mercoledì 19 marzo 2008

Linkando di qua e di là

Visto che non sono così modaiolo da avere anche un tumblr (faccio già fatica a star dietro a twitter), spesso capita che trovi qualcosa di interessante in giro per la rete, ma mi pare sempre "troppo poco" rebloggare e basta; sono anche troppo pigro per usare il cazzodio di del.icio.us che ti posta quotidianamente i link che salvi, per cui tipicamente aspetto di avere un tot di link interessanti da postare tutti assieme in modo da giustificare l'esistenza di un intero post, come questo qui.

Il primo link di oggi è un post molto carino di Leo Babauta (il signor Zen habits) sul suo nuovo blog che parla di scrittura: il blog si chiama Write to done e il post in questione si intitola "How to write conversationally": nel consueto stile dei blog USA-oriented che trattano di produttività e affini, Leo dispensa 10 buoni consigli su come scrivere bene in stile "conversazionale", che rende al meglio in formati tipo il blog.

Il più semplice, che già seguivo di mio, è "leggi ad alta voce quello che hai scritto" dopo ogni paragrafo: io l'ho sempre fatto, anche coi temi a scuola, e devo dire che in effetti aiuta molto a migliorare lo stile e la leggibilità dei propri scritti.

Non sto a dilungarmi ulteriormente sul post di Leo perchè è abbastanza corto e vale cmq la lettura: l'altro link interessante di oggi in realtà è una serie di link, tutti verso il blog di Paulthewineguy, che ho scoperto per la serie "Understanding art for nerds", che era troppo geniale per passare inosservata e ha sollevato un po' di puttanaio qualche tempo fa perchè era finita su nonmiricordopiùquale sito di un famoso quotidiano che non citava la fonte originale.

La nuova pensata di Paolo il ragazzo del vino è una serie di post intitolata "Credere nel web come mezzo di propaganda": in ogni post c'è uno screenshot dal sito di un candidato alle prossime politiche (appaiono candidati di tutte le fazioni, in onore alla par condicio), e i siti sono uno peggio dell'altro...il peggiore finora è quello di Domenico Gramazio, del PDL:


Brrr.

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