lunedì 21 luglio 2008

Commenti da bar sport

Nel weekend appena passato ho fatto una full immersion di volley, tra tornei di Silvia e nazionale maschile a Monza, totalizzando un invidiabile score 3 partite in 3 giorni dopo il quale mi sento di poter fare un po' di commenti sull'esperienza da spettatore, altrimenti noti come "Perchè non mi diverto mica troppo a guardare il volley".

Premessa: io a volley ho giocato, ma veramente poco e a scuola, per cui, di fatto, non ci ho giocato; i miei commenti sono quelli dello spettatore inesperto, per cui molto facilmente l'appassionato hardcore di volley si risentirà (Silvia l'ha fatto)...non dite che non vi avevo avvertito.

Grosso Problema #1: i tempi morti.
Succede a basso livello (il torneo dell'oratorio che ha fatto Silvia) tra timeout tecnici, intervalli assortiti e scambi che generalmente durano meno del tempo tra uno scambio e l'altro, ma a livello di nazionale è veramente tremendo, visto che a ogni punto (durata massima 45 secondi, cose così) i fortunati schiavi di turno passano un paio di minuti buoni ad asciugare le pozze di sudore lasciate dagli atleti: morale che su un paio d'ore di partita, di gioco effettivo si rasenta la mezz'ora a esser larghi.
Finchè sei a casa, sul divano, col telecronista che ti tira in mezzo e qualche replay per far passare tutto sto tempo morto, ancora ancora, ma dal vivo va a finire che a fine partita hai la sensazione di aver pagato per vedere la gente pulire il pavimento.

Grosso Problema #2: l'eccessiva importanza degli schemi.
Più del 90% del gioco si regge sugli arcani gesti fatti con le dita sul culo dal palleggiatore prima del servizio avversario, gesti che, mi pare di aver intuito, sono abbastanza standardizzati e universali...se non che, anche se dalla tribuna li si intravede, capire il reale svolgimento del gioco non è come dirlo.

Alla luce dei due Grossi Problemi, quindi, il volley mi ha dato la sensazione di assomigliare molto allo sport Noioso per eccellenza, il football americano, in cui si sta per ore a discutere di schemi per giocare mezzo minuto scarso e poi rimettersi a discutere...coinvolgimento per lo spettatore meno di zero.

Poi oh veder giocare la nazionale è cmq piacevole, eh, ma più per il fascino delle sassate che volano che per un reale coinvolgimento nel gioco, che anzi è piuttosto criptico nei suoi aspetti più importanti: come funzionano i fondamentali lo spettatore medio (che poi sarei io) lo capisce senza problemi, ma quasi tutto il resto mi risulta completamente oscuro.

Grosso Problema #3: un'idea di sportività un po' bislacca
Non è mica troppo chiaro perchè sia lecito e considerato pratica standard esultare quando un avversario sbaglia una battuta, una schiacciata o simili: io alleno lo sport più antisportivo di tutti, il calcio, e se uno dei miei bambini si azzarda a fare una cosa del genere lo sostituisco immediatamente e non gli faccio rimettere piede in campo neanche se piange.
Eppure, è considerato antisportivo esultare davanti all'avversario dopo avergli schiacciato in faccia o dopo avergli stampato un muro.
Mah.

Grosso Problema #4: l'assenza del contatto
Sarà che io bene o male ho sempre fatto sport in cui c'era il contatto diretto con l'avversario, ma proprio non riesco a concepire uno sport in cui il rapporto umano con l'avversario è così ridotto al minimo: non ci si può insultare (vedi Grosso Problema precedente), oltre a non potercisi ovviamente toccare...a sti punti tanto vale giocare a golf.
Tanto per capirci, per me uno sport bello da vedere è questo:



Morale, sarà la sovraesposizione recente, ma al di là dell'aspetto affettivo quando gioca Silvia o della spettacolarità del singolo gesto quando gioca la nazionale, a me pare che guardare il volley sia una palla mortale.

Spero vivamente di ricredermi, visto che adesso che Silvia ha ricominciato a giocare sul serio temo che mi aspetti un gran numero di partite da spettatore :)

6 commenti:

Silvia ha detto...

I tempi morti sono un problema più dello spettatore che del giocatore, che quasi non li percepisce, se pensassi e ti divertissi a vedere la partita non penseresti ai tempi morti (durante i quali ammirare la fisicata di Mastrangelo non mi pare affatto noioso :P).

