Chi segue queste paggine con attenzione saprà per certo che le feste comandate mi stanno piuttosto sulle palle, principalmente per via di quella sensazione di incombenza che ti assilla nei giorni precedenti e ti fa sentire praticamente obbligato a fare qualcosa; tra tutte, quella che più ha questo look & feel è senza dubbio capodanno, visto che mi è capitato che amici mi chiedessero "allora, capodanno?" tipo a ottobre.
Alla luce dell'astio che provo per l'organizzazione così anticipata di una serata in cui dappertutto ci sono cani e porci e tutto costa il triplo, quest'anno ho optato per una strategia "wait & see": organizzare qualcosa io era troppo sbattimento, per cui ho atteso di vedere le opzioni offerte da tutti i gruppi di amici convinto di stabilire la sera del 30 o il 31 stesso quale fosse la migliore a cui aggregarsi.
In ordine crescente di sbattimento, le alternative al vaglio erano dunque le seguenti:
cena nella casa nuova per pochi intimi, forte del fatto che molti vicini ancora non si sono trasferiti e quindi ci sarebbe stato ampio agio per fare casino
trasferta con gli amici a trovare gli amici dello 010 di Genova, riaperto per l'occasione del veglione
trasferta lunghissima a trovare dei carissimi amici che avrei visto molto volentieri, in montagna in Francia, a 4 ore e mezza da qui.
Ora, esclusa l'ultima per cause di forza maggiore, ossia Silvia che lavora la mattina del 31 più una normale svogliatezza a fare 9 ore di macchina per festeggiare capodanno, rimangono al ballottaggio le prime due....se non che.....
Ieri mi chiama Fede per offrirmi un'ora in console al party dello 010.
Vittoria a mani basse per l'alternativa genovese, visto che lo 010, che ho visto di sfuggita l'altra volta che sono stato a suonare a Genova, è davvero splendido e, soprattutto, un capodanno suonando non si rifiuta quasi mai (chi suona a capodanno e blablabla)
Morale:
Se qualche affezionato lettore della terra di belandi soffre della mia stessa avversione nei confronti dell'eccessiva organizzazione delle feste comandate e quindi non sa cosa fare domani, o se qualcun altro è stato paccato all'ultimo e si ritrova a mani vuote per la sera di capodanno, o chissà che altro, noi allo 010 si fa della gran festa, e val la pena farci un salto non solo per quel tizio pelato & grassoccio da Milano che viene a suonare, ma anche perchè il posto è veramente veramente fiqo e non si sa se e quando riaprirà dopo il party di domani.
Visto che oggi ho comprato il mobile da mettere sotto la tv nuova e che in un attacco di pigrizia non avevo voglia di portare la ps3 per riempirlo, ho colto al volo l'occasione per farmi un altro autoregalo natalizio che avevo in mente già da tempo, per cui da oggi sono un fortunato possessore di una Wii :)
Al momento sono veramente in modalità base, con un solo wiimote e solo wii sports, ma conto di rimpolpare la softeca a breve, per lo meno con mario galaxy, wii fit e wii music, ma probabilmente anche con zelda nonmiricordocomesichiamaquelloperwii...nel frattempo, visto che non ho ancora l'adsl nella casa nuova, non posso sfruttare le potenzialità online dello scatolottino Nintendo e quindi non ha neanche senso che pubblichi qui il mio codice amico, ma appena arriva l'adsl invito tutti i lettori del presente brog ad aiutarmi a testare a dovere l'online della Wii.
Nel frattempo, mi curo l'indolenzimento alle braccia che mi è già venuto dopo un pomeriggio di tennis, golf e boxe :)
Negli ultimi giorni la frequenza dei miei post qui è crollata miserabilmente (era tipo una settimana che non postavo niente qui), ma credo che l'assenza da queste pagine sia più che giustificata visto il natale incombente e ormai passato che ha occupato il grosso del mio tempo tra pranzi, parenti, regali e cazzimme assortite e visti anche i lavori di assestamento della casa nuova che ormai procedono a gonfie vele rubando tempo prezioso al brog, anche se a breve conto di unire l'utile al dilettevole postando delle foto aggiornate della mia dimora.
Ad ogni modo, come l'anno scorso, è il momento buono per un recap post-natalizio: ho faticosamente digerito tutto il cibo che ho mangiato negli ultimi 3-4 giorni, per cui ho di nuovo la mente lucida per elaborare le idee.
Quest'anno, tanto per cambiare, sono molto soddisfatto di com'è andato il mio natale, sia in termini materiali di regali ricevuti che, soprattutto, in termini di regali fatti e di tempo passato con gente che non riesco a vedere abbastanza tipo mio cuggino treenne col quale ho passato una piacevolissima vigilia assieme al resto dei parenti.
Ad ogni modo, ogni anno a natale c'è chi dice "blablabla consumismo, blablabla io non faccio i regali, blablabla", ma come ogni anno anche quest'anno mi sono divertito un sacco a cercare i regali appropriati per ogni amico/parente meritevole e, il più delle volte, sono stato soddisfatto della reazione; non ho speso tanto, alla fine, a dimostrazione che natale non è tanto la festa del consumismo quanto piuttosto la festa in cui per tradizione si fa un regalo meditato a chi ci sta intorno abitualmente, dove l'enfasi è su "meditato" anzichè su "regalo".
Tra i regali fatti di cui sono più soddisfatto, per dire, ci sono delle ridicolissime babbucce a forma di testa di Homer Simpson, due peluches uguali di Winnie Pooh, che pure detesto (rispettivamente per il suddetto cugino treenne e per suo fratello trimese) e la macchina del pane per mia mamma: niente di altisonante o esagerato, ma tutta roba studiata a dovere in funzione del target e quindi di ottimo effetto.
Tanto per fare un po' di celopiulunghismo e bullarmi il giusto, poi, andiamo ora ad elencare i regali che ho ricevuto: l'anno scorso, come nel resto del 2008 a ogni possibile occasione, ho ricevuto quasi solo regali per la casa nuova, col risultato che ancora non mi sono trasferito ma ho già più tazze, bicchieri e coltelli di quanti una persona normale usa nell'arco di una vita intera, complice anche il fatto che sono smemorato forte e capita che mi compri anche cose che mi hanno già regalato.
Dato il ritardo cronico nella consegna di casa mia, per via del quale solo ora inizio a intravedere la luce alla fine del tunnel, tutti i suddetti regali, per quanto graditi, non facevano altro che alimentare l'irritazione latente, per cui la mia splendida metà quest'anno mi ha regalato non più un vaso ornamentale come l'anno scorso, ma...rullo di tamburi....i biglietti per Italia-Francia del 6 nazioni allo stadio flaminio.
Ok che è tutto l'anno che ogni volta che ricevo un regalo per la casa nuova, finiti i ringraziamenti di rito, smadonno, ok che è un po' che quando c'è il 6 nazioni sono quasi irreperibile, ma un regalo così è veramente tra i migliori che mi potessi aspettare, anche perchè non me l'aspettavo proprio.
Tutto il resto del natale di quest'anno, come si diceva, è stato per la casa nuova: dagli oggetti più o meno indispensabili e seriosi, tipo tv-microonde-asciugamani-tostapane, alle cose meno utili e proprio per questo più gradite, tipo delle splendide paperelle per la vasca da bagno, un vaso da fiori gonfiabile e una bellissima coppia tagliapizza-a-forma-di-piranha/pelapatate-a-forma-di-uccello-tropicale, più l'autoregalo della living colours di cui ho già parlato in uno degli ultimi post.
Morale, visto il tenore degli ultimi giorni il natale è stato più che altro un piacevole momento di svago nel fervore della sistemazione della casa nuova, forse non me lo sono goduto tanto come gli altri anni (ma è anche vero che le vacanze sono appena iniziate e finiscono tipo tra 10 giorni), ma come ogni anno è stato ottimo :)
Per la serie "esercizi di scrittura", a sto giro mi cimento in un report assolutamente inusuale, dato che racconta un party vissuto dall'altra parte della console, quella divertente, che ho occupato sabato sera al Milk grazie all'ospitalità di Fede e compagnia dell'ex 010.
Ma andiamo con ordine, partendo quindi dall'ottima cena a base di ottimo pesce tipico genovese e di aneddoti di uno come Roby J che ha 20 anni netti di esperienza da dj alle spalle e proseguendo con un giro allo 010, eccezionalmente aperto sabato sera per una festa di compleanno dopo la chiusura forzata per problemi economici e col vicinato; al di là del danno musicale, tra l'altro, la chiusura dello 010 è una grave perdita anche in termini estetici, visto che il locale è bellissimo anche da vedere, labirintico come la città che lo ospita, scuro e molto curato.
Tra una storia e l'altra, si fa una cert'ora, per cui ci dirigiamo al Milk, che è pure lui molto molto carino, con più spazi, tutti non troppo grandi e la sala principale col palco da un lato e la console sopraelevatissima, raggiungibile solo con una scala a pioli per la gioia della borsa dei dischi, dall'altro; il programma della serata prevede concerti live fino alle 2 e i dj set di Roby J, mio e dell'altro resident 010 Giovanni Verrina fino alle 5, per cui faccio in tempo anche a gustarmi un concerto post-rock di un gruppo sloveno, che detto così pare una di quelle cagate fintointellettuali ma che invece è stato molto carino.
