mercoledì 8 ottobre 2008

Knowledge workers united

Poi vai a dire che su Friendfeed si cazzeggia e basta: da questa discussione di ieri ha avuto origine l'idea di Kurai raccontata in questo post (non a caso intitolato come questo qui), a cui io aderisco pienamente e volentieri.

Premessa sulla mia situazione lavorativa attuale: dal giorno dopo la laurea faccio lo sviluppatore software freelance, che in Italia si chiama libero professionista con la partita IVA e che significa che oltre a sviluppare software so fare e faccio anche tante altre cose per sbarcare il lunario, come descritto qui.

Ora, questa modalità di lavoro ha tanti vantaggi, rispetto al lavoro dipendente, che vanno da quelli più materiali tipo la storia di poter detrarre l'IVA dagli acquisti inerenti alla propria attività a quelli più filosofici, tipo la storia che sei il datore di lavoro di te stesso e che sei libero di lavorare come, dove e con chi vuoi (seeee, magari), ma ha anche tanti casini.

Tra questi, l'opinione comune che se fai il libero professionista non è perchè vorresti (idealmente) lavorare come, dove e con chi vuoi, ma perchè vuoi scavallare le tasse e, soprattutto, il casino del ritardo cronico dei clienti nei pagamenti.

Finora mi è sempre andata di lusso, ma mi è già capitato di dover aspettare i tempi biblici della pubblica amministrazione per ricevere il pagamento di una fattura, arrivato dopo 8 mesi dall'emissione della fattura stessa quando l'IVA l'ho pagata il trimestre successivo, con un lag di quindi almeno 5 mesi tra il momento in cui ho dato allo stato una giusta parte dei miei guadagni e il momento in cui questi guadagni mi sono effettivamente arrivati, senza contare lo sbattimento e il tempo persi a sollecitare i pagamenti.

Oltre a questi, problemi cronici della categoria in cui io non sono ancora incorso per delle pure e semplici botte di culo sono anche l'estrema difficoltà a ottenere del credito dalle banche (non che di questi tempi sia facile per un po' chiunque, ma vabbè) per via del fatto che un libero professionista non offre garanzie e l'impossibilità, per un singolo libero professionista, di partecipare a bandi di gara pubblici o di ottenere progetti di dimensioni medio-grandi, per via del fatto che questi se li aggiudicano sempre le ditte più grandi, che poi li "subappaltano"...ai liberi professionisti, ovviamente tenendosi una fetta di guadagno; per me che sono ancora junior e noob la cosa è ancora accettabile e può essere considerata come una necessaria gavetta, ma capisco che possa essere estremamente irritante.

Anyway, l'idea di Kurai è la seguente, abbastanza semplice e uovodicolombo in realtà: dato che la rete offre strumenti di condivisione e organizzazione delle informazioni e che siamo in molti ad avere problemi comuni, vale la pena di mettersi assieme per, appunto, iniziare condividendo dell'expertise e poi, magari, ottenere un riconoscimento per i knowledge worker freelance come categoria ormai indispensabile dell'economia lavorativa nazionale e non solo e quindi, magari, migliorare le nostre condizioni risolvendo i problemi cronici di cui sopra.

Come dicevo all'inizio del post, appoggio in pieno l'iniziativa :)

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