giovedì 12 giugno 2008

Ma non ha senso!

Ieri discutevo su MSN di musica con una mia studentessa (nota: mai tirarmi in mezzo a parlare di musica, c'è il serissimo rischio che non riusciate più a farmi smettere) e la discussione mi ha dato uno spunto interessante.


Premessa: grosse seghe mentali nel resto del post, non dite che non avevo avvertito.


Premessa bis: nel seguito indico come musica da club un po' tutto quello che ascolto di solito, per i dettagli ci sono quintali di altri post in cui la descrivo in lungo e in largo, cmq a spanne siamo nel territorio dell'elettronica un po' più danzereccia.

Lo spunto di discussione è in realtà abbastanza usuale: un po' tutti "noi" dj o pseudo-tali, clubber o pseudo-tali ci siamo sentiti chiedere almeno una volta "ma che senso ha la musica che ascolti? non vuol dire niente".

La realtà, "noi" lo sappiamo perfettamente, è ben diversa.

La realtà è che un senso, un messaggio c'è eccome.

Anzi, la sparo: a voler vedere bene, nell'ottica del dualismo abbastanza trito e ritrito cantautore - musica da club, quella coi messaggi più "alti" è la seconda.

Intellettualmente, è più volgare (nel senso letterale del termine) qualcuno che ti dice in faccia quello che ti deve dire o qualcuno che te lo lascia intendere?

Siamo sicuri che la presunta chiarezza di messaggi di un testo scritto & cantato sia un plusvalore anzichè un limite per l'ascoltatore?

Facciamo un paragone in un ambito che c'entra poco e di cui so ancora meno, ma che mi pare comunque calzante: parliamo di pittura.

Un quadro figurativo, "classico", rappresenta quello che il pittore voleva rappresentare.

Con tutte le sfumature del caso, coi virtuosismi che il pittore è in grado di imprimere su tela per farmi fare "ooh" e scuotermi emotivamente.

Ma è quello che vuole dirmi lui.

Un quadro astratto, invece, mi dice quello che vuol dire il pittore se riesco a capirlo, ma altrimenti mi dice quello che ci vedo io: ha il grosso plusvalore della mia interpretazione personale, che oltretutto è anche soggetta a cambiamenti in base al contesto, al mio umore personale e a mille altri fattori.

Non sto dicendo niente di nuovo, me ne rendo conto, eh: riassumendo, un messaggio esplicito è qualcosa di statico, mentre un messaggio lasciato intendere è qualcosa di molto più variabile, aleatorio e dinamico.

Ma torniamo alla domanda iniziale: posto che non stiamo parlando di un unico messaggio ma di una gamma di significati, in cosa consiste dunque tutto ciò? Come possiamo interpretare la musica da club?

E qui si apre un oceano di possibilità.

Analizziamo la cosa da un punto di vista storico: in origine tutto nasce dalla parte house della barricata come un'evoluzione un po' più danzabile del soul per animare delle feste a forte orientamento gay (non è discriminazione, il fattore gay ha avuto un ruolo cruciale di cui parlerò volentieri quando finalmente mi deciderò ad esplorare la dicotomia techno vs. house) e, dalla parte techno della barricata stessa, come un'evoluzione un po' più sperimentaleggiante dello stesso discorso, ma sempre con una grossa matrice funk.

Quella frase famosa "George Clinton che incontra i Kraftwerk in un ascensore" è la techno in origine, per intenderci.

Quindi, come è abbastanza ovvio, i primi messaggi sono stati anche i più semplici, ancora validi: rispettivamente, "festeggiamo insieme e chi se ne fotte se ci discriminano" e "questa è la musica del futuro, guarda cosa sono in grado di fare".

Altro vantaggio della musica "indiretta" rispetto a quella esplicita è che, veicolando messaggi meno articolati riesce meglio a toccare le corde dell'emotività che, come è ben noto a chi fa pubblicità e si occupa di marketing emozionale, rispondono meglio a messaggi non troppo complessi.

La grossa differenza, quindi, è che la musica da club tipicamente non trasmette concetti, ma emozioni, e ci riesce molto meglio di un discorso articolato.