Alle 2, in perfetto orario, sale in console (letteralmente) Roby J, che dà una dimostrazione di come, per un dj, l'esperienza conti veramente molto: ho avuto modo di dare un'occhiata al suo Final scratch a cena e aveva solo tracce a me ignote o che mai avrei comprato, eppure sentite in pista suonavano ottimamente e, soprattutto, perfettamente accoppiate tra loro, con una linea davvero invidiabile.
In realtà del set di Roby sono riuscito a sentire solo la prima parte, visto che poi mi sono eclissato nel buio dell'ansia da palcoscenico, di quella mezz'ora prima di suonare in cui tutte le idee intelligenti che avevi per il set, ma anche tutte le idee in generale, spariscono nel nulla, lasciandoti il vuoto siderale in mente assieme a una sensazione generale di smarrimento.
Lo smarrimento, poi, è accentuato dal quarto d'ora immediatamente precedente all'inizio del set, in cui rovisti nella borsa dei dischi per ricordarti cos'hai portato, visto che ti sei appena dimenticato anche come ti chiami e scopri che, come una donna davanti al proprio armadio, "non c'è niente che mi stia bene", non c'è nessun disco che fitti a dovere il tuo stato d'animo attuale, e la situazione attuale del set di chi suona prima di te, della pista, del club e del contesto non c'azzecca quasi niente con quello che avevi in mente di comunicare prima che iniziasse il party.
Mi riprendo faticosamente dallo smarrimento grazie all'abbraccio attorno al collo e al maleodore caratteristico delle cuffie, in tempo per sentire Roby che mi dice "metto questa e un'altra poi vai tu", cerco il primo disco, l'unico che sapevo avrei sicuramente suonato anche prima del party, "Bloody cash" di Marco Carola, per poi virare dalle percussioni belle secche di Roby a ritmi un po' più soft col remix dei Kollektiv Turnstrasse su Balsaal, piuttosto tirato rispetto al loro solito ma anche molto melodico e 'mani-al-cielo-lacrimoni-e-abbracci' in pieno stile neotrance e poi ancora sterzare decisamente in direzione female con l'original mix di "Blackwater" degli Octave one, per la serie "mica pizza e fichi".
Tempo due dischi, però, e mi accorgo che la spia mi farà penare un po': è sul lato sinistro della console, quello su cui tengo la cuffia, ma soprattutto è altissima e il volume della cuffia, già al massimo, è bassissimo, per cui la mia percezione combinata cuffia + master non è delle migliori e i primi due passaggi fanno sinceramente cagare.
Panico.
Fortunatamente passa dalla console il fonico, a cui chiedo di abbassarmi un po' la spia e le cose migliorano, ma ormai il terrore cieco si è impossessato di me, anche se la pista per puro culo sembra non essersene accorta e ha reagito bene ai primi due dischi; in situazione di panico come questa l'unica soluzione è un disco sicuro, facile da mixare e che sia pure abbastanza catchy sulla pista.
Cerco l'Oslo nuovo di Guillaume & The coutu dumonts, che con quelle congas e quei bonghetti un po' frifri sarebbe assolutamente perfetto, ma ovviamente non lo trovo, eppure ero sicuro di averlo messo via...sono con la testa dentro la borsa dei dischi da un po', il disco dei Kollektiv Turnstrasse ormai è ben oltre metà, devo inventarmi qualcosa al più presto...ho il disco ancora di salvezza, quello che sta bene praticamente con tutti gli altri che ho in borsa ed è anche abbastanza affine allo stile che voglio imporre al set, ed è il primo Below di Reboot, che ha un effetto ancora migliore del previsto.
Ormai ho preso le misure alla spia e riesco anche a sfogare un po' della tensione sulle rotelle del mixer, per cui grazie anche alla pausona & ripartenza percussiva di Reboot ormai sono molto più tranquillo, per cui il disco successivo mi viene in mente immediatamente senza che debba stare a rovistare nella borsa, ed è il nuovo Kabale und Liebe su 100% pure, quello col sample vocale di Disco Circus, che ci sta proprio benino, come pure ci stava bene il disco dopo ancora, messo col chiaro proposito di attirarmi le simpatie del pubblico un po' acculturato: l'original mix di "Plastic Dreams" di Jay Dee.
Ormai è chiaro che il set ha preso una piega completamente diversa da quella che avevo previsto preparando la borsa, per cui i Mountain People resteranno a riposo come pure il drunken Shed mix di "Tantakatan" di Radio Slave, mi serve qualcosa di più sostenuto, per cui mi rifugio in un disco che già al Gasoline mi ha dato molta soddisfazione, l'edit di Paul Woolford del remix di Armand van Helden di "Professional Widow" di Tori Amos, che è praticamente uguale all'originale con intro e pausa un po' allungate; anche questo, effetto garantito a prova di bomba sulla pista.
Visto che gli ultimi due dischi sono stati dichiaratamente in direzione revival, sfodero il cd "oldies": il ballottaggio è tra il remix dei Different gear di "Drink to get drunk" di Sia e "Music sounds better with you" di Bangalter, che ha la meglio ed entra drittissimo sul white noise che introduce la pausa di "Professional widow", tanto lo conoscono tutti e non c'è verso di farci su un passaggio troppo lungo, visto anche che non mi fido della spia; il problema di suonare un disco così protagonista, però, è 'e adesso che cazzo suono?'.
Mi immergo nella borsa dei dischi, mi capita in mano "Turbo dreams" di Ellen Allien e Apparat, che sarebbe appropriato nell'ambito del set (dopotutto alla neotrance dei Kollektiv Turnstrasse hanno reagito bene) ma non c'entra un cazzo con Stardust, mi servirebbe un disco di transizione dal french touch alla quasi-idm di Apparat, e ovviamente ce l'ho: è una roba dei Soulwax prima che si chiamassero Soulwax, ha un po' di electraggine di troppo, ovviamente essendo roba dei fratelli Dewaele ma ha anche un bel giro di percussioni molto 909eggianti e un vocal che rimane abbastanza in mente (molti lo conosceranno di certo, è quello "it's 10 am, do you know where your children are, blablabla, drugs, dirty dancing and pounding techno music"), ma soprattutto è un disco che so per averlo provato in allenamento limona benissimo con "Turbo dreams" :)
Ha l'intro difficile, per cui entra un po' storto, ma per fortuna poi parte bello aggressivo a schiaffeggiare di piattini e clap per cui la pista non ne risente più di tanto, e quindi via, per due dischi sono a posto, visto che "Turbo dreams" come previsto entra liscio come l'olio.
Guardo l'ora, mi manca una decina di minuti, ormai è tutto il set che suono dischi di cui mi fido abbastanza ciecamente per cui mi sembra d'uopo suonare uno di quelli che ho usato di più in assoluto e che considero un po' il mio marchio di fabbrica, lo splendido Cadenza 004 di Luciano e Serafin, autentico capolavoro in cui succede qualcosa a ogni giro del disco, una pausa da una battuta, una percussione sbilenca, un colpo di snare in controtempo...ci manca solo che salti via dal piatto il disco e ti schiaffeggi lui direttamente e poi le fa tutte.
Mentre sono lì che mi diverto col mixer, arriva in console Giovanni, visto che è la sua volta e io ho tempo giusto per un ultimo disco e decido di chiudere strappalacrime al massimo con un disco che ho portato apposta per Fede perchè sapevo per certo che gli sarebbe piaciuto: un remix ignotissimo di gente ignotissima su un'etichetta ignotissima al limite del bootleg....di "Love will tear us apart" dei Joy Division, splendido nonostante l'ignotezza che lo circonda, a cavallo tra la neotrance e il balearic sound vecchia scuola.
Sudato marcio come ogni volta che finisco di suonare, quindi, lascio la console a Giovanni (bel set di techno rotolona, tra l'altro) e vado a recuperare le forze, assolutamente insoddisfatto del mio set, ma d'altronde, come mi ha giustamente fatto notare Fede, quale dj è mai soddisfatto appieno di un suo set? Per fortuna il fatto che la pista abbia retto piuttosto bene e un po' di gente che mi fa i complimenti, sia di persona che qui mi risollevano un po' il morale, ma la spia litigiosa e, soprattutto, il fatto che il panico mi abbia impedito di osare di più mi sono rimasti qui.
Sono ormai le 5, è ora di tornare a casa dopo essersi imbottiti a dovere di Red bull per guidare fino a Milano, ed è stata una gran bella festa per me ma credo anche per il resto dei presenti; l'unica cosa che mi rimane da fare è ringraziare ancora una volta, e lo faccio ancora qui, Fede, Roby e tutti gli altri dell'ospitalità :)
Io sono stato più buono con me stesso stamattina e ho deciso che dopo una mattinata passata a montare la libreria dell'ikea mi meritavo un regalo di natale, per cui mi sono comprato una living colours mini per la casa nuova:
In realtà, però, a natale siamo tutti soprattutto con gli altri, per cui oggi non solo ho comprato un sacco di regali per i miei parenti & ammisci più stretti, ma racconto al mio affezionato pubblico anche di una bella iniziativa, simile a quella a cui ho già partecipato per Savethechildren.
