lunedì 8 settembre 2008

Green & Blue 2008, il report

Questo è un report che non avrei mai pensato di scrivere.

L'anno scorso, finito il Green & Blue, io, Fede, Melkio e gli altri che erano con noi avevamo deciso di cercare di non parlarne troppo in Italia, per evitare che fosse colonizzato dai barbari come altry party tipo il Love family park, il Time warp o l'I love techno, il che spiega anche il riserbo del mio post precedente sulla destinazione del mio weekend.

Ciononostante, anche quest'anno come l'anno scorso il party è stato troppo bello per riuscire a tacerne, e ad ogni modo, se anche i barbari che ieri erano al party M_nus a Roma dovessero colonizzarlo, dall'anno prossimo cambierà location, per cui il Green & Blue "vero" ormai è solo un ricordo vivido e indelebile nelle menti di chi c'era e una leggenda raccontata a chi se l'è perso.

Partiamo dall'inizio, cmq, dal volo al solito orario infame da ryanair (6 di mattina, cose così), funestato da un bambino maledetto che non ha taciuto un secondo, impedendomi di dormire e facendomi arrivare a Frankfurt in uno stato poco oltre il coma: ho passato un sabato pomeriggio abbastanza faticoso, tra il sonno e la pioggia, in cui comunque sono riuscito a girarmi praticamente tutto il centro.

Ad ogni modo, Frankfurt mi è decisamente piaciuta: come atmosfera ricorda molto la mia città natale, che in molti schifano, per il clima molto poco turistico e molto lavoratore, con in più un gusto urbanistico mica male, che affianca i grattacieli di vetro alle case vecchie senza creare obbrobri e mantenendo sempre, almeno nella parte che ho visto io, un look & feel molto arioso e per niente opprimente, anche grazie al fiume che allarga di molto il campo visivo.

Inoltre, ho trovato molto migliore la parte notturna & ggiovane della città, con negozi di roba designerish sensibilmente migliori della roba fintoalternativa che si trova qui in ticinese e un dj ogni 20 metri.

Per la serie "un'immagine vale più di mille parole", cmq. Frankfurt è fatta così:


Dalle foto si notano, in particolare, una sorta di sagra di paese con bratwursts a profusione e musica bislacca e la terribile incapacità della mia digitale a fare foto decenti di notte.
Già che c'ero, ho anche fatto un giro da Freebase, sperando di trovare tutti quei dischi in vendita solo lì come il remix di Rhadoo per Rose rouge di St. Germain e quegli unknown tipo Cae/Nin e Bjoe/Fei, ma ho trovato solo Floete/Clarinette, che cmq è ottimo, come pure ottimo ho trovato Freebase stesso, essenziale e fornitissimo come un vero negozio di dischi dev'essere.
Ma veniamo al vero motivo della trasferta, il più bell'open air d'europa:


Appena arrivati, ad accompagnarci nel giro turistico per il parco in cerca di merchandise (che però non c'era, c'era solo la stessa maglietta dell'anno scorso) c'è già il miglior prodotto che la Romania abbia da offrire in questo momento, Raresh, che sta scaldando i partygoers più mattinieri con dell'house bella carica che riesce a suonare contemporaneamente oldschool e attuale, risultando alla fine uno dei set migliori dell'intero party.

Purtroppo però riusciamo a sentirlo solo per un'oretta scarsa, visto che poi è già ora della sorpresa del giorno, Onur Ozer:



(La mia digitale non fa solo le foto schifose di notte, fa anche i video con l'audio atroce)
Mi aspettavo un set come le produzioni del turco, dubbosissimo, ripetitivo e, diciamocelo, un po' monotono, e invece...boom! Anche lui bello funkettone, dubboso ma coi piattini carichi di shuffle che ti schiaffeggiano da destra e da sinistra e coi vocal un po' maghrebini e un po' frifri che danno tanto fastidio a Naph ma che mi fanno impazzire...si perde il titolo di miglior set del party solo perchè Raresh e Ricardo hanno fatto veramente dei set fuori dall'umana concezione, ma a confronto con dei dj "normali" l'avrebbe vinto di certo.
Finito Onur Ozer, è il momento di una pausa dopo tutto sto fomento, anche perchè c'è da arrivare in forma fino alle 2, per cui il live di Tolga Fidan capita proprio a fagiolo: alla cassa compatta si sostituiscono atmosfere eteree e melodiche per un'oretta di occhi chiusi e viaggioni che finiscono giusto giusto appena prima di iniziare a sembrare troppo ripetitivi, con in più la sorpresa che Tolga non ha fatto la sua traccia contenuta nell'ultima Cocoon compilation, che era una delle migliori dell'intero pacchetto...ad ogni modo, un ottimo live, che credo tornerò a sentire venerdì al Gasoline, anche se temo che il pubblico italiano non sia pronto.


