domenica 25 gennaio 2009

Report Silencio festival @ Zion, Conegliano veneto, 23-1-09

Visto che quando sono andato a suonare al Milk a Genova era venuto bene, ripetiamo l'esperimento del report delle serate viste dall'altra parte della console :)

Uno dei motivi per cui mi piace così tanto tutta questa storia del djing è la capacità che ha di farti sentire parte di una grande community e al tempo stesso completamente solo.

E' bellissimo fare centinaia di km per andare a trovare gente che conosci da anni senza aver mai visto e, quando arrivi, scoprire altra gente amica di amici, o con conoscenze comuni, o anche solo con cui istintivamente sai di avere del common ground e con cui quindi fai "amisci in scinque minuti" parlando di musica con persone che condividono una tua grande passione, senza bisogno del blabblabblah da ascensore perchè tanto si è tutti dei nerd musicali, alla fine della fiera.

Ma in quanto nerd e quindi in quanto leggermente antisociale, non posso non apprezzare la sensazione che si prova nel momento in cui l'unica protezione che hai nei confronti del mondo esterno è la console che hai davanti, l'unico calore che senti (oltre alla sudorazione dovuta alla caghetta) è l'abbraccio delle cuffie attorno al collo e l'unico posto dove puoi nasconderti, ma solo per poco, è la borsa dei dischi: in quel momento sei da solo "contro" un intero dancefloor, molti hanno gli occhi puntati su di te e a molti invece non frega un cazzo che tu sia lì perchè vogliono solo beccar figa o disfarsi, ma quando appoggi la puntina sul primo disco un po' smettono di esistere e tu rimani da solo coi dischi.

L'altra sera, devo ammetterlo, la situazione musicale è stata ostica, più che altro per colpa mia: avevo in mente un set completamente diverso e ho dovuto adattarlo praticamente al volo, spostando il mood molto più verso la techno del previsto.

Un po' lo sapevo, e in un attimo di preveggenza avevo tolto i Todd Terry dalla borsa per sostituirli con qualche techno napoletano vecchia scuola, roba tipo Carola, Vigorito e Markantonio dei tempi migliori, che alla fine mi hanno letteralmente salvato il culo...ma andiamo con ordine nel resoconto.

I primi a suonare, praticamente per i baristi, quando arrivo allo Zion sono gli Allusive, di cui avevo già sentito un live scaricato qualche mese fa e che fanno un bel live da apertura con molta roba propria, buon sottofondo di cui purtroppo ho sentito solo l'ultima parte; dopo di loro suona un'oretta Pixel Music e si sente che gli piace la techno e vorrebbe menare, ma è ancora troppo presto e si placa, regalando un bel set in cui riesce anche a incastrare "Panoramix" di Laurent Garnier.

Ormai la serata sta entrando nel vivo ed è la volta di Olderic, che di fatto farà apertura allo special guest (si, quello cicciotto e pelato venuto da Milano) suonando dall'1 alle 2: ho già sentito un paio di set suoi e non vedo l'ora di sentirlo dal vivo, perchè in mp3 mi è parso davvero bravo, e in effetti mi stupisce, sia in positivo che in negativo: in positivo perchè si adatta perfettamente al mood technoide della serata con un'apertura carica di groove e bella movimentata ma mai becera, in negativo perchè fa dj set con Ableton, a cui io sono contrario...anyway, de gustibus.

Si fa in fretta la mia volta, e come dicevo prima non c'è assolutamente caso che riesca a suonare quelle cose housettine un po' frifri che tanto mi piacciono ultimamente: stasera si suona techno, e techno sia!

Supero in fretta la tensione iniziale con un po' di percussioni ratatatatata e nel giro di 2-3 dischi ho già smaltito il solito panico di inizio set, grazie al sempre valido Andomat 3000 ancora di salvezza per tutte le occasioni, posso calare il primo degli assi nella manica: il Question numero 10 del divino Marco da Napoli prima che il virus dei bonghetti contagiasse pure lui.