Ieri, infatti, mi hanno contattato i ragazzi di Promodigital chiedendo di parlare della loro iniziativa di promozione per CCS Italia, per cui come non mi sono tirato indietro prima non mi tiro indietro nemmeno ora, tanto più che il grosso dei progetti di CCS Italia riguardano la costruzione di scuole in Africa, per cui direi che il supporto ci sta tutto, come pure il banner :)
E' con somma gioia che vi annuncio che questo sabato (aka 'dopodomani') il tenutario del qui presente brog sarà ospite degli amici dell'ex 010, che attualmente organizzano party al Milk di via Mura delle Grazie 25.
Se qualcuno vuole passare a trovarmi/ci, noi si farà un bel po' di festeggiamenti, anche natalizi, si sentirà della buona musica e si cazzeggerà in buona compagnia come al solito :)
Normalmente non vedo MTV, ma questo video postato da Fede è genio puro:
Non so se i tizi di Fur TV sono così colti che il cubetto magico del dj ipertecnologico ma senz'anima sia una citazione del cubo di Hawtin, ma sembrerebbe proprio di si...comunque tutto il video è una genialata dopo l'altra, merita una visione completa e approfondita :D
Quello che ho fatto io con gli album ieri, l'ha fatto anche RA, coi risultati di un sondaggio che ha coinvolto tutta la sua vastissima community; i risultati dicono così:
20. Carl Craig – Sessions 19. Adam Beyer - Fuse Presents... 18. VA - Circoloco @ DC10 - 10 Years Anniversary 17. Matthew Dear - Body Language Vol. 7 16. Dave Clarke - Back in the Box 15. Basic Channel - BCD-2 14. Stefan Goldmann - The Transitory State 13. Sascha Funke - Watergate 02 12. Wighnomy Brothers - Metawuffmischfelge 11. VA - Soundboy's Gravestone Gets Desecrated by Vandals 10. Andy Stott - Unknown Exception: Selected Tracks Vol. 1 (2004 - 2008) 09. Âme - Fabric 42 08. Robert Hood - Fabric 39 07. Gas - Nah und Fern 06. Luciano - Fabric 41 05. DJ /rupture - Uproot 04. Metro Area - Fabric 43 03. Appleblim - Dubstep Allstars: Vol. 06 02. Efdemin - Carry On, Pretend We're Not in the Room 01. Marcel Dettmann - Berghain 02
Condivido pienamente la prima posizione, visto che ho sentito a dovere la compilation di Dettmann ed è una gran enciclopedia del "nuovo" filone dub techno, allo stesso tempo di gran classe per piacere alle donne e movimentatissimo (che è un eufemismo per dire che Dettmann mena come un fabbro).
Molte delle compilation di cui parla RA non le ho ancora sentite a dovere, soprattutto quelle dubstep di cui credo che farò a meno, ma quelle che ho sugli scaffali, come quella di Matthew Dear o il sestuplo cd del Circoloco, sono veramente fighe; di quella technopop della Get Physical ho parlato in un altro post, mentre di quella di Raresh-Pedro-Rhadoo-Sossa-Tania Vulcano-Thomas Melchior-Mathias Tanzmann mi ero ripromesso di scrivere qualcosa ma non l'ho mai fatto, anche perchè non è banale raccontare sei cd in un post solo (comunque, giusto for the record, i due cd degli Arpiar sono i più brutti, i migliori sono quelli di Melchior e Tanzmann e quelli di Tania Vulcano e, soprattutto, di Sossa sono sorprendentemente belli).
Gravissima dimenticanza da parte mia nel post dei migliori album del 2007, invece, è la compilation dei Whignomy Brothers, metawummi-comecazzosichiama, che è un esempio di come aggiungere del valore a una compilation, rendendola un'opera d'arte anzichè una sequenza di tracce: fondamentalmente è lo stesso concept del DE9:Transitions di Richie Hawtin, "suoniamo 5 tracce per volta con l'accento su come limonano tra loro", però interpretato in chiave classy e IDM alla Whignomy bros...e il risultato è prevedibilmente un gioiello, tra beat spezzati e melodie strappalacrime, oltre al fatto che sentire "Les violons ivres" di Agoria in una compilation di Robag Wruhme e Monkey Maffia mi fa tornare in mente quando gliel'ho sentita suonare live, all'Awakenings 2007, in uno dei set migliori che abbia mai visto.
Di quelle che ci sono nella lista di RA ma che non ho ancora sentito, mi aspetto molto da quella di Efdemin su Curle, di cui ho letto la tracklist e mi piace già, oltre che dai due Fabric nuovi degli Ame e dei Metro area e da quella di Andy Stott che so già che sarà sul confine tra classy e ambient dubbeggiante :)
L'anno volge al termine, per cui come l'anno scorso e come ogni anno è ora di guardarsi indietro e tirare le somme di un anno che dal punto di vista musicale ha visto la morte annunciata di un filone che dominava praticamente tutta la scena e l'inizio di una transizione verso un numero più esteso e variegato di tendenze diverse: nel mio elenco di album del 2008, rigorosamente in ordine sparso, c'è quindi un sacco di varietà...ma andiamo senz'altro a incominciare.
1 - Deadbeat - Roots & Wire (Wagon Repair): una delle parole chiave del 2008, ma soprattutto del 2009 è "dub", con attaccato di fianco "-step" o "-techno" a seconda della metrica e dei bpm, ma sempre comunque dub. Deadbeat fa dub praticamente da sempre, e il loro album sull'etichetta di Mathew Jonson è un ottimo Bignami del genere da Maurizio (che sta meglio, fortunatamente) a oggi, tra richiami reggae forse eccessivi nelle due tracce con Paul St. Hilaire, le due peggiori, tante belle percussioni dritte e senza fronzoli e qualche synthone bello profondo che ti vibra nello stomaco accompagnato da qualche bassata di quelle veramente possenti che lo rendono ottimo anche nei club; tra l'altro, Grounation, la traccia migliore, vede la collaborazione anche di Guillaume & The coutu dumonts, uno degli artisti più in forma dell'anno, che non compare in questo post solo perchè non ha stampato un album :)
2 - Loco Dice - 7 Dunham place (Desolat): già recensito ampiamente qui, è per la nuova scena house quello che l'album di Deadbeat è per la nuova scena dub: riprende molti degli stilemi tipici del genere, tipo il piano della traccia migliore dell'album, "La esquina", gli dà una passata di swiffer e li porta, spolverati e ripuliti, nel 2008, mantenendo parte di quel bagaglio minimale che ha reso Dice famoso e integrandolo con lo spirito nuovo-vecchio del revival house che ha dominato il 2008 prima che il filone dub apparisse prepotente a coabitare la scena.
3 - Moby - Last night (Mute): già dai due album precedenti si intuisce che il 2008 è stato un anno di revival, e tra questi il revival degli anni '90 è quello che farà più notizia nel mainstream e quello di cui ho parlato più diffusamente qui; in quest'album, pure lui già recensito qui , è evidente che Moby ha capito prima di molti altri l'andazzo e ha sfornato uno splendido album di dance, appunto, anni '90 orecchiabile e catchy come lui sa fare, tanto da finire immediatamente negli stacchetti delle veline, ma senza sbragare assolutamente mai e mantenendo sempre una classe fuori dal comune.
4 - Robert Hood - Fabric 39 (Fabric): tecnicamente non è un album, visto che è una compilation mixata dal buon Roberto Cappuccio, ma visto che quasi tutte le tracce sono sue, in maniera simile a quello di Villalobos dell'anno scorso, si può fare un'eccezione, anche perchè eccezionale è il cd in questione: techno di grandissimo spessore "alla Robert Hood", con quel suo stile personalissimo che fonde il lato funky e "nero" di Detroit con l'algido rigore minimale. Splendida techno, punto.
5 - Chemical Brothers - Brotherhood (Virgin): (vedi qui) non è "solo" un greatest hits, anzi, la compilation di tracce vecchie e famose dei due fratelli è la parte meno interessante del doppio cd; il vero motivo per cui vale la pena di comprarlo è il secondo cd, quello con le 10 battle weapon, e l'inedito, 'Midnight madness', che è una gran bella traccia (oltre al packaging molto molto bello).
6 - Sasha - Invol2ver (Global underground): ancora un altro revival di un artista che si era perso cercando di adeguarsi alla massa e di suonare un genere non suo nel periodo minimale, finalmente Sasha torna a fare Sasha con un album di remix gioiello, tra atmosfere ambientose, beat tranquilli ma neanche troppo e vocal spezzettati, ridotti all'osso e trasformati in sussurri appena accennati che creano ancora di più quell'atmosfera ovattata tipica della progressive di cui Sasha stesso è uno dei maestri indiscussi.
7 - Luciano - Fabric 41 (Fabric): ancora, non un album ma un cd mixato, a sto giro l'apporto del baffuto cileno come produttore è piuttosto scarso se non per quella che è comunque una delle tracce migliori del pacchetto, ma come avevo già scritto all'epoca il bello di questo cd è che è uno snapshot di quel sottofilone neohouse coi bonghetti che ha dominato il 2008, soprattutto in estate; potrà piacere o meno il genere, potrà aver già stufato o no, ma nel suo genere è assolutamente perfetto.
Per fare cifra tonda avrei voluto arrivare a 10 come l'anno scorso, ma purtroppo non ci si riesce, anche perchè molti degli album usciti di recente e che potrebbero finire qui, tipo quello di Dinky o quello di Renato Figoli di cui Fede parla benissimo , non ho ancora avuto modo di sentirli, per cui direi che 7 possono bastare.
