Non c'era Sven Vath, Laurent Garnier, Jeff Mills o Richie Hawtin che tenesse e molti dei miei dj preferiti di oggi suonavano probabilmente nella loro cameretta: lui era di un altro pianeta, con la sua techno tiratissima ma ciononostante solare e gioiosa e la sua tecnica assolutamente folle, per cui tre piatti a volte non erano abbastanza.
Questo è giusto uno dei set spettacolari di quel periodo che si trovano facile in giro per la rete; io ho avuto la fortuna di vederlo tre volte, in quegli anni (e stava già iniziando la fase calante, quando l'ho visto io), quando ancora saliva in console, inforcava le cuffie e senza dire una parola macinava una fucilata dietro l'altra, per alzare la testa solo a fine set e, ovviamente senza cambiare espressione, osservare il degenero assoluto che aveva causato nella pista.
Anche risentendolo oggi, non c'è nessuno al mondo che mi fomenti e mi causi della goduria così devastante come lui.
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