É vero che soprattutto ad alto livello gli schemi sono importantissimi ma la vera pianificazione del gioco avviene solo su ricezione (quando l'altra squadra batte, e non sempre si riesce a costruire la giocata concordata), poi la palla non sai dove va quindi si rigioca in base alla situazione. Ci sono vari tipi di attacchi che vengono chiamati al momento ma non influisce sulla comprensione del gioco dello spettatore medio che trova cmq piacevole la genialità e l'abilità della giocata nonostante non senta "due!" o "fast".

S-corretezza del gioco: puoi esultare sempre e cmq quando fai punto, sia se stampi a muro che se l'altro sbaglia la battuta, ma in nessuno dei due casi puoi sbraitargli in faccia, soprattutto a muro dato che si è a 20 cm. Quando un calciatore sbaglia un rigore nn mi pare che l'altra squadra si tenga molto...

Poi, il bello della pallavolo sta nel giocarla non dico ad alto livello ma cn un minimo di schema, di ruoli e di varietà del gioco, la pallavolo delle scuole è veramente un altro soprt: posso immaginare che non ti fomenti :)

Giocare "seriamente", non esagerare...ho un campionato ma nessuno ti tracinerà sulle gradinate a guardare i culi delle avversarie :D

Raibaz ha detto...

Alors: sui tempi morti, io l'avevo detto che parlavo da spettatore, lo immagino che mentre sei in campo concentrato sulla partita non stai a pensare a quelli che puliscono per terra :)

Sugli schemi, è vero che anche io che sono lo spettatore medio percepisco l'abilità delle giocate pur senza sapere una mazza degli schemi, ma, sarà che sono allenatore, mi divertirei molto di più se li sapessi: immagina una partita di volley vista in tv con il riquadrino che inquadra le mani del palleggiatore e, a fine azione, la computergraphics che ti mostra lo svolgimento degli schemi, un po' come succede nel football americano...per me sarebbe una gran figata!

Sulla sportività: come avevo detto nel post, il calcio non è proprio da prendere ad esempio per i valori di rispetto dell'avversario...nel rugby, che invece è esemplare in questo, quando un avversario sbaglia un calcio, anche elementare, nessuno si azzarda a dire niente e l'esultanza per le azioni positive della propria squadra non coinvolge minimamente gli avversari.

Che il bello stia nel giocarla, cmq, non l'ho mai messo in dubbio, eh...vale per tutti gli sport; i miei commenti erano sul coinvolgimento che offre allo spettatore, che evidentemente non ho percepito, ma sul fatto che sia più divertente giocare che guardare non ci piove :)

Cmq, se c'è qualche bel culo da vedere non mi tiro mica indietro, eh :P

Silvia ha detto...

In sti giorni mi è parso che tu criticassi il volley in generale, non solo da spettatore, nè.

Il problema dei tempi morti non lo vedo mica troppo, sarà che non ci faccio caso perchè mi esalto a vedere le partite; i tempi morti son cmq ridotti, mi annoio molto di più a vedere il ciclismo o l'automobilismo che non hanno tempi morti, ma anche molte partite di calcio, quando non riescon a concludere na mezza azione decente e continuano a passarsi e rubarsi palla a centro campo.

Ho preso ad esempio il calcio, anceh per il discorso scorretteza, perchè è lo sport più conoscuito, sinceramente non ho mai guardato una partita intera di rugby nè fatto caso al comportamento in campo.

Chiudo, casa!

Raibaz ha detto...

Beh ma anche tu, se lo confronti con gli sport sbagliati :)

Non puoi prendere il calcio come modello di sportività, come non puoi prendere automobilismo e ciclismo come modelli di sport avvincenti.

Non ricordo l'ultimo gran premio che sono riuscito a guardare stando sveglio dall'inizio alla fine, mentre il ciclismo lo evito proprio come la peste visto che di doping non mi interesso molto...

La prossima volta che gioca la nazionale di rugby comunque ti costringo a vederla con me :)

Silvia ha detto...

Il calcio non è un modello di sportività perchè tanti giocatori anche famosi non sono sportivi, ma non perchè sia uno sport scorretto in sè (punto su cui stavamo discutendo).

Sei stato tu, parlando, a portarmi come esempio il calcio ancora prima del rugby, sport che comunque ti piace anche da vedere, mentre come ho già detto a volte mi annoia, quindi il mio confronto regge :)

Raibaz ha detto...

No, il tuo è un sofisma :)

Gli sport scorretti in sè non esistono, sono gli sportivi e gli spettatori a essere corretti o scorretti...e gente che esulta quando gli avversari sbagliano o che suona la tromba per farli sbagliare è scorretta tanto quanto gli ultras che fischiano chi sta per tirare un rigore dalle tribune.

Il problema è che nel volley ormai la scorrettezza è consuetudine affermata tanto quanto nel calcio, se non di più.