Non sono assolutamente pratico di aggregatori di notizie tipo Digg, Reddit, Wikio, Oknotizie o simili: non li ho mai usati, visto che tra Google Reader, Friendfeed, Facebook, Dzone, qualche forum e qualche altro social network ho già abbastanza roba da leggere accumulata.
Se non che, un bel giorno Paulthewineguy chiede aiuto a testare un suo progetto nuovo, e vuoi non dargli una mano, anche solo per l'onore di finire nella pagina dei ringraziamenti ?
Il risultato (più del suo lavoro che dei miei test, of course) è come da titolo, b-trail.com, che in realtà è aperto già da tipo una settimanina buona ma non ne avevo ancora scritto causa periodo davvero pessimo.
Come funziona?
In pratica, aggrega tutti gli elementi condivisi su Google reader dagli utenti registrati e consente, sempre agli utenti registrati, di apprezzare tramite cuoricino elementi condivisi da altri o di commentarli; in prima pagina finiranno le notizie condivise e apprezzate da più gente e nella pagina "recenti" quelle condivise più di recente (ma va?).
Il progetto è ancora in fase molto sperimentale, per cui nuove features vengono aggiunte di continuo, tipo la possibilità di aggiungere come amici altri utenti e vedere solo le notizie condivise dai nostri amici; inoltre, Paul è veramente rapido a sistemare i bug che gli vengono segnalati, per cui dovesse capitare che trovate qualche cazzimma, se gliela segnalate in maniera urbana si può avere fiducia che la metta a posto in tempi rapidissimi per un progetto individuale sviluppato a tempo perso come questo :)
Diciamocelo (da pronunciare à la La Russa, "digiamogelo"): il 2008 è stato l'anno che ha sancito in maniera definitiva la morte del filone minimale come fenomeno mainstream, l'anno in cui Matias Aguayo ha cantato "basta ya de minimal", non è dato sapere se letteralmente o in modo sarcastico oltre che l'anno in cui molte delle label storiche del panorama minimale hanno cambiato orientamento in maniera più o meno radicale e più o meno riuscita.
Tanto per non fare sempre gli italiani che appena qualcosa passa di moda si affrettano a sputarci sopra, ho pensato che siccome negli ultimi 2-3 anni sono usciti dischi davvero molto validi ed era un peccato riporli sullo scaffale più alto per fare spazio alle novità, magari poteva essere una buona idea farci un mixato "commemorativo" di un periodo musicale con un'identità molto ben definita.
Idealmente, quindi, è una specie di foto ricordo, una cosa che la risenti tra 20 anni e dici "ah, ecco cosa si ascoltava nel 2005-2006-2007"...in realtà sono un paio d'ore in cui mi sono divertito con dei dischi che non usavo da tempo, rispolverando alcune delle mie etichette preferite che ultimamente mi sembrano un po' in crisi creativa tipo Minus, Perlon o Pokerflat e andando a pescare nel loro recente e gloriosissimo passato.
Il grosso dei dischi ha quindi almeno un anno e mezzo sulle spalle, se non di più, ma c'è anche qualcosa di un po' più nuovo, anche se sempre nello stesso mood: niente trombe, niente richiami house, solo tanta minimale di quella che abbiamo tutti tanto apprezzato negli ultimi anni.
Siccome la tecnica è quella che è ci sono un paio di cappelle di quelle che ti fan venire voglia di tirare ortaggi in console, ma ci sono anche un paio di passaggi di cui sono soddisfatto, grazie anche (ma non solo, dai) all'amico Soundbite, unico supporto tecnologico affiancato ai Technics, chè qui si è dei romantici e quelle tecnologie nuove degli mp3 non le si usa mica, si preferisce il plasticone nero vecchiascuòla.
Ad ogni modo, visto che era anche un po' di tempo che non offrivo al mio affezionato pubblico un mixato mio e visto che alla fine il livello è anche abbastanza decente (considerando che su due ore di mixato un paio di cagate ci possono anche stare), voila il link per scaricarlo :)
20.Mule Electronic 19.Spectral Sound 18.Innervisions 17.Workshop 16.Hyperdub 15.Kompakt 14.Smallville 13.Circus Company 12.Oslo 11.Diynamic 10.DFA 09.Cécille 08.Dial 07.Rekids 06.Cadenza 05.Wagon Repair 04.Skull Disco 03.Perlon 02.Modern Love 01.Ostgut Ton
Su RA c'è anche la spiegazione dettagliata di ogni etichetta e dei motivi per cui è stata inclusa nella classifica...classifica di cui condivido i componenti ma non l'ordine.
Capisco che la Ostgut Ton sia stata una delle etichette principali della rinascita del filone dubbeggiante della seconda metà del 2008, ma elevarla a miglior label dell'anno mi pare sinceramente eccessivo, come pure mi pare un'esagerazione bella e buona mettere sul podio una Perlon che nel 2008 ha sfoderato solo ep deludentissimi di grossi nomi, tipo il Vasco ep di Villalobos o quello di Gerald Donald.
Evidentemente, RA crede molto nel dubstep, visto che la Perlon è così in alto per la comparsa, proprio nel Vasco ep, di Shackleton e vista la posizione altissima della Skull disco di Shackleton stesso: staremo a vedere se si rivelerà una fiducia ben riposta o se, come immagino, il fenomeno si rivelerà un fuoco di paglia come quello, a suo tempo, del trip hop, con cui per me condivide molti elementi.
Tolte alcune etichette che sono state messe evidentemente per dovere di fama e che non potevano essere omesse anche se nel 2008 non hanno fatto nulla (DFA e Kompakt) o che compaiono solo per fare gli alternativi ma che non hanno alcuna reale utilità (davvero qualcuno suona i Workshop?), la maggior parte sono effettivamente le etichette più importanti del 2008: le due che hanno influenzato la maggior parte del sound di quest'anno, Cecille e Oslo, stagnano nell'anonimato di metà classifica, mentre l'unico piazzamento alto condivisibile è quello della Wagon Repair.
Vuoi per lo splendido album di Deadbeat, o per aver ospitato il ritorno sulle scene di Ryan Crosson, o per le solite, validissime uscite dei vari Luca Bacchetti (orgoglio italiano), Hrdvision e Mathew Jonson, la Wagon Repair zitta zitta non ha praticamente sbagliato un'uscita quest'anno, regalando sempre gran classe.
Piazzamenti più alti sarebbero stati meritati, a mio avviso, anche per Cadenza e Rekids: la prima si è definitivamente confermata come una label del giro delle più grandi, al confine tra pop e dance, al livello di colossi come Get Physical, Minus e Cocoon, mentre la seconda, zitta zitta pure lei come la Wagon Repair, ha sfornato una perla dopo l'altra tutte sempre rigorosamente presenti nelle borse dei dischi più importanti del globo.
Inoltre, due gravissime assenze nella chart di RA: c'è veramente bisogno di piazzare così in alto la Modern love che ok, bei dubboni, ma è un riciclo di uno stile vecchio e soprattutto è roba solo ed esclusivamente da ascolto sul divano, per poi ignorare etichette come la Ovum, che almeno una citazione senza infamia e senza lode se la meritava e, soprattutto, la Desolat, uno dei best breakthrough del 2008 tra il rispolvero di Maurizio, lo splendido album del labelowner Loco Dice, la megahit di Dubfire e il bellissimo ep di Jay Haze?
Figurati se mi perdo la possibilità di provare un nuovo cazzettino duepuntozzèro :)
Siccome non sono molto talkative oggi, copincollo dalla faq:
What is Psolenoid?
Psolenoid [so'le-noid'] is an intuitive, easy-to-use linking tool that allows bloggers to connect their posts to other, related posts. When activated on a blog, Psolenoid allows bloggers to create a two-way, reciprocal link exchange between their blog post and another relevant post, connecting the related posts on both blogs. We call this process “wiring” and it automatically creates a “rabbit hole” or two-way link for audiences of both blogs to visit the other blog post.
Visually, Psolenoid appears at the bottom of a blog post and looks similar to a comment, but is richer in appearance. It includes a preview of the wired blog post, a short comment introducing the other site, and a user profile image.
As the blogosphere continues to evolve, two-way connectivity is the next step. Psolenoid operates across blogging platforms and aims to manifest connections between related blog posts that would not otherwise be connected.
In buona sostanza: se un blog ha Psolenoid attivato, è possibile collegare ai suoi post quelli di un altro, anch'esso con Psolenoid attivato, e il collegamento tra i due post apparirà in coda a entrambi, in maniera simile a quello che nei blog oldschool era il trackback dei link.
Come al solito coi servizi duepuntozzèro, si fa prima a provare che a parlarne, per cui io posso al massimo invitarvi a sperimentare il funzionamento di Psolenoid da soli, toccandolo con mano, magari dopo aver visto il video di presentazione:
Di BuzzParadise ho già parlato altre volte: in buona sostanza, funziona che loro ti mandano prodotti da provare e tu ne parli sul tuo blog, generandoci sopra del buzz, appunto.
A me è successo con l'ultimo libro di Nick Hornby, che mi hanno gentilmente regalato, appunto, in cambio di un post, che ho scritto più che volentieri; a sto giro, però, il post lo scrivo ancora più volentieri.
