venerdì 22 febbraio 2008

Dì a Bruno Vespa i 5 motivi per cui hai un blog

Apprendo in rete del fatto che Bruno Vespa, ammettendo il proprio essere retrogrado, abbia dichiarato di non spiegarsi perchè un giovane debba esporsi con un blog.

Questo il video che raccoglie il pensiero di Vespa e dei suoi autorevoli ospiti, psicoesperti che si dichiarano ripetutamente estranei alla Rete per poi giudicarne l'impatto sulla società - astenersi persone sensibili, il contenuto è molto forte; raramente in vita mia mi è capitato di sentire così tante idiozie tutte assieme, per cui non sono riuscito a vederlo fino alla fine, fermandomi poco dopo la psicologa che racconta come il passo dall'aprire un blog personale al trasformarlo in un sito di prostituzione "virtuale, ma che poi può anche andare oltre" sia inevitabile:



Edit: dopo la frase "i giovani vanno su un blog in alternativa ad andare in un reality" non ce l'ho fatta più e ho chiuso il video.

Cmq, a seguito dell'interrogativo di Vespa, la Rete spontaneamente ha lanciato il meme, eccezionalmente privo di link a ulteriore dimostrazione del potere aggregante del medium, "Dì a Bruno Vespa i 5 motivi per cui hai un blog", al quale aderisco più che volentieri:

1) (scontato) Partecipazione. Avere un blog è un modo eccellente per prendere parte in maniera attiva al processo di diffusione dei contenuti: grazie al meccanismo dei blog, l'informazione cessa di essere unidirezionale e diventa un processo "omnidirezionale", in cui non esiste un solo provider di contenuti e una massa di fruitori, ma tutti possono avere contemporaneamente ogni possibile ruolo della catena dei contenuti.

2) Pluralismo. Chi è già passato da questi lidi sa che apprezzo più di ogni cosa la possibilità di scegliere io: l'ecosistema dei blog mi consente di scegliere quali seguire e quali no da un insieme sterminato, rendendo di fatto l'acquisizione di contenuti una cosa veramente on-demand, come i media generalisti vorrebbero essere da un bel po' di tempo, fallendo.
Avere un blog, di fatto, significa offrire una scelta ulteriore all'universo dei possibili lettori.

3) Annullamento delle distanze. Questa è effettivamente una motivazione per cui partecipare a qualunque mezzo di comunicazione che coinvolga l'uso della Rete: il terrore cieco degli estranei al mezzo informatico, come quello degli estranei a ogni nuovo medium, è che il mezzo in questione possa allontanare, quando in realtà la Rete avvicina. Grazie alla rete tengo il contatto con amici che abitano lontano da qui e sono riuscito a entrare in contatto con persone con cui mai avrei avuto a che fare altrimenti.

4) Esercizio. Sempre più spesso, di questi tempi sempre più rapidi, si perde il gusto per uno scritto ragionato a dovere. Un blog è, per me, anche l'occasione per tenere in allenamento la mia abilità scrittoria, che come ho già scritto di recente reputo molto importante, sapendo che scrivo perchè altri leggano, il che mi impone di tenere lo standard qualitativo più alto che posso. (poi riuscirci è un altro paio di maniche, ma vabbè)

5) Vanità. Senza che stiamo a raccontarci le favole: scrivere per comunicare a qualcuno, in generale, è un atto di vanità, o quantomeno di egocentrismo, dato che la premessa alla base è "io ho qualcosa da dire che vale la pena che tu legga". L'obiezione classica che i non-blogger pongono ai blogger è "io non riuscirei, non ho mica niente da dire"...la verità è che tutti hanno qualcosa da dire, ma non tutti hanno l'egocentrismo di sentire il bisogno di raccontarlo, convinti - a ragione o a torto - che meriti di esser letto.

Spero di essere stato esauriente, esimio dr. Vespa, qualora avesse necessità di ulteriori chiarimenti la invito a contattarmi e sarò lieto di fornirglieli.

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