lunedì 24 settembre 2012

DISCOverITALY, i meglio dj italiani per il LOL

Dopo aver visto l'hangout di presentazione, settimana scorsa, ero già bello carico per il party di ieri sera, ma non pensavo che mi sarei divertito così tanto.

L'idea del party era in effetti una garanzia di successo assoluta: prendi quattro dei dj più "storici" e importanti del panorama italiano, alcuni dei quali sono famosi proprio per il gusto della ricerca musicale moooolto approfondita, e li "costringi" a suonare musica italiana anni '60-'70-'80, rieditata e riaggiustata all'uopo.

Poteva andare male?

Ovviamente no.

La formula, almeno inizialmente, prevede che i quattro suonino una quarantacinquina di minuti ciascuno, e a iniziare è quello con la voce suadente che la sera insegna musica contemporanea su Radio2, che ovviamente parte col microfono dicendo "diamo inizio alle danze" e parte subito gustoso con un Tullio De Piscopo bello rotolone e percussivo che darà l'impronta un po' a tutto il suo miniset, bello dritto e senza troppe frivolezze (pure troppo, come quando partono le staffilate di "Doomsnight" di Azzido da Bass) e che si lascia danzare piacevolmente, anche grazie a un classico della cassa italica come "Prisencolinensinaiciusol" di Celentano, già portato alla gloria recentemente dai Soulwax:


Dopo di lui tocca a Stylophonic, che alla fine dei quattro sarà quello che osa di meno perchè suona dischi tutto sommato famosi e in versione non troppo dissimile dall'originale, ma infila comunque un missile dietro l'altro, da "Self control" di Raf a Renato Zero, che fa letteralmente venire giu lo stadio, passando per "Splendido splendente", "Ti sento" dei Matia Bazar e "Gloria" di Umberto Tozzi, che aveva mezzo dichiarato già nell'hangout che avrebbe suonato ma pensavo scherzasse fino a quando non l'ho sentita davvero:


Terzo nella scaletta è Boosta, che è quello in cui avevo meno fiducia in partenza e fin da subito sembra confermare le pessime aspettative, infilando un cassone technone bigroom che di disco ha ben poco, ma poi si rivela essere uno di quelli che hanno svolto meglio il tema assegnato, effettivamente prendendo dischi vecchi italiani e riadattandoli sul suo stile personale: lo stile personale, in questione, non mi piace affatto, ma bisogna dire che "Un'estate al mare" di Giuni Russo in versione technissimo su-le-mani DavidGuetta fa la sua porca figura e sul finale "Polvere" di Enrico Ruggeri rivista in chiave dubstep/brostep dimostra una ricerca e un gusto per la sperimentazione e le soluzioni non scontate che, lo ammetto, mai avrei attribuito al tastierista della boyband per regazzini fintoalternativi, e invece.


Last but not least, il papà dei dj italiani (lo so che ce ne sono che hanno iniziato prima di lui, ma nel corso degli anni col suo atteggiamento sempre saggio e con la voglia di metterci la faccia sempre e comunque a difendere la categoria si è affermato definitivamente come figura paterna per tutti noi), quello da cui ti puoi sempre aspettare le sorprese più assurde, quello che se lo tiri in mezzo a cercare le cose più bislacche è come invitarlo a nozze: Claudio Coccoluto.

Il suo miniset è una lezione di classe e stile per grandi (molti presenti ieri sera avevano anche una certa età) e piccini: il groove scorre possente in lui, stare fermi è impossibile e anche senza bisogno di ricorrere a cantati conosciuti è perfettamente in grado di catturare l'attenzione di tutti tra vocal napoletani che sembrano inni tribali e un edit irresistibile di "I wanna be your lover" dei Daft Punk italiani, i fratelli La bionda (che invero aveva suonato anche Fontana prima, anche se in versione originale):


Fin qui tutto all'incirca secondo i piani, con quattro bei set e qualche scelta curiosa e interessante, ma la svolta che trasforma una bella serata nel party dell'anno deve ancora arrivare: Bertallot riprende in mano il microfono e dichiara che per la conclusione i quattro faranno un disco a testa.

Ora, chi ha un po' di esperienza da un lato o dall'altro della console sa che il novantanove per cento delle volte le chiusure un disco a testa si trasformano in una gara a chi la spara più grossa, e una gara a chi la spara più grossa con questo tema e questi quattro non può che risolversi in un tripudio di risate e di follia collettiva.

Il primo a scatenare la possenza del LOL è Boosta, vincitore morale della serata (Coccoluto è ovviamente fuori scala) che infila un cassone dritto e brutale davanti al quale sei già lì a pensare "anvedi sto tamarro del cazzo, è convinto di essere in qualche postaccio sui murazzi" epperò poi "Disco disco dove io, sono veramente io, è fantastico, superfantastico", e giu a ridere con le mani al cielo:


Ma ridere forte, soprattutto quando Coccoluto al microfono dice "adesso gli facciamo dire una cosa che non gli sentirete dire mai più", lo passa a Bertallot e lui abbandona l'aplomb suadente a cui ci ha abituati in radio e grida "SULEMANIIIIII" su una ripartenza maranzissima: scene oltre il concetto di esilarante.

Ma non è finita, perchè quando tocca a Coccoluto lui infila una cosa piuttosto cupa nel suo essere italodisco, e dici "cazzofigata, è veramente stylish", ma poi il LOL ti colpisce a tradimento nella forma di una voce filtrata che dice "siamoiragazzidioggi":


Da lì in poi vale tutto, da Boosta che spara una dubsteppata grattona e volgarissima chepperò "e guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po'" a Bertallot che suona "Yes i know my way" di Pino Daniele e Coccoluto non resiste, prende il microfono e canta di gran carriera, fino al finale letteralmente epico, in cui Bertallot al microfono col tono del peggior animatore dei villaggi dice "abbiamo finito, ma ne volete ancora uno?" "Seeeeeeeeeee" "non vi sento, ne volete ancora uno?" "Seeeeeeeeeeeeeeee" "ma uno che spacchi veramente?" "Seeeeeeeeeeeeeeeeee" e Boosta ci manda tutti a casa col maldipancia dal ridere con una mazurka specialissima:


Lo ripeto: party dell'anno.

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