La campagna di questo mese, infatti, è a supporto di Save the children, la onlus che si occupa di salvaguardare i diritti dei bambini che sicuramente i più conosceranno perchè ha come testimonial Giobbe Covatta, e dell'iniziativa "La lista dei desideri":
In sostanza, la storia funziona così: si va a www.desideri.savethechildren.it, si sceglie il regalo, che va dalla copertina in cui avvolgere i neonati allo yak, si sceglie il proprio amico a cui regalare un gesto concreto in aiuto di chi ne ha bisogno anzichè la solita cravatta o la combo bagnoschiuma-shampoo-saponetta, et voila :)
Save the children si occuperà di regalare il regalo che abbiamo scelto a persone di paesi in via di sviluppo tipo il Tibet, in cui uno yak è una fonte di sostentamento enorme.
Oltre a ciò, per questo mio post BuzzParadise devolverà 10 euro a Save the children, ecco quindi che da parte mia era il minimo :)
E' con sommo onore e massima gioia, che sono qui a presentare al gentile e affezionato pubblico lettore di questo brog...rullo di tamburi...le prime, meravigliose immagini di casa Raibaz!
In realtà meravigliose è una parola grossissima; casa Raibaz è ancora lungi dall'essere completata & abitabile, per capirci l'imbianchino ha finito oggi di imbiancarla, settimana prossima mi consegnano i mobili principali (cucina-letto-armadio-divano) e entro poco prima di natale dovrei avere l'allacciamento del gas, con conseguente riscaldamento & acqua calda e inizio delle operazioni di trasferimento del sottoscritto da un'abitazione all'altra.
Anyway, le foto che vado a mostrarvi a breve rivestono particolare importanza perchè sono le prime a documentare l'effettiva esistenza di una mia prossima abitazione e quindi testimoniano che le mie bestemmie degli ultimi tempi erano per qualcosa di reale e non mi sono inventato tutto :)
Ad ogni modo, nell'atroce splendore della mia macchina fotografica fuffissima, ecco a voi:
L'ingresso di casa Raibaz, con un delizioso particolare del tubo viola dell'elettricità penzolante dal soffitto a cui appendere qualche fonte di illuminazione in futuro.
Lo splendido verdino delle piastrelle della parete della cucina, riprese circa dalla porta che conduce alla zona notte.
Una visione d'insieme della camera da letto, scattata dalla porta della stessa, che consenta di vedere il caldissimo parquet sul pavimento (caldissimo si fa per dire, senza riscaldamento).
Un'indispensabile panoramica della coppia water+bidet, con la sede dell'ufficio personale in cui ricevere gli ospiti che fa capolino da sinistra.
Last but not least, la splendida vista a perdita d'occhio nella nebbia sui campi di Bussero che si gode dal balcone, con annessa fanghiglia tipica dei campi in queste piovose giornate autunnali.
Questo è quanto per ora, il prossimo aggiornamento fotografico, realisticamente, arriverà la settimana prossima insieme ai mobili...so che non ne vedete l'ora :)
In un commento al post sull'album dei Prodigy ho affermato di aspettarmi a breve un ritorno di Fatboy Slim, nell'ottica del revival degli anni 90 ormai definitivamente arrivato.
Tempo un paio di giorni e ResidentAdvisor mi dà ragione: il 3 febbraio, il giorno dopo il mio compleanno, uscirà "I think we're gonna need a bigger boat", nuovo album di Norman Cook col suo nuovo alias, Brighton Port Authority, esattamente dieci anni dopo Palookaville.
La figata dell'album è che ci sono un sacco di featuring altisonanti, tipo David Byrne, Dizzee Rascal e Iggy Pop, ma anche un sacco di partecipazioni importanti della scena da club, tipo Ashley Beedle e Justin Robertson, che fanno sperare benissimo sia per il potenziale da hit dell'album che per quello da dancefloor :)
Tracklist:
01. He's Frank (ft. Iggy Pop)
02. Dirty Sheets (ft. Pete York)
03. Jumps the Fence (ft. Conan)
04. Should I Stay or Should I Blow (ft. Ashley Beedle)
05. Island (ft. Justin Robertson)
06. Local Town (ft. Jamie T)
07. Seattle (ft. Emmy the Great)
08. Spade (ft. Martha Wainwright)
09. Superman (ft. Simon Thornton)
10. Superlover (ft. Thom Gandey)
11. Toe Jam (ft. David Byrne and Dizzee Rascal)
12. So It Goes (ft. Olly Hite)
Vedremo se il Big beat è pronto a tornare con il suo esponente più famoso o se l'ex bassista degli Housemartins ha deciso di prendere strade nuove :)
Due settimane fa, dopo quasi due anni di assenza, ho rimesso piede ai magazzini per un party di venerdì: c'era Marco Carola, protagonista di un set di una noia mortale, c'era troppa gente e ci si muoveva a fatica, ma tutto sommato ho decretato che avrei potuto tornarci per uno dei party più attesi di questa stagione invernale, quello di ieri sera, appunto.
A dir la verità, ieri ho avuto una giornata di merda per cui non ero molto in condizione ed ero tentato di stare a casa, ma fortunatamente ho realizzato che non avrei potuto mancare l'appuntamento con uno dei più grandi geni della musica contemporanea.
Laurent Garnier, alla fine della fiera, non è nient'altro: non è uno che mette due dischi in fila, schiaccia due tasti, togli-la-cassa-metti-la-cassa e tutti a casa, è semplicemente un fottutissimo genio oltre che uno dei migliori dj del mondo, forse addirittura il migliore.
E' un genio perchè in tre ore di set ha preso per mano tutte le persone che c'erano ieri ai magazzini, una per una, e le ha portate dove voleva lui, in un giro in ottovolante lungo tre ore; lo vedi ballare, fare delle facce assurde, lo vedi che si diverte persino più di tutti quelli che gli stanno davanti, ipnotizzati dalle sue magie, eppure vedi che è sempre, comunque, pienamente in controllo di tutto quello che succede, non comanda solo i cdj e il mixer ma comanda anche le emozioni di tutta la pista.
Non è da tutti riuscire a stabilire un legame con la pista, quel legame di cui parla anche Coccoluto nel suo libro , quel momento in cui ti accorgi che hai in pugno tutta la gente che hai davanti e che la puoi portare dove vuoi: se sei bravo, in un set ti capitano due, tre dischi che portano la gente in quel "higher state of consciousness" che dalla console riesci a percepire e che, per "noi", è la massima soddisfazione possibile.
Laurent Garnier è uno che ti porta in questo stato coi primi due dischi e ti ci tiene per le tre ore successive.
Quando Laurent Garnier suona, se Laurent Garnier decide che la pista salta, la pista salta; se decide che la pista piange, la pista piange; se decide che la pista ride, la pista ride; e la cosa più incredibile è che in tre ore, lui decide tutte queste cose senza soluzione di continuità.
E' così che ieri è partito suonando deep techno dal fortissimo sapore oldschool, seguendo un continuo crescendo che ha reso la situazione più techno che deep, ma sempre con la classe di quello che ti guarda dall'alto in basso e ti dice "a regazzì, io suonavo techno che tu ancora non eri nato" e che fa sì che noi comuni mortali lo si possa solo guardare, ammirati, mentre si diverte come un bambino al parco giochi che noi si salti con lui, perchè alla fine non vorrai mica star fermo con tutto sto ben di dio musicale che sta sfoderando.
E il crescendo continua, Lorenzo si prende cura del pubblico femminile mantenendo sempre il livello di funkettonaggine piuttosto elevato e, ovviamente, evitando le maranzate, ma siamo su un ottovolante, per cui appena ti giri un attimo Lorenzo ha cambiato radicalmente genere senza che tu te ne accorga: ti distrae con una melodia, poi però attenzione! appare una 303 dal nulla e pimpumpam ecco che siamo a Londra, ad un party acid.
Giusto il tempo di due acidate e Lorenzo decide che è ora di far venire giu lo stadio con una giocata da campione: mette a sedere gli ultimi difensori, quei due o tre che ancora non si stavano strappando i capelli e arrampicandosi sul soffitto, e insacca il remix di Mark Knight di The man with the red face, questo, per intenderci:
(Che poi, parliamone: io se fossi Mark Knight e sapessi che Garnier anzichè suonare il suo original suona il mio remix potrei pure andare in pensione contento, eh)
Quando la folla riconosce il lead (e mi ha stupito vedere quanta gente l'abbia riconosciuto, a Milano), è davvero finita, non ce n'è più per nessuno: è arrivato quel momento in cui, definitivamente, Lorenzo potrebbe anche mettersi a suonare i dischi di Califano e la gente lo seguirebbe lo stesso.
Ma stiamo parlando di Laurent Garnier, mica di un Gino Salamella qualunque: il manovratore dell'ottovolante non vuole che sudiamo troppo, che fuori fa freddo e poi ci ammaliamo, e decide che dopo il massimo del fomento raggiunto con la faccia rossa (io ho perso la voce, cazzo!) ci fa tirare un attimo il fiato, e sfodera dei bonghettini di VERA HOUSE, come diceva un mio amico, che tanto piacciono alle donzelle...ma non basta: giro della morte sull'ottovolante e la bonghetteria si trasforma in una ritmica spezzata, la vera house prende la piega più jazzeggiante possibile e ci troviamo teletrasportati a un aperitivo in spiaggia al tramonto.