Finito il live di Tolga Fidan, inizia a suonare quello da cui mi aspettavo di più di tutto il party, visto che confidavo che avrebbe interpretato a dovere l'atmosfera da parco al pomeriggio: Loco Dice.

Delusione totale.

Di Dice ho sempre detto che quando fa il Loco Dice mentale, ipnotico e viaggione - come all'Awakenings l'anno scorso - è uno dei migliori al mondo, mentre quando cerca forzatamente di menare è un dj scarsissimo...e al Green & Blue ha menato, oltretutto molto più di quanto sarei riuscito a considerare accettabile per un open air alle 4 di pomeriggio, per cui abbiamo optato per un salto dal papà di tutti i dj europei, Jack Bauer di 24.


Ogni anno mi dicono che è migliorato, che non suona più dischi senza senso, e io ogni anno ci riprovo, a sentire almeno una parte del suo set da 6 ore in casa sua: a sto giro devo dire che parte discretamente bene, col remix di Samim su Moon Harbour e con Orbitalife di Johnny D (ok, niente di originalissimo, ma almeno bei dischi), ma dopo sti due dischi ritorna lo Sven Vath che ho imparato ad evitare, con peti e sirene dei pompieri dappertutto, per cui decidiamo di fare una lunga pausa condita da un bratwurst e uno schnitzelbrotchen e magari tornare a sentirlo nell'ultima ora di set, in cui solitamente fa revival e suona come suonava negli anni 90.

Finita la pausa, è l'ora di un altro set attesissimo e che si è rivelato uno dei migliori dell'intero party, il suo:

Alla luce di quello che ha fatto sentire sia durante il Green & Blue che, assieme al suo pupillo Raresh, all'afterparty al Cocoon, si può tranquillamente affermare che se attualmente Villalobos non è il miglior dj del mondo, ci si avvicina molto: dalle 18 alle 22 ha fatto 4 ore di set "da open air", con dischi studiati accuratamente per far saltare la folla, tra un cantato latino e una hittona tipo French Kiss o il suo remix di The sinner in me dei Depeche Mode, suonato assieme a un loop di cassa tesissimo che lo ha fatto diventare una sorta di treno latin-techno.

Ruffiano quanto basta, quindi, per tenere assieme le migliaia di persone del blue stage, ma allo stesso tempo estremamente di classe, è riuscito a rinvigorirmi nonostante stessi ballando da tipo 8-9 ore, e già questo non è poco, ma soprattutto ha fatto saltare ininterrottamente per 4 ore tutta la folla, incarnando di fatto lo spirito festaiolo del Green & Blue: il blue stage è casa sua, da sempre, è la sua festa, per cui se il Green & Blue è il miglior open air d'Europa è in gran parte anche merito suo.

Nessun altro open air, infatti, ha lo stesso clima da festa nel parco: ci sono quelli superorganizzati come l'Awakenings, dove non fai mai mezzo secondo di fila, dove all'ingresso ti danno il polsino con la lineup dettagliata e dove, fuori dai bagni, c'è la postazione con deodoranti, spazzole e trucchi free, ci sono quelli marci come il Love family park, che di fatto è un rave in un parcheggio, ma nessun altro open air ha l'atmosfera del Green & Blue, che sembra una tranquilla domenica pomeriggio con Sven Vath e Ricardo Villalobos al posto dei frisbee e delle grigliate.
Il set di Ricardo vola via velocissimo, e quando guardi l'orologio pensando che stia suonando da mezz'ora in realtà sono passate 3 ore, ed è già il momento di andare a sentire il revival di papa Sven, che decide di farmi uno dei migliori regali possibili suonando questo:

Ed è con le lacrime agli occhi e le gambe che ti sostengono a fatica che ti guardi attorno, vedi i laser verdi e blu che illuminano gli alberi trasformando il parco in una sorta di foresta incantata, vedi i partypeople tedeschi vestiti in modi incredibili e con sorrisi da un orecchio all'altro, che canti "music sounds better with you" e capisci che puoi chiuderti in un angolo tappandoti gli occhi per non vedere lo schifo che ti circonda come bisogna fare in Italia e concentrarti solo sulla musica, ma quando sei in un posto come il Green & Blue, con la gente che c'è al Green & Blue, la musica suona incredibilmente migliore, ancora meglio del solito.