Posso capire che ci sia chi preferisca la comunicazione più articolata, ma per favore basta con questa storia che "non vuol dire niente", per cortesia :)

Dice eccome, e parla il linguaggio universale delle emozioni, diverse a seconda di chi ascolta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per ogni quadro,astratto e no, esistono un casino di libri che ne spiegano il significato. Per lasciar libera l'interpretazione basta nn leggerli. Posto ciò un quadro astratto può suscitare emozioni, un quadro che per esempio raffigura un uomo che infila una lancia nel costato di un altro uomo nn ha un significato nivoco: io posso vedere in quel quadro la volontà dell'autore di rappresentare quanto è brutta l'espressione di un uomo mentre ammazza;posso vederci la legge del più forte; posso vederci disegnato l'odio, il senso di impotenza di fronte alla morte ecavolate varie...a mio piacimento. Ciò che contraddistingue un quadro così da un quadro astratto (e lo stesso accade per la musica dei cantautori vs la musica da club) è il fatto che entrambe le tipologie di quadro suscitano emozioni ma il quadro nn astratto in più lascia uno spunto di riflessione. I cantautori con 3000parole in 2:57min lanciano provocazioni che stimolano a riflettere, costruire un opinione, schierarsi,anche per dire nn la penso così. Una musica senza parole suscita emozioni ma nn da spunti per riflettere. O meglio, potrebbe creare in te una sensazione che ti porti a pensare, ma nn ti allarga gli orizzonti, perchè inizierai a pensare a ciò che vuoi e nn a ciò a cui nn hai mai pensato. banalmente, se pensi sempre hai cervi,qlla musica ti farà pensare ad un cervo che salta o che viene ucciso o che ne so, ma nn ti da un input a pensare a qualcosa distante dall'argomento cervo-natura e passaggi immediati che il cervello può fare.-Huston-

Anonimo ha detto...

Ovviamente quando si parla di musica mi fiondo dentro!ahah
Non esiste il giusto e nemmeno l' errato perchè si parla d'arte. La musica così come la pittura o qualsiasi altra forma creativa permettono di esprimere se stessi lasciando ad altri la libera interpretazione. Ognuno, però, ha una sensibilità diversa, ciò che ha significato per qualcuno non lo ha per altri, i movimenti intellettuali e artistici erano proprio per questo spessevolte in contrasto tra loro, e non vuol dire che qualcosa è arte ad altro no!
L'artista, nel comporre la sua opera proverà indubbiamente delle emozioni(ed è su ciò che si spiega il suo punto di vista), d'altra parte, però, sta nella sua capacità riuscire a trasmettere sensazioni al suo spettatore...
------Titty-------

Raibaz ha detto...

@Huston (che per inciso è la studentessa che mi ha fornito il casus belli): Saggia riflessione, brava :)

E' però anche vero che di spunti di riflessione per allargare i propri orizzonti è pieno il mondo.

Dipende alla fine da quello che chiedi alla musica che ascolti: se vuoi che qualcuno ti dica qualcosa che non sapevi e ti faccia pensare a qualcosa a cui normalmente non pensi c'è la musica "figurativa" (ha senso?), se vuoi qualcosa che ti stimoli dal punto di vista emotivo conviene rivolgersi altrove.

Che poi, se sei un malato come me, puoi trovare spunti di allargamento degli orizzonti anche nella musica astratta, anche se ammetto che non è proprio immediato...facciamo un esempio, che ci capiamo: tempo fa leggevo un articolo sul diverso modo di intendere il mood minimale dell'ultimo anno in base alle diverse culture.

In pratica, riassumendo molto, il senso era che se sei un latino, tipo Villalobos o Luciano, lo intendi come "tolgo tutto tranne l'indispensabile per muovere il culo", ossia le percussioni, mentre se sei uno che viene dal conservatorio, tipo Mathew Jonson, lo intendi come "tolgo tutto tranne l'indispensabile per far capire che sono un musicista", ossia la qualità dell'arrangiamento.

Riassumendo, che non è educato dilungarsi troppo, e rispondendo anche al commento di Titty, alla fine uno gli spunti di riflessione li può trovare dappertutto, se ha voglia di cercarseli...non c'è un modo giusto o uno sbagliato per trovarli.

E' però vero che ci sono artisti più bravi di altri nel comunicare le proprie sensazioni a chi usufruisce dell'opera e nello stimolarne di nuove, ed è per me quello che distingue veramente il valore di un'opera d'arte, sia essa musicale, letteraria, figurativa o che altro.

(E ovviamente è un parametro di giudizio estremamente soggettivo)

Quello che mi premeva dire fin dall'inizio del post, però, è che è veramente difficile dire che la musica "da club" non ha senso e/o non veicola messaggi, perchè il messaggio dipende anche dall'attitudine dell'ascoltatore.