Ci avevo già scritto un post retrospettiva qualche tempo fa, e quando ho iniziato il brainstorming su quali album avrei voluto includere nel novero dei miei album del decennio questo è stato, se non il primo, sicuramente uno dei primi tre a venirmi in mente.
Se è difficile valutarlo a livello di influenze sui successori, perchè artisti come Lavelle sono così trasversali da poter essere considerati come influenti su quasi chiunque, la valutazione sull'album in sè per sè è fin troppo semplice: tante tracce belle ordinate con la massima cura e affiancate a interludi molto ben studiati che rendono l'album nella sua totalità bilanciato alla perfezione e una gioia assoluta da ascoltare dall'inizio alla fine...capolavoro.
A fargli da complemento ideale, poi, la Global Underground numero 26 dello stesso Lavelle, una delle migliori compilation della serie, che include molte delle tracce dell'album remixate in chiave più clubbeggiante e affiancate a chicche non da poco tipo il remix di Ewan Pearson di "The golden path" dei Chemical brothers, che rendono il risultato finale una miscela di breaks, progressive, house e quant'altro con la solita, stupefacente, linea perfetta che caratterizza i set di Lavelle.
Morale, a distanza di sette anni sia "Never never land" che la GU #26 sono ancora tra le presenze più assidue nell'autoradio della Raibazmobile, e se non è da "migliori album del decennio" questo, allora non so cos'altro lo sia.
Questi due album sono perfetti quasi per ogni occasione, e tanto mi basta.
Come consuetudine per il post seriale, highlights: parlare di "In a state", che tutti conoscono sicuramente nella versione originale o nel remix capolavoro di Sasha, sarebbe troppo facile, quindi il primo dei due highlights è l'altra traccia famosa, "Reign":
Il secondo highlight invece arriva diretto dal nutrito parco di remix oltre che dalla Global Underground, ed è il raffinatissimo remix di Medway ed Eva di "Invasion", che è una di quelle tracce che ti salvano il culo quando a metà di un set non sai cosa suonare perchè si incastra perfettamente quasi con tutto:
3 commenti:
album a dir poco geniale e cmq vorrei ricordare che tra i featuring compaionio tra gli altri i nomi di Brian Eno, Jarvis Cocker e Keith Flinth...
la sostituzione di dj shadow con Richard File è stata una gran mossa!
e vogliam parlare poi dell'emozionantissima what are you to me? altro che lacrimoni...
anche la GU 26 si merita un bell'inchino
Prendersi un gruppo così eterogeneo di collaboratori d'eccezione e riuscire lo stesso a tirar fuori un album così coeso è già di per sè testimonianza di genio assoluto.
devo ammettere che non è tantissimo che li ascolto, la cosa curiosa è che più che per una questione di gusto in sè mi piacciono per manifesta ed ineccepibile bravura. quindi concordo thumbs up once again!
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