martedì 28 febbraio 2012

Soul Clap - Efunk

C'è poco da fare: Charlie ed Eli nell'ultimo annemmezzo sono tra i dj più importanti in circolazione, fanno parte di quella ristretta schiera di dj in grado di trasformare in hit qualunque cosa suonino, dal promo in uscita tra sei mesi su qualche etichetta trendy all'edit assurdo di qualche chicca anni '70 dimenticata da tutti, una volta che un disco compare in un loro set tempo qualche giorno lo si sente dappertutto.

Questa loro caratteristica però l'hanno acquisita a buon diritto, visto che i loro set sono sia goduriosissimi (e non è che non se ne sia mai parlato) che ricchi di chicche completamente sconosciute o di versioni un po' esoteriche di cose note, che costituiscono un po' la cifra stilistica dei due scoppiati di Boston: durante un party con loro si ha sempre la sensazione di ascoltare qualcosa di familiare, anche solo un vocal, una linea di basso o un sample che conosci e ti fanno sentire "a casa", ma con qualcosa di diverso che rende i loro set sempre freschi e interessanti.

Come molti grandissimi dj, sul fronte produttivo non hanno mai brillato particolarmente: i loro edit sono stratosferici, è vero, ma molte delle loro produzioni originali probabilmente non avrebbero avuto il successo che hanno avuto se fossero uscite con un altro nome, per cui l'approccio al loro primo album lungo è entusiasta ma con molta calma.

I Village People non sono nessuno
L'idea dell'album, che loro sostengono essere intitolato "Everybody's freaky under nature's kingdom" ma che è ovviamente del funk con dell'E, è declinare il loro motto, "slow and sexy wins the race", non più in versione dancefloor-oriented ma in modalità pomeriggiosa, rilassata e cazzeggiona come solo Charlie ed Eli sanno fare, unendo il tutto con la solita pletora di partecipazioni di amici e parenti, tipo il padre di Charlie che suona il basso in "When the soul claps" o Mel Blatt delle All saints che aggiunge del suo al vocal di "Everybody's gotta learn sometime" dei Korgis.

E cazzo, lo sanno fare proprio bene: l'album è bello bello bello, ovviamente in alcuni punti più che in altri, ma in generale è quanto di meglio ci si possa aspettare in termini di retroattualità e di scuotimento morbidoso del culo e della testa; non si headbanga forte, non si salta a quattro metri dal suolo ma, come è caratteristico dello stile Soul Clap, si ballicchia, si cazzeggia, si fanno quattro chiacchiere con gli amici, si beve una birra, si passa del tempo molto piacevolmente.

Ovvio, non è un album innovativo, o almeno non lo è nel senso stretto del termine: non ci sono momenti "oooooh" in cui si rimane esterrefatti di fronte al genio dirompente, ma è perchè lo stile Soul Clap non è questo; lo stile Soul Clap è sedurre l'ascoltatore con suoni "noti" e richiami a un passato che, bene o male, ci caratterizza un po' tutti e usarli per metterti in un mood positivo, per poi scatenare definitivamente la goduria con la loro sexiness caratteristica.

E' questo che li rende grandi e che rende "Efunk" un album dellamadonna: a stupire gli ascoltatori e a soddisfarli con qualcosa di nuovo son capaci tutti (si fa per dire, ovviamente), per farlo con ciò che consciamente o inconsciamente conoscono già ci vuole un sacco di talento.


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