma andiamo con ordine, perchè prima del sosia di Silvio Muccino (vedere le foto per credere, e comunque la somiglianza è sminuita rispetto alla visione live) è necessario dare il giusto credito allo splendido set di Vladi Electricalz, in forma smagliante tra olandesate e housettoni nuovi ma col sapore oldschool: gli manca ancora un po' del piglio da resident d'esperienza e qualche volta sembra che voglia strafare rispetto a quello che richiederebbe un'apertura, ma il talento non gli manca, e non lo dico solo perchè è un amico; per me è da tenere d'occhio, può diventare un ottimo dj.
Ma veniamo a
Tra le poche tracce che mi è riuscito di riconoscere la splendida "Definition" di Loco dice sulla compilation della Desolat e il Cynosure degli Horacio aka Padice & Massi DL ispirato (per usare un eufemismo) a Todd Terry, ma i dischi meritevoli sono stati molti se non tutti, ognuno completato dalle pregerie di Kaden che le fa veramente tutte, tra mettere in pausa il cdj ta-ta-ta-ta-ta mentre va un loop del Soundbite, battere il tempo con la mano sul disco fermo con su la puntina, fino a quando come se fosse un tool qualsivoglia, nel bel mezzo del set, fa capolino "Disco's revenge" di Gusto e il pubblico va in visibilio:
Ma è solo una finta, il famosissimo giro di basso è appena accennato perchè subito Mattia torna alle sue caratteristiche percussioni sbilenche e funkettonissime che fanno godere la pista e soprattutto il sottoscritto, per poi riproporlo ancora due-tre volte prima di far, finalmente, sfogare tutto il disco ovviamente condendolo con un sacco di salsa Soundbite tanto per gradire, e la stessa cosa nell'arco del set la fa con "Burnin'", che appoggia sul piatto appena inforcate le cuffie e toglie solo due ore e mezza dopo, dopo averla accennata tra un disco e l'altro e scratchata duro mille volte e poi, finalmente, sguinzagliata in faccia al pubblico che ormai gli sta lanciando i reggiseni e si sta strappando i capelli.
A quel punto, vista la partita di calcio del giorno dopo, decreto che con "Burnin'" tutta intera mi ha dato il colpo di grazia e, a malincuore, torno verso casa con la convinzione che il ragazzo è attualmente uno dei miei 10 preferiti al mondo.
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