Io, notoriamente, non mi drogo e ormai non bevo quasi più, fatto sta che tutto questo è successo nella prima ora e mezza circa di set e, dell'ora successiva, mi ricordo solo che Lorenzo ci ha regalato un altro crescendo, non schiacciando il pedale della techno ma schiacciando quello della melodia, per cui ora delle 5 meno 20 i suoni erano quelli della neotrance più intelligente resi famosi da James Holden e Nathan Fake.
Edit a posteriori: grazie alle domande di Fede, mi sono ricordato che ha suonato anche "I'm waiting for the man" dei Velvet Underground, che nella confusione mentale della gioia massima di oggi avevo dimenticato ma che ieri sera ha fatto scompiglio :)
Mancherebbero - in teoria - 20 minuti alla chiusura, Lorenzo decide che è ora di un finale pirotecnico e ci riporta a houselandia, tra le trombette e i vocal femminili ultragay...ma non basta.
Le luci si accendono, la cassa in quattro quarti sparisce per una pausa, Lorenzo fruga un po' nel cappello a cilindro, sfarfuglia un po' di tasti....rullo di tamburi, cambio di metrica, dnb!
E ci godiamo due dischi dnb a luci accese, saltellando di gusto col sorriso da un orecchio all'altro e le lacrime di gioia agli occhi.
"Basta Lorenzo, stasera è stata troppa roba per le mie giovani orecchie, facci andare a casa"
No, lui prende il microfono, dice "One last track" e suona "I feel love" di Donna Summer; io non ho più voce, l'ho persa quando ha messo "The man with the red face", ma canto lo stesso a squarciagola saltando con le ultime forze residue e Lorenzo capisce che l'ha fatta grossa, che non può mandarci a casa così perchè siamo ancora troppo carichi e ci regala ancora due dischi, sempre di disco vecchissimo stampo, per poi mandarci a dormire felici.
Felici per un set clamoroso di un grandissimo musicista, ma felici anche per aver riscoperto i magazzini, che forse si sono un po' ripresi dall'atroce sbandata degli anni passati e che magari potrò tornare a frequentare un po' più assiduamente, ovviamente evitando i party marrungia che ancora ci sono, tipo quello degli AOL con Loco Dice di settimana prossima.
Nota: in questo post, che pure mi è venuto abbastanza lungo, ho parlato volutamente solo della selezione di Garnier: la descrizione dei suoi balletti, delle sue facce ridicole e del suo costituire uno show nello show richiederebbe un post a parte, come pure la descrizione della sua tecnica allucinante fatta solo di mixer e cdj anzichè di mille giocattolini tipo il pedale del delay che va tanto di moda ultimamente tra i superstar djs...per sapere di tutte queste altre cose che Garnier aggiunge a una selezione da migliore del mondo, l'unica è andare a vederlo, perchè tanto vale sempre comunque più dei soldi del biglietto.
I tempi cambiano, il vero ggiòvane non vuole più diventare un guitarrista; ormai la guitarra la suonano solo gli anziani, il vero ggiòvane vuole diventare un diggèi come quelli veri, quelli che spaccano, quelli che suonano alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di Atene e hanno un sacco di fighe attorno, come lui:
Ecco quindi che per quanto divertente possa essere, un gioco come Guitar Hero, con la sua playlist risalente agli anni 30, attrae l'attenzione solo dei meno ggiòvani, mentre i ggiòvani fighi, quelli che per natale hanno chiesto la play ai genitori per giocare a pro evoluscion e a gta che si ammazzano le puttane, finalmente potranno giocare anche a.....rullo di tamburi.....
DJ HERO.
Ovviamente sponsorizzato dal pappone della foto precedente (Tiesto, per i due o tre che non lo conoscono), che è evidentemente il dj più famoso del mondo a dispetto del fatto che suona merda da quasi 10 anni e che da quasi 10 anni il suo genere è morto e sepolto, è l'emblema definitivo del fatto che ormai il modello da seguire per i ggiòvani, la rockstar del nuovo millennio, non è più Jimi Hendrix o Noel Gallagher, ma il diggèi.
Constatazioni sociologiche a parte, il dilemma che mi viene è: ma quale cazzo di ggiòvane si compra sto diggèi hiro, quando software infinitamente più professionali come Traktor o Virtual dj sono di facile reperimento, aggratise, presso ibridi cavallo-asina o presso fiumi di bit?
Ancora, tra l'altro, non è dato sapere come funzionerà in dettaglio il giuochino, ma tanto per dirne una: Guitar hero consente di suonare solo i brani inclusi nel dvd del gioco, o al massimo quelle poche dozzine acquistabili sul playstation store o su live arcade...sarebbe a dire che l'apprendista diggèi Dj hero-munito potrà fare set solo con le (esageriamo) 50-60 tracce messe a disposizione da Activision?
Stiamo scherzando?
Tempo di longevità previsto: 20 minuti, per un cazzodio che realisticamente andrà via a non meno di 80-90 euro, quando i suddetti Traktor e Virtual dj, aggratise o al massimo a un prezzo equivalente se proprio vuoi fare l'onesto, ti consentono di suonare TUTTI gli mp3 del mondo?
Ammesso che sia una scelta sensata e non una cagata (cosa su cui sono ancora dubbioso), la scelta di sviluppare un gioco come Dj hero richiede di pensare l'applicazione in maniera profondamente diversa rispetto a Guitar hero, per cui spero vivamente che Activision non si limiti a cambiare il controller e riproporre lo stesso gioco, altrimenti c'è veramente il rischio che la categoria dei dj riceva l'ennesima palata di merda addosso, come se ce ne fosse ancora bisogno :)
Annunciate data di uscita e tracklist del nuovo, attesissimo album dei Prodigy, intitolato Invaders must die in cantiere da tipo 4 anni e disfatto e rifatto da capo almeno due o tre volte da un Liam Howlett in versione ultraperfezionista.
La data di uscita prevista è il 2 marzo 2009, anche se realisticamente confido che sia reperibile in rete tipo da fine gennaio-primi di febbraio (in tempo per il mio compleanno, tipo), e la tracklist dice:
01. Invaders Must Die
02. Omen
03. Thunder
04. Colours
05. Take Me To The Hospital
06. Warrior's Dance
07. Run With The Wolves
08. Omen Reprise
09. World's On Fire
10. Piranha
11. Stand Up
If you've heard any of their recent live shows then you'll know to expect a mix of old skool nostalgia and brash punkiness from their forthcoming release, but you might be surprised by the album's closing gambit, "Stand Up," which has been described as "a horn-led sunrise anthem."
Dove "a horn-led sunrise anthem" è roba che non riesco ad immaginarmi uscire da un album dei Prodigy, per cui sono curiosissimo :)
Come se non bastasse, poi, da domani la title track dell'album sarà scaricabile liberamente dal sito ufficiale dei Prodigy, per cui almeno un pochino di preview i ragazzi ce la concedono...ma comunque "can't wait" lo stesso!
Visto che i captcha sono fatti con lettere a caso, statisticamente c'è una possibilità che escano parole di senso compiuto; a sto giro, però, il captcha di blogspot si è superato:
Ok, ok, venerdì c'è Laurent Garnier ai Magazzini, ci sarà mezzo mondo (me compreso, of course), per cui sabato sera le persone normali staranno a casa; le persone fuori dal normale, in realtà, faranno un salto al Sottomarino Giallo, dato che c'è questo:
Dato che Daria è abbastanza sconosciuta, un po' di info:
E' svizzera e fa parte della stessa cricca di Quenum, Dachshund, Agnes e Ripperton
Dai video su youtube e da quanto mi si dice, pare essere piuttosto figa
E' quella che disegna le meravigliose copertine dei Cadenza
Se tutto ciò non dovesse bastare, è comunque un party Exprezoo, quindi vale la pena andarci indipendentemente dall'ospite, per trovare i soliti amici e il solito clima festaiolo :)
Ecco che ieri è uscita su Beatport la prima release del catalogo di Exprezoo dal mio ingresso nello staff a cui, anche se in maniera davvero minima, ho partecipato anch'io, fondamentalmente dando un miniparere nel processo di approvazione di due delle quattro tracce dell'ep, e, soprattutto, scrivendo la press release, che vi riporto qui sotto anche perchè sono troppo pigro per tradurla:
Chapter #8 of the Exprezoo catalogue marks a definitive switch in the style of the label from minimal to deep and housey techno, as suggested by the previous and widely acclaimed release by Alexxei'n'Nig, "I'm not afraid". "Mild autumn", by the fresh talent Salvatore De Rosa, is a set of tracks that sits somewhere in the indefinite space between deep house à la Dessous and the melodic mood that has been influencing most of the latest minimal releases; thus, the title track is a classy piece of laidback dubby techno, while "Cloudy canyon" is definitely the track that will send the crowd to a mental facility when played on early mornings. To complete the package, "Your eyes are smiling" follows the style of the title track with a more housey feeling, while AC Project's remix for "Cloudy canyon" surrounds the original melody with a techno background.
Siccome siamo un'etichetta che fa le cose a dovere, ci sono pure due tracce intere da sentire, anche se in bassa qualità, su Soundcloud:
Normalmente, come ogni persona di buon senso, non guardo MTV; riviste musicali degne di esser lette, qui in itaglia, non ce ne sono e per le radio vale lo stesso discorso, a meno che uno non sia un fan sfegatato di Celentano: va da sè, quindi, che essere informato su che musica vada di moda attualmente mi risulta piuttosto difficile.
