domenica 17 gennaio 2010

Report Mathias Kaden @ Tunnel, 16-01-10

"No pain, no gain", diceva quello.

Io Mathias Kaden l'avevo già sentito due anni fa all'Awakenings e mi era piaciuto così poco che non è stato un problema fare tre quarti d'ora di coda da solo fuori dal Tunnel causa pacco all'ultimo della mia signora indisposta (un appunto organizzativo: ok la coda separata per le liste, ma se è più lunga di quella per i comuni mortali serve a poco), e tanto per saltare subito alle conclusioni in modo da soddisfare chi avesse fretta e non volesse legger tutto, a sto giro mi è piaciuto di più.

Ma andiamo con ordine, perchè prima del sosia di Silvio Muccino (vedere le foto per credere, e comunque la somiglianza è sminuita rispetto alla visione live) è necessario dare il giusto credito allo splendido set di Vladi Electricalz, in forma smagliante tra olandesate e housettoni nuovi ma col sapore oldschool: gli manca ancora un po' del piglio da resident d'esperienza e qualche volta sembra che voglia strafare rispetto a quello che richiederebbe un'apertura, ma il talento non gli manca, e non lo dico solo perchè è un amico; per me è da tenere d'occhio, può diventare un ottimo dj.



Ma veniamo a Silvio Muccino Mattia Cadeni, che si presenta quasi subito con la traccia migliore del suo recente e splendido album su Vakant, "Studio 10" ma soprattutto con una tecnica di quelle che si vedono raramente: piatti, cdj e soundbite sono spremuti al massimo delle loro possibilità sia singolarmente che in combo tra loro e i dischi sono usati come strumenti musicali al servizio della creatività del dj, come quando tra un disco e l'altro fa capolino il synthone sirenoso di "Burnin'" dei Daft Punk che si trasforma in un tool da scratch come per il più accanito dei turntablists.



Tra le poche tracce che mi è riuscito di riconoscere la splendida "Definition" di Loco dice sulla compilation della Desolat e il Cynosure degli Horacio aka Padice & Massi DL ispirato (per usare un eufemismo) a Todd Terry, ma i dischi meritevoli sono stati molti se non tutti, ognuno completato dalle pregerie di Kaden che le fa veramente tutte, tra mettere in pausa il cdj ta-ta-ta-ta-ta mentre va un loop del Soundbite, battere il tempo con la mano sul disco fermo con su la puntina, fino a quando come se fosse un tool qualsivoglia, nel bel mezzo del set, fa capolino "Disco's revenge" di Gusto e il pubblico va in visibilio:



Ma è solo una finta, il famosissimo giro di basso è appena accennato perchè subito Mattia torna alle sue caratteristiche percussioni sbilenche e funkettonissime che fanno godere la pista e soprattutto il sottoscritto, per poi riproporlo ancora due-tre volte prima di far, finalmente, sfogare tutto il disco ovviamente condendolo con un sacco di salsa Soundbite tanto per gradire, e la stessa cosa nell'arco del set la fa con "Burnin'", che appoggia sul piatto appena inforcate le cuffie e toglie solo due ore e mezza dopo, dopo averla accennata tra un disco e l'altro e scratchata duro mille volte e poi, finalmente, sguinzagliata in faccia al pubblico che ormai gli sta lanciando i reggiseni e si sta strappando i capelli.

A quel punto, vista la partita di calcio del giorno dopo, decreto che con "Burnin'" tutta intera mi ha dato il colpo di grazia e, a malincuore, torno verso casa con la convinzione che il ragazzo è attualmente uno dei miei 10 preferiti al mondo.

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