mercoledì 20 maggio 2009

Lino's coffee, lo Starbucks italiano (quasi)

Ogni volta che espatrio, la cosa che più invidio ai paesi civilizzati non è tanto l'attitudine al rispetto reciproco che qui in Itaglia ci sognamo, o i party gioiosi, e non sono nemmeno i negozi di dischi forniti e con prezzi umani: ogni volta che metto piede fuori dallo stivale torno a casa lamentandomi per l'assenza di Starbucks qui da noi.

Sarà quell'esterofilia tipicamente italica, sarà invidia per qualcosa che noi molto probabilmente non avremo mai e non si sa perchè (cioè, si sa, ma è un discorso che richiede una buona dose di dietrologia e che non mi va di affrontare ora), fatto sta che ogni volta che mi trovo in un paese straniero DEVO assolutamente prendere un frappuccino e passare almeno una mezz'oretta seduto su quelle poltrone comodissime.

Ma le cose stanno per cambiare.

Da qualche tempo esiste un brand, Lino's coffee (perdonate l'aberrante sito col flashone), che concettualmente si pone come una bieca imitazione di Starbucks coi suoi Nmila tipi di caffè diversi, ivi compreso il clone del frappuccino, granitoso&pannato e molto più simile a una granita di caffè del brodaglione ghiacciato di Starbucks: soddisfazione massima, con un appunto.

Ottima l'idea degli Nmila caffè diversi, soprattutto in un posto come l'Itaglia in cui esistono più varianti di caffè che persone, eccellente l'idea di aggredire la nicchia di mercato di tutti noi fan orfani di Starbucks, che non credo siamo proprio due o tre, ma manca un fattore crucialissimissimissimo: le poltrone comode!

Ok che è necessario differenziarsi un attimo dall'originale per evitare di incappare in sbattimenti legali, ma l'atmosfera cool&relaxed è un fattore di successo di Starbucks almeno tanto quanto la qualità e la varietà dell'offerta, se non di più, e non credo sarebbe una fatica eccessiva trovare una via di mezzo tra i divani da svacco di Starbucks e le aberranti seggioline di metallo da McDonald's che si trovano di solito nei Lino's.

Che poi, controsenso: cerchi di invogliare il cliente a restare nel punto vendita offrendo del cibo di ottima qualità e configurandoti non solo come una caffetteria ma anche come un posto dove fare colazione/pranzo/aperitivo, e poi lo fai sedere scomodo? A sti punti, tanto valeva focalizzarsi sul consumo al banco, che comunque in Italia è la modalità d'uso principale del caffè e però magari offrire tutte quelle cazzimme collaterali che fanno di Starbucks quello che è, tipo, chessò, il wifi aggratise...ah no, scherzavo, in Itaglia non si può, c'è quella legge bislacca per cui devi dare tutti i documenti, la traccia del dna e l'indirizzo di casa di tutti i gradi di parentela fino al decimo :)

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