E sempre con le lacrime agli occhi realizzo che anche se ormai quasi non mixa più, se spesso e volentieri mette dischi che nessun sano di mente suonerebbe neanche sotto tortura e se il grosso del tempo lo passa a ballare e a fare il cretino in console, nessun dj al mondo ha il carisma di Sven Vath, e soprattutto nessuno al mondo ha la sua capacità di parlare al pubblico coi dischi, nessuno al mondo riesce a raccontarti una storia lunga 6 ore e a trasmetterti le emozioni che papa Sven comunica pescando sempre il disco giusto al momento giusto e mostrando a tutti che quello che si diverte più di tutti, tra le migliaia di persone presenti, è sempre comunque lui.

C'è poco tempo per la commozione però, bisogna uscire dal parco mentre papa Sven tiene il suo solito discorso conclusivo alla presenza del sindaco di Obertschausen per correre al Cocoon cercando di evitare la fila e l'intasamento (tentativo vano comunque, abbiam fatto lo stesso un 20 min di fila nonostante fossero tipo le 23.30).

Sul Cocoon club non riesco a commentare davvero perchè non sono in grado di trovare parole per descrivere il tempio della techno, costato 12 milioni di euro e vero e proprio monumento anzichè un club: dalle pareti ad alveare coi divani verde fluo incassati ai bagni coi monitor negli specchi e il tipo che ti taglia la carta e te la porge per farti asciugare le mani, andare al Cocoon è un'esperienza appagante sotto tutti i fronti, non solo su quello clubbistico.



C'è il Micro, il ristorante/privèe con tutto il soffitto fatto come si vede nella foto sopra, che assieme ai giochi di luce crea effetti meravigliosi e che ospitava un set splendido di Onur Ozer e Tobi Neumann in versione house/lounge da privèe, c'è il banco che vende i bratwurst, c'è la console che sembra un'astronave, c'è la smoke machine più potente che abbia mai visto, che trasforma l'intera pista in una nuvola con tanto di ondata rinfrescante, ma soprattutto, domenica sera, c'erano loro:


E che te lo dico a fare.

Con la console eccezionalmente a ridosso della pista, su un tavolo anzichè sull'astronave, averli a un metro di distanza che fanno festa assieme a noi è già di per se una meraviglia, e sentirli suonare come domenica sera, carichissimo ma con quella vena funky e housettona che li contraddistingue, tra un white label che chissà quando uscirà e una vecchia perla rara di house old school era l'unica cosa che avrebbe potuto tenermi in piedi dopo 12 ore di musica...e loro mi hanno fatto passare il dolore lancinante alle gambe e alla schiena, facendomi saltare ancora come se mi fossi appena svegliato.

Purtroppo, sempre grazie all'atroce orario Ryanair ho dovuto lasciare il Cocoon alle 2, facendo fatica ad abbandonarlo e a trascinare via Silvia, che non l'aveva mai visto e aveva ancora gli occhi illuminati il lunedì pomeriggio, ma sono sicuro che loro due fino alle 6 hanno tenuto tutti con gli occhi incollati alla console e le orecchie gaudenti.

Ovviamente non si sa ancora dove sarà, nè addirittura se ci sarà il Green & Blue l'anno prossimo, ma se ci sarà io ci sarò sicuramente, anche se trovare un altro posto meraviglioso come questo sarà veramente difficile, ma ormai non mi perderei la festa di fine estate made in Cocoon per niente al mondo.

Edit: qui c'è tutto il set delle mie foto scattate tra sabato e domenica...a sto giro un po' pochine, ma tutto sommato non male :)

2 commenti:

Unknown ha detto...

complimenti per il report.
Solo peccato che non hai potuto sentire il dj set da 7 sette extra lusso mega gambero rosso fino alle 6 di ricardo e raresh, perchè sembra incredibile ma il set è stata una ficata sempre più bella fino all'ultimo stupendo disco finale...

Raibaz ha detto...

Non mi ci far pensare :(

Già quello che ho sentito fino alle 2 era da massimo delle forchette del gambero rosso...