Per fortuna c'è Friendfeed , che mostrandomi cosa ascoltano i miei friends su lasteffemme, cosa condividono su gugol rider et similia, mi dà una manina a farmi un'idea, se non altro, almeno dell'umore verso cui si dirigono gli ascoltatori altri da me.
A dirla tutta, non serviva Friendfeed per rendersi conto dell'esplosione del nu-rave nell'ultimo paio d'anni, ma siccome un po' mi scoccia fare la figura dello scassacazzo e commentare con improperi ogni volta che qualcuno si dichiara innamorato di una canzone dei Justice, riassumo in questo post tutte le motivazioni logiche per cui il nu-rave andrebbe bandito dalla faccia della terra.
First things first, vediamo di inquadrare per bene l'argomento del discorso: a sto giro Wikipedia non viene molto in aiuto, visto che dice solo che "New Rave (sometimes labelled Nu Rave or Neu Rave) is a term applied to several types of music that go from fusing elements of electronic, rock, indie, to techno, hip house, electro,breakbeat"ma poi cita giusto un paio di minori come massimi esponenti del genere; morale, tocca definire il genere autonomamente. La definizione non è banale, anche perchè il filone conta un buon numero di sinonimi: c'è chi lo chiama nu-rave, c'è chi lo chiama fluo, chi lo chiama nu-disco, chi post-disco, chi punk-funk e chissà quanti altri appellativi che al momento mi sfuggono; tanto per capirci, però, oltre ai già citati Justice, mi riferisco a cose di questo genere:
Nel porgere le mie più sentite scuse per aver martoriato le orecchie dei miei lettori con due cagate simili, mi appello al fatto che le due torture qui, rispettivamente di SebastiAn e dei Digitalism, passano per essere tra le meglio cose che il genere può offrire.
Comunque, direi che ci siamo capiti: synthacci distorti che fanno molto schitarramento (e su questo torneremo a breve, tenetelo a mente che è importante), metriche banali, cantati catchy e facili da ricordare e, in generale, un look & feel che cerca di stare a cavallo tra il punk-rock e boh, pleasure from the bass di Tiga, tò.
Ora, chi è già passato di qui sa che ci sono poche cose al mondo che rigetto più dell'electro e ho già motivato altre volte questo mio gusto: fin dalla notte dei tempi, da che per primo qualcuno iniziò a parlare di "techno", il mondo dell'electro, di derivazione EBM e dark, e quello della nascente "technohouse", derivata principalmente (ma non solo) dal funk sono sempre stati in netta contrapposizione, e non è facile immaginare da che parte io stia.
Per la serie "un'immagine vale più di mille parole", abbiamo una diapositiva di gente che ascolta EBM ed è bella incazzata perchè l'EBM è musica da duri:
E di seguito, una diapositiva catturata ad un party "technohouse":
(Nota: la maggior presenza di donne nella seconda foto è assolutamente intenzionale, storicamente le donne rifuggono la musica incazzosa e preferiscono quella più frifri e funkettona, e non vedo come dar loro torto)
Ad ogni modo, questa digressione ha sfociato pesantemente nell'ambito del de gustibus:
Il tuo gusto musicale fa si che tu ti debba vestire come in un film splatter? Pazienza. Il tuo sogno più grande è sentire un synth distortissimo che assomigli a una sirena dei pompieri perchè il mondo è malvagio e non vuoi dimenticartene? Ok, pas de problem. Pensi che la musica debba spaccare di brutto e che non ci sia niente al mondo che spacchi più del rumore dell'aspirapolvere? Have fun.
"Ma allora, Raibaz, perchè dici che non devo ascoltare i Justice mentre suonano la grattugia o le tracce in cui i Crookers hanno registrato un citofono che suona per 5 minuti?"
E' presto detto, e ben spiegato con un'altra diapositiva, che questa volta raffigura adepti della scena nu-rave:
Da che mondo è mondo, i ggiòvani che condividono un gusto musicale, per fare più gruppo, si accomunano anche nel gusto al di là della musica, abbracciando tutto ciò che il sociologo della tv chiamerebbe laifstàil e che comprende il modo di vestire, di comportarsi e di considerare fighe alcune cose e schifarne altre: così, chi ascolta hip-hop è facilmente riconoscibile dall'abbigliamento, come chi ascolta Guccini è facilmente riconoscibile in cabina elettorale e chi ascolta emo è facilmente riconoscibile dai tagli sulle braccia.
Queste associazioni però, tanto per usare un termine che fa molto web, sono di solito generate dal basso: nessuno ha mai stabilito ufficialmente che se ti piace l'hip-hop devi indossare pantaloni in grado di contenere te e tutta la tua famiglia fino al decimo grado, o che se ti piacciono i Lost devi smaltarti le unghie di nero, sono convenzioni che sono scaturite in maniera spontanea dalla comunità di appassionati di un genere.
Per il nu-rave, il percorso è stato contrario.
Un giorno, il signor Pig mag, o qualche altra testa pensante di laifstàil equivalente (non so e non voglio sapere chi sia il vero responsabile di tutto questo), ha deciso che era il caso di portare nei club il tipo coi basettoni, gli occhiali grandi, le all star, i jeans neri a sigaretta, la giacca di velluto a costine e il maglione a righe orizzontali: pensa che ti ripensa, studia studia, viene fuori che il ragazzo vorrebbe andare a ballare, ma non gli piacciono le cose che fanno tunz-tunz.
"Ehi ragazzo, dico proprio a te, guarda, ora nei club ci sono le schitarrate!" (che in realtà sono i synthacci distorti di cui sopra) "Ehi, ragazzo, senti che bella questa canzone, limonarelimonarelimonare, c'è pure il testo, è proprio una cosa innovativa!"
Ecco creato, interamente a tavolino, un fenomeno di costume.
A questo punto, il lettore attento avrà capito da sè che l'appellativo "punk-funk" non è casuale, anzi: così come i Sex Pistols erano dei musicisti costruiti a tavolino da Vivianne Westwood, allo stesso modo i Bloody Beetroots sono come sono non per via del loro gusto personale, ma perchè sono frutto di attenti studi di marketing.
"Ok Raibaz, ho capito che il nu-rave è male perchè non c'è alcun contenuto dietro ma solo il desiderio di un esperto di marketing di vendermi gli occhiali grandi, non posso semplicemente ignorarli?"
No.
Sarebbe facile ignorarli e sperare che spariscano in fretta come il punk, se non fosse che l'esperto di marketing suddetto vende il prodotto come qualcosa che non è, come un'evoluzione del filone techno: lo squallido individuo in maglione a righe e giacca a coste di cui sopra, quindi, si convince che ascolta techno perchè sente minuti su minuti di citofonate, ma non basta.
Peggio ancora, goccia che ha fatto definitivamente traboccare il vaso, un festival onorato e leggendario come l'I love techno, che si chiama I love techno e non "i love grattugia" per un motivo, che ha ospitato nei suoi 11 anni di storia gente tipo i Prodigy, gli Underworld, Laurent Garnier, Derrick May, Dave Clarke e i Kraftwerk, tanto per non fare nomi, quest'anno ospitava..............i Crookers.
Che poi, io non ho nulla contro Phra e Bot eh, anzi, sono anche contento che degli italiani vadano a suonare all'ILT, però sapere che nelle stesse sale in cui suonavano gli Underworld quest'anno echeggiava "limonarelimonarelimonare" mi fa veramente venire male.
Speriamo che la testa pensante che ha ideato tutto ciò decida che c'è qualche altro capo di vestiario da vendere prima possibile e faccia passare di moda sto sfacelo, prima che i 20 e passa anni di storia della techno vengano definitivamente e irrimediabilmente infangati dalle sirene dei pompieri.
Edit postumo: se ancora servisse una prova definitiva di quanto sia fake tutta questa corrente, ecco che appare in rete una diapositiva del tipo dei Justice che fa finta di suonare live, col controller visibilmente spento e staccato dalla corrente:
Sono venuto a conoscenza solo di recente di questa cosa straordinaria, che pare fosse famosissima ma che per qualche oscuro motivo mi ero perso:
Non ho resistito, e ho preso lo spunto per aggiungere l'hook che mancava a un mezzo progetto che avevo in attesa di conclusione; il risultato è ancora in attesa di conclusione perchè ha ancora bisogno di una sistemata, ma è a buon punto, e fa così:
Per me ha dell'evidente potenziale per lo stile alla Luciano-Ricardo-Raresh e non ha niente da invidiare alle varie rallate tipo l'ultimo "La tortuga" :)
Ovviamente feedback e suggerimenti richiesti e molto graditi :)
(Si, lo so che è bassissima, è perchè fino a quando non finisco le tracce le lascio così in modo che i suoni non si impastino troppo e poi dò una botta di gain alla fine)
Come ho già avuto modo di accennare qui, sono in attesa della consegna della casa nuova in cui trasferirmi a vivere da solo ormai da un po'.
Quello che non sapevo, il giorno che mia madre è venuta da me a dirmi "sai? ti ho comprato casa", era che oltre a una magnifica opportunità di spiccare il volo, di rendermi indipendente, di assumermi finalmente le responsabilità di un vero ometto e blablabla, avrei avuto in omaggio anche un meraviglioso campo d'allenamento per le mie skill zen.
Ma non vorrei saltare a conclusioni troppo affrettate, per cui mi limiterò ad esporre i fatti in rigoroso ordine cronologico.
