lunedì 15 dicembre 2008

I migliori album del 2008

L'anno volge al termine, per cui come l'anno scorso e come ogni anno è ora di guardarsi indietro e tirare le somme di un anno che dal punto di vista musicale ha visto la morte annunciata di un filone che dominava praticamente tutta la scena e l'inizio di una transizione verso un numero più esteso e variegato di tendenze diverse: nel mio elenco di album del 2008, rigorosamente in ordine sparso, c'è quindi un sacco di varietà...ma andiamo senz'altro a incominciare.

1 - Deadbeat - Roots & Wire (Wagon Repair): una delle parole chiave del 2008, ma soprattutto del 2009 è "dub", con attaccato di fianco "-step" o "-techno" a seconda della metrica e dei bpm, ma sempre comunque dub. Deadbeat fa dub praticamente da sempre, e il loro album sull'etichetta di Mathew Jonson è un ottimo Bignami del genere da Maurizio (che sta meglio, fortunatamente) a oggi, tra richiami reggae forse eccessivi nelle due tracce con Paul St. Hilaire, le due peggiori, tante belle percussioni dritte e senza fronzoli e qualche synthone bello profondo che ti vibra nello stomaco accompagnato da qualche bassata di quelle veramente possenti che lo rendono ottimo anche nei club; tra l'altro, Grounation, la traccia migliore, vede la collaborazione anche di Guillaume & The coutu dumonts, uno degli artisti più in forma dell'anno, che non compare in questo post solo perchè non ha stampato un album :)

2 - Loco Dice - 7 Dunham place (Desolat): già recensito ampiamente qui, è per la nuova scena house quello che l'album di Deadbeat è per la nuova scena dub: riprende molti degli stilemi tipici del genere, tipo il piano della traccia migliore dell'album, "La esquina", gli dà una passata di swiffer e li porta, spolverati e ripuliti, nel 2008, mantenendo parte di quel bagaglio minimale che ha reso Dice famoso e integrandolo con lo spirito nuovo-vecchio del revival house che ha dominato il 2008 prima che il filone dub apparisse prepotente a coabitare la scena.

3 - Moby - Last night (Mute): già dai due album precedenti si intuisce che il 2008 è stato un anno di revival, e tra questi il revival degli anni '90 è quello che farà più notizia nel mainstream e quello di cui ho parlato più diffusamente qui; in quest'album, pure lui già recensito qui , è evidente che Moby ha capito prima di molti altri l'andazzo e ha sfornato uno splendido album di dance, appunto, anni '90 orecchiabile e catchy come lui sa fare, tanto da finire immediatamente negli stacchetti delle veline, ma senza sbragare assolutamente mai e mantenendo sempre una classe fuori dal comune.

4 - Robert Hood - Fabric 39 (Fabric): tecnicamente non è un album, visto che è una compilation mixata dal buon Roberto Cappuccio, ma visto che quasi tutte le tracce sono sue, in maniera simile a quello di Villalobos dell'anno scorso, si può fare un'eccezione, anche perchè eccezionale è il cd in questione: techno di grandissimo spessore "alla Robert Hood", con quel suo stile personalissimo che fonde il lato funky e "nero" di Detroit con l'algido rigore minimale. Splendida techno, punto.

5 - Chemical Brothers - Brotherhood (Virgin): (vedi qui) non è "solo" un greatest hits, anzi, la compilation di tracce vecchie e famose dei due fratelli è la parte meno interessante del doppio cd; il vero motivo per cui vale la pena di comprarlo è il secondo cd, quello con le 10 battle weapon, e l'inedito, 'Midnight madness', che è una gran bella traccia (oltre al packaging molto molto bello).

6 - Sasha - Invol2ver (Global underground): ancora un altro revival di un artista che si era perso cercando di adeguarsi alla massa e di suonare un genere non suo nel periodo minimale, finalmente Sasha torna a fare Sasha con un album di remix gioiello, tra atmosfere ambientose, beat tranquilli ma neanche troppo e vocal spezzettati,  ridotti all'osso e trasformati in sussurri appena accennati che creano ancora di più quell'atmosfera ovattata tipica della progressive di cui Sasha stesso è uno dei maestri indiscussi.


7 - Luciano - Fabric 41 (Fabric): ancora, non un album ma un cd mixato, a sto giro l'apporto del baffuto cileno come produttore è piuttosto scarso se non per quella che è comunque una delle tracce migliori del pacchetto, ma come avevo già scritto all'epoca il bello di questo cd è che è uno snapshot di quel sottofilone neohouse coi bonghetti che ha dominato il 2008, soprattutto in estate; potrà piacere o meno il genere, potrà aver già stufato o no, ma nel suo genere è assolutamente perfetto.

Per fare cifra tonda avrei voluto arrivare a 10 come l'anno scorso, ma purtroppo non ci si riesce, anche perchè molti degli album usciti di recente e che potrebbero finire qui, tipo quello di Dinky o quello di Renato Figoli di cui Fede parla benissimo , non ho ancora avuto modo di sentirli, per cui direi che 7 possono bastare.

4 commenti:

Cesare ha detto...

Avevo in mente anch'io un post del genere a breve, adesso se lo faccio passerò per copione hihihi :)

A parte questo, Brotherhood e Fabric gentilmente mixato dal cileno, ascoltati fino alla nausea proprio, stra stra condivido.

Moby e il Dice, a parte qualche traccia, su tutte forse le rispettive hit Disco Lies e Tight Laces, so and so, non mi han fatto impazzire.

L'album di Dinky attendo anch'io non poco l'ascolto.
E così il debut di Jesse Rose che mi sembra esca a breve, non so se entro il 31 però.

Raibaz ha detto...

Pensa che a me Tight laces (come pure l'altra hittona Pimp jackson is talking now, che ora è uscita pure come singolo) non piace :)

L'album di Moby invece è strano, perchè ha una parte del Moby da Play in poi, da ascolto e evidentemente valide come colonna sonora per spot, film e quant'altro, e poi ha 3-4 tracce, quelle attorno a Disco Lies, che sono club hit fatte e finite...ecco, volendo essere polemici a tutti i costi forse manca un po' di continuità, ma per me è comunque un bell'album, soprattutto se pensi che prima di questo aveva sfornato cagate come 18 e Hotel :)

Non sapevo che Jesse Rose avesse un album in preparazione, ma se esce dopo il 31 deve confrontarsi con missili tipo quello dei Prodigy, quello di Wink e quello di Guillaume & the coutu dumonts, tutti e tre già annunciati per fine inverno/primavera, per vincere il premio di miglior album del 2009, che a questo punto si presenta serratissimo prima ancora che inizi l'anno :)

Cesare ha detto...

RA conferma che l'album di Jesse Rose esce early next year.
Lo mettiamo in gara per l'anno prossimo.
Ho grande fiducia in Jesse :)

Raibaz ha detto...

Speriamo, io da Jesse mi aspetto o un album bomba o una maranzata allucinante, non riesco a immaginarmi una via di mezzo :)