martedì 7 febbraio 2012

Chemical Brothers - Don't think, la recensione tardiva

Insomma che, ovviamente, venerdì scorso non mi sono lasciato scappare l'eventone del film dei Chems, e solo ora, dopo un weekend in preda a una mezza influenza, ho tempo di scrivere le mie impressioni, mediate da qualche giorno di meditazione.


Premessa: io Ed e Tom li ho visti tre altre volte, in tempi ormai remoti, tipo che la prima volta che li ho visti era il tour di "Come with us", l'Heineken Jammin' Festival era ancora all'autodromo Imola ed era ancora un festival anzichè una calamita per le calamità naturali, e non li vedo live da un bel po', vuoi perchè gli ultimi album ("Push the button" ma soprattutto "We are the night"), per usare un eufemismo, facevano cagare ratti imbizzarriti, vuoi perchè in alcuni casi le loro date sono ormai di profilo troppo alto (se non ricordo male, quando son venuti qui a Milano per il tour di "Further" il concerto al Forum costava tipo poco meno di quaranta euro, cose così, poi uno dice la grisi).

Insomma morale che i miei ricordi di un live dei Chems sono ancora molto molto vivi nella memoria ma un pochino datati, pur avendo comprato rigorosamente nell'edizione più prestigiosa possibile ogni roba che han buttato fuori negli ultimi anni: per questo motivo, e per una serie di altri, avevo molto scetticismo nei confronti della roba di venerdì sera.

Avevo molto scetticismo perchè, come detto, gli ultimi album non erano niente di che (ok, "Further" è 10 spanne sopra quella merda di "We are the night", ma non vale comunque neanche l'unghia del mignolo dei primi tre album), ma soprattutto perchè sta roba dei concerti al cinema non è che mi convinca troppo: cioè ok va bene per i concerti di Ligabue, che tanto il pubblico di musica non capisce un cazzo e anche sentirlo a un volume da cameretta non fa troppa differenza - anzi - al massimo va bene per Robbie Williams, che è un gran performer e compensa la mancanza acustica del cinema con un comparto visivo all'altezza, ma un concerto dei Chems senza la bassata che ti rimbomba al centro del petto....boh, tanto più che per questioni di comodità sono stato a vederlo al cinema di Melzo, che oltretutto non lo programmava neanche nella sala con l'impiantone ma in una sala piccina qualsivoglia (non so in che sala fosse all'Odeon, ma ho idea che la situazione fosse simile...qualcuno che ci è stato conferma o smentisce?).

Tra lo scetticismo iniziale e il pre che non è esattamente dei migliori, visto che al cinema di Melzo si sono radunati praticamente tutti i tamarri della brianza con annesse bottiglie di montenegro e vodka alla pesca, fischi, cori e maranzerie assortite, quindi, le premesse ci sono tutte per una serata dimmerda, ma.

Ma Ed e Tom sono sempre Ed e Tom, e dopo neanche 10 minuti, tempo di vedere sullo schermo il cavallo gigante e un po' leonardeggiante dei visual di "Horse power", l'imperativo del titolo del film l'ho già preso alla lettera, ho già smesso di pensare in maniera lucida e sono completamente rapito da quello che attualmente è il miglior live in circolazione per combinazione dell'impatto visivo e sonoro, l'unico in grado di investirti con una cascata di emozioni così grossa e così variopinta, fatta di suoni luci colori immagini e un sacco di altre cose in una simbiosi così ben studiata da poter essere considerata una vera e propria sinestesia.

E fin qui tutto ok, cioè, tutto normale per un live dei Chems, ma poi, a un certo punto, un'infilata di colpi veramente pesanti: "Swoon", forse la traccia migliore dell'ultimo album, mette per la prima volta in mostra gli effetti aggiunti al film in fase di postproduzione e le figure che nei visual fluttuano nel vuoto ora fluttuano sopra l'enorme platea di giapponesi presenti al Fujirock dov'è stato registrato l'evento, e poi, sul finire della traccia, su un arpeggione romanticone da lacrime agli occhi, entra la sezione di percussioni della canzone romanticona da lacrime agli occhi per antonomasia del repertorio dei Chems, "Star guitar", e basta, da lì in poi è tutta discesa, i tamarri brianzoli, la settimana di fatica, gli sbatti di salute che mi sono portato dietro negli ultimi tempi sono tutti praticamente spariti e c'è solo tanto ammòre e tanta goduria di quella che non si può spiegare davvero a parole ma "you should feel what i feel".

Che poi, la versione che fanno live di "Star guitar" è ancora meglio di quella in studio, se possibile, giusto per capirci, un video di youtube in cui la si sente bene è questo di Glastonbury 2007:


E insomma da lì in poi tutto scorre come un "normale" live dei Chems, con qualche chicca in più regalata da Adam Smith, tipo il momento in cui l'inquadratura si sofferma su un dito che schiaccia un tasto di una tastiera, ma su quel tasto c'è un'etichetta con scritto "HBHG", parte il lead di "Hey boy, hey girl" e la platea giappa è scossa da un boato che neanche un terremoto, o le inquadrature della tipa che gira per il boschetto circostante al festival ed è inseguita dal faccione inquietantissimo del pagliaccio di "Acid children" e dal suo "You are all my children now", o la chiusura con un'esageratissima "Leave home" con il vocal di "Galvanize" (forse l'unico modo possibile per rendere accettabile una porcata come "Galvanize", accoppiarla con un capolavoro) e "Block rockin' beats", a ricordare che i veri Chems non sono quelli di "Believe" e "Do it again".

Morale, ovviamente non è neanche lontanamente un'esperienza paragonabile a un live di Ed e Tom visto dal vivo, ma è stato un surrogato più che adeguato, anche grazie al lavoro di Adam Smith e del resto dello staff del film che è stato davvero eccellente e ha reso l'esperienza in maniera tutto sommato più che valida, aggiungendo pure qualcosina che al concerto live manca e che valeva comunque i 13 euro del biglietto.

Dovesse uscire in dvd, io lo comprerei sicuro, e fareste bene a comprarlo pure voi.

3 commenti:

Trainspotter ha detto...

Peccato che noi soliti sfigati del Sud Italia non abbiamo ovviamente avuto la possibilità di vederlo nei cinema, dato che Ed, Tom, la Virgin, Adrian Smith e chi per loro hanno scelto Milano per l'unica proiezione del loro lavoro nel Bel Paese. Di cui, secondo me, tra poco ci resta solo il formaggio...

Raibaz ha detto...

Ma no in realtà secondo questa pagina del distributore l'han proiettato anche al Sud: http://www.nexodigital.it/1/id_214/The-Chemical-Brothers-Don-t-Think.asp

Ok, solo Bari, Napoli e Salerno, ma cmq meglio che niente...io non mi aspettavo neanche lo facessero qua in itaglia :)

Trainspotter ha detto...

Quando fu pubblicata la notizia della proiezione sul sito ufficiale, tra le tante città figurava solo Milano per l'Italia. E ci rimasi malissimo. Come al solito, noi siamo il Terzo Mondo culturale e non ci meritiamo qualcosa di così alternativo.

Ti ringrazio per avermi linkato un'altra pagina che illustra meglio la situazione. L'anteprima è stata tutta milanese. Tra il 22 e il 24 di questo mese, Don't Think. Just let it flow verrà riproposto anche a Roma così come, tanto per dire, a Montesilvano (PE)! Evidentemente i diritti sono stati acquistati dal circuito The Space, altrimenti avrei solo dovuto attendere che qualche utente illuminato caricasse qualche video o, meglio ancora, l'uscita in dvd.