Ormai è fatta, ho in mano io le redini della pista, non la vedo perfettamente perchè il palco è un po' lontano e la smoke machine è potentissima e mi nasconde dietro una coltre di nebbia, ma la percepisco e so che al groove napulillo è difficile resistere, per cui proseguo nello stesso stile con uno dei dischi che sapevo già per certo che avrei suonato, un promo di un ragazzo che uscirà su Exprezoo: sarò di parte, ma "Mucho sandia" per me è una traccia di cui si sentirà parlare in futuro.

Vado avanti ancora un po' sulla stessa linea, techno bella movimentata ma classy come piace a me...non è esattamente quello che pensavo di suonare quando ero in macchina, ma è la mia musica, è quello che mi rappresenta e sono molto felice di poterla suonare...solo che non resisto, qualcosa di frifri devo suonarlo per forza, per cui dopo un Conform vecchissimo di Markantonio infilo questo:



Tutti i miei amici si fanno beffe di me da sempre per via della mia passione per i cantati algerini, ma non so cosa farci, e sto Henrik Schwarz è davvero fico :)

Ormai la piega del set è ben definita e so esattamente dove voglio andare ora: come Neo alla fine del primo Matrix, vedo i numerini verdi ballare davanti ai miei occhi e immediatamente ho chiara in testa la sequenza dei prossimi 5-6 dischi:

Minimal man - Make a move (Trelik)
Unknown - Wax 1001 (Wax)
D'julz - Yo momo (Intacto)
Il primo love letters from Oslo dei Minimono, che vatti a ricordare come si chiama
Matthew Dear - Dog days (Chris Carrier rmx) (Spectral)
E poi...il cavallo di battaglia, il Cadenza 4, Funk Excursion di Luciano e Serafin, che non manca mai.

Sei dischi mi passano via in un attimo senza che mi accorga di niente, per cui quando metto il Cadenza 4 è già ora di smettere, per la serie "il tempo vola quando ci si diverte", e decido di chiudere con lo stesso disco con cui ho chiuso a capodanno allo 010, lo splendido remix di Sasha per "Couleurs" di M83: è praticamente in questo momento che alzo la testa per la prima volta dopo un'ora e attorno ho gente che applaude...credo di aver cambiato colore varie volte nel giro di pochi secondi.

Dopo di me suona ADN, uno degli amici di amici di cui si diceva all'inizio (è molto amico del carissimo Medo, resident dei party Exprezoo oltre che uno dei dj più esperti che conosca), che mostra di avere alle spalle anni e anni sui Technics e che l'esperienza conta un sacco: stile personalissimo per lui, techno vecchia scuola ipnoticissima che prende per mano tutti i (purtroppo pochi ormai) presenti e li porta da qualche altra parte che non saprei bene dire dov'era perchè ero rapito dai dischi, ma era sicuramente altrove.

Quando poi è ora di chiudere e ADN sfodera in ordine uno Slam d'annata, "Hale bopp" dei Der dritte raum e il primo album di Luke Slater, non posso che spellarmi le mani a furia di applaudirlo.

Serata finita, dunque, risalgo in Raibazmobile e torno a casa, stanco marcio e soddisfattissimo, ovviamente non prima di aver ringraziato Shakespeare e il resto dei miei compagni di una splendida serata.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh, bello il pezzo di Amampondo e Henrik Schwarz. Ne avevo sentito parlare ma non l'avevo mai ascoltato. Comunque massimo rispetto per Amampondo, il creatore di "Sobabini". :D
Grazie per avermi fatto scoprire un brano molto carino.

Raibaz ha detto...

Beh io l'ho scoperto perchè l'ho sentito suonare da Garnier...lui ultimamente lo suona quasi sempre :)

Maurizio ha detto...

Henrik Schwarz è un mito. Tra l'altro il titolo della canzone (è scritto sulla copertina) dovrebbe essere la traduzione della parola africana Ubuntu... e da buon informatico ecc.. ecc.. :)
E' il mio primo commento sul tuo blog e volevo farti i complimenti per come parli della musica e per la passione che hai per il djing... passione che ho pure io.
In bocca al lupo! :)