domenica 13 dicembre 2009

Gli album del decennio, parte 4: Unkle - Never never land

Ci avevo già scritto un post retrospettiva qualche tempo fa, e quando ho iniziato il brainstorming su quali album avrei voluto includere nel novero dei miei album del decennio questo è stato, se non il primo, sicuramente uno dei primi tre a venirmi in mente.



Se è difficile valutarlo a livello di influenze sui successori, perchè artisti come Lavelle sono così trasversali da poter essere considerati come influenti su quasi chiunque, la valutazione sull'album in sè per sè è fin troppo semplice: tante tracce belle ordinate con la massima cura e affiancate a interludi molto ben studiati che rendono l'album nella sua totalità bilanciato alla perfezione e una gioia assoluta da ascoltare dall'inizio alla fine...capolavoro.

A fargli da complemento ideale, poi, la Global Underground numero 26 dello stesso Lavelle, una delle migliori compilation della serie, che include molte delle tracce dell'album remixate in chiave più clubbeggiante e affiancate a chicche non da poco tipo il remix di Ewan Pearson di "The golden path" dei Chemical brothers, che rendono il risultato finale una miscela di breaks, progressive, house e quant'altro con la solita, stupefacente, linea perfetta che caratterizza i set di Lavelle.



Morale, a distanza di sette anni sia "Never never land" che la GU #26 sono ancora tra le presenze più assidue nell'autoradio della Raibazmobile, e se non è da "migliori album del decennio" questo, allora non so cos'altro lo sia.

Questi due album sono perfetti quasi per ogni occasione, e tanto mi basta.

Come consuetudine per il post seriale, highlights: parlare di "In a state", che tutti conoscono sicuramente nella versione originale o nel remix capolavoro di Sasha, sarebbe troppo facile, quindi il primo dei due highlights è l'altra traccia famosa, "Reign":



Il secondo highlight invece arriva diretto dal nutrito parco di remix oltre che dalla Global Underground, ed è il raffinatissimo remix di Medway ed Eva di "Invasion", che è una di quelle tracce che ti salvano il culo quando a metà di un set non sai cosa suonare perchè si incastra perfettamente quasi con tutto:

3 commenti:

fede ha detto...

album a dir poco geniale e cmq vorrei ricordare che tra i featuring compaionio tra gli altri i nomi di Brian Eno, Jarvis Cocker e Keith Flinth...

la sostituzione di dj shadow con Richard File è stata una gran mossa!

e vogliam parlare poi dell'emozionantissima what are you to me? altro che lacrimoni...

anche la GU 26 si merita un bell'inchino

Raibaz ha detto...

Prendersi un gruppo così eterogeneo di collaboratori d'eccezione e riuscire lo stesso a tirar fuori un album così coeso è già di per sè testimonianza di genio assoluto.

Cesare ha detto...

devo ammettere che non è tantissimo che li ascolto, la cosa curiosa è che più che per una questione di gusto in sè mi piacciono per manifesta ed ineccepibile bravura. quindi concordo thumbs up once again!