La notizia dell'acquisto di un nuovo nido per il ggiòvane Raibaz e del suo conseguente spiccare il volo, rendersi indipendente etc. etc., risale all'autunno scorso; come è giusto che fosse, grandi brindisi e festeggiamenti hanno seguito il diffondersi della notizia, fino ad arrivare alla festività natalizia con annessi regali, che ha consentito al parentado di sbizzarrirsi tra pentole, frullatori, coltelli, bicchieri, tazze e anche un meraviglioso vaso di vetro viola alto poco meno di me (è meraviglioso davvero eh, non c'è sarcasmo a sto giro).
Tutta questa mercanzia, dato che casa Raibaz a natale dell'anno scorso era ancora in costruzione, è stata riposta nel garage della mia attuale abitazione, in maniera temporanea e di fortuna, dato che di lì a poco, a giugno per la precisione, casa Raibaz sarebbe stata pronta e tutte le vettovaglie avrebbero trovato il proprio posto nella mia splendida nuova cucina.
L'inverno e la primavera passano in un soffio, e a giugno arriva il primo, fisiologico, ritardo nella consegna, che slitta a settembre; massì, un paio di mesi sono nella norma, non ci si preoccupa, tant'è che ai primi di luglio si compra, in blocco, cucina-armadio-letto-divano, con consegna, appunto, le prime due settimane di settembre.
Si va in vacanza, convinti di trasferirsi nella nuova, meravigliosa abitazione al più tardi all'equinozio, confortati anche dalla rassicurazione del signor cantiere, che dice "al massimo la prima settimana di settembre consegnamo", per cui non ci si fa neanche troppi scrupoli a continuare a comprar dischi che ormai debordano dagli scaffali del microloculo in cui si abita ora, che alcuni si ostinano a chiamare cameretta.
Passa settembre.
Passa ottobre, che "settimana prossima consegnamo", e con lui passa anche il nome di Dio nominato invano varie volte e sempre con a fianco epiteti poco lusinghieri, assieme alle telefonate del tizio dei mobili che ha il magazzino occupato dai miei mobili da due mesi e assieme ad altri ordini di dischi, che ormai sono impilati sul pavimento rendendo quasi impossibile anche la deambulazione nel microloculo suddetto.
Arriva novembre, finalmente si fissa l'appuntamento per la consegna.
"No, non è vero, non è la consegna, le chiavi di casa per poter allacciare luce e gas, imbiancare, mettere i mobili e forse (forse) trasferirtici te le diamo al rogito."
"Ah, e il rogito quand'è?"
"Ah, boh"
Dio ha dovuto comprarsi gli otoprotettori da quanto gli fischiavano le orecchie perchè lo nominavo invano.
Tra una storia e l'altra, si è arrivati a settimana scorsa, in cui, a seguito poleniche, raccomandate, cazzi&mazzi, finalmente sono riuscito a ottenere una chiave di casa mia e i dati per poter fare l'allacciamento della luce, prerequisito indispensabile per l'imbiancatura, che a sua volta è prerequisito indispensabile per tutto il resto.
Tutto è bene quel che finisce bene?
Come no.
La chiave della porta di casa ce l'ho, in via del tutto eccezionale, prima del rogito, grazie alla polenica dei miei genitori col signor costruishi....ma quella del cancello, ovviamente, no, per cui la chiave in mio attuale possesso posso usarla per:
Cercare un portachiavi che ci si intoni
Occupare dello spazio nel microloculo che attualmente abito, visto che ne ho in abbondanza
Nominare il nome di Dio invano (again!) ogni volta che non la vedo per più di due secondi, perchè se la perdo sono cazzi acidi
E basta, direi.
In tutto questo, ovviamente, la data del rogito è sempre nei dintorni dell'indefinito: il signor costruishi la dà per certo a fine novembre, ma direi che è come quando dava per certa la consegna a giugno, per cui attualmente io, dopo un anno e passa che seguo questa storia, che a ogni festa comandata ricevo in regalo qualcosa per una casa in cui sarcazzo quando mi trasferirò, che ogni amico/parente/conoscente/nemico che vedo mi chiede "allora, la casa nuova?", ne ho ufficialmente i coglioni pieni e ho decretato che non vale più la pena di nominare invano il nome del capo di Benedetto XVI a ogni piè sospinto, visto anche che qui la cosa andrà ancora per le lunghe oltre ogni umana sopportazione.
L'unica cosa che posso fare per non farmi venire il fegato troppo marcio è prendere questa vicenda come un allenamento per la mia pazienza, e in effetti resistere senza mettersi a mordere i marciapiedi dal nervoso è roba da monaci buddisti.
I video musicali, salvo clamorose eccezioni, sono spesso e volentieri delle "cagate pazzesche" (cit.) in cui succede roba completamente senza senso tanto per mostrare i faccioni degli interpreti delle canzoni in situazioni che facciano un po' di scena, di solito completamente slegate dal contenuto della canzone.
Se però uno è un genio, prende i video e ricanta le canzoni raccontando letteralmente quello che i video stessi raffigurano; da spiegare è un casino, si fa prima a vederli, che soprattutto quello degli A-Ha fa morire dal ridere :)
Chapeau per il signor DustoMcNeato, l'autore delle tre perle, che ha già generato un buon numero di imitazioni su youtube, tutte nettamente inferiori.
C'è chi dice che i dischi veramente belli rimangono tali anche sentiti a distanza di anni, e in effetti i dischi invecchiati bene nella mia collezione sono una percentuale ristrettissima, per lo più di artisti "grossi", tipo i Daft Punk, gli Underworld o i Chemical Brothers, gente che non ha indovinato una traccia o un album per sbaglio ma dalla carriera lunga e onorata; di recente ho (ri)scoperto, per l'ennesima volta, un altro di questi album immortali, probabilmente non famoso come Homework, Beaucoup fish o Dig your own hole ma ugualmente bello:
Come tutti i grandi capolavori della musica (perchè è di fronte a uno di questi che ci troviamo), è difficile incasellarlo in un solo genere: non è solo trip hop, non è solo uk breaks, non è solo ambient, ma è sulla linea di confine tra questi tre generi e tanto altro.
Di fatto, come tutti gli album pensati bene, non è solo una collezione di tracce ma ha un filo logico perfettamente coerente dall'inizio alla fine, che rende la somma delle tracce infinitamente migliore delle singole parti che la compongono e fa si che l'intero album sia un lungo viaggio, un'unica esperienza organica che rende al meglio se ascoltata con la coscienza spenta.
Per capirci: il momento in cui per me Never never land ha fatto il salto da "bell'album" a "capolavoro supremo" è stato quando l'ho ascoltato in spiaggia, su una sdraio, in dormiveglia: in realtà faccio sempre una gran fatica ad addormentarmi ascoltando musica, perchè finisce che mi concentro su quello che sto sentendo e mi passa il sonno, ma Lavelle e tutti quelli che hanno partecipato all'album sono comunque riusciti, e ci riescono tuttora ogni volta che risento l'album, a portarmi in quello stato di semicoscienza in cui sei sveglio "ma anche no", e quando torni in te hai la sensazione di riemergere da un posto profondissimo, bello sveglio e riposato.
La vera magia di Never never land è che per tutta la durata dell'album non fa altro che sotterrarti sotto una montagna sonora astratta, cupissima e ripetitiva per poi, quando sei ormai rapito nelle profondità del dormiveglia, riportarti a uno stato più vicino alla coscienza con una traccia più aperta, o anche solo con un vocal appena appena sussurrato, come quello che a esattamente metà album, dopo le atmosfere liquidissime e ovattate di "I need something stronger", in un improvviso silenzio, dice "it's just a matter of how you look at it, that's all" per poi far echeggiare, nella partenza della luminosissima e melodica "What are you to me?", la domanda "do you dream?" e poi ancora, esaurito il raggio di luce con la chitarrina acustica, ti ributta addosso una cascata di oscurità con le percussioni dichiaratamente trip-hoppeggianti di Panick attack.
Capolavoro, non c'è nient'altro da aggiungere, la cui portata va ben oltre le tracce più famose e cheesy come "Reign" e soprattutto la hit che ha trainato l'album, quella "In a state" resa grandiosa anche dal remix di un Sasha in grandissimo spolvero, quando ancora non si era perso a suonare electro; se poi l'album da solo non bastasse, c'è la splendida Global Underground numero 26, mixata da Lavelle stesso, che contiene molte tracce dell'album, sia in versione originale che in remix un po' più danzabili oltre a una serie di altre chicche breaks di gente da quattro soldi tipo l'amico di Lavelle Dj Shadow, o Meat Katie, Lee Coombs ed Elite Force, oppure ancora, se proprio si vuole fare gli esosi e non ci si accontenta neanche della compilation su GU, c'è sempre il quadruplo (!) cd di remix che oltre a un buon numero di cagate contiene anche qualche traccia meritevole.
E' un vero peccato che l'ultimo album degli Unkle sia una merda allucinante che sa molto di "vanno di moda i Justice, infiliamo dentro a forza le chitarre in quello che abbiamo sempre fatto" con un risultato ovviamente deludente, ma è vero anche che gli stessi Daft Punk, Underworld e Chemical brothers dopo album capolavoro hanno sfornato merde come, rispettivamente, "Human after all", "Oblivion with bells" e